Cura della cataratta: informarsi bene è d’obbligo

La cataratta senile è una patologia oculare ad ampia diffusione legata tipicamente al tempo che avanza, così come ad un serie di concause e di fattori predisponenti. Numeri alla mano, in Italia si sottopongono all’operazione di cataratta circa 500mila pazienti l’anno. Un intervento dal quale non si può prescindere poiché oggi la via chirurgica rappresenta l’unica strada possibile per curare la cataratta in modo definitivo. Tuttavia, prima di sottoporsi all’intervento, è sempre bene informarsi adeguatamente. D’altronde, non tutte le strutture sanitarie sono uguali tra di loro, né propongono lo stesso tipo di intervento. Vediamo di entrare meglio nel dettaglio della questione, a beneficio di chi abbia ricevuto una diagnosi di cataratta e desideri saperne di più.

Perché è fondamentale informarsi bene

Spesso sentiamo parlare amici e parenti degli straordinari traguardi che oggi è possibile raggiungere in oftalmologia nel campo della correzione dei difetti visivi tramite strumenti laser. Interventi ad altissimo apporto tecnologico, minimamente invasivi e di breve durata. L’operazione di cataratta, pur essendo anch’essa indolore e di breve durata, va tuttavia affrontata con il giusto grado di consapevolezza e di serietà. Perché è un intervento chirurgico a tutti gli effetti. Di qui, l’importanza di conoscere, seppur per sommi capi e senza i tecnicismi riservati agli “addetti ai lavori”, tutti gli aspetti pratici dell’intervento. 

Che cos’è l’operazione di cataratta

L’operazione di cataratta è un intervento chirurgico durante il quale si rimuove il cristallino opacizzato dal tempo e lo si sostituisce con una lente intraoculare nuova, altamente biocompatibile, perfettamente trasparente e concepita per durare per sempre. La procedura è di tipo chirurgico: è necessario dunque accedere all’occhio e raggiungere la capsula che ospita il cristallino naturale. A questo punto, tramite un sofisticato strumento ad ultrasuoni, si frantuma ed aspira il cristallino opacizzato. Infine, si inserisce la lente intraoculare nell’occhio, proprio laddove prima c’era il cristallino. Tutta la procedura è assolutamente indolore.

Varianti e peculiarità dell’operazione di cataratta

Nel paragrafo precedente abbiamo illustrato brevemente in cosa consiste l’intervento di cataratta. Quel che non tutti sanno, però, è che nel corso dell’operazione sopra descritta possono intervenire alcune variabili capaci di offrire più benefici al paziente che vi si sottopone. Scopriamole dunque assieme. 

  • Partiamo dalla componente umana: un chirurgo dotato di solida e comprovata esperienza sul campo fa sicuramente la differenza. E la fa ancor di più se opera in una struttura d’eccellenza, dove l’attenzione, la sensibilità, l’empatia ed il dialogo con il paziente sono considerate fondamentali.
  • Veniamo ora agli aspetti tecnici: nella maggior parte dei casi, per raggiungere il cristallino è necessario praticare una minuscola incisione sulla superficie della cornea. Questa incisione si esegue normalmente a mano, con l’ausilio di un bisturi. In alcuni centri d’eccellenza in Italia è possibile sostituire il bisturi con il laser. Si tratta del laser a femtosecondi, uno strumento ad altissima precisione che offre diversi benefici al paziente. Tra questi, maggior sicurezza, una guarigione più rapida, un decorso operatorio più piacevole. Il laser a femtosecondi è uno strumento prezioso anche nell’apertura della capsula che contiene il cristallino e nella sua frantumazione (specie laddove questo sia più ispessito e “maturo”). 
  • Infine, nei centri d’eccellenza la gamma dei cristallini artificiali a disposizione del paziente è particolarmente vasta. Cristallini con un potere diottrico personalizzato sulla base delle peculiari esigenze visive. Questo significa che l’operazione di cataratta può tramutarsi in un’opportunità per correggere contemporaneamente uno o più difetti visivi preesistenti. Il beneficio a lungo termine è la possibilità di poter fare a meno dell’uso degli occhiali da vista, recuperando non solo la trasparenza del cristallino, ma anche la qualità della visione, regalandosi di fatto un vero e proprio balzo indietro nel tempo.

Riassumendo

Esiste la possibilità di affrontare l’operazione di cataratta con maggior serenità e con più benefici al lungo termine. Zero aghi, niente bisturi e una visione in HD perfetta per affrontare la terza età con ottimismo sotto il segno del benessere visivo. 

Vuoi saperne di più?

Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191. Chiamaci per una visita oculistica specialistica per la cataratta: sarà nostra cura illustrarti nel dettaglio tutti gli aspetti relativi all’intervento di cataratta e rispondere alle tue domande sul tema. 

Cataratta giovanile, sintomi e cure

La cataratta senile – ovvero la naturale e progressiva opacizzazione del cristallino – è una patologia oculare ad ampissima diffusione a livello mondiale. La sua incidenza è elevatissima tra gli over 70 ed è noto che si tratta di una patologia tipica dell’età avanzata. Pur tuttavia, può capitare che essa si presenti già intorno ai 40 anni: si parlerà allora di cataratta giovanile. Di che si tratta? A proposito di cataratta giovanile, sintomi e cure sono gli stessi di quella senile? E quali sono i rimedi per la cataratta giovanile? Approfondiamo assieme l’argomento.

Che cos’è la cataratta giovanile?

Abbiamo avuto modo di approfondire più volte il tema della cataratta senile e non è mancata l’occasione di menzionare anche la variante congenita della patologia, ovvero quella che si manifesta già alla nascita. La tipologia di cataratta che approfondiamo invece in questa sede, la cataratta giovanile, fa la sua comparsa in età adulta, indicativamente prima dei 45 anni. Può essere monolaterale o bilaterale, ovvero interessare un solo occhio oppure entrambi.

