Iniezioni intravitreali, domande frequenti

iniezioni intravitreali - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano oggi la terapia più efficace per chi è affetto da una maculopatia umida. Ma cosa sono di preciso le iniezioni intravitreali? Quando e in che modo portano un beneficio a chi vi si sottopone? Può eseguirle chiunque? Dubbi e domande non mancano mai.

Cos’è la maculopatia?

La maculopatia è una patologia degenerativa che colpisce la porzione centrale della retina, chiamata appunto macula. Si tratta di un’area importantissima e delicatissima dell’occhio. La macula svolge un ruolo cruciale nel buon andamento della vista e nella percezione dei colori. Nelle maculopatie essudative ciò che accade è che si vengono a formare dei neovasi a livello sottoretinico che determinano il deterioramento e la morte dei fotorecettori.

Le maculopatie sono di diverse tipologie, ma la più nota e comune è quella senile, cioè tipica dell’età che avanza. Si presenta in età matura favorita spesso da una serie di fattori predisponenti: stili di vita orientati all’eccessiva sedentarietà, fumo di sigaretta, abuso di alcolici, un’alimentazione poco sana e poco varia e altri.

La molecola che causa la proliferazione di neovasi nella maculopatia essudativa si chiama VEGF. Le iniezioni intravitreali a base di farmaci anti-VEGF sono altamente efficaci e rappresentano l’unica cura scientificamente comprovata per rallentare notevolmente e persino arrestare l’avanzamento di una patologia per la quale ad oggi ancora non esiste una soluzione definitiva.

Le iniezioni sono dolorose?

L’idea di sottoporsi ad una iniezione oculare può intimorire. Tuttavia, le iniezioni intravitreali non sono dolorose: si eseguono previa somministrazione di un anestetico per uso topico, e l’ago è davvero sottilissimo.

Come farò a tenere l’occhio aperto?

Non è necessario sforzarsi di tenere l’occhio aperto né cercare di controllare l’ammiccamento. Per mantenere le palpebre aperte si usa un apposito strumento chiamato blefarostato. E l’occhio rimane immobile naturalmente per tutta la durata del trattamento, che dura pochi secondi appena.

A chi rivolgersi in caso di maculopatia essudativa? Chi è lo specialista che esegue le iniezioni intravitreali?

La maculopatia è una patologia oculare che deve essere diagnosticata, valutata e trattata esclusivamente da un oculista, ancor meglio se retinologo, cioè specializzato in patologie della retina. Per quanto riguarda le iniezioni intravitreali, si consiglia di rivolgersi ad uno specialista dalla comprovata esperienza nell’eseguirle. E’ proprio l’esperienza a dare quella perizia e quella manualtà fondamentali per portare a termine la procedura con sicurezza e senza alcuna esitazione. Si ricordi inoltre che le iniezioni intravitreali si eseguono in ambiente sterile.

Quante iniezioni è necessario eseguire? In quanto tempo si ottengono i primi risultati?

L’importante è essere costanti e sempre presenti agli appuntamenti con la terapia. Per quanto riguarda le iniezioni intravitreali per la maculopatia essudativa, si possono prevedere 3 iniezioni nei primi 3 mesi, per poi diradare gli incontri nei restanti mesi dell’anno, sino ad arrivare ad un totale di 7 o 8 iniezioni.

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Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Miopia grave, quando preoccuparsi?

Miopia grave, cos’è? Tra i difetti visivi la miopia è il più diffuso al mondo. Si stima che nel mondo occidentale ne siano affette 3 persone su 10, mentre in Oriente la quota salga addirittura a quota 8 su 10. Numeri davvero impressionanti ed in costante aumento, che esperti ed addetti ai lavori non hanno esitato a paragonare a quelli di una vera e propria pandemia. Ma fino a che punto una persona con miopia può stare tutto sommato tranquilla? Che fare quando l’entità del difetto diviene particolarmente importante? Che risvolti più avere una miopia grave sulla salute dell’occhio? Rispondiamo ad alcuni quesiti sul tema.

Cosa si intende per miopia grave o forte

Tutti i difetti visivi possono presentarsi in forme ed entità differenti. Alcuni possono essere congeniti, cioè già presenti alla nascita, altri possono insorgere nel corso della vita. Ancora, alcuni rimangono sempre tutto sommato lievi, cambiando impercettibilmente nel tempo, altri invece peggiorano sempre più con l’andare del tempo. Nella miopia accade esattamente questo: per questa ragione gli esperti parlano di progressione miopica. Nella maggior parte dei casi la miopia esordisce in età evolutiva e va via via aggravandosi nel tempo. Anche in modo importante. Quando supera le 7 diottrie, si parla appunto di miopia grave o patologica.

Qual è la differenza tra miopia leggera o media e miopia elevata?

Com’è facile immaginare, la prima e più evidente differenza tra miopia leggera o media e miopia elevata risiede nella quantità di diottrie mancanti. Nel gergo comune si sente spesso chiedere quanto ti manca? con riferimento alle diottrie. Lato medico è forse un’espressione imprecisa, ma ci dà esattamente l’idea della difficoltà visiva alla quale il miope va incontro.

Riassumendo:

  1. miopia lieve: tra -1 e -3/4 diottrie
  2. miopia media: tra -4 e -7 diottrie
  3. miopia grave o elevata: oltre -7 diottrie

Ma la differenza più importante risiede altrove. Ovvero, nel fatto che nella miopia patologica l’occhio è sottoposto ad una tensione continua che, a lungo andare, ne danneggia le strutture. In primis la retina e il nervo ottico. Questo accade perché il bulbo oculare del paziente affetto da miopia tende ad allungarsi leggermente. Ma se la miopia è importante, anche l’allungamento e la sporgenza dell’occhio saranno più importanti. Una condizione che è bene non si protragga troppo a lungo nel tempo. Non solo per la salute delle strutture oculari come la retina ed il nervo ottico, ma anche perché, per esempio, chi è affetto da miopia forte sviluppa con maggior probabilità e più precocemente la cataratta, così come la maculopatia (con la cosiddetta maculopatia miopica) ed il glaucoma.

