Notizie dal Centro Camo, sulle attività della clinica e del dottor Lucio Buratto

Correzione dei difetti visivi: intervento e post operatorio

Laura Sacchi, chirurgo oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico, intervistata da Monica Stefinlogo per Radio Lombardia racconta come funzionano gli interventi di correzione dei difetti visivi e come vivere la fase del post operatorio in serenità.

A Mattino Lombardia parliamo di un tema molto importante, e lo facciamo subito con la dottoressa Laura Sacchi, medico chirurgo oculista presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico.
Dottoressa Sacchi, buongiorno! Benvenuta a Mattino Lombardia.

Buongiorno a voi e grazie del cortese invito.

Oggi parliamo di chirurgia refrattiva, in particolare del post-operatorio e dei risultati dopo l’intervento.
Vuole ricordare brevemente che cos’è la chirurgia refrattiva e come si svolge l’intervento? È doloroso oppure è un intervento che si può affrontare a cuor leggero?

Certamente. La chirurgia refrattiva comprende tutte le tecnologie che abbiamo a disposizione per correggere i difetti refrattivi di una persona. Per difetti refrattivi intendiamo miopia, astigmatismo e ipermetropia.
Esistono diverse tecniche chirurgiche che consentono al paziente di togliere definitivamente gli occhiali. Principalmente, per la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia utilizziamo tecnologie laser.
Le tecniche più comuni sono due: la PRK e la LASIK, utilizzando termini scientifici.
Abbiamo anche la possibilità di inserire una lente artificiale all’interno dell’occhio, molto simile alla lente a contatto, per correggere il difetto visivo in modo definitivo.

La scelta della tecnica dipende dal difetto refrattivo di partenza del paziente: non tutti i difetti si possono correggere con il laser e non tutti si possono correggere con la lente.

Laura Sacchi - CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico

Come si svolge l’intervento e quanto tempo si resta in clinica?

L’intervento è molto rapido, soprattutto rispetto ai tempi chirurgici a cui siamo abituati. La permanenza del paziente in sala operatoria dura circa un quarto d’ora.

Nel caso del laser, il paziente viene preparato e trattato prima in un occhio e subito dopo nell’altro.
Una volta terminato l’intervento, viene accompagnato in una stanza dedicata e, dopo circa mezz’ora, viene effettuato il controllo post-operatorio e il paziente può essere dimesso.

Quindi è velocissimo!

Sì, è velocissimo.

Ed è doloroso o indolore?

Fortunatamente oggi, nel 2025, abbiamo ottimi anestetici locali! Utilizziamo un collirio anestetico che elimina completamente il dolore.

Una piccola precisazione: nel caso dell’intervento con impianto della lente, i due occhi non vengono operati contemporaneamente. Si opera un occhio in un giorno e l’altro occhio il giorno successivo.
Anche in questo caso la permanenza in sala operatoria è di circa un quarto d’ora, con mezz’ora di osservazione post-operatoria prima della dimissione.

Quali sono i tempi di recupero visivo? E ci possono essere complicazioni? Quali sono le più comuni?

I tempi di recupero visivo sono molto rapidi.
Dopo un intervento laser, già dal giorno successivo – massimo entro 24-48 ore – il paziente può riprendere tutte le attività quotidiane che svolgeva prima. Anche nel caso della lente, la qualità visiva migliora già il giorno dopo l’intervento.

Noi consideriamo concluso il decorso post-operatorio in un periodo di circa 3-4 settimane.
Durante questo periodo, il paziente torna a leggere, scrivere, andare in ufficio, utilizzare il computer e guidare senza alcun problema.

L’unica precauzione che chiediamo è quella di prendersi qualche giorno di tranquillità, diciamo 4-5 giorni, per affrontare con calma le attività quotidiane e concedersi qualche pausa. Questo è particolarmente importante perché oggi abbiamo ritmi di vita molto frenetici.

Ecco, proprio questo volevo chiederle: c’è qualcosa che non si può fare nei giorni successivi all’intervento?

Sì, principalmente chiediamo solo di “stare un po’ tranquillini”, come dice lei.
Riprendere la vita normale, ma con un po’ di attenzione e con la consapevolezza di prendersi qualche giorno di calma.

Il difetto visivo può tornare nel tempo oppure no?

Se è stata eseguita una buona visita pre-chirurgica, con uno studio approfondito e chiaro delle caratteristiche dell’occhio, il difetto visivo corretto è stabile per tutta la vita.
A meno che non ci siano condizioni patologiche, come una miopia molto elevata, la correzione dura nel tempo.
Ovviamente, con l’avanzare dell’età possono comparire altri problemi fisiologici, come la cataratta, ma il difetto corretto con la chirurgia refrattiva rimane risolto.

Quando arriva la cataratta, in un paziente che ha già fatto un intervento di chirurgia refrattiva, come si procede?

L’intervento di cataratta è lo stesso per tutti, anche per chi si è già sottoposto a chirurgia refrattiva.
Oggi abbiamo software molto avanzati che ci permettono di calcolare in modo preciso la lente da impiantare al posto della cataratta, anche in chi ha già fatto un intervento laser.

Nel caso dei pazienti che hanno avuto un impianto di lente intraoculare (IOL fachica) prima della cataratta, c’è solo un tempo chirurgico in più: bisogna rimuovere la lente e poi procedere subito con l’intervento di cataratta nella stessa seduta.