Cause e sintomi della cataratta giovanile

Le cause della cataratta giovanile possono essere diverse. Elenchiamo dunque diverse tipologie di cataratta giovanile, dipendenti dalle cause che la possono innescare:

  • complicata: si presenta come conseguenza (o complicazione, appunto) di alcuni disturbi o patologie oculari particolarmente importanti: una miopia forte, un distacco di retina, una uveite, il glaucoma;
  • da farmaci: l’assunzione protratta nel tempo di alcune tipologie di farmaci (come i cortisonici, per esempio) può essere all’origine dello sviluppo della cataratta giovanile;
  • da traumi: una forte contusione, un incidente, un evento traumatico che interessi l’occhio possono essere fattori predisponenti lo sviluppo della patologia;
  • associata ad altre patologie: spesso la cataratta insorge in età giovanile come conseguenza di altre patologie, anche sistemiche. Un esempio su tutti è dato dal diabete. I soggetti affetti da diabete sono predisposti a sviluppare la cataratta 4 volte di più rispetto ai soggetti che non ne sono affetti. Anche la dermatite atopica può essere un fattore favorente l’insorgenza della cataratta giovanile;
  • anche l’esposizione intensa e protratta nel tempo ai raggi ultravioletti, ai raggi infrarossi o ai raggi X può favorire l’insorgenza della patologia in età giovane.

Cataratta giovanile, sintomi:

La cataratta giovanile presenta gli stessi sintomi di quella senile:

  • una visione progressivamente meno definita e più incerta, con contorni imprecisi e colori meno nitidi;
  • difficoltà visiva, dapprima in condizioni di poca luce (visione notturna), ma spesso anche di giorno.

Cure per la cataratta giovanile

Le cure per la patologia sono le stesse che si propongono per quella senile. Ci riferiamo all’intervento di facoemulsificazione, che prevede che il cristallino opacizzato sia rimosso e sostituito con uno artificiale. L’unica possibilità di cura per la cataratta giovanile è l’intervento chirurgico e non esiste terapia farmacologica in grado – ad oggi – di porre rimedio o arrestare l’opacizzazione del cristallino.

L’intervento chirurgico per la rimozione del cristallino opacizzato ha trovato negli ultimi anni un valido alleato nel laser a femtosecondi. Uno strumento che ha reso l’intervento ancora più preciso, accurato e sicuro.

Dott. Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico

Cataratta giovanile e patologie oculari: la prevenzione prima di tutto

Dal momento che nell’immaginario collettivo la patologia è esclusiva delle generazioni più anziane, ricevere una diagnosi di cataratta in giovane età può essere spiazzante. Quel che conta, a qualunque età, è aver cura del proprio apparato visivo, sottoponendosi agli opportuni controlli della salute oculare anche in assenza di sintomi. Nel caso della cataratta, per esempio, la buona riuscita dell’intervento può dipendere anche dallo stato del cristallino opacizzato. Praticare un’autodiagnosi, imputando un calo visivo ad un peggioramento dei propri difetti refrattivi ad esempio, può favorire un peggioramento della cataratta. Rendendo l’intervento più impegnativo ed esponendo l’occhio a maggiori complicazioni.

Cataratta giovanile e difetti visivi: che fare?

Come detto, la patologia può essere innescata da una miopia forte. Quando la cataratta giovanile si presenta in concomitanza di una miopia o di altri difetti visivi, l’intervento di sostituzione del cristallino può tramutarsi in un’inaspettata opportunità. Oggi, infatti, i moderni cristallini artificiali sono concepiti per essere delle vere e proprie lenti intraoculari dotate di potere diottrico e, dunque, in grado non solo di ripristinare la trasparenza perduta con la cataratta, ma anche di correggere i difetti visivi preesistenti. Pertanto, è possibile cogliere l’occasione per prendersi cura della propria salute oculare e risolvere in modo permanente la propria dipendenza dagli occhiali.

Ma non solo: i nuovi cristallini artificiali (si chiamano EDOF, di nuova generazione) alleviano fortemente anche la necessità di usare gli occhiali per il computer e altre attività a media distanza, migliorando così la qualità di vita dell’operato.

Le moderne lenti intraoculari sono altamente biocompatibili, durano per tutta la vita ed offrono un livello di personalizzazione mai visto prima. In questo senso, rappresentano una vera e propria opportunità per ristabilire la propria capacità visiva e fare a meno degli occhiali.

Dott. Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico

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Cataratta con il laser: l’intervento diventa “gentile”

L’intervento di cataratta si esegue con una tecnica chiamata “facoemulsificazione”. Durante l’intervento, il chirurgo accede all’occhio con una sonda ad ultrasuoni, che frantuma ed aspira il cristallino opacizzato. Segue l’inserimento di un nuovo cristallino artificiale, altamente biocompatibile e perfettamente trasparente. Si tratta di un intervento oramai considerato di routine, per l’elevato numero di esecuzioni e per la minima percentuale di rischi post operatori. Un intervento che va affrontato con la giusta dose di consapevolezza, e che è disponibile in una veste nuova, più “gentile”. Scopriamo assieme di che si tratta.

Intervento di cataratta: tradizionale o con laser?

Come detto in apertura, il chirurgo accede all’occhio con uno strumento ad ultrasuoni. Per accedere al cristallino con il facoemulsificatore, è necessario eseguire una piccola incisione sulla cornea. Tale incisione si esegue tradizionalmente con uno strumento a lama, solitamente un bisturi.

Come avviene l’intervento di cataratta tradizionale

Nella facoemulsificazione eseguita con tecnica tradizionale, lo strumento ad ultrasuoni frammenta ed aspira il cristallino opacizzato. Dapprima si esegue la capsuloressi, ovvero la frantumazione ed aspirazione della porzione anteriore della capsula che accoglie il cristallino: una fase che, nell’intervento di cataratta tradizionale, si esegue con l’aiuto di strumenti chirurgici. Si procede poi alla frantumazione ed aspirazione della parte centrale, mentre la parte posteriore della capsula è ben detersa e lasciata in sede. Sarà lei ad accogliere il nuovo cristallino artificiale. Come detto, la via d’accesso al cristallino è eseguita con un bisturi, ma nella maggior parte dei casi non è necessario applicare punti di sutura.

