Retinopatia diabetica: si può guarire?

La retinopatia diabetica è una delle complicanze più insidiose innescate dal diabete. Si tratta di una patologia che interessa la retina, ovvero quella parte all’interno dell’occhio deputata alla trasmissione degli stimoli luminosi al nervo ottico e al cervello. La retinopatia diabetica – se non trattata adeguatamente e tempestivamente – può essere causa di gravi stati di ipovisione, inclusa la cecità. La domanda che ci poniamo in questa sede è: è possibile guarire dalla patologia?

Cos’è la retinopatia diabetica

Prima di comprendere se sia possibile guarire dalla retinopatia diabetica, descriviamola brevemente. Si tratta di una patologia oculare che si verifica come conseguenza del diabete, sia esso di tipo 1 oppure di tipo 2. In generale, conviene sapere che chi è affetto da diabete presenta una generale debolezza dei vasi sanguigni. Poiché la retina è una struttura vascolarizzata, questa generale debolezza si manifesta anche in questa delicatissima zona dei nostri occhi, compromettendone la funzionalità anche in modo importante.

La retinopatia diabetica danneggia i fotorecettori presenti sulla retina in modo permanente conducendo ad una perdita progressiva e irreversibile di capacità visiva.

Esistono diversi stadi della retinopatia diabetica, con sintomi e caratteristiche di volta in volta differenti. Menzioniamoli per completezza.

  • retinopatia diabetica non proliferativa, con rottura dei capillari presenti sulla retina
  • retinopatia diabetica proliferativa, con occlusione dei capillari a livello retinico e proliferazione di neovasi a livello sottoretinico, che a loro volta generano delle microemorragie
  • edema maculare diabetico, con accumulo di liquidi a livello della macula, la porzione centrale della retina
  • proliferazione vitreoretinica, con rotture della retina

Ciascuna di queste manifestazioni della patologia può essere particolarmente insidiosa e mettere a repentaglio la capacità visiva di chi ne è affetto con esiti irreversibili. La diagnosi tempestiva in questo senso gioca un ruolo di primo piano, specie se si considera che l’esordio della retinopatia avviene spesso in sordina, ovvero in assenza di sintomi evidenti. Chi è affetto da diabete dovrebbe essere seguito regolarmente, oltre che da un diabetologo specialista, anche da un oculista specialista.

E’ possibile guarire dalla retinopatia?

La retinopatia diabetica è – al pari del diabete – una malattia cronica dalla quale non si guarisce. Oggi, tuttavia, esistono terapie efficaci in grado di proteggere la retina e di preservare la capacità visiva.

Le terapie disponibili hanno il duplice obiettivo di:

  • rallentare la progressione della patologia
  • evitare un’ulteriore perdita di capacità visiva

Terapie per il trattamento della retinopatia

Poiché dalla retinopatia diabetica non si guarisce in modo definitivo, è importante farsi seguire da un oculista specialista che stabilirà un programma terapeutico mirato e adeguatamente cadenzato nel tempo. Le terapie maggiormente in uso per il trattamento della retinopatia sono:

  • trattamenti con laser fotocoagulativo argon, per bloccare le emorragie retiniche
  • iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF, per inibire la proliferazione di neovasi sotto la retina
  • nei casi più gravi può essere necessario ricorrere alla chirurgia

Cosa sono le iniezioni intravitreali per retinopatia diabetica

Le iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF si rivelano molto efficaci per il trattamento della retinopatia e della maculopatia (anche senile) con particolare riferimento alla forma atrofica della patologia. Si eseguono con cadenza periodica e consentono di arrestare in modo tangibile la progressione della patologia. Sono disponibili nei centri d’eccellenza sanitaria come il Centro Ambrosiano Oftalmico, che è stato uno dei primi in Italia a proporle ai suoi pazienti. Qui, le iniezioni sono somministrate da specialisti altamente preparati ed esperti nella loro esecuzione, dotati di grande competenza e notevole manualità.

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Diabete e salute oculare: fare attenzione è importante

Il diabete è una delle patologie sistemiche maggiormente diffuse a livello globale. Ed è anche una delle più insidiose. I danni che la malattia arreca ai più disparati distretti del nostro organismo possono essere di entità importante. Anche l’apparato visivo non è esente dai rischi posti in essere dal diabete: conoscerli è il primo passo per prevenirli. Approfondiamo assieme l’argomento.