Comunque mi sembra tutto molto veloce lo stesso.
Io la ringrazio tantissimo, dottoressa Laura.

Grazie a voi per l’invito!

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Chirurgia refrattiva: sei un buon candidato?

Sergio Belloni, chirurgo oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico, spiega a Radio Lombardia in cosa consiste la chirurgia refrattiva per la correzione dei difetti visivi.

Buongiorno dottor Belloni. Parliamo di chirurgia refrattiva: dobbiamo capire bene di cosa si tratta e se siamo dei buoni candidati. Intanto, spieghiamo bene che cos’è e quali difetti visivi può correggere.

La chirurgia refrattiva è quella che permette di risolvere i nostri problemi della vista, cioè i cosiddetti problemi refrattivi, essenzialmente togliendo l’occhiale. I difetti più comuni sono miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia.
Pensate che in Italia circa 20 milioni di persone sono affette da uno di questi difetti di refrazione.

Nella maggior parte dei casi, questi difetti sono ben correggibili con una protesi esterna, cioè con un paio di occhiali o di lenti a contatto. Tuttavia, in parecchi casi, il difetto può condizionare la vita lavorativa, professionale, sportiva, affettiva e sociale, al punto da richiedere soluzioni più complete e definitive.
Ecco che la chirurgia refrattiva consente al paziente di togliere gli occhiali e liberarsi dalla “schiavitù” degli occhiali o delle lenti a contatto.

…E io ne so qualcosa! Dott. Belloni, quali sono però i criteri per cui una persona non è un buon candidato?

Innanzitutto, l’idoneità all’intervento deve essere accertata da un medico oculista esperto in chirurgia refrattiva, dopo un’accurata visita oculistica che comprenda tutti gli esami necessari per una completa valutazione dell’occhio.

L’intervento è consigliato a chi è affetto, ad esempio, da miopia o astigmatismo lieve, medio o forte e non tollera o non vuole portare occhiali o lenti a contatto, e necessita di una buona visione per ragioni lavorative, sociali, affettive, sportive o per la vita quotidiana in generale.

L’intervento è consigliato anche quando il difetto interessa un solo occhio, mentre l’altro è normale, oppure quando c’è una significativa differenza tra i difetti dei due occhi: in questi casi l’operazione è utile per eliminare o ridurre lo scompenso visivo causato dalla differenza.

La correzione laser è fortemente consigliata anche quando le lenti a contatto non sono più tollerate o quando cominciano a dare fastidio.

Tenga presente che anche chi si approccia a questo tipo di chirurgia può avere necessità particolari, per esempio chi lavora in ambienti polverosi dove non può utilizzare occhiali o lenti a contatto, o chi opera in ambienti con vapori chimici.
Oppure ci sono persone che non possono partecipare ai concorsi pubblici per motivi visivi, ad esempio nei bandi per polizia, guardia forestale, accademia navale… poi ci sono anche ragioni sportive: immaginate un giocatore di basket o uno sciatore con gli occhiali.

Ci sono anche motivi estetici: modelli, modelle, musicisti, cantanti, persone dello spettacolo…
E poi ovviamente ci sono le persone con intolleranza alle lenti a contatto, magari per scarsità di lacrime o per fastidio meccanico dovuto a lenti spesse e occhiali pesanti.

Non dimentichiamo poi le ragioni psicologiche: quando l’occhiale o la lente a contatto è vissuto come un handicap, la chirurgia refrattiva può essere molto utile. Ad esempio, quando l’occhiale causa introversione o insicurezza.

Sergio Belloni - CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico

Quanto è importante la stabilità della prescrizione visiva prima dell’intervento? Come ci si prepara e quali sono gli esami da fare?

La stabilità del difetto visivo è fondamentale. Io devo operare quando sono sicuro che il difetto sia stabile. Se non è stabile, rischio di fare un intervento e poi l’occhio potrebbe peggiorare, ripresentando la miopia.

Ad esempio, una miopia che progredisce negli anni non può essere operata se non è stabile. Nei giovani bisogna aspettare che raggiungano la maturità fisica, l’età giusta, affinché il difetto sia stabile e l’intervento possa essere eseguito con tranquillità.

Fino a che età ci si può operare?

In realtà non ci sono limiti di età: ogni età ha la sua chirurgia. Nei giovani prevale la chirurgia refrattiva fatta con il laser per miopie lievi o medie. Se la miopia è più forte, si possono eseguire altri interventi, come l’inserimento di una lente speciale all’interno dell’occhio, che corregge anche miopie elevate.

Gli interventi principali sono quattro o cinque. Abbiamo la PRK e la LASIK, che sono interventi con chirurgia laser.
La PRK sfrutta il laser ad eccimeri, una luce ultravioletta che scolpisce la superficie della cornea fino a una certa profondità ed estensione per appiattirla e correggere la miopia. È una tecnica semplice, rapida, eseguibile in ambulatorio con anestesia topica, cioè con gocce.

L’altro intervento, il più utilizzato oggi, è la LASIK. Si esegue il trattamento laser all’interno della cornea, non più sulla superficie come nella PRK. L’incisione è lamellare, fatta con il laser a femtosecondi.
Anche questa operazione viene eseguita in anestesia topica, in ambulatorio, è completamente indolore e permette di riprendere l’attività lavorativa già dal giorno successivo.