Quando preoccuparsi della miopia forte?

Conviene preoccuparsi quando la miopia supera le 7 diottrie e quando si lascia trascorrere troppo tempo senza intervenire. Chi è affetto da una miopia forte dovrebbe pensare a non affidarsi solamente ad ausili esterni e temporanei per la sua correzione.

Oggi è possibile curare e correggere la miopia grave con la chirurgia. In questo senso, le lenti intraoculari sono altamente risolutive e performanti anche laddove vi sono carenze visive importanti. 

In cosa consiste l’intervento chirurgico per la correzione della miopia grave

Esiste una tipologia di lente intraoculare di ultima generazione forse meno nota dei tradizionali cristallini artificiali ma estremamente performante, proprio per chi soffre di miopia elevata. Le lenti intraoculari in questione prendono il nome di lenti fachiche. Sono progettate in un materiale altamente biocompatibile chiamato Collamer. Il dispositivo è già oggi diffusamente impiantato in tutto il mondo.

Le lenti fachiche si impiantano subito dietro l’iride ed hanno le seguenti caratteristiche:

  1. rappresentano la soluzione ideale per la correzione della miopia grave
  2. sono dotate di filtro UV
  3. sono impercettibili ed invisibili
  4. si possono rimuovere ove necessario

Guarda l’intervista al Dottor Lucio Buratto sul tema delle lenti fachiche per la correzione della miopia grave

Concludiamo l’approfondimento sull’importanza della correzione permanente della miopia grave rispondendo a 3 domande frequenti

1 – Cosa fare se la miopia ritorna?

Può capitare che a distanza di anni dall’intervento per la correzione della miopia forte, il difetto faccia ritorno. Cosa fare dunque? Ciascuna casistica deve essere sempre discussa con lo specialista: nella maggior parte dei casi, tuttavia, egli proporrà un ritocco laser. Un breve intervento laser totalmente indolore da eseguire esclusivamente sulla cornea.

2 – Cosa fare se dopo l’intervento per l’impianto di lenti fachiche sopraggiunge la cataratta?

I pazienti miopi sono maggiormente soggetti al rischio di sviluppare una cataratta. Qualora si presenti la cataratta, sarà possibile rimuovere la lente fachica e ricorrere ad un cristallino artificiale.

3 – Perché sottoporsi all’intervento di correzione permanente della miopia grave presso il Centro Ambrosiano Oftalmico

L’intervento è di breve durata e per nulla doloroso: le tecnologie e le strumentazioni d’avanguardia disponibili presso i centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico fanno oggi della chirurgia oftalmica una branca della medicina:

  • minimamente invasiva
  • libera dall’uso di lame e strumenti taglienti ove possibile
  • capace di raggiungere gli obiettivi prefissati con altissima precisione
  • in grado di ridurre al minimo il trauma operatorio e post operatorio
  • e di favorire un recupero post operatorio molto celere

In più, si ha la certezza di trovare chirurghi esperti nell’esecuzione di questa tipologia di interventi.

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Vuoi conoscere più da vicino le potenzialità delle lenti fachiche per la correzione dei difetti visivi elevati? Chiamaci oggi stesso: il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Maculopatia senile, come si cura nei centri d’eccellenza

degenerazione maculare senile - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La maculopatia senile, nome d’uso comune per intendere la degenerazione maculare senile, è una patologia che interessa la parte centrale della retina. E’ proprio lì che vanno a dirigersi in prima battuta i raggi luminosi provenienti dall’esterno. Ed è proprio lì che avviene gran parte della funzione visiva. Va da sé che se la macula si ammala, la funzione visita ne risulta compromessa. Oggi la scienza medica ci viene incontro con una gamma di soluzioni interessanti. Terapie capaci di offrire una prospettiva ottimistica a chi è affetto dalla patologia. 

Dove curare la maculopatia in Italia?

Esistono tante strutture, pubbliche e private, presso cui rivolgersi per la terapia delle maculopatie. Presso le strutture sanitarie d’eccellenza, come il Centro Ambrosiano Oftalmico, è oggi possibile curare la maculopatia con efficacia e, soprattutto, senza rischiare lunghe liste d’attesa. A fare la differenza sono sicuramente le moderne apparecchiature tecnologiche, utilissime per non dire indispensabili sia in fase diagnostica che terapeutica. A queste, si aggiungano anche staff di medici altamente competenti e specializzati proprio nella cura delle patologie della retina. 

1 – Parola d’ordine, OCT

Uno degli strumenti fondamentali per diagnosticare con precisione la maculopatia senile è l’OCT. OCT è l’acronimo di Tomografia Ottica Computerizzata. In breve, una sorta di TAC dell’occhio. L’apparecchio che consente di eseguirla è altamente sofisticato. Disporre di un apparecchio di ultima generazione per eseguire l’OCT con il giusto tempismo è sicuramente una marcia in più in fase diagnostica. 

2 – Iniezioni intravitreali: anche la mano fa la differenza

Una delle terapie maggiormente efficaci per il trattamento della Degenerazione Maculare Senile è la somministrazione di iniezioni intravitreali. Nonostante non si tratti di una terapia rischiosa o pericolosa, è necessario che questa sia eseguita da un medico esperto nella sua somministrazione. Presso CAMO è possibile rivolgersi a specialisti altamente preparati nella somministrazione delle iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF. Oculisti che eseguono questo trattamento quotidianamente, con la giusta dose di perizia, manualità ed esperienza.