Cos’è il diabete

Il diabete è una patologia sistemica nella quale i livelli di glicemia nel sangue sono troppo elevati. Parallelamente, il corpo non produce insulina oppure non ne produce abbastanza per fronteggiare i picchi glicemici che caratterizzano la patologia. O, ancora, sviluppa una insulinoresistenza. Esistono due tipi di diabete: quello di tipo 1, che è congenito, e quello di tipo 2, che è invece il risultato di stili di vita sbilanciati e poco salutari. Il secondo rappresenta il 90% dei casi. In entrambi i casi conoscere bene la patologia e le sue potenziali conseguenze, farsi seguire da un diabetologo e seguire attentamente la terapia prescritta è davvero fondamentale.

Quali sono le principali complicanze del diabete

Non dare il giusto peso ad una diagnosi di diabete può dare adito a complicanze anche importanti. L’iperglicemia, specie se protratta a lungo nel tempo, può esercitare effetti negativi su più fronti. Scopriamoli insieme:

  • apparato visivo: il diabete è fattore di rischio per la retinopatia e la maculopatia
  • reni: si può innescare una nefropatia, ovvero una incapacità dei reni di svolgere adeguatamente la funzione di filtro alla quale sono deputati
  • sistema cardiovascolare: la patologia è fattore predisponente l’infarto del miocardio e di ictus
  • sistema nervoso: un’altra conseguenza è la neuropatia, che si manifesta tramite formicolio alle estremità (maggiormente i piedi), con rischio di lesioni ulcerose anche importanti

Diabete e salute oculare: quali conseguenze?

Per quanto riguarda il legame tra diabete e salute oculare, come sopra già accennato, il rischio maggiore è quello di sviluppare una retinopatia o una maculopatia. La retinopatia diabetica causa un danno permanente ai vasi sanguigni presenti sulla retina e può essere innescata sia dal diabete di tipo 1 che dal diabete di tipo 2. La retinopatia è conseguenza diretta della debolezza generalizzata dei vasi sanguigni tipica di chi soffre di diabete.

Tra i sintomi, menzioniamo:

  • visione imprecisa e sfocata
  • visione di filamenti o macchie nel campo visivo
  • difficoltà nella percezione dei colori

Un’altra complicanza oculare tipica di chi soffre di diabete è la maculopatia diabetica: in tal caso il danno maggiore è a carico dei vasi sanguigni situati sulla porzione centrale della retina, detta appunto macula. Infine, menzioniamo altri disturbi oculari tipicamente connessi al diabete: l’edema maculare diabetico, un accumulo di liquidi provenienti dai vasi sanguigni, neovascolarizzazioni anomale, microaneurismi e emorragie.

L’elenco delle complicanze oculari tipicamente innescate dal diabete non finisce qui. Il diabete è anche fattore di rischio del glaucoma neovascolare e della cataratta.

Alcune di queste patologie possono avere conseguenze importanti ed irreversibili e, se trascurate, possono condurre a stati di grave ipovisione e persino cecità.

Come proteggersi dalle patologie indotte dal diabete

Com’è evidente, il diabete non è una patologia da sottovalutare. Interpellare un diabetologo è d’obbligo, ma è anche fondamentale sottoporsi a visite periodiche presso altri specialisti, non ultimo l’oculista. Chi soffre di diabete dovrebbe sottoporsi periodicamente ad una visita oculistica specialistica anche in assenza di sintomi.

Tra gli esami fondamentali per verificare eventuali danni alle strutture oculari menzioniamo sicuramente l’OCT e l’Angio OCT, una sorta di tac della retina. Si tratta di esami indolori e non invasivi, capace di produrre una diagnosi mirata e tempestiva delle patologie oculari che tipicamente interessano la retina. Tra gli altri esami fondamentali menzioniamo la fluorangiografia e l’esame del fondo oculare.

Chi soffre di diabete, infine, dovrebbe aver cura del suo stile di vita e della sua alimentazione, prediligendo stili di vita sani e virtuosi improntati al mangiar sano e al dinamismo.