E quanto tempo prima bisogna togliere le lenti a contatto?

È molto importante toglierle per tempo. La chirurgia refrattiva si esegue essenzialmente sulla superficie della cornea, che è una struttura morbida. Chi porta le lenti a contatto per molte ore al giorno altera la conformazione della cornea e questo modifica i parametri che io devo misurare per fare una chirurgia precisa.
Quindi, le lenti a contatto vanno tolte almeno 3-4 settimane prima dell’intervento per garantire un lavoro accurato.

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Lucio Buratto: intervento di cataratta tra verità e falsi miti

Intervento di cataratta tra verità e falsi miti: intervista a Lucio Buratto

Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico, nonché uno dei massimi esperti al mondo nel campo della chirurgia della cataratta, spiega come funziona l’intervento di cataratta e ne approfitta per sfatare qualche falso mito.

Cosa significa cataratta?

Per comprendere cos’è la cataratta bisogna dapprima conoscere, seppure a grandi linee, l’anatomia dell’occhio. All’interno del nostro occhio c’è una minuscola lentina chiamata cristallino, che ha il compito di accogliere i raggi luminosi che penetrano attraverso la pupilla e di convogliarli verso la retina. Le condizioni che ne determinano l’assoluta e perfetta efficienza sono due:

  • perfetta trasparenza
  • elasticità e flessibilità

Con l’andare del tempo e per cause del tutto naturali legate all’invecchiamento cellulare e all’ossidazione dei tessuti, il cristallino perde queste due caratteristiche rendendo la vista sempre più difficoltosa. Il termine cataratta si usa per determinare l’opacizzazione del cristallino, un processo che dà al paziente la sensazione che un velo si interponga tra i suoi occhi ed il mondo circostante.

In cosa consiste l’intervento di cataratta? E’ doloroso? Si usano bisturi o altri strumenti taglienti?

L’intervento di cataratta ha l’obiettivo di sostituire il cristallino opacizzato con uno nuovo, perfettamente trasparente, efficiente e durevole nel tempo. In questo modo la visione tornerà ad essere efficiente, nitida e definita.

Molti pazienti sono spaventati all’idea di sottoporsi ad un intervento di chirurgia oftalmica. Tuttavia, l’intervento di cataratta non è per nulla doloroso e dura pochi minuti. Per eseguirlo senza timore e senza dolore è sufficiente qualche goccia di un collirio anestetico.

Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico, inoltre, l’operazione di cataratta è eseguibile in una particolare variante che ci piace definire “gentile”: zero lame, niente bisturi, nessun punto di sutura ed una convalescenza breve e indolore.

Chi non desidera ricorrere all’intervento può assumere dei farmaci per curare la la cataratta? La patologia può migliorare naturalmente?

Siamo di fronte ad un falso mito. L’unico modo per curare la cataratta è l’intervento. Al momento non esiste alcun farmaco o collirio in grado di arrestare l’opacizzazione del cristallino, un processo che, come detto, è irreversibile. Inoltre non conviene attendere troppo tempo prima di intervenire dopo la diagnosi. Poiché è impossibile che la cataratta rallenti la sua progressione o addirittura migliori, prima si interviene e meglio è.

Conviene sapere che una cataratta ad uno stadio avanzato esercita numerose conseguenze negative su chi ne è affetto. Conseguenze che si ripercuotono sulla salute globale degli occhi, ma anche sullo stato emotivo. Un cristallino ispessito può mettere sotto pressione le strutture oculari, aumentando la pressione intraoculare e innescando uno stato di sofferenza generale dell’intero apparato visivo. Inoltre, non vedere bene porta ad una progressiva perdita di indipendenza ed autonomia, tristezza, ansia, depressione. Insomma, accelera anche l’invecchiamento sul fronte cognitivo.

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Perché scegliere di sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva

La scienza medica si sforza di progredire in ogni ambito per offrire alle persone soluzioni e trattamenti per migliorane salute, benessere e qualità di vita. E allora, se già questo non è un ottimo motivo per avvicinarsi al mondo della chirurgia refrattiva, conosciamone di seguito altri.

I risultati della chirurgia refrattiva sono durevoli nel tempo

La chirurgia refrattiva può correggere i difetti visivi in modo permanente.

E’ un ottimo investimento

Gli occhiali da vista e le lenti a contatto sono investimenti continuativi e periodici. Cambiare tipologia di lenti in funzione della progressione del difetto visivo, o acquistare periodicamente nuove montature per stare al passo con le tendenze del momento, implica il dover metter mano di frequente al portafogli. Al contrario, e alla luce di quanto già affermato nel paragrafo precedente, l’intervento è un investimento vantaggioso. Infine, si consideri che anche le migliori cliniche d’eccellenza, come il Centro Ambrosiano Oftalmico, sono convenzionate con fondi e assicurazioni sanitarie.