3 – Poca attesa, attenzioni personalizzate

Le cliniche d’eccellenza come CAMO riescono a gestire il flusso di pazienti dedicando il giusto tempo e le giuste attenzioni a ciascuno di essi. I pazienti sono prima di tutto persone con le quali instaurare un rapporto virtuoso basato sul dialogo e sull’empatia. Con l’obiettivo di condurre il paziente al raggiungimento del massimo livello di benessere e di salute visiva possibile.

Infine, i ridotti tempi di attesa consentono di massimizzare gli effetti benefici delle terapie prescritte. Per fare un esempio, le iniezioni intravitreali per la maculopatia devono essere somministrate con una cadenza ben precisa che non ammette ritardi. Solo in questo modo è possibile godere del massimo beneficio offerto dal trattamento. 

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Saremo lieti di prenderci cura della tua salute visiva e di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno. Il nostro centralino è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 il numero 02 636 1191.

Benefici del pomodoro per la vista

benefici del pomodoro - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

E’ il re dell’estate, ma anche il dominatore assoluto della dieta mediterranea. Perché a noi italiani piace mangiare “in rosso”. Che sia cotto, crudo, sotto forma di sughi, pelati, capresi o sulla pizza, il pomodoro mette sempre di ottimo umore e rallegra il palato. Ebbene, oltre ad essere molto gradito al palato e agli occhi, il pomodoro è davvero un toccasana anche per la salute oculare. Alcuni ricercatori hanno analizzato i benefici del pomodoro per la vista e stanno persino mettendo a punto una serie di preparati specifici a base di questo fantastico frutto. 

Prodotti a base di pomodoro: quali benefici?

In passato decotti, impacchi e altri remedia erano davvero all’ordine del giorno. Oggi, naturalmente, la medicina fa affidamento su una serie di molecole altamente efficaci, frutto della ricerca chimica e farmacologica ad altissimi livelli. Grazie ad essa godiamo di una salute eccellente e la durata della vita media si è dilatata notevolmente.

Una ricerca pubblicata recentemente sulla rivista Plant Phisiology, a cura dei ricercatori del laboratorio di Biotecnologia dell’Enea, ha sottolineato gli straordinari benefici del pomodoro per la produzione di farmaci antinfiammatori e antiossidanti per la vista, con particolare riferimento alla prevenzione delle patologie legate allo stress ossidativo ed all’invecchiamento cellulare. In particolare, gli accademici hanno rivolto la loro attenzione alla molecola della crocina.

Benefici del pomodoro: il ruolo delle crocine nella prevenzione della maculopatia

Come accennato, il frutto del pomodoro è ricchissimo di crocine, carotenoidi dal notevole effetto antiossidante e fotoprotettivo nei confronti della retina. Le crocine rivestono un ruolo fondamentale e preziosissimo a livello di protezione delle strutture oculari dai raggi ultravioletti e aiutano a prevenire l’insorgenza della Degenerazione Maculare Senile.  Le crocine sono altamente presenti anche nello zafferano e si estraggono anche dalle foglie di tabacco e dal batterio dell’escherichia coli. Se per quanto riguarda lo zafferano, produrre ed estrarre crocine diventerebbe poco sostenibile dal punto di vista economico, possiamo affermare lo stesso per quanto riguarda le altre due fonti citate, per le quali invece è necessario intervenire con adeguati processi di purificazione.

Il pomodoro, ottimo per preservare la vista

Anche senza attingere agli ultimissimi e sempre interessanti ritrovati della scienza e senza doversi recare in farmacia, conviene sapere che il pomodoro è un ottimo alleato della nostra salute oculare. Dunque renderlo protagonista della nostra dieta settimanale, sia in estate che in inverno, è davvero una scelta consigliata e condivisa da tutta la comunità scientifica. In cosa consistono i benefici del pomodoro per la vista?

Il pomodoro è ricchissimo di vitamina C (e betacarotene), un potente antiossidante capace di:

  • proteggere il sistema immunitario
  • rinforzare le strutture oculari
  • prevenire l’insorgenza della cataratta e della degenerazione maculare senile
  • rigenerare la vitamina E, un antiossidante preziosissimo per prevenire o ritardare l’insorgenza delle patologie oculari degenerative

Il pomodoro è anche particolarmente ricco di polifenoli, importantissimi antiossidanti capaci di contenere lo stress ossidativo cellulare, ritardare l’invecchiamento e prevenire tutte le patologie (anche oculari) legate a doppio filo al tempo che avanza.

Ancora, nel pomodoro troviamo ferro, calcio, fosforo, potassio e molte vitamine preziose per la nostra salute. E tantissimo licopene, presente maggiormente nei pomodori maturi. Il licopene ha le seguenti proprietà:

  • è un antiossidante
  • ha un eccellente potere antinfiammatorio
  • protegge le strutture oculari dai raggi UV
  • protegge in particolar modo la retina, quindi è un ottimo alleato nella prevenzione della maculopatia (si pensi che secondo i risultati di una ricerca scientifica, chi è affetto da Degenerazione Maculare Senile ha livelli particolarmente bassi di licopene nel sangue)

I benefici del pomodoro sia cotto che crudo

Una curiosità: il licopene è assorbito meglio e il suo effetto benefico nei confronti della salute oculare è potenziato, se i pomodori sono stati cotti! Se invece desiderate fare il pieno di antiossidanti senza cuocere il pomodoro, potete preparare una ricca insalata mista con pomodori e verdure di stagione, condita con un filo di olio extravergine di oliva, anch’esso ricchissimo di polifenoli e antiossidanti naturali.