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Luce blu e raggi ultravioletti: gli effetti sulla vista

Il sole è fonte di vita per noi ed il nostro pianeta. Tuttavia, il sole emette anche radiazioni che possono essere potenzialmente dannose. All’interno dello spettro luminoso troviamo difatti radiazioni di diversi colori e diverse lunghezze d’onda. Una parte di esse è caratterizzata da colori caldi e lunghezza d’onda più ampia, l’altra invece da colori freddi e lunghezza d’onda più breve. Queste ultime sono dette raggi ultravioletti. Conosciamo più da vicino i raggi ultravioletti e cogliamo l’occasione per capire meglio cos’è la luce blu della quale spesso si sente parlare.

Cosa sono i raggi ultravioletti e che effetti esercitano sulla nostra salute oculare

I raggi ultravioletti sono radiazioni fredde che il corpo umano non riesce a percepire e che, grazie alla loro breve lunghezza d’onda, riescono a penetrare maggiormente nella nostra pelle e nei nostri occhi. Anche in inverno o quando il cielo è nuvoloso, i raggi UV superano l’atmosfera e ci colpiscono senza che noi ne siamo consapevoli del tutto.

Esistono 3 tipologie di raggi ultravioletti

Esistono 3 tipologie di raggi UV: gli UVA, gli UVB e gli UVC. I raggi UVC non riescono a superare la barriera dell’atmosfera terrestre, al contrario i raggi UVA e UVB giungono fino a noi e sono potenzialmente pericolosi per la nostra salute, inclusa quella oculare. Si tenga poi presente che esistono anche fonti artificiali di raggi UV, come alcune lampade per uso professionale, macchine per saldature, e non ultimo i lettini abbronzanti.

Grazie alla loro breve lunghezza d’onda, al fatto che sono invisibili ad occhio nudo e che hanno una temperatura impercettibile, i raggi UV penetrano indisturbati nei nostri occhi e sono assorbiti dalla cornea, dal cristallino e dalla retina. I disturbi o patologie oculari potenzialmente causati da (o anche da) un’eccessiva e prolungata esposizione ai raggi UV sono:

  • fotocheratite, un’infiammazione della cornea transitoria ma importante
  • degenerazione maculare senile, una patologia che interessa la macula, caratterizzata dalla degenerazione delle cellule retiniche
  • sindrome dell’occhio secco
  • cataratta, perché i raggi UV possono accelerare l’invecchiamento del cristallino, compromettendone la trasparenza
  • melanoma oculare

In generale, i raggi UV provocano un’abbondante produzione di radicali liberi, accelerando l’invecchiamento delle strutture oculari e causando danni talvolta irreversibili. Si tenga presente, infine, che i raggi UV penetrano nei nostri occhi sia quando li colpiscono in modo diretto, sia indiretto (si pensi al riverbero luminoso al quale si è esposti sulla neve o in prossimità di specchi d’acqua).

Che cos’è la luce blu e perché è potenzialmente dannosa per i nostri occhi

Abbiamo detto che i raggi ultravioletti appartengono a quella parte dello spettro luminoso caratterizzato da tonalità fredde (viola, azzurro, blu). Per luce blu si intende solitamente la radiazione di colore blu emessa specificatamente dai dispositivi elettronici: computer, tablet, telefoni cellulari, ma anche televisori e fonti di illuminazione a LED ecc. Molte ricerche scientifiche si sono recentemente concentrate proprio su questa tipologia di radiazione, alla quale siamo altamente esposti durante tutto l’arco delle nostre giornate.

I danni che la luce blu può esercitare sull’occhio umano sono:

  • danni alla retina, poiché è proprio la luce blu quella che riesce a penetrare maggiormente in profondità nei nostri occhi, danneggiando i preziosi fotorecettori presenti su di essa
  • inibizione della frequenza dell’ammiccamento, che a sua volta può pregiudicare una buona lubrificazione oculare causando secchezza oculare (che si può cronicizzare)

Come difendersi dalla luce blu e dai raggi ultravioletti?

Come abbiamo visto, l’esposizione ai raggi solari così come ai dispositivi elettronici può essere un piacere sotto più punti di vista. Ma può essere anche un fattore predisponente tutta una serie di disturbi transitori che alla lunga possono cronicizzarsi. Innescando patologie oculari anche di una certa rilevanza. Tra questi disturbi menzioniamo affaticamento oculare, irritazione o rossore oculare, insonnia, cefalee.