Come avviene l’intervento di cataratta con il laser

Il laser a femtosecondi ha rivoluzionato il modo di fare chirurgia oftalmica sia per quanto riguarda la chirurgia refrattiva, sia per quanto riguarda l’intervento di cataratta. Il laser a femtosecondi è uno strumento che emette impulsi brevissimi e ravvicinati, riuscendo di fatto a sostituirsi al bisturi. Nell’intervento di cataratta con il laser, è possibile avvalersi di questo straordinario strumento per:

  • eseguire l’incisione corneale per accedere al cristallino, in modo altamente preciso e controllato (per quanto riguarda l’estensione, la profondità, la pulizia dell’incisione), senza dover ricorrere al bisturi;
  • incidere la capsula anteriore, evitando l’uso di strumenti chirurgici;
  • frammentarne il nucleo più duro della cataratta, in modo più agevole e veloce specie laddove il cristallino sia più ispessito.

E’ sempre consigliabile operare la cataratta non appena se ne riceve la diagnosi. Operare quanto prima rende l’intervento più agevole e riduce drasticamente l’eventualità che la patologia arrechi ulteriori danni alle altre strutture oculari.

Dott. Giuseppe di Meglio, Medico Oculista esperto in interventi di microchirurgia oculare presso CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico

Cataratta con il laser: i vantaggi

L’uso del laser apporta i seguenti vantaggi all’intervento di cataratta:

  • un elevato livello di precisione e controllo dell’intera procedura, maggiore di quello raggiunto con la chirurgia tradizionale;
  • un più veloce recupero post operatorio;
  • una minore invasività e manipolazione meccanica all’interno delle strutture oculari del paziente;
  • la possibilità di pianificare per tempo le incisioni necessarie (sulla cornea e sulla capsula anteriore) in termini di estensione e profondità, rendendo l’intervento di cataratta con il laser altamente personalizzabile sulla base delle caratteristiche anatomiche dell’occhio del paziente;
  • la possibilità di fare totalmente a meno di strumenti chirurgici quali bisturi, aghi e pinze;
  • la capacità di accorciare i tempi dell’intera procedura;
  • la riduzione notevole di eventuali fastidi post operatori

Concludendo, allo stato attuale, il chirurgo si avvale ancora del facoemulsificatore, ma in generale l’utilizzo del laser a femtosecondi rende l’intera procedura chirurgica più gentile. A beneficio del chirurgo ma anche del paziente che si sottopone all’operazione di cataratta.

L’intervento di cataratta con il laser a femtosecondi aiuta il chirurgo ad eseguire le fasi più delicate della procedura con maggior precisione e controllabilità. Peraltro, l’uso del laser riduce il rischio di sviluppare un astigmatismo corneale indotto dall’intervento, ed anzi aiuta a correggere un eventuale astigmatismo preesistente.

Dott. Giuseppe di Meglio, Medico Oculista esperto in interventi di microchirurgia oculare presso CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico.

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L’intervento di cataratta con il laser è disponibile presso il Centro Ambrosiano Oftalmico. Siamo a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Cataratta e menopausa: cosa c’è da sapere

Secondo alcune ricerche scientifiche, l’età avanzata media delle donne dei paesi occidentali si aggira oggi intorno agli 82 anni. Un traguardo che fino a pochi decenni fa sarebbe stato del tutto impensabile, e che è segno tangibile dell’attenzione e della sensibilità nei confronti di temi quali prevenzione, fiducia nella medicina, ma anche ai grandi progressi della ricerca in ambito medico e scientifico. E dal momento che la vita media della donna si sta via via allungando, la scienza si interroga sempre più spesso sul legame tra menopausa e salute. Sapevate, per esempio, che la menopausa esercita un’influenza anche sull’apparato visivo? E che cataratta e menopausa possono avere un legame?

Menopausa, occhi e secchezza oculare

Noi tutti tendiamo comunemente ad associare la menopausa ad un’aumentata secchezza oculare dovuta al calo di estrogeni nel sangue. Effettivamente è proprio così: uno dei sintomi più evidenti della menopausa è proprio un abbassamento dei livelli di lubrificazione oculare, chiamata anche Dry Eye Syndrome – Sindrome dell’Occhio Secco. Una fase che, cronicizzandosi, può innescare altri disturbi, come un’infiammazione della cornea (cheratite) o della congiuntiva (congiuntivite).

Cataratta e menopausa: fattori di rischio

La menopausa non porta con sé solamente i tipici sintomi da alterazione del film lacrimale. Al contrario, essa può concorrere all’esordio della cataratta. Nelle donne i cambiamenti ormonali posti in essere dalla menopausa rappresentano infatti un fattore di rischio per la cataratta. Ma non sono i soli. Come sempre accade in medicina, le patologie non sono il risultato di un’unica causa scatenante, ma possono essere il risultato di un insieme di fattori predisponenti. Nel caso della cataratta, i fattori predisponenti sono l’età, il fumo, l’obesità, il diabete, l’esposizione ai raggi UV e, non ultima, proprio la menopausa.

Gli effetti della terapia sostitutiva sullo sviluppo della cataratta

Secondo i risultati di alcune ricerche scientifiche, la terapia sostitutiva a base di estrogeni potrebbe aiutare a diminuire il rischio di andare incontro ad un’opacizzazione del cristallino o a ritardare l’insorgenza della cataratta. In generale, i ricercatori hanno riscontrato che le donne over 65 che fanno uso di terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni tendono a sviluppare la cataratta meno delle loro coetanee che invece non assumono la terapia. E non solo: sembra che anche un menarca precoce ed una menopausa tardiva concorrano ad una minor incidenza della cataratta. Analogamente, anche l’assunzione di contraccettivi orali – a base di estrogeni – è associata ad una minor incidenza di cataratta.

Azione antiradicalizzante: non solo estrogeni

Alla luce di quanto sopra affermato, sembra dunque che gli estrogeni esercitino un’azione antiradicalizzante capace di contrastare gli effetti negativi dello stress ossidativo a carico del cristallino. A proposito di azione antiradicalizzante, anche abbinare una dieta ricca di vitamine e antiossidanti può essere d’aiuto nel ritardare o prevenire l’insorgenza della cataratta.

L’alimentazione esercita un ruolo fondamentale nella prevenzione di tante patologie tipicamente connesse all’invecchiamento. Mangiare “a colori”, seguire la stagionalità degli alimenti e bere molta acqua è il primo passo per prendersi cura anche del proprio apparato visivo.