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La salute oculare prima di tutto, in tutte le stagioni. Se desideri prenotare una visita oculistica specialistica, siamo a tua disposizione. Il nostro centralino è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 il numero 02 636 119

Post intervento di cataratta: indicazioni generali

La dilatazione dell’aspettativa di vita, i grandi progressi in ambito igienico-sanitario, le innovazioni nel campo della tecnologia e della scienza dei materiali, la maggior conoscenza e consapevolezza anche tra i non addetti al lavori in merito all’importanza della prevenzione e della cura delle patologie, hanno portato l’intervento di cataratta ad essere una delle procedure chirurgiche maggiormente eseguite al mondo. Chi si appresta ad eseguirlo sarà sicuramente bene informato in merito ai suoi aspetti pratici, così come degli indubbi vantaggi che esso offre. E che dire invece del post intervento? Vediamo assieme quali accortezze avere e come comportarsi nel post intervento di cataratta.

Post intervento di cataratta: cosa aspettarsi

L’intervento di cataratta per come è eseguito oggi nei centri d’eccellenza è una procedura del tutto indolore e di breve durata. Non ha nulla di traumatico ed è affrontabile anche dai pazienti più timorosi. E, anzi, la lista dei vantaggi offerti dall’operazione di cataratta compensa di gran lunga i lievi disagi che è possibile sperimentare durante e dopo la sua esecuzione.

Nei minuti immediatamente successivi all’intervento di cataratta, è possibile provare un leggero fastidio nei confronti della luce ed una sensazione di prurito o bruciore oculare. Sono disturbi del tutto normali e transitori. Nei giorni seguenti all’intervento, questi fastidi solitamente svaniscono. Tuttavia, è necessario attenersi a quanto indicato sul documento post operatorio rilasciato dal chirurgo. Riassumiamo assieme quali sono i consigli generali riguardo i comportamenti da mettere in atto nel post intervento di cataratta.

Accortezze da mettere in atto nel post intervento di cataratta

Ecco le piccole attenzioni necessarie per prendersi correttamente cura della propria salute oculare in occasione dell’intervento di cataratta e nei primissimi giorni dopo l’intervento:

  • il giorno dell’intervento, indossare un buon paio di occhiali da sole sino a quando non cala la sera. E’ necessario avere sottomano gli occhiali con voi già dal mattino, in modo da indossarli non appena l’intervento è concluso;
  • si consiglia di usare gli occhiali da sole anche durante la prima settimana successiva all’intervento;
  • è poi fondamentale attenersi strettamente alle indicazioni terapeutiche e farmacologiche indicate dal medico sul documento rilasciato al termine dell’intervento;
  • durante il riposo notturno, invece, è bene indossare la mascherina oculare protettiva fornita in fase di dimissione.

Cosa fare e non fare durante le due o tre settimane successive all’intervento:

  • assumere i farmaci prescritti;
  • evitare di sollevare pesi o praticare sport o hobby che possano mettere a repentaglio la salute oculare;
  • non bagnare gli occhi durante la doccia, ed evitare bagni di mare o in piscina;
  • non dormire con il volto rivolto verso il cuscino;
  • evitare di strofinarsi gli occhi;
  • evitare di esporsi direttamente alla luce del sole senza occhiali da sole;
  • non vaporizzare lacche o fragranze vicino al viso;
  • non usare make up per occhi.

Com’è facile intuire, il post intervento di cataratta è una fase delicata ma non impossibile da affrontare. Qualche cautela in più e qualche giorno di pazienza, ed è possibile cominciare a godere degli straordinari benefici che l’intervento di cataratta offre oggigiorno.

L’intervento di cataratta è un’occasione straordinaria per recuperare una visione di alta qualità

Superata la fase delicata del post intervento, è possibile recuperare da subito una visione che possiamo definire “in HD”. Perché? Perché una volta sostituito il cristallino naturale oramai opacizzato, si torna a vedere come ci si era scordati di poter fare. Colori nitidi, forme precise. Il mondo assume contorni nuovi e in altissima definizione. Non si dimentichi che l’occhio umano ha, per natura, una definizione di gran lunga maggiore di molte macchine fotografiche.

I cristallini artificiali sono personalizzabili e adattabili a qualunque esigenza visiva

Se a questo fattore aggiungiamo il fatto che l’intervento di cataratta è anche un’occasione preziosa per correggere eventuali difetti visivi preesistenti, le possibilità di miglioramento della propria qualità visiva sono davvero molto vaste.

Grazie ai cristallini artificiali dotati di potere diottrico, oggi non v’è difetto visivo che non sia correggibile in modo permanente assieme alla cataratta. Miopia, ipermetropia, astigmatismo e persino presbiopia anche di forte entità possono trovare soluzione grazie ad una vasta gamma di cristallini artificiali altamente personalizzabili.

Non ci sono limiti d’età per pensare di recuperare una capacità visiva ottimale

E poiché l’intervento è di durata breve, totalmente indolore e (nei centri d’eccellenza) ad alto apporto tecnologico, non vi sono limiti d’età per pensare di affrontarlo in serenità. Anzi, si tratta della scelta giusta da compiere per fare della terza età una fase di ritrovata giovinezza.

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Ti è stata diagnosticata la cataratta e devi affrontare l’intervento? Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione con una gamma di soluzioni ad altissimo apporto tecnologico ed un team di medici tra i migliori nel settore. Saremo lieti di prenderci cura della tua salute visiva e di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno. Il nostro centralino è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 il numero 02 636 1191.

Retinopatia diabetica: questione di fenotipi?

La retinopatia diabetica è una patologia oculare particolarmente insidiosa, nonché una delle maggiori cause di ipovisione grave (e persino cecità) al mondo. Stili di vita sani e prevenzione sono, in questo senso, dei preziosi assi nella manica dai quali non bisognerebbe mai prescindere. Ma c’è di più. Secondo i risultati di una ricerca scientifica, esiste una correlazione ben precisa tra fenotipo di appartenenza e modalità di progressione della retinopatia diabetica correlata al diabete di tipo II. A seconda del fenotipo, è possibile indicare la percentuale di rischio di sviluppare altre complicanze pericolose per la salute oculare. Vediamo assieme i dettagli di questa interessante ricerca scientifica. 