Attenzione alla salute visiva dei bambini

Diverse ricerche scientifiche si sono altresì concentrate sull’effetto che i raggi UV e la luce blu possono esercitare sulla salute visiva dei bambini. Proteggerli adeguatamente nel caso di esposizione ai raggi UV, così come limitare il numero di ore trascorse a video, è fondamentale. Le strutture oculari dei bambini sono estremamente delicate. E per quanto riguarda la luce blu, gli studiosi hanno individuato una correlazione diretta tra questa e l’aumento dell’incidenza della miopia nella popolazione in età evolutiva a livello globale. Largo quindi agli occhiali da sole anche in condizioni di poca luminosità, ed ai limiti relativi all’uso dei dispositivi elettronici.

E per gli adulti, una notizia interessante

L’esortazione a proteggersi adeguatamente vale naturalmente anche per gli adulti: esistono particolari lenti capaci di metterci al riparo dall’effetto dannoso dei raggi UV. Non tutti sanno, però, che anche le lenti intralculari fachiche di ultima generazione sono oggi dotate di protezione da raggi UV. Un’informazione interessante per chi desideri correggere i propri difetti visivi in modo permanente con un breve intervento mini invasivo, mettendosi al contempo al riparo dall’esposizione ai raggi ultravioletti.

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Retinopatia diabetica: questione di fenotipi?

La retinopatia diabetica è una patologia oculare particolarmente insidiosa, nonché una delle maggiori cause di ipovisione grave (e persino cecità) al mondo. Stili di vita sani e prevenzione sono, in questo senso, dei preziosi assi nella manica dai quali non bisognerebbe mai prescindere. Ma c’è di più. Secondo i risultati di una ricerca scientifica, esiste una correlazione ben precisa tra fenotipo di appartenenza e modalità di progressione della retinopatia diabetica correlata al diabete di tipo II. A seconda del fenotipo, è possibile indicare la percentuale di rischio di sviluppare altre complicanze pericolose per la salute oculare. Vediamo assieme i dettagli di questa interessante ricerca scientifica. 

Cos’è la retinopatia diabetica e cos’è il diabete di tipo II

Prima di approfondire gli aspetti salienti della ricerca scientifica citata in apertura, spendiamo due parole sulla retinopatia diabetica e sul diabete di tipo II. La retinopatia diabetica è una patologia oculare che risente della diffusa debolezza dei vasi sanguigni causata dal diabete. Chi ne è affetto va incontro al deterioramento ed alla morte dei fotorecettori, come conseguenza di una insufficiente irrorazione sanguigna a livello retinico e di una perdita anomala di liquidi. Si tratta di un processo irreversibile, che può colpire tutta la retina così come la sua porzione più preziosa ed importante: la macula. In tal caso, si parlerà di maculopatia diabetica. 

Il diabete di tipo II è una patologia che solitamente si presenta in età già adulta e che si caratterizza per una iperglicemia persistente dovuta a due fattori:

  • una ridotta produzione di insulina da parte del pancreas
  • e/o una ridotta sensibilità del fegato all’insulina

A differenza del diabete di tipo I, non è una patologia autoimmune, ma è innescata da molteplici fattori. In particolare, stili di vita sedentari e poco propensi all’attività fisica e una dieta sbilanciata a favore di cibi grassi, molto elaborati e poco salutari rappresentano un fattore di rischio non trascurabile. Non a caso, molti pazienti affetti da diabete di tipo II sono in sovrappeso.

Retinopatia diabetica e fenotipi: quale connessione?

Stando ai risultati di una recente ricerca scientifica, lo studio dei fenotipi della retinopatia nei pazienti affetti da diabete di tipo II può dare indicazioni utili per predire la progressione della patologia. Per fare ciò, gli studiosi hanno monitorato la salute visiva di un gruppo di pazienti affetti da retinopatia diabetica per un periodo di 5 anni. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi, corrispondenti a tre fenotipi differenti.

Individuazione dei fenotipi

Gli studiosi hanno misurato due parametri specifici in tutti i pazienti, chiamati MAT e CRT (rispettivamente turnover dei microaneurismi e spessore retinico centrale). A seconda dei valori riportati per ciascun parametro, i pazienti sono stati assegnati a 3 fenotipi differenti, A, B e C.