Dott. Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

Leggi anche: come prevenire la cataratta a tavola

Cataratta e menopausa: quando operare?

La cataratta fa tradizionalmente la sua comparsa dai 55 anni in su e progredisce pian piano nel tempo. Il consiglio vale in questo caso tanto per gli uomini quanto per le donne, ed è quello di operare non appena si riceve la diagnosi di cataratta. Una cataratta trascurata porta ad un ispessimento del cristallino, che a sua volta può mettere sotto pressione le strutture oculari circostanti, danneggiandole. Inoltre la cataratta compromette gravemente la capacità visiva di chi ne è affetto, pregiudicandone l’indipendenza su più fronti. Non c’è motivo per temporeggiare: anzi, sottoporsi quanto prima all’intervento di cataratta consente di recuperare e mantenere nel tempo la propria autonomia ed il proprio dinamismo. Il primo passo, dunque, per affrontare la terza età con il giusto sprint.

La pandemia da Coronavirus ha spinto molti pazienti a rimandare l’appuntamento per l’intervento di cataratta per timore del contagio. Nei centri oculistici certificati Covid-free, come CAMO, oggi è possibile sottoporsi all’operazione in totale tranquillità, evitando le conseguenze innescate dall’avanzamento della patologia.

Dott. Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico di Camo – Centro Ambrosiano Oftalmico

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Alimenti per la vista: mangiar bene per vedere meglio

Durante il processo di invecchiamento i muscoli tendono a perdere tono, l’epidermide si fa meno elastica e mostra qualche macchiolina, l’apparato scheletrico diviene più sensibile e ce ne presenta il conto sotto forma di dolori articolari, mentre l’apparato digerente è sempre meno disposto a tollerare stili alimentari disordinati. E gli occhi? Ci avevate mai pensato? Anche l’apparato visivo invecchia insieme a noi. Non dimentichiamo che l’alimentazione sana aiuta a prevenire tante patologie, incluse quelle oculari. E ci può aiutare ad arrivare a tarda età con una vista il più possibile in forma. Scopriamo dunque insieme quali sono i migliori alimenti per la vista, capaci di proteggere i nostri occhi dall’insorgenza di patologie come la cataratta e la Degenerazione Maculare Senile.

Parola d’ordine: alimentarsi bene per preservare la salute oculare

Tra le innumerevoli ore trascorse di fronte ai supporti elettronici, lo smog, lo stress e la stanchezza, i nostri occhi sono sottoposti ad un carico di lavoro davvero notevole. Che spesso diamo per scontato. Nutrirsi correttamente, assumendo alimenti ricchi di vitamine ed antiossidanti, ci aiuta a contrastare l’influenza negativa di questi fattori, ed a prevenire l’insorgenza di alcune patologie tipiche dell’età, come la degenerazione maculare senile e la cataratta.

Mettere in tavola i migliori alimenti per la vista: da dove si comincia

In linea generale, alimentarsi correttamente significa evitare gli eccessi e prediligere frutta e verdura di stagione in abbondanza, in abbinamento a pesce azzurro e carne bianca. E bere molta acqua. Ottimi anche i semi oleosi, i cereali integrali, le farine non raffinate, i latticini magri e le uova. Da gustare con moderazione carni rosse, insaccati ed alcolici. La regola è quella di non privarsi mai di carboidrati, proteine, grassi. Sono i tre pilastri che consentono al nostro corpo di ricevere tutto ciò di cui necessita per produrre energia e per mantenersi in forma. E, naturalmente, di preservare la sua salute oculare.

A questa semplice regola si aggiunge l’importanza di fare un po’ di movimento all’aria aperta qualche volta la settimana: chi non è particolarmente sportivo, potrà optare per una lunga passeggiata a passo veloce. Un piccolo trucco che stimola il metabolismo e favorisce l’ossigenazione cellulare.

Alimenti per la vista: 3 gruppi di alimenti da tenere a mente

1 – Alimenti ricchi di carotene

I carotenoidi esercitano un’azione protettiva ed antiossidante nei confronti delle strutture oculari. Tra questi, spicca la luteina, un antiossidante presente naturalmente nella macula e nel cristallino. In generale, i carotenoidi si suddividono in alfa-carotenoidi e beta-carotenoidi: questi ultimi sono i più diffusi in natura. Il beta-carotene è fondamentale per la vista, con particolare riferimento alla visione notturna: una volta ingerito, si trasforma in vitamina A o retinolo. Analogamente, sono carotenoidi anche la zeaxantina e il licopene. I carotenoidi sono presenti in tutti gli alimenti di colore giallo, rosso e arancio, come le carote, la zucca, i peperoni, i pomodori e lo zafferano. Anche il tuorlo d’uovo è ricco di carotenoidi e di vitamina A. Per quanto riguarda il pomodoro, in particolare, conviene sapere che in cottura esso sprigiona ancor più licopene di quello presente a crudo (5 volte di più).

Il consiglio: non dimentichiamo mai di seguire la stagionalità degli alimenti per trarre il massimo beneficio da ciascuno di essi.

2 – Verdure a foglia

Le verdure a foglia sono ricche di vitamine, tra cui spiccano la C e la E. La vitamina C, in particolare, oltre ad essere fondamentale per il buon andamento di molte funzioni del nostro organismo (l’assimilazione del ferro, per esempio) svolge un’azione difensiva contro gli attacchi virali ed è in grado di rigenerare la vitamina E. In questo modo, difende i tessuti – anche quelli dei nostri occhi – dallo stress ossidativo causato dai radicali liberi. Una funzione preziosissima per il nostro benessere oculare, dal momento che le patologie oculari tipicamente connesse all’invecchiamento cellulare sono proprio legate allo stress ossidativo. Tra le verdure a foglia menzioniamo la lattuga, le cicorie, i radicchi, la scarola, i broccoli.

Il consiglio: alternare i colori consente anche di alternare i principi nutritivi di ogni alimento. Via libera ad una dieta arcobaleno!