Cos’è la retinopatia diabetica e cos’è il diabete di tipo II

Prima di approfondire gli aspetti salienti della ricerca scientifica citata in apertura, spendiamo due parole sulla retinopatia diabetica e sul diabete di tipo II. La retinopatia diabetica è una patologia oculare che risente della diffusa debolezza dei vasi sanguigni causata dal diabete. Chi ne è affetto va incontro al deterioramento ed alla morte dei fotorecettori, come conseguenza di una insufficiente irrorazione sanguigna a livello retinico e di una perdita anomala di liquidi. Si tratta di un processo irreversibile, che può colpire tutta la retina così come la sua porzione più preziosa ed importante: la macula. In tal caso, si parlerà di maculopatia diabetica. 

Il diabete di tipo II è una patologia che solitamente si presenta in età già adulta e che si caratterizza per una iperglicemia persistente dovuta a due fattori:

  • una ridotta produzione di insulina da parte del pancreas
  • e/o una ridotta sensibilità del fegato all’insulina

A differenza del diabete di tipo I, non è una patologia autoimmune, ma è innescata da molteplici fattori. In particolare, stili di vita sedentari e poco propensi all’attività fisica e una dieta sbilanciata a favore di cibi grassi, molto elaborati e poco salutari rappresentano un fattore di rischio non trascurabile. Non a caso, molti pazienti affetti da diabete di tipo II sono in sovrappeso.

Retinopatia diabetica e fenotipi: quale connessione?

Stando ai risultati di una recente ricerca scientifica, lo studio dei fenotipi della retinopatia nei pazienti affetti da diabete di tipo II può dare indicazioni utili per predire la progressione della patologia. Per fare ciò, gli studiosi hanno monitorato la salute visiva di un gruppo di pazienti affetti da retinopatia diabetica per un periodo di 5 anni. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi, corrispondenti a tre fenotipi differenti.

Individuazione dei fenotipi

Gli studiosi hanno misurato due parametri specifici in tutti i pazienti, chiamati MAT e CRT (rispettivamente turnover dei microaneurismi e spessore retinico centrale). A seconda dei valori riportati per ciascun parametro, i pazienti sono stati assegnati a 3 fenotipi differenti, A, B e C.

I risultati della ricerca

Gli studiosi hanno potuto rilevare che il fenotipo di appartenenza è un indicatore predittivo dell’andamento della patologia e del rischio più o meno alto di sviluppare le seguenti complicanze:

  • edema maculare diabetico
  • retinopatia diabetica proliferante

La ricerca scientifica si è rivelata preziosa per due motivi. Per il valore predittivo sopra descritto, ma anche perché ha evidenziato la straordinaria potenzialità di strumenti ed esami quali la tomografia ottica computerizzata (OCT) e la fotografia del fondo oculare. Grazie a questi strumenti diagnostici sofisticati e per nulla invasivi, è possibile oggi giungere ad una diagnosi tempestiva ed accurata della patologia. E, di conseguenza, a soluzioni di trattamento capaci di limitare fortemente l’impatto negativo che la retinopatia diabetica può esercitare sulla capacità visiva del paziente. In ultima istanza, ed alla luce di queste osservazioni, possiamo affermare che fare prevenzione e sottoporsi a percorsi di diagnostica mirata è fondamentale per invertire la tendenza attuale che vede un numero sempre maggiore di pazienti affetti da retinopatia diabetica in condizioni di grave deficit visivo.

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Prevenire la maculopatia: a tavola si può?

La maculopatia senile è una patologia oculare piuttosto insidiosa che è fondamentale trattare opportunamente e mantenere costantemente monitorata. Stando ai numeri, ad oggi la patologia colpisce il 10-13% degli adulti over 50 in Europa, Asia, Australia e Nord America. Le opportunità terapeutiche non mancano, e pur tuttavia il mondo della scienza non cessa di interrogarsi ed andare alla ricerca di nuove soluzioni ancor più performanti e risolutive per il trattamento della maculopatia. Nel frattempo, un aiuto per prevenire la maculopatia ci arriva dalla buona tavola. Parola di scienza.

Due parole sulla maculopatia degenerativa senile

La maculopatia degenerativa senile è una patologia oculare che interessa la parte più centrale della retina. Il suo nome è macula, e si trova proprio in corrispondenza della pupilla. La macula è deputata al corretto funzionamento della visione centrale nonché della percezione dei colori. Nei pazienti affetti da maculopatia degenerativa senile, la macula va incontro ad un progressivo deterioramento con conseguente perdita della capacità di svolgere le sue funzioni. Questo accade perché i fotorecettori presenti sulla sua superficie vanno incontro a decadimento e morte. Il risultato è una visione centrale sempre più compromessa mano a mano che la patologia avanza. Ove non trattata opportunamente, la degenerazione maculare senile può condurre a cecità.

Rimandare gli appuntamenti con la prevenzione per mancanza di tempo o per paura di contrarre altre patologie può essere controproducente e favorire un peggioramento anche importante del quadro clinico. Questo vale per la degenerazione maculare senile ma anche per altre patologie oculari, come il glaucoma.

Dott. Matteo Cereda, Medico Oculista e Retinologo presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

Perchè la dieta può essere un valido alleato, e in che modo

Anche se la buona tavola non può metterci al riparo da qualunque patologia, è sicuramente un buon punto di partenza. Al fine di prevenire la maculopatia, due ricerche scientifiche hanno sottolineato il ruolo dell’alimentazione nell’aiutare a ridurre significativamente il rischio di sviluppare la patologia o nel rallentarne la progressione. I due studi, chiamati AREDS e AREDS2, hanno indicato una serie di elementi nutritivi che, se assunti regolarmente, possono portare benefici alla macula ed all’apparato visivo più in generale. Eccoli:

  • vitamina C
  • vitamina E
  • zinco
  • omega3
  • luteina
  • zeaxantina

Si tratta di preziosi elementi nutritivi contenuti in buona parte delle verdure di stagione, ma anche nel pesce, nei cereali e nella frutta sia fresca che secca. Anche senza ricorrere necessariamente agli integratori, dunque, una dieta ricca e varia è sicuramente d’aiuto nel prevenire la maculopatia.