I risultati della ricerca

Gli studiosi hanno potuto rilevare che il fenotipo di appartenenza è un indicatore predittivo dell’andamento della patologia e del rischio più o meno alto di sviluppare le seguenti complicanze:

  • edema maculare diabetico
  • retinopatia diabetica proliferante

La ricerca scientifica si è rivelata preziosa per due motivi. Per il valore predittivo sopra descritto, ma anche perché ha evidenziato la straordinaria potenzialità di strumenti ed esami quali la tomografia ottica computerizzata (OCT) e la fotografia del fondo oculare. Grazie a questi strumenti diagnostici sofisticati e per nulla invasivi, è possibile oggi giungere ad una diagnosi tempestiva ed accurata della patologia. E, di conseguenza, a soluzioni di trattamento capaci di limitare fortemente l’impatto negativo che la retinopatia diabetica può esercitare sulla capacità visiva del paziente. In ultima istanza, ed alla luce di queste osservazioni, possiamo affermare che fare prevenzione e sottoporsi a percorsi di diagnostica mirata è fondamentale per invertire la tendenza attuale che vede un numero sempre maggiore di pazienti affetti da retinopatia diabetica in condizioni di grave deficit visivo.

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Alimenti per la vista: mangiar bene per vedere meglio

Durante il processo di invecchiamento i muscoli tendono a perdere tono, l’epidermide si fa meno elastica e mostra qualche macchiolina, l’apparato scheletrico diviene più sensibile e ce ne presenta il conto sotto forma di dolori articolari, mentre l’apparato digerente è sempre meno disposto a tollerare stili alimentari disordinati. E gli occhi? Ci avevate mai pensato? Anche l’apparato visivo invecchia insieme a noi. Non dimentichiamo che l’alimentazione sana aiuta a prevenire tante patologie, incluse quelle oculari. E ci può aiutare ad arrivare a tarda età con una vista il più possibile in forma. Scopriamo dunque insieme quali sono i migliori alimenti per la vista, capaci di proteggere i nostri occhi dall’insorgenza di patologie come la cataratta e la Degenerazione Maculare Senile.

Parola d’ordine: alimentarsi bene per preservare la salute oculare

Tra le innumerevoli ore trascorse di fronte ai supporti elettronici, lo smog, lo stress e la stanchezza, i nostri occhi sono sottoposti ad un carico di lavoro davvero notevole. Che spesso diamo per scontato. Nutrirsi correttamente, assumendo alimenti ricchi di vitamine ed antiossidanti, ci aiuta a contrastare l’influenza negativa di questi fattori, ed a prevenire l’insorgenza di alcune patologie tipiche dell’età, come la degenerazione maculare senile e la cataratta.

Mettere in tavola i migliori alimenti per la vista: da dove si comincia

In linea generale, alimentarsi correttamente significa evitare gli eccessi e prediligere frutta e verdura di stagione in abbondanza, in abbinamento a pesce azzurro e carne bianca. E bere molta acqua. Ottimi anche i semi oleosi, i cereali integrali, le farine non raffinate, i latticini magri e le uova. Da gustare con moderazione carni rosse, insaccati ed alcolici. La regola è quella di non privarsi mai di carboidrati, proteine, grassi. Sono i tre pilastri che consentono al nostro corpo di ricevere tutto ciò di cui necessita per produrre energia e per mantenersi in forma. E, naturalmente, di preservare la sua salute oculare.

A questa semplice regola si aggiunge l’importanza di fare un po’ di movimento all’aria aperta qualche volta la settimana: chi non è particolarmente sportivo, potrà optare per una lunga passeggiata a passo veloce. Un piccolo trucco che stimola il metabolismo e favorisce l’ossigenazione cellulare.