3 – La frutta

Concludiamo la nostra carrellata di alimenti per la vista menzionando la frutta. Anche la frutta non deve mai mancare in tavola. Largo ad agrumi, fragole, kiwi, papaya, frutti rossi ed a tutta la frutta secca. Tutta la frutta è ricca di vitamine, tra cui la vitamina C, la vitamina E, gli antiociani (altri elementi preziosi e antiossidanti), ma anche zinco e zolfo. I mirtilli, per esempio, sono davvero ricchi di antiociani, che proteggono la retina dalle radiazioni solari e ne rinforzano i vasi sanguigni.

Il consiglio: la frutta è l’alimento ideale anche per gli spuntini di metà mattina e di metà pomeriggio.

Infine: ebbene, il cioccolato aiuta a mantenere a lungo la salute degli occhi

Abbiamo parlato fino ad ora di alimentazione sana menzionando una piccola “hit” dei cibi virtuosi. Gli amanti dei dolci saranno felici di sapere che anche il cioccolato è un alleato prezioso per la salute oculare, in quanto ricco di flavonoidi. Si tratta di polifenoli capaci di rallentare i processi degenerativi e favorire l’ossigenazione dei tessuti. Consumare del buon cacao o cioccolato fondente (contenente almeno il 70% di cacao) aiuta dunque a proteggere sia la retina che il cristallino dai processi ossidativi che possono portare all’insorgenza della Degenerazione Maculare Senile e della cataratta. Da evitare, invece, il cioccolato al latte. Troppo ricco di zuccheri e con una scarsa percentuale di cacao.

Il consiglio: leggere bene le etichette aiuta ad acquistare il cioccolato migliore. Meglio evitare i prodotti con l’aggiunta di zuccheri, sali o altri ingredienti non necessari.

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Glaucoma e intervento di cataratta: posso operarmi?

Glaucoma e cataratta sono tra le patologie oculari più comuni dell’età matura ed avanzata. Capita che si manifestino in concomitanza, generando una naturale preoccupazione nel paziente che ne è affetto. Come curarle? Curare l’una farà forse peggiorare l’altra? Chi è affetto da glaucoma può sottoporsi all’intervento di cataratta? Dubbi e domande non mancano. Approfondiamo dunque l’argomento con l’aiuto del dottor Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico.

Glaucoma e cataratta, aspetti comuni

Due patologie irreversibili tipiche dell’età adulta e matura

Glaucoma e cataratta sono due patologie tipiche dell’età matura ed avanzata. Il glaucoma fa solitamente la sua comparsa abbastanza presto, dopo i 40 anni circa, mentre la cataratta comincia a manifestarsi intorno ai 55-60 anni. Un paziente poco assiduo nei controlli della sua salute oculare potrebbe rendersi conto di essere affetto da entrambe le patologie quando esse sono già conclamate.

Glaucoma e cataratta sono irreversibili. Più il tempo avanza, più il danno che possono arrecare – soprattutto quello del glaucoma – è importante. Una patologia che può causare una grave compromissione della capacità visiva. Inoltre, può capitare che una cataratta particolarmente evoluta possa ulteriormente predisporre ad un aumento della pressione intraoculare. Un circolo vizioso che è fondamentale interrompere quanto prima.

Dott. Buratto: il glaucoma è una patologia oculare che fa il suo esordio spesso in sordina. In Italia ne sono affette oltre mezzo milione di persone. I pazienti diabetici, in particolare, dovrebbero ricordare di controllare periodicamente la loro salute oculare. Il diabete, infatti, è uno dei più frequenti fattori di rischio del glaucoma.

Opportunità di trattamento per cataratta e glaucoma

La cataratta non è curabile farmacologicamente. L’unica opportunità di trattamento è data dall‘intervento chirurgico. Per il glaucoma è invece possibile, ove il medico lo ritenga opportuno, ricorrere ad una terapia medica ipotonizzante, volta ad abbassare la pressione intraoculare. In questo caso, è fondamentale seguire la terapia seguendo dosi e tempi di somministrazione indicati dallo specialista. Se la patologia non risponde appropriatamente alla terapia, è possibile che lo specialista consigli di eseguire un intervento laser o, nelle forme più avanzate, chirurgico. L’obiettivo sarà di aumentare o di creare una via di deflusso per l’umor acqueo che si accumula nelle strutture oculari determinando la patologia.

Dott. Buratto: la terapia farmacologica ipotonizzante per il glaucoma va somministrata con grande precisione. Poiché il glaucoma è spesso asintomatico, molti pazienti seguono la terapia in modo impreciso e saltuario. Un errore che predispone al peggioramento della vista. Cosa importante da sapere è che quello che si perde in conseguenza del glaucoma non può essere recuperato.

Come intervenire, dunque? L’intervento di cataratta è un buon punto di partenza

Oggi è possibile intervenire chirurgicamente per risolvere entrambe le patologie. La precedenza è sempre data all’intervento di cataratta che già da solo può aiutare a migliorare sensibilmente il quadro clinico del paziente affetto da glaucoma. Rimuovere il cristallino opacizzato ed ispessito dalla cataratta, infatti, può alleviare l’ipertensione che è alla base del glaucoma. Qualora l’intervento di cataratta non porti benefici sul fronte della pressione intraoculare, si potrà procedere in seconda battuta all’intervento di glaucoma.

Dott. Buratto: l’intervento di cataratta è il primo passo da compiere per prendersi cura della propria salute oculare, anche in concomitanza col glaucoma. Infatti, l’intervento di cataratta può favorire un abbassamento della pressione intraoculare.

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Lenti intraoculari EDOF: conosciamole più da vicino

Le lenti EDOF rappresentano quella piccola grande rivoluzione che, nel giro di breve tempo, è riuscita ad apportare un ancor più elevato grado di efficacia alla microchirurgia oculare. Si tratta di un particolare tipo di lenti intraoculari (IOL) che ha spalancato le porte ad un nuovo modo di risolvere in modo permanente i difetti visivi e non solo. Se negli anni Ottanta la svolta in oftalmologia fu data dal ben noto laser ad eccimeri, oggi la novità è data proprio da queste lenti così straordinarie. E i loro vantaggi sono davvero innumerevoli.