Fonte: Fondazione Macula

Opportunità di trattamento della maculopatia

Come detto, la dieta è sicuramente un valido aiuto per mantenere l’occhio e la macula in salute e per prevenire la maculopatia. Tuttavia, la degenerazione maculare senile, ove manifesta, va trattata con opportune terapie farmacologiche. In questo senso, due sono i fattori che possono determinare di una prognosi favorevole:

  • una diagnosi tempestiva
  • l’aderenza alla terapia indicata dallo specialista

Ad oggi la terapia più efficace per il trattamento della patologia nella sua variante essudativa è data dalle iniezioni intravitreali. La terapia si basa sulla somministrazione cadenzata e periodica di un farmaco contenente una proteina capace di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), responsabile dello sviluppo di neovasi a livello sottoretinico. Per ciò che concerne la variante atrofica della patologia, sono al vaglio della scienza altre opportunità di trattamento.

La degenerazione maculare senile atrofica ha un esordio lento e subdolo. Talvolta può evolvere nella forma essudativa della patologia. Ma non accade mai il contrario.

Dott. Matteo Cereda, Medico Oculista e Retinologo presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

Cosa sono le iniezioni intravitreali

Le iniezioni intravitreali sono minuscole punturine eseguite all’interno dell’occhio. Nonostante l’idea di sottoporsi a tale trattamento possa risultare sgradevole, il fastidio è davvero minimo ed il beneficio è tangibile e scientificamente comprovato. Le iniezioni intravitreali sono eseguite in ambiente sterile e sicuro da mano esperta. La cadenza è rigorosa ed è fortemente sconsigliato soprassedere rispetto agli appuntamenti fissati dallo specialista.

Presso i centri d’eccellenza è possibile cominciare il trattamento con iniezioni intravitreali non appena si riceve la diagnosi. Un tempismo che gioca a favore della prognosi.

Dott. Matteo Cereda, Medico Oculista e Retinologo presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

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Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191. Chiamaci per una visita oculistica specialistica per le patologie della retina: sarà nostra cura illustrarti nel dettaglio caratteristiche e benefici delle iniezioni intravitreali e rispondere alle tue domande sul tema. 

Alimenti per la vista: mangiar bene per vedere meglio

Durante il processo di invecchiamento i muscoli tendono a perdere tono, l’epidermide si fa meno elastica e mostra qualche macchiolina, l’apparato scheletrico diviene più sensibile e ce ne presenta il conto sotto forma di dolori articolari, mentre l’apparato digerente è sempre meno disposto a tollerare stili alimentari disordinati. E gli occhi? Ci avevate mai pensato? Anche l’apparato visivo invecchia insieme a noi. Non dimentichiamo che l’alimentazione sana aiuta a prevenire tante patologie, incluse quelle oculari. E ci può aiutare ad arrivare a tarda età con una vista il più possibile in forma. Scopriamo dunque insieme quali sono i migliori alimenti per la vista, capaci di proteggere i nostri occhi dall’insorgenza di patologie come la cataratta e la Degenerazione Maculare Senile.

Parola d’ordine: alimentarsi bene per preservare la salute oculare

Tra le innumerevoli ore trascorse di fronte ai supporti elettronici, lo smog, lo stress e la stanchezza, i nostri occhi sono sottoposti ad un carico di lavoro davvero notevole. Che spesso diamo per scontato. Nutrirsi correttamente, assumendo alimenti ricchi di vitamine ed antiossidanti, ci aiuta a contrastare l’influenza negativa di questi fattori, ed a prevenire l’insorgenza di alcune patologie tipiche dell’età, come la degenerazione maculare senile e la cataratta.

Mettere in tavola i migliori alimenti per la vista: da dove si comincia

In linea generale, alimentarsi correttamente significa evitare gli eccessi e prediligere frutta e verdura di stagione in abbondanza, in abbinamento a pesce azzurro e carne bianca. E bere molta acqua. Ottimi anche i semi oleosi, i cereali integrali, le farine non raffinate, i latticini magri e le uova. Da gustare con moderazione carni rosse, insaccati ed alcolici. La regola è quella di non privarsi mai di carboidrati, proteine, grassi. Sono i tre pilastri che consentono al nostro corpo di ricevere tutto ciò di cui necessita per produrre energia e per mantenersi in forma. E, naturalmente, di preservare la sua salute oculare.

A questa semplice regola si aggiunge l’importanza di fare un po’ di movimento all’aria aperta qualche volta la settimana: chi non è particolarmente sportivo, potrà optare per una lunga passeggiata a passo veloce. Un piccolo trucco che stimola il metabolismo e favorisce l’ossigenazione cellulare.

Alimenti per la vista: 3 gruppi di alimenti da tenere a mente

1 – Alimenti ricchi di carotene

I carotenoidi esercitano un’azione protettiva ed antiossidante nei confronti delle strutture oculari. Tra questi, spicca la luteina, un antiossidante presente naturalmente nella macula e nel cristallino. In generale, i carotenoidi si suddividono in alfa-carotenoidi e beta-carotenoidi: questi ultimi sono i più diffusi in natura. Il beta-carotene è fondamentale per la vista, con particolare riferimento alla visione notturna: una volta ingerito, si trasforma in vitamina A o retinolo. Analogamente, sono carotenoidi anche la zeaxantina e il licopene. I carotenoidi sono presenti in tutti gli alimenti di colore giallo, rosso e arancio, come le carote, la zucca, i peperoni, i pomodori e lo zafferano. Anche il tuorlo d’uovo è ricco di carotenoidi e di vitamina A. Per quanto riguarda il pomodoro, in particolare, conviene sapere che in cottura esso sprigiona ancor più licopene di quello presente a crudo (5 volte di più).