La chirurgia refrattiva corregge difetti visivi di qualunque entità

Si tende spesso a pensare che per poche diottrie non valga la pena di correggere il difetto visivo tramite la chirurgia. O che, al contrario, per difetti visivi molto gravi, come una miopia elevata, non vi sia nulla da fare. Molto spesso non si prende in considerazione l’idea di sottoporsi ad un determinato intervento solo perché non se ne conoscono le potenzialità e, in generale, per scarsa informazione. Le tecniche di chirurgia refrattiva sono alla portata di qualunque tipologia di difetto visivo, dal più lieve sino al più marcato.

Le techiche di chirurgia refrattiva sono tutte sicure per l’occhio

Un’altra ragione per la quale spesso si decide di soprassedere rispetto all’idea di avvicinarsi alla refrattiva, è la paura. Paura e diffidenza nei confronti della medicina, della chirurgia e, di nuovo, verso ciò che in fondo non si conosce. Una visita oculistica specialistica approfondita presso il Centro Ambrosiano Oftalmico è anche occasione per prendersi tutto il tempo necessario per dialogare con i nostri chirurghi esperti e per rivolgere loro tutte le domande che si desidera. In generale, ad ogni modo, conviene sapere che tutte le tecniche per la correzione dei difetti visivi sono sicure, praticabili senza timore e pressoché prive di rischi e controindicazioni, salvo rari casi.

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Blefaroplastica, quanto dura nel tempo?

La blefaroplastica è un intervento di chirurgia dell’area perioculare, con particolare riferimento alla palpebra superiore e a quella inferiore. L’intervento è mirato a correggere i segni dell’invecchiamento così come eventuali imperfezioni di natura estetica. Il suo obiettivo può essere duplice: sia estetico, appunto, che funzionale, andando a ripristinare il comfort visivo di chi vi si sottopone. Uno dei dubbi più comuni relativamente alla blefaroplastica è quello relativo alla sua durata. Insomma: quando dura nel tempo l’effetto della blefaroplastica? Rispondiamo di seguito a questa domanda così frequente sul tema.

Durata nel tempo dell’intervento di blefaroplastica: considerazioni generali

La durata dei benefici della blefaroplastica può variare da paziente a paziente. Ad ogni modo, e in linea generale, si tratta di una procedura che può regalare risultati davvero durevoli nel tempo. E’ importante precisare che un intervento di blefaroplastica non arresta l’invecchiamento cellulare: è molto utile però a ripristinare uno stato generale di “freschezza” oculare e al contempo a rallentare l’impatto che l’avanzare del tempo può esercitare sulla comparsa di rughe, gonfiore nell’area perioculare, pelle cadente.

Quali fattori possono influenzare la durata della blefaroplastica nel tempo?

Come detto poc’anzi, la durata degli effetti positivi di una blefaroplastica può variare da paziente a paziente. Elenchiamo brevemente i fattori che possono influenzarla.

  • Genetica: la genetica influenza marcatamente – anche se non in modo esclusivo – il modo in cui il nostro organismo invecchia. Vi sono dunque persone maggiormente predisposte a subire gli effetti dell’invecchiamento, altre invece che sono meno inclini a mostrare i segni del tempo nell’area perioculare.
  • Stili di vita: alimentarsi correttamente, bere molta acqua, riposare adeguatamente ed evitare eccessi è uno dei grandi segreti per invecchiare bene e preservare un aspetto giovane nel tempo. Anche a livello palpebrale e perioculare.
  • Età del paziente: in età molto giovane la pelle è maggiormente elastica e predisposta a “rispondere” meglio a qualunque tipo di trattamento. Prima si esegue l’intervento, e più durevoli potranno essere i risultati.
  • Tecnica chirurgica: anche la tecnica chirurgica utilizzata, in abbinamento alla competenza del chirurgo, possono influenzare la durata dei risultati.

Quanto durano mediamente gli effetti dell’intervento?

Volendo dare una tempistica di massima, si può affermare che gli effetti dell’intervento di blefaroplastica durano per alcuni anni. Alcuni pazienti notano che gli effetti positivi dell’intervento permangono inalterati molto a lungo nel tempo, anche per 5 o 10 anni. Un dato che può variare in funzione dei fattori sopra descritti, ma anche delle modalità con le quali si esegue il mantenimento dei risultati ottenuti. Vediamo di seguito alcune indicazioni in merito al mantenimento:

  • evitare l’esposizione ai raggi solari specie durante le ore centrali della giornata
  • curare adeguatamente la pelle, con cosmetici di buona qualità (si consiglia sempre di leggere gli INCI dei prodotti cosmetici e di make up) e non dimenticare di applicare sempre un fattore di protezione solare
  • indossare occhiali da sole, anche in inverno
  • mangiare molta frutta e verdura di stagione, bere molta acqua
  • evitare il fumo e gli alcolici ove possibile

Sarà cura dello specialista che ha eseguito l’intervento fornire una serie di indicazioni adeguate sia per il mantenimento dei risultati, sia per un eventuale follow up che includa altri trattamenti da eseguire per preservare l’effetto benefico dell’operazione a lungo nel tempo.

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Congiuntivite allergica, cos’è e come si cura

Quando il cambio di stagione si manifesta in tutti i suoi colori e madre natura si prepara a cambiare veste, le allergie sono a loro volta dietro l’angolo. Chi ne soffre lo sa bene: possono essere davvero una spiacevole compagnia. E tra le loro manifestazioni più insidiose, non possiamo non menzionare quelle che interessano gli occhi. Conosciamo meglio la congiuntivite allergica, cos’è e come si cura.