Cosa sono le lenti intraoculari ed in quali casi sono consigliate

Prima di conoscere più da vicino la grande novità delle lenti EDOF, spendiamo due parole sulle lenti intraoculari. Negli anni passati chi era affetto da difetti visivi anche marcati poteva far ricorso solamente ad ausili correttivi esterni (lenti a contatto e occhiali da vista) o alla classica chirurgia refrattiva laser. Recentemente, invece, e grazie alle IOL, anche chi soffre di difetti di entità media o forte ha potuto trovare in questo particolare tipo di lenti la soluzione ai suoi problemi visivi.

Peraltro, le lenti intraoculari – che si chiamano così perchè sono inserite proprio all’interno dell’occhio – sono altamente versatili ed offrono un ottimo margine di personalizzazione. Sono l’ideale per pazienti adulti con presbiopia o difetti visivi molto marcati, così come per pazienti in età matura che necessitano di operarsi di cataratta.

Tipologie di lenti intraoculari

Le tipologie di lenti intraoculari oggi esistenti sono le seguenti:

  • monofocali
  • monofocali toriche
  • multifocali
  • multifocali toriche
  • EDOF

Perchè le lenti EDOF rappresentano un ulteriore salto di qualità

Le classiche lenti intraoculari sono molto vantaggiose per una vasta gamma di persone, anche se talvolta possono presentare qualche inconveniente. Per esempio:

  • le monofocali, pur offrendo una buona capacità visiva, la danno solo ad una distanza (o lontano o vicino), rendendo dunque sempre necessario l’uso di un paio di occhiali; possono presentare qualche difficoltà nella visione alle distanze intermedie ed hanno una generale perdita del senso della profondità;
  • le multifocali presentano dei limiti in merito alla sensibilità al contrasto e possono dare adito a qualche disturbo visivo in condizioni di poca luce, soprattutto in visione notturna (sensazione di abbagliamento, visione di aloni).

Ciò non significa che queste tipologie di lenti non siano più che valide per alcuni pazienti: non ci stancheremo mai di ripetere, infatti, che ogni paziente è un mondo a sé, con il suo stato di salute visiva, la sua sensibilità, le sue esigenze personali.

Le lenti EDOF rappresentano il superamento dei piccoli inconvenienti tipici delle altre lenti intraoculari. Sono la soluzione ideale per risolvere i problemi visivi conseguenti all’intervento di cataratta, per correggere i vari difetti visivi in modo permanente e per poter pensare di fare a meno degli occhiali da vista.

Dott. Lucio Buratto, oculista e Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico

E non solo: le lenti EDOF riescono a soddisfare le esigenze dei pazienti affetti da presbiopia contestualmente ad altri difetti visivi. Grazie a queste lenti, il cui acronimo sta per Extended Depth of Focus, (Estesa Profondità di Fuoco), è possibile ottenere un’ottima qualità visiva pressoché a tutte le distanze. Anche in condizioni di scarsa luminosità. E senza gli inconvenienti visivi presenti in altre tipologie di lenti intraoculari.

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Chiamaci dal lunedi al venerdi allo 02 6361191. Saremo lieti di illustrarti più da vicino le opportunità date dalle differenti tipologie di lenti intraoculari.

Chirurgia refrattiva: cos’è e per chi è indicata

L’obiettivo della medicina è migliorare la salute del paziente ma anche la sua qualità di vita. Uno degli esempi più calzanti in questo senso è la chirurgia refrattiva. Scopriamo dunque assieme che cos’è la chirurgia refrattiva e per chi è indicata.

Chirurgia refrattiva: cos’è e perché si chiama così

Il termine chirurgia refrattiva indica una serie di tecniche per correggere in modo permanente i difetti visivi. Il termine refrattiva deriva dal fatto che i difetti visivi sono anche chiamati vizi di rifrazione. Per rifrazione si intende il processo attraverso il quale la luce penetra nell’occhio dalla pupilla, attraversa il cristallino e va a colpire la retina. Qualora la messa a fuoco sia imprecisa e vada a “cadere” prima o dopo la retina o in posizione decentrata rispetto ad essa, si parlerà appunto di difetti visivi. I difetti visivi sono: miopia, ipermetropia, astigmatismo e, per estensione, anche presbiopia. Quest’ultima è, in realtà, un difetto di accomodazione. Tuttavia, nella sua sintomatologia si comporta come un difetto visivo a tutti gli effetti. I difetti visivi possono comparire soli o in abbinamento tra di loro, ad un solo occhio o ad entrambi gli occhi, e si misurano sempre in diottrie.

Quando è possibile sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva

In linea generale, per sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva è fondamentale che i difetti visivi abbiano raggiunto la stabilità. Una condizione che solitamente si realizza intorno ai 20 anni. Si consideri poi che dai 40 anni in su farà molto probabilmente la sua comparsa anche la presbiopia, mentre dai 60 anni in poi è probabile che si vada incontro alla cataratta. E, poiché ogni tappa della vita può portare con sé una condizione di salute visiva diversa e spesso variabile da individuo ad individuo, possiamo dire che la chirurgia refrattiva “non ha età”: tecniche e soluzioni sono differenti proprio per andare incontro ad esigenze di salute visiva differenti.

L’esperienza chirurgica del medico oculista è fondamentale per consigliare al paziente quale sia la tecnica più indicata, tenendo conto del suo stato di salute oculare, delle sue esigenze visive e delle tecnologie disponibili. 

Dott. Giuseppe di Meglio, Medico Oculista esperto in microchirurgia oculare per la correzione dei difetti visivi e la cura della cataratta presso CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico.

Quali sono le tecniche di chirurgia refrattiva oggi in uso?