Il consiglio: non dimentichiamo mai di seguire la stagionalità degli alimenti per trarre il massimo beneficio da ciascuno di essi.

2 – Verdure a foglia

Le verdure a foglia sono ricche di vitamine, tra cui spiccano la C e la E. La vitamina C, in particolare, oltre ad essere fondamentale per il buon andamento di molte funzioni del nostro organismo (l’assimilazione del ferro, per esempio) svolge un’azione difensiva contro gli attacchi virali ed è in grado di rigenerare la vitamina E. In questo modo, difende i tessuti – anche quelli dei nostri occhi – dallo stress ossidativo causato dai radicali liberi. Una funzione preziosissima per il nostro benessere oculare, dal momento che le patologie oculari tipicamente connesse all’invecchiamento cellulare sono proprio legate allo stress ossidativo. Tra le verdure a foglia menzioniamo la lattuga, le cicorie, i radicchi, la scarola, i broccoli.

Il consiglio: alternare i colori consente anche di alternare i principi nutritivi di ogni alimento. Via libera ad una dieta arcobaleno!

3 – La frutta

Concludiamo la nostra carrellata di alimenti per la vista menzionando la frutta. Anche la frutta non deve mai mancare in tavola. Largo ad agrumi, fragole, kiwi, papaya, frutti rossi ed a tutta la frutta secca. Tutta la frutta è ricca di vitamine, tra cui la vitamina C, la vitamina E, gli antiociani (altri elementi preziosi e antiossidanti), ma anche zinco e zolfo. I mirtilli, per esempio, sono davvero ricchi di antiociani, che proteggono la retina dalle radiazioni solari e ne rinforzano i vasi sanguigni.

Il consiglio: la frutta è l’alimento ideale anche per gli spuntini di metà mattina e di metà pomeriggio.

Infine: ebbene, il cioccolato aiuta a mantenere a lungo la salute degli occhi

Abbiamo parlato fino ad ora di alimentazione sana menzionando una piccola “hit” dei cibi virtuosi. Gli amanti dei dolci saranno felici di sapere che anche il cioccolato è un alleato prezioso per la salute oculare, in quanto ricco di flavonoidi. Si tratta di polifenoli capaci di rallentare i processi degenerativi e favorire l’ossigenazione dei tessuti. Consumare del buon cacao o cioccolato fondente (contenente almeno il 70% di cacao) aiuta dunque a proteggere sia la retina che il cristallino dai processi ossidativi che possono portare all’insorgenza della Degenerazione Maculare Senile e della cataratta. Da evitare, invece, il cioccolato al latte. Troppo ricco di zuccheri e con una scarsa percentuale di cacao.

Il consiglio: leggere bene le etichette aiuta ad acquistare il cioccolato migliore. Meglio evitare i prodotti con l’aggiunta di zuccheri, sali o altri ingredienti non necessari.

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Iniezioni intravitreali: quando servono?

Iniezioni intravitreali: quando sono utili - CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano, ad oggi, l‘unico ed il più efficace approccio terapeutico nei confronti di alcune patologie retiniche anche particolarmente importanti e sul lungo periodo potenzialmente invalidanti. Tra queste, non possiamo non menzionare le maculopatie essudative. I farmaci utilizzati per questo tipo di trattamento prendono il nome di anti-VEGF ed è scientificamente comprovata la loro straordinaria efficacia, in particolare, nei confronti della degenerazione maculare senile essudativa. Approfondiamo assieme l’argomento, rispondendo ad alcune domande comuni sul tema con l’aiuto del Dott. Matteo Cereda, medico oculista, retinologo ed esperto in maculopatie presso il Centro Ambrosiano Oftalmico.

Come vede chi soffre di maculopatia?

Poichè la macula è la porzione centrale della retina che si trova proprio in corrispondenza della pupilla e del cristallino, va da sé che qualora essa si ammali, la porzione di campo visivo maggiormente compromessa sarà quella centrale. Di fatto, nelle maculopatie il paziente sperimenta una visione centrale progressivamente sfocata, imprecisa e poco definita. Rimangono inalterate invece le porzioni periferiche del campo visivo. Mano a mano che la patologia avanza, e se non opportunamente trattata, la visione imprecisa lascia il posto ad una vera e propria macchia cieca.

iniezioni intravitreali per maculopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Dott. Cereda: Qualora si sospetti una maculopatia, è fondamentale agire tempestivamente, eseguendo l’OCT (Tomografia Ottica Computerizzata) ed, eventualmente, una fluorangiografia. Oltre, naturalmente, a una visita oculistica approfondita.

Quante iniezioni intravitreali si possono fare?

I farmaci anti-VEGF sono efficaci nel trattamento della degenerazione maculare senile di tipo essudativo a patto che si rispetti un protocollo di somministrazione ben preciso. Solitamente si eseguono 3 iniezioni nei primi 3 mesi di trattamento. A queste, fanno seguito altre 3 o 4 iniezioni nell’arco del primo anno di cura. Sarà poi necessario monitorare l’andamento della patologia nel tempo e stabilire come proseguire. In linea di massima, il primo ciclo di trattamento restituisce già risultati tangibili in termini di miglioramento della capacità visiva o comunque un rallentamento della progressione della patologia. Dal secondo anno in poi, e ove necessario, il numero di iniezioni diminuisce, fino ad assestarsi su un numero di iniezioni di circa 3 – 4 per anno, a seconda del paziente e della patologia.

Dott Cereda: un paziente affetto da maculopatia non diventerà mai cieco, salvo casi rarissimi.

Come si fanno le iniezioni intravitreali?

Le iniezioni intravitreali si eseguono in ambiente sterile previa anestesia in gocce. L’intera procedura ha una durata di pochi minuti. La sensazione che il paziente percepisce è quella di un leggerissimo pizzicotto.