Che cos’è la congiuntivite allergica

Il termine congiuntivite indica una infiammazione della congiuntiva, così come indicano solitamente una infiammazione tutti i termini medici che terminano con il suffisso -ite. La congiuntiva è una membrana situata nella parte interna del bordo palpebrale. Il ruolo della congiuntiva è quello di:

  • favorire il buon funzionamento della lubrificazione oculare durante l’ammiccamento
  • proteggere l’occhio da eventuali aggressioni da parte di corpi estranei

La congiuntivite può essere scatenata da una allergia. Nello specifico, dal contatto della congiuntiva con gli allergeni, che tipicamente si trovano nell’aria in determinati periodi stagionali così come durante tutto l’anno. Ci riferiamo ai pollini, ma anche alle micro particelle che inquinano l’aria delle nostre città, al pelo degli animali o alla polvere domestica (muffe e acari sono spesso responsabili del disturbo), solo per fare qualche esempio.

Congiuntivite allergica, 1 disturbo, 3 varianti

Oggi le allergie sono più che mai comuni, dunque non è infrequente incorrere in una congiuntivite allergica. Le tipologie di congiuntivite di origine allergica possono essere differenti, e a seconda della loro stagionalità o dell’allergene che le ha innescate, distingueremo tra congiuntivite allergica stagionale, perenne oppure da contatto. Quest’ultima spesso è causata da colliri, prodotti per il make up, fragranze o altre sostanze irritanti che possono accidentalmente entrare in contatto con la superficie oculare.

Come si manifesta la congiuntivite allergica

Nonostante le allergie che scatenano la congiuntivite siano spesso differenti da individuo a individuo, le manifestazioni sono più o meno sempre uguali tra di loro, salvo qualche eccezione. Chi soffre di congiuntivite allergica sperimenta dunque:

  • arrossamento oculare
  • bruciore
  • sensazione di corpo estraneo
  • iperlacrimazione

A seguito di una allergia e di una infiammazione della congiuntiva, possono manifestarsi anche un eccesso di produzione di secrezioni oculari e gonfiore palpebrale, solitamente dovuti a complicazioni come infezioni batteriche.

Come si cura la congiuntivite di natura allergica?

In presenza di sospette allergie e dei sintomi sopracitati, ricorrere al fai da te e ai farmaci da banco può risultare inutile se non controproducente. Prima di fare uso di colliri o farmaci acquistati di propria iniziativa, si consiglia di prenotare una visita oculistica specialistica. Può essere utile coinvolgere anche un allergologo.

In generale, la congiuntivite allergica può essere trattata con successo grazie a:

  • decongestionanti oculari
  • antistaminici

ma anche, talvolta, con

  • corticosteroidi
  • antibiotici

E’ compito dello specialista stabilire lo stato di salute dell’apparato visivo, valutare lo stato di avanzamento e/o di complessità del disturbo ed indicare la terapia maggiormente indicata per la casistica specifica.

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Lenti intraoculari: caratteristiche e vantaggi

lenti intraoculari - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Per lenti intraoculari si intendono tutte le lenti che sono impiantate all’interno dell’occhio con l’obiettivo di ripristinare una capacità visiva ottimale, eliminare la cataratta e correggere i difetti visivi. Conosciamo oggi più da vicino il panorama delle lenti intraoculari disponibili.

Caratteristiche delle lenti intraoculari

Le lenti intraoculari sono minuscole lentine, grandi pressappoco come una lenticchia. Sono realizzate in materiali molto morbidi e sono altamente biocompatibili. Non si deteriorano, non perdono la loro funzionalità e rimangono in sede per tutta la durata della vita di chi le riceve. E soprattutto, non vanno incontro ad opacizzazione.

Alcune di queste lenti possono presentare piccoli limiti: per esempio, la visione di aloni e sfocature in condizioni di scarsa luminosità o dopo il calar del sole. Oppure, la necessità di ricorrere comunque ad un occhiale per far fronte ad altre esigenze visive. Altre invece sono altamente performanti e regalano una nitidezza ed una precisione visiva davvero eccellenti, ad una gamma molto estesa di distanze.

Ancora, alcune di esse si collocano al posto del cristallino (e sono dette anche cristallini artificiali), mentre altre subito dietro l’iride (le lenti fachiche). Ma conosciamole meglio.

Tipologie di lenti intraoculari

La gamma delle lenti intraoculari oggi disponibili è molto vasta. Alcune sono ampiamente diffuse. Altre, invece, sono disponibili maggiormente nei centri sanitari d’eccellenza. Elenchiamole di seguito:

  • monofocali
  • monofocali toriche
  • multifocali
  • multifocali toriche
  • EDOF
  • EDOF toriche
  • fachiche

Le lenti intraoculari monofocali consentono di correggere un difetto visivo solamente, al pari di quanto accade per le lenti monofocali che si usano per altre tipologie di ausili per la visione, quali occhiali o lenti a contatto.

Le lenti intraoculari multifocali invece sono pensate per correggere più difetti visivi al contempo, ma oggi sono quasi del tutto sostituite dalle lenti EDOF.

Le IOL toriche sono progettate per correggere anche l’astigmatismo, un difetto visivo che porta ad una difficoltà visiva generalizzata e a più distanze.