Tra le tecniche di chirurgia refrattiva oggi maggiormente in uso citiamo la PRK, la Lasik, la FemtoLASIK. A queste possiamo aggiungere altre tecniche straordinariamente performanti, come l’impianto di lenti intraoculari e l’intervento di cataratta refrattiva

Le più comuni tecniche oggi in uso:

  • PRK (cheratotomia fotorefrattiva): si esegue con il laser ad eccimeri, uno strumento preziosissimo in uso fin dagli anni Ottanta in chirurgia oftalmica. La PRK è indicata per difetti visivi di entità lieve o media. Si esegue in regime ambulatoriale previa somministrazione di anestetico in gocce per uso topico. Il recupero post operatorio è di durata modesta.
  • LASIK: si esegue con l’ausilio del laser ad eccimeri ma si differenzia dalla PRK perché il laser non esegue la totalità dell’intervento. Nella Lasik si accede alla porzione di cornea da operare dopo aver sollevato un piccolo flap sulla parte più superficiale della membrana. Al termine dell’intervento, la finestrella è ricollocata in sede. Anche in questo caso si somministra un anestetico topico ed i tempi di recupero sono da modesti e brevi.
  • FemtoLASIK: rappresenta l’evoluzione della tecnica precedente. In questo caso, il flap non è aperto con strumenti chirurgici manuali, ma con un laser di ultima generazione oggi disponibile solamente in pochi centri d’eccellenza: il laser a femtosecondi. Grazie all’uso di questo straordinario laser, il recupero post operatorio è particolarmente rapido e pressoché privo di fastidi. Inoltre, non è necessario applicare punti di sutura o bendaggi.
  • Impianto di IOL fachiche (lenti intraoculari fachiche): è l’ideale nel caso di difetti visivi siano molto marcati. In quel caso si andrà ad impiantare una lente intraoculare senza rimuovere il cristallino (tecnica dei due cristallini). In questo modo sarà possibile mantenere inalterata la capacità accomodativa data dal cristallino naturale e correggere i difetti visivi.
  • Cataratta refrattiva: nel caso in cui il paziente sia già in età matura ed il cristallino abbia iniziato il suo naturale processo di opacizzazione, è possibile correggere i difetti visivi sostituendo il cristallino con una lente intraoculare dotata del potere diottrico necessario al paziente. Questa soluzione è risolutiva anche per la cataratta.

“Oggi ottenere l’indipendenza dagli occhiali da vista è un traguardo concretamente raggiungibile per la stragrande maggioranza dei pazienti di qualunque età. Vedere la gioia ed il senso di libertà nei loro sguardi è sempre, per me, un’emozione impagabile”.

Dott. Giuseppe di Meglio, Medico Oculista esperto in microchirurgia oculare per la correzione dei difetti visivi e la cura della cataratta presso CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico.

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3 cose che non tutti sanno sull’operazione cataratta

La cataratta è una patologia oculare molto comune e molto diffusa nel mondo contemporaneo. Ancor più di quanto non accadesse nel secolo scorso. I progressi della medicina, i comfort che ci accompagnano nel quotidiano, una maggiore attenzione alla qualità dell’alimentazione hanno prolungato l’aspettativa di vita di tutti noi. Ma vivere a lungo non basta. E’ anche fondamentale mantenere una buona qualità di vita. E allora, cosa dovremmo sapere oggi sull’operazione di cataratta? Quali sono le informazioni cruciali che dovrebbero spingerci a non indugiare e ad operarla quanto prima? Scopriamole insieme.

1 – L’operazione di cataratta è un intervento chirurgico

In fatto di chirurgia oftalmica, negli ultimi anni si è assistito alla notevole diffusione degli interventi di chirurgia refrattiva. L’obiettivo di questi interventi è quello di correggere miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia per poter fare a meno degli occhiali. Si tratta di interventi che si eseguono – nel caso di difetti visivi lievi e medi – solamente con l’ausilio di strumenti laser e solamente sulla cornea. Al contrario, l’operazione di cataratta si esegue intervenendo chirurgicamente. Si accede al cristallino, lo si rimuove e lo si sostituisce con una lente intraoculare. In entrambi i casi, la durata della procedura è breve e bastano poche gocce di collirio anestetico per uso topico. Ma è fondamentale capire che l’operazione di cataratta non è un semplice intervento laser, e che va pertanto affrontata con la giusta dose di serietà e consapevolezza.

Da sapere: nei centri d’eccellenza è possibile sottoporsi ad una versione più “gentile” dell’operazione di cataratta, nella quale al posto del bisturi si usa un laser di ultima generazione: il laser a femtosecondi.

2 – Prima è, meglio è

Capita spesso di pensare che la cataratta porterà ad un annebbiamento visivo più o meno sopportabile nel tempo, e di rimandare l’intervento a data da destinarsi perché tutto sommato al momento della diagnosi la qualità visiva è ancora accettabile. Nulla di più sbagliato. Lasciar progredire la cataratta porta ad una lenta e progressiva perdita di autonomia ed indipendenza, ma mette anche a repentaglio la buona salute degli occhi. Un cristallino “anziano”, privo di flessibilità ed ispessito dal tempo mette sotto pressione l’intero occhio, conducendo spesso ad un aumento della pressione intraoculare. Che a sua volta rischia di danneggiare irrimediabilmente il nervo ottico, con ripercussioni anche irreversibili sul piano della capacità visiva.

Da sapere: il nervo ottico è una struttura delicatissima. Qualora danneggiata, non si può più riparare.

3 – L’operazione di cataratta permette di fare a meno degli occhiali

L’operazione di cataratta non è un’incombenza noiosa da sbrigare, ma è, oggi, una vera e propria opportunità. Rappresenta, infatti, l’occasione per eliminare quasi del tutto l’uso degli occhiali. Se l’intervento va affrontato quanto prima per le ragioni sopra descritte, conviene approfittarne per fare propri tutti i vantaggi che esso offre. Anziché limitarsi ad ottenere la sostituzione del cristallino opacizzato con uno trasparente, oggi è possibile guardare oltre. I cristallini artificiali di ultima generazione sono delle vere e proprie lenti con il potere diottrico di cui abbiamo bisogno. Grazie a queste lenti, oggi è possibile approfittare dell’operazione di cataratta per correggere anche miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. Un difetto solamente o anche più difetti insieme. Anche molto marcati.

Tra queste lenti, in particolare, il futuro è rappresentato dalle lenti EDOF – Extended Depth of Focus.

Sono lenti pensate per:

  1. vedere in modo nitido e preciso da una distanza ravvicinata fino all’infinito;
  2. vedere bene in condizioni di visione diurna e di notturna;
  3. eliminare l’uso degli occhiali, anche progressivi;
  4. superare i limiti e gli inconvenienti forniti dalle lenti intraoculari multifocali classiche.