Dott Cereda: le iniezioni intravitreali non sono dolorose né rischiose. Nonostante l’idea delle iniezioni intravitreali possa fare un po’ di impressione, è bene sapere che si tratta di una procedura ben più semplice di altre eseguite comunemente in chirurgia oftalmica, come l’intervento di cataratta.

Cosa fare e non fare dopo un’iniezione intravitreale?

Dopo una seduta di iniezioni intravitreali è possibile far ritorno serenamente alla propria abitazione. Si potrà lavare il viso normalmente facendo attenzione a non sfregare gli occhi né esercitare alcuna pressione a livello oculare. Non è necessario coprire gli occhi dunque è possibile leggere, scrivere, guardare la televisione. L’uso dell’asciugacapelli è concesso purché il getto dell’aria non colpisca direttamente gli occhi. Al contrario, si sconsiglia di sollevare pesi o fare sforzi fisici, così come di maneggiare strumenti pericolosi.

Dott. Matteo Cereda - CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico
Dott. Matteo Cereda, retinologo del Centro Ambrosiano Oftalmico

Come e quando avviene il recupero visivo?

Il recupero visivo dopo una seduta di iniezioni intravitreali è molto variabile. Può essere percepito già nelle ore dopo l’iniezione o può non essere percepito affatto, restituendo risultati tangibili solamente a trattamento avanzato. E’ altresì possibile sperimentare un immediato miglioramento della capacità visiva a livello centrale, che però poi tende a “regredire” mano a mano che i giorni passano. Tutto dipende dallo stato di avanzamento della patologia retinica, dai danni che questa ha già arrecato alla macula, allo stato di salute generale del paziente, alla sua età.

Dott Cereda: per mantenere i risultati ottenuti grazie alle iniezioni intravitreali, sarà necessario fare sempre iniezioni (anche se molto più distanziate nel tempo) negli anni successivi. Sarà quindi fondamentale essere seguiti dal proprio specialista che sottoporrà periodicamente il paziente agli opportuni controlli della sua salute visiva.

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Chiamaci dal lunedi al venerdi allo 02 6361191. Saremo lieti di rispondere alle tue domande sulle iniezioni intravitreali per la maculopatia.

Iniezioni intravitreali: parola d’ordine costanza

iniezioni intravitreali - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano il trattamento d’elezione per la cura delle maculopatie, un insieme di patologie che colpiscono la parte centrale della retina. Tra queste, una delle più comuni è la degenerazione maculare senile che, nella sua variante essudativa, trova beneficio nella somministrazione della proteina detta anti-VEGF. Attenzione però: la terapia produce effetti positivi solamente se praticata secondo i giusti tempi. Ecco perché la parola d’ordine è sempre costanza.

Cosa sono le iniezioni intravitreali con farmaco Anti-VEGF

Le iniezioni intravitreali sono piccolissime iniezioni praticate all’interno del bulbo oculare. Il materiale presente all’interno del bulbo non è vascolarizzato né innervato, dunque le iniezioni non sono dolorose. La proteina iniettata ha l’obiettivo di contrastare la proliferazione di neovasi sulla retina, dovuta proprio alla produzione incontrollata di una proteina, detta VEGF.

Come avviene la somministrazione delle iniezioni intravitreali

…e perchè la parola d’ordine è costanza

La somministrazione delle iniezioni intravitreali avviene tramite protocolli ben definiti. Si esegue un ciclo di 3 iniezioni iniziali con cadenza mensile, per poi proseguire il trattamento con altre somministrazioni sino ad arrivare ad un totale di 7 circa nell’arco del primo anno.

Concludere il primo anno di trattamento nel pieno rispetto del protocollo di cura e delle scadenze prestabilite è fondamentale per trarre beneficio dalle iniezioni intravitreali. Si ricordi, peraltro, che nonostante la proteina Anti-VEGF sia l’unica opzione di trattamento nei confronti della degenerazione maculare senile, essa non ne rappresenta la cura definitiva. I farmaci Anti-VEGF possono rallentare o bloccare l’avanzamento della patologia, ma mai in modo permanente. Un motivo in più per evitare di soprassedere o rimandare gli appuntamenti.

Come sapere se è necessario sottoporsi ad altre iniezioni intravitreali dopo il primo anno di trattamento?

Già dopo il primo ciclo di iniezioni intravitreali, solitamente il paziente sperimenta un miglioramento della qualità visiva. Naturalmente, però, tutto dipende dallo stato di avanzamento della patologia nel momento in cui si comincia ad intraprendere il percorso terapeutico. In generale, durante il trattamento il paziente è sottoposto a frequenti monitoraggi, che includono controlli dell’acuità visiva ed OCT (Tomografia Ottica Computerizzata). Tali controlli sono utili a valutare il buon andamento della terapia e, dopo i primi mesi, a definire il calendario delle successive iniezioni.

In CAMO trovi trattamenti d’avanguardia e in un ambiente sempre sicuro

CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico è stato uno dei primi centri privati in Italia (ed è tuttora uno dei pochi) ad ottenere l’autorizzazione ad eseguire le iniezioni intravitreali con farmaci certificati. In CAMO, le iniezioni sono praticate da specialisti dalla grande esperienza e perizia e ciascun paziente è seguito con tutta l’attenzione e la dedizione necessarie. Inoltre, tutti gli ambienti della clinica sono frequentemente sottoposti a sanificazione accurata, mentre i professionisti che vi operano si sottopongono a periodici tamponi rapidi antigenici. Non c’è dunque motivo per rimandare la terapia lasciando alla patologia il tempo per produrre danni irreversibili e per compromettere severamente la capacità visiva. 

Vuoi saperne di più?

In CAMO è disponibile una visita oculistica specialistica per le malattie della retina. Puoi chiamarci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.