Seguono le lenti EDOF: si tratta di lenti a profondità di fuoco continua. Con queste lenti la correzione è uniforme e continua dai 40 cm di distanza sino all’infinito. Sono lenti di ultima generazione, altamente performanti e molto soddisfacenti per una vasta gamma di pazienti. Essendo impiantate al posto del cristallino, consentono anche di prevenire o curare tempestivamente la cataratta. Queste ultime generalmente sono più facilmente reperibili presso i centri d’eccellenza sanitaria, come il Centro Ambrosiano Oftalmico.

Infine, vi sono le lenti fachiche. A differenza delle altre IOL sopracitate, le lenti fachiche sono impiantate dietro l’iride, e non in sostituzione del cristallino. Sono perfette per pazienti giovani che soffrono di difetti visivi di entità anche elevata, non sono idonei ai trattamenti laser e desiderano preservare il potere accomodativo offerto dal cristallino naturale.

Come avviene l’impianto delle IOL

Presso i centri d’eccellenza sanitaria dislocati sul territorio – come il Centro Ambrosiano Oftalmico – è possibile trovare:

  • le migliori lenti intraoculari
  • sale operatorie modernamente attrezzate
  • èquipe di chirurghi e specialisti dalla comprovata esperienza
  • tecniche chirurgiche d’avanguardia, con strumenti precisi ed altamente innovativi

A proposito delle tecniche chirurgiche, l’intervento per l’impianto delle IOL – qualora eseguito da specialisti esperti e altamente preparati – è semplice e di breve durata. Si esegue in day surgery in sale operatorie sterili, previa somministrazione di un collirio anestetico.

Si esegue una minuscola incisione sulla superficie della cornea. Tradizionalmente questa incisione si pratica manualmente, con l’ausilio di un bisturi. Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico, al contrario, viene quasi sempre utilizzato uno strumento laser: il laser a femtosecondi. Uno strumento in grado di esercitare un’azione gentile, delicata e precisa sulle strutture oculari. Meno stress per l’occhio, meno stress per il paziente.

L’uso di strumenti d’avanguardia e la vasta gamma di IOL disponibili ci danno la misura dell’ampio margine di personalizzazione che l’intervento offre. Il primo passo da compiere per tornare a vedere bene e fare a meno degli occhiali è quello di sottoporsi ad una visita oculistica specialistica, per individuare la IOL che maggiormente risponde alle proprie esigenze visive e alle proprie aspettative specifiche, e per mettere a punto l’intervento “su misura” sin nei minimi dettagli.

Per chi sono indicate

Correggere i difetti visivi in modo permanente con le lenti intraoculari – siano esse cristallini artificiali o lenti fachiche, a seconda dell’età – è consigliato a chiunque desideri ritrovare l’indipendenza dagli occhiali da vista e soffra di uno o più difetti visivi di qualunque entità, anche forte.

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Iniezioni intravitreali: come funzionano?

Le iniezioni intravitreali sono la terapia d’elezione per il trattamento delle maculopatie di tipo essudativo. Com’è noto, la patologia è la terza causa al mondo di cecità centrale (ovvero un grave stato di ipovisione e/o cecità che interessa esclusivamente la porzione centrale del campo visivo). La sua incidenza, infine, è in costante aumento, come conseguenza del generale invecchiamento della popolazione mondiale. Approfondiamo brevemente il tema delle iniezioni intravitreali, conosciamo più da vicino le caratteristiche della patologa e, infine, spendiamo due parole sulle prospettive terapeutiche attuali e future per il suo trattamento.

Maculopatia di tipo umido

La maculopatia di tipo umido o essudativo è una patologia che si manifesta, nella sua variante senile e più diffusa, dopo i 55 anni circa. Si tratta di una patologia che colpisce la porzione centrale della retina, ovvero la macula. In questa zona vi sono tantissimi fotorecettori, responsabili della visione dei colori e, più in generale, del buon andamento della funzione visiva. La patologia si manifesta attraverso la formazione di neovasi a livello sottoretinico. La retina subisce in tal modo un danno irreversibile, che conduce alla morte dei fotorecettori, compromettendo seriamente e progressivamente la funzione visiva. Oggi è possibile arrestare la progressione della maculopatia essudativa grazie alle iniezioni intravitreali. Una terapia efficace nello stabilizzare la patologia, e che tuttavia non consente di recuperare la perdita visiva già avvenuta né ripristinare la funzionalità dei fotorecettori danneggiati.

Come funzionano le iniezioni intravitreali

Le iniezioni intravitreali prevedono la somministrazione di farmaci anti-VEGF direttamente nel corpo vitreo del paziente. I farmaci anti-VEGF sono a base di una specifica proteina capace di inibire la formazione di neovasi sotto la retina. La somministrazione avviene tramite minuscole punturine assolutamente indolori e sicure. Naturalmente perizia, esperienza e manualità di chi le esegue sono quanto mai fondamentali. Tuttavia, conviene sapere che si tratta di una procedura di gran lunga meno invasiva ed impegnativa di altri interventi di chirurgia oftalmica.