Il consiglio: ogni paziente è, ovviamente, un mondo a sé. Ma sapere che grazie all’operazione di cataratta oggi è possibile riscoprire i propri hobby, dedicarsi alla famiglia (e ai nipotini) con attenzione, positività ed energia e ritrovare quel pizzico di autonomia perduta, certamente fa la differenza.

Vuoi saperne di più?

Desideri conoscere più da vicino le caratteristiche e le interessanti potenzialità offerte dall’operazione di cataratta? Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione. Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191

Cataratta: quanto ne sanno gli italiani?

Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico, con la certificazione Global Safe Site Excellence di Bureau Veritas contro il Covid-19

Sono stati resi noti alla stampa i risultati di un’interessante indagine condotta lo scorso aprile per stabilire il livello di conoscenza della cataratta tra la popolazione italiana. L’indagine, promossa da CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico – con il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Insubria, ha coinvolto 1200 individui di età compresa tra i 50 ed i 75 anni. Tra di essi, anche alcuni pazienti affetti da cataratta o che si sono già sottoposti all’intervento. Un campione rappresentativo che è stato invitato a rispondere ad un breve questionario sulla patologia oculare. I risultati parlano chiaro: buona parte degli italiani ha le idee un po’ confuse su cause e sintomi della cataratta. Ma anche sui benefici offerti dall’intervento. Vediamo assieme, dati alla mano, cosa è emerso.

Cause e sintomi della cataratta: non solo invecchiamento

Abbiamo avuto modo più volte di discutere, sulle pagine di questo magazine, delle cause e dei sintomi della cataratta. Tuttavia, come emerso dall’indagine, non tutti gli italiani si avvalgono del web, dei social network, né della stampa per reperire le opportune informazioni. Ma piuttosto, e più comunemente, dell’oculista (40%), degli amici e dei parenti (21%). Riguardo le cause della cataratta, è opinione diffusa che esse risiedano in primis, e genericamente parlando, nell’invecchiamento (80% degli intervistati). In realtà a determinare l’esordio della patologia è solitamente un insieme di fattori concomitanti che vanno al di là del solo avanzare dell’età. Al contrario, riguardo i sintomi della cataratta, le opinioni non sono univoche: chi ha già affrontato la patologia tende ad avere le idee più chiare sulla sua sintomatologia. Tutti gli altri invece ritengono che la cataratta porti con sé un generale annebbiamento della vista.

Operazione di cataratta: anestesia e uso del laser, cosa sanno davvero gli italiani?

Il questionario proposto al campione rappresentativo prevedeva anche alcune domande in merito all’operazione di cataratta. Se è chiaro alla maggioranza che per eseguire l’intervento è sufficiente somministrare un anestetico per uso topico sotto forma di collirio (59%), sembra esserci invece un po’ di confusione in merito al ruolo degli strumenti laser. Di fatto, l’intervento di cataratta è una procedura chirurgica che nella stragrande maggioranza dei casi non prevede l’uso del laser. Un aspetto che sembra aver chiaro solamente il 6% degli intervistati. In pochi centri d’eccellenza è possibile avvalersi del laser a femtosecondi per eseguire le primissime fasi della procedura, ma questo non ha nulla a che vedere con l’uso che si fa degli strumenti laser in chirurgia refrattiva. Si tende, forse, a confondere e sovrapporre le caratteristiche degli interventi di chirurgia refrattiva con la procedura d’esecuzione dell’operazione di cataratta.

Aspettative vs realtà: qualcosa non torna

La chirurgia oftalmica offre soluzioni vantaggiose ed interessanti per una sempre più vasta gamma di pazienti. Questo vale sia con riferimento all’intervento di cataratta, sia per quanto riguarda la correzione dei difetti visivi. Ma non ci stancheremo mai di ripetere che è quanto mai fondamentale che il paziente rimanga sempre ancorato alla realtà. Alla domanda relativa alle aspettative che si hanno verso l’intervento di cataratta, gli intervistati hanno risposto affermando in modo piuttosto univoco: da esso ci si aspetta un ritorno ad un tipo di visione nitida e precisa (57,9%). Di fatto il tradizionale intervento di cataratta restituisce un cristallino trasparente, ma non corregge i difetti visivi. E nemmeno la presbiopia, che spesso ci fa compagnia in età matura.

Indipendenza dagli occhiali e correzione dei difetti visivi: l’ultima frontiera dell’operazione di cataratta. Ma cosa ne sappiamo davvero?

Ancora, alcune domande facenti parte dell’indagine vertevano sui vantaggi offerti dall’intervento di cataratta. Non tutti gli italiani conoscono ancora le straordinarie potenzialità che l’intervento offre per come è concepito ed eseguito oggi. Il 40% degli intervistati è convinto che gli occhiali (da lontano o da vicino) andranno indossati in ogni caso anche dopo l’intervento. Al contrario, oggi la possibilità di avvalersi delle più moderne lenti intraoculari – come le lenti EDOF – consente di raggiungere una quasi totale indipendenza dagli occhiali. Ma anche di ottenere una qualità visiva ottimale praticamente a tutte le distanze, priva delle piccole controindicazioni tipiche di altre tipologie di lenti intraoculari. Un altro aspetto poco noto agli intervistati, che nel 52% dei casi non conoscono le potenzialità dei cristallini artificiali. Non si tratta, dunque, di risolvere una noiosa incombenza legata all’età, ma di sfruttare appieno la straordinaria opportunità di “riavvolgere il nastro del tempo” che oggi questo intervento dà.

Tempi d’attesa, paure e preoccupazioni

Infine, dall’indagine è emerso che gli italiani sono poco disposti ad affrontare lunghe liste d’attesa per sottoporsi all’intervento di cataratta (il 98% non sarebbe disposto ad attendere oltre i 12 mesi). E non solo: il timore di contrarre il Coronavirus potrebbe addirittura spingere molti di essi a soprassedere rispetto all’appuntamento con la chirurgia. Meglio dunque una struttura privata senza liste d’attesa e, perché no, con una certificazione importante “Covid-Free”, (come la Global Safe Site Excellence, conferita recentemente a CAMO) capace di offrire la giusta tranquillità nel momento di stendersi sul lettino operatorio.

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