La somministrazione delle iniezioni intravitreali non è casuale ma avviene sulla base di uno specifico protocollo cadenzato e calendarizzato con precisione. Solitamente si eseguono le prime 3 iniezioni a distanza di un mese l’una dall’altra, per arrivare ad un totale di 7 circa nel primo anno di trattamento.

Seguire il protocollo terapeutico come descritto consente di dare una concreta battuta d’arresto alla patologia e di preservare la propria acuità visiva nel tempo.

Prospettive terapeutiche passate, presenti e future per la maculopatia senile di tipo essudativo

Prima dell’avvento delle iniezioni intravitreali, la maculopatia essudativa si trattava con la terapia fotodinamica, ovvero con uno strumento laser che andava ad occludere i neovasi. Oggi innumerevoli ricerche scientifiche hanno evidenziato la maggiore efficacia delle molecole anti-VEGF nel trattamento a lungo termine della patologia. Per quanto riguarda il futuro, invece, i ricercatori sono al lavoro per chiarire il ruolo potenziale delle cellule staminali nei processi rigenerativi della retina. Sembrerebbe che le cellule staminali possano rivelare maggiormente la loro efficacia nel trattamento della maculopatia senile di tipo secco, per la quale ad oggi sembra non esserci ancora alcuna terapia efficace.

Dove sottoporsi alle iniezioni intravitreali?

Come detto, manualità, competenza, perizia ed esperienza sono condizioni imprescindibili per la somministrazione delle iniezioni intravitreali. Le iniezioni si eseguono sempre in ambiente sterile. In Italia sono disponibili presso gli ospedali ed alcuni centri di eccellenza privati, come il Centro Ambrosiano Oftalmico. Presso gli ambulatori della nostra struttura è possibile sottoporsi alle iniezioni intraoculari in regime di massima sicurezza e igiene, con la certezza di ricevere il trattamento da alcuni tra gli specialisti più esperti e competenti nel settore.

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Operazione di cataratta FAQ

operazione di cataratta - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’operazione di cataratta è uno degli interventi chirurgici più eseguiti al mondo. L’intervento di cataratta ha rivoluzionato in modo significativo la percezione del concetto stesso di terza età agli occhi della società. Poter preservare (e addirittura recuperare) la propria capacità visiva e di mantenere un ottimo livello di dinamismo e indipendenza, sono fattori non da poco. Tuttavia, molti pazienti ci rivolgono quotidianamente innumerevoli domande sul tema. Cogliamo dunque l’occasione per fornire alcune risposte utili.

In cosa consiste l’intervento per la rimozione della cataratta?

L’intervento di cataratta è una procedura moderna e risolutiva che consiste nel rimuovere il cristallino opacizzato e di sostituirlo con una lente intraoculare. I primi tentativi di rimozione del cristallino affetto da cataratta risalgono addirittura alla fine del Settecento. Da allora ad oggi il mondo della chirurgia oftalmica naturalmente non è più lo stesso.

L’operazione di cataratta, come la conosciamo oggi, è una procedura agevole e di breve durata. Nella sua versione maggiormente diffusa, il protagonista è il facoemulsificatore. Si tratta di uno strumento ad ultrasuoni che frantuma ed aspira il cristallino in pochi istanti. Lo strumento accede al cristallino grazie ad una minuscola incisione sulla superficie oculare. Attraverso la medesima incisione, si procede poi all’inserimento e all’opportuna collocazione della lente intraoculare. Questa metodica è ampiamente diffusa e normalmente prevede l’uso di un bisturi.

Oggi nei centri sanitari d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, il facoemulsificatore è supportato (e spesso sostituito nella procedura di frantumazione del cristallino) da tecnologie ancora più moderne: il laser a femtosecondi, che sostituisce anche il bisturi.

Si tratta di tecnologie pensate per

  • non usare bisturi o strumenti taglienti
  • evitare traumi alle strutture oculari
  • offrire un’elevatissima precisione all’intera procedura
  • rendere la procedura maggiormente confortevole anche per il paziente stesso

Quanto dura una convalescenza dopo un intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta è una procedura di routine che va affrontata con la giusta dose di serenità. Al contempo, è fondamentale tenere a mente che si tratta pur sempre di un intervento chirurgico che richiede consapevolezza e serietà. E’ importante attenersi alle indicazioni preoperatorie e postoperatorie fornite dalla struttura sanitaria o dal chirurgo che ha eseguito l’intervento. Così facendo il corretto recupero richiederà qualche giorno o settimana. Con le opportune attenzioni e con un po’ di pazienza, insomma, in breve tempo è possibile cominciare a godere degli straordinari vantaggi offerti dall’operazione di cataratta.

Cosa non fare subito dopo l’intervento

Le dimissioni avvengono nel medesimo giorno dell’intervento, che solitamente è eseguito su un occhio alla volta. Prima di fare ritorno presso la propria abitazione si riceve un documento contenente le indicazioni terapeutiche da seguire e le norme comportamentali da osservare. In particolare, dopo l’operazione di cataratta sarà necessario:

  • indossare la conchiglia protettiva notturna ricevuta al momento della dimissione
  • evitare di vaporizzare fragranze o cosmetici in spray in prossimità del viso
  • non usare make up
  • evitare sforzi
  • non bagnare l’occhio
  • si consiglia anche di indossare un buon paio di occhiali da sole dal momento in cui si lascia la struttura sanitaria, e per qualche settimana a venire, sino ad avvenuto e completo recupero visivo.

L’operazione è dolorosa?

Come accennato, l’operazione di cataratta si è evoluta tantissimo negli ultimi anni. Gli strumenti ad ultrasuoni così come i moderni strumenti laser non provocano alcun dolore, poiché l’intervento è eseguito previa somministrazione di un collirio anestetico.

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La miopia grave puo’ portare alla cecità?

miopia grave - miopia forte - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La miopia è quel difetto visivo che porta a vedere male gli oggetti posti in lontananza. E’ – tra i difetti visivi – quello più diffuso al mondo. A determinarne la massiccia diffusione è l’impegno prolungato dell’apparato visivo in attività che prevedono la visione da vicino. Rispetto a pochi decenni fa, infatti, il monte ore trascorso tra computer, smartphone, device elettronici in genere e supporti cartacei, si è dilatato a dismisura. A scapito del tempo trascorso all’aria aperta. Di conseguenza, l’occhio tende ad adattarsi a ciò che gli si richiede, perdendo progressivamente la sua efficienza nella visione da lontano. Non a caso si parla proprio di “progressione miopica”, ovvero di un peggioramento del difetto visivo nel tempo. Ma la domanda che molti si pongono è: questa progressione può portare alla cecità? Chi soffre di miopia grave, può arrivare a perdere del tutto la vista? Rispondiamo insieme a questa domanda.

Miopia: difetto visivo o patologia?

Quando si parla di difetti visivi, ci si esprime solitamente in termini di entità: un difetto visivo potrà dunque avere entità lieve, media oppure forte. Per quanto riguarda la miopia in particolare, se le condizioni lieve e media sono generalmente considerate “benigne”, e sono correggibili con i moderni interventi laser, non possiamo dire lo stesso dell’entità forte, o elevata. La miopia forte è considerata patologica, dunque assimilabile ad una malattia.

E non solo: medici e ricercatori di tutto il mondo hanno sollevato interrogativi sulla correlazione spesso evidente tra miopia forte e altre condizioni oculari patologiche. Insomma, un occhio affetto da miopia forte è un occhio nel quale tutte le strutture oculari sono sottoposte ad uno stato costante di stress. Questo accade in virtù del fatto che l’occhio miope tende ad allungarsi verso l’esterno perdendo la sua forma regolare, nel tentativo di mettere a fuoco gli oggetti posti in lontananza. La domanda “la miopia può portare alla cecità?” è dunque corretta e legittima se riferita alla miopia grave.

Chi soffre di miopia grave può perdere la vista?

La miopia può portare a gravi stati di ipovisione, ma oggi – se si interviene tempestivamente e adeguatamente – la possibilità di perdere la vista è estremamente remota. Tecniche e metodiche per la correzione della miopia elevata esistono. Ciò che è fondamentale, è intervenire con estrema tempestività, evitando che il difetto progredisca eccessivamente. In questo modo, si può contribuire a mettere al riparo le strutture oculari dall’insorgenza di altre patologie (cataratta, glaucoma, maculopatie) che a loro volta possono pregiudicare il buon andamento della funzione visiva.

Entriamo di seguito nel merito delle tecniche per la correzione della miopia forte.

Come correggere la miopia elevata

Le tecniche per la correzione dei difetti visivi con l’ausilio di soli strumenti laser non sono sufficienti per risolvere la miopia grave. Fortunatamente, la medicina oftalmica offre altre soluzioni interessanti per la correzione del difetto visivo.

Correzione della miopia grave con lenti fachiche

La miopia può raggiungere entità importanti già in giovane età. Un’età in cui impegni lavorativi o di studio, vita sociale e sportiva e molto altro, portano ad un forte desiderio di indipendenza dagli occhiali da vista, che in caso di miopia elevata sono costituiti da lenti molto spesse e pesanti. Non dover indossare gli occhiali regala un grande senso di libertà e spesso esercita una notevole influenza anche sotto il profilo emotivo e psicologico, migliorando l’autostima e l’umore. La soluzione per questo tipo di casistica è data dalle lenti fachiche. Si tratta di lenti intraoculari che si impiantano tramite un piccolo intervento mini invasivo. Sono collocate subito dietro l’iride e rappresentano la soluzione ideale per chi soffre di difetti visivi di entità elevata. Sono invisibili e impercettibili. Oltre ad essere dotate della capacità diottrica necessaria al paziente, sono anche dotate di filtro UV.

Correzione della miopia grave con sostituzione del cristallino

Chi è in età adulta o matura può invece optare per una soluzione correttiva della miopia forte che prenda anche in considerazione l’eventualità che si manifesti – presto o tardi – la cataratta. La soluzione prevede dunque la sostituzione del cristallino naturale con uno artificiale, dotato del potere diottrico necessario al paziente. I moderni cristallini artificiali a disposizione dei centri sanitari d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico consentono anche ai pazienti con difetti visivi molto marcati di guardare al futuro con grande ottimismo. E di prevenire o eliminare anche la cataratta. Tra i le soluzioni maggiormente interessanti vale la pena di segnalare le lenti EDOF. Si tratta di cristallini artificiali dotati di un potere diottrico che offre una gamma di profondità di fuoco davvero notevole: ovvero, dai 40 cm circa sino all’infinito.

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