Alimenti per la vista: 3 gruppi di alimenti da tenere a mente

1 – Alimenti ricchi di carotene

I carotenoidi esercitano un’azione protettiva ed antiossidante nei confronti delle strutture oculari. Tra questi, spicca la luteina, un antiossidante presente naturalmente nella macula e nel cristallino. In generale, i carotenoidi si suddividono in alfa-carotenoidi e beta-carotenoidi: questi ultimi sono i più diffusi in natura. Il beta-carotene è fondamentale per la vista, con particolare riferimento alla visione notturna: una volta ingerito, si trasforma in vitamina A o retinolo. Analogamente, sono carotenoidi anche la zeaxantina e il licopene. I carotenoidi sono presenti in tutti gli alimenti di colore giallo, rosso e arancio, come le carote, la zucca, i peperoni, i pomodori e lo zafferano. Anche il tuorlo d’uovo è ricco di carotenoidi e di vitamina A. Per quanto riguarda il pomodoro, in particolare, conviene sapere che in cottura esso sprigiona ancor più licopene di quello presente a crudo (5 volte di più).

Il consiglio: non dimentichiamo mai di seguire la stagionalità degli alimenti per trarre il massimo beneficio da ciascuno di essi.

2 – Verdure a foglia

Le verdure a foglia sono ricche di vitamine, tra cui spiccano la C e la E. La vitamina C, in particolare, oltre ad essere fondamentale per il buon andamento di molte funzioni del nostro organismo (l’assimilazione del ferro, per esempio) svolge un’azione difensiva contro gli attacchi virali ed è in grado di rigenerare la vitamina E. In questo modo, difende i tessuti – anche quelli dei nostri occhi – dallo stress ossidativo causato dai radicali liberi. Una funzione preziosissima per il nostro benessere oculare, dal momento che le patologie oculari tipicamente connesse all’invecchiamento cellulare sono proprio legate allo stress ossidativo. Tra le verdure a foglia menzioniamo la lattuga, le cicorie, i radicchi, la scarola, i broccoli.

Il consiglio: alternare i colori consente anche di alternare i principi nutritivi di ogni alimento. Via libera ad una dieta arcobaleno!

3 – La frutta

Concludiamo la nostra carrellata di alimenti per la vista menzionando la frutta. Anche la frutta non deve mai mancare in tavola. Largo ad agrumi, fragole, kiwi, papaya, frutti rossi ed a tutta la frutta secca. Tutta la frutta è ricca di vitamine, tra cui la vitamina C, la vitamina E, gli antiociani (altri elementi preziosi e antiossidanti), ma anche zinco e zolfo. I mirtilli, per esempio, sono davvero ricchi di antiociani, che proteggono la retina dalle radiazioni solari e ne rinforzano i vasi sanguigni.

Il consiglio: la frutta è l’alimento ideale anche per gli spuntini di metà mattina e di metà pomeriggio.

Infine: ebbene, il cioccolato aiuta a mantenere a lungo la salute degli occhi

Abbiamo parlato fino ad ora di alimentazione sana menzionando una piccola “hit” dei cibi virtuosi. Gli amanti dei dolci saranno felici di sapere che anche il cioccolato è un alleato prezioso per la salute oculare, in quanto ricco di flavonoidi. Si tratta di polifenoli capaci di rallentare i processi degenerativi e favorire l’ossigenazione dei tessuti. Consumare del buon cacao o cioccolato fondente (contenente almeno il 70% di cacao) aiuta dunque a proteggere sia la retina che il cristallino dai processi ossidativi che possono portare all’insorgenza della Degenerazione Maculare Senile e della cataratta. Da evitare, invece, il cioccolato al latte. Troppo ricco di zuccheri e con una scarsa percentuale di cacao.

Il consiglio: leggere bene le etichette aiuta ad acquistare il cioccolato migliore. Meglio evitare i prodotti con l’aggiunta di zuccheri, sali o altri ingredienti non necessari.

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Malattie della retina: come difendersi

La retina è una membrana sottilissima posta internamente alla superficie del nostro bulbo oculare. Si tratta di una struttura molto delicata e preziosa, dalla quale dipende, in gran parte (anche se non esclusivamente) il buon andamento della funzione visiva. Sfortunatamente, e per vari motivi, la retina può ammalarsi. Quali sono le retinopatie più diffuse? Come difendersi dalle malattie della retina? E cosa dice la scienza in merito? Rispondiamo assieme a questi quesiti.

Malattie della retina e perché è bene che questa non si ammali

Perché la retina è così importante

Come detto in apertura, la retina è una struttura davvero preziosa. Si tratta di una membrana sottile, fittamente punteggiata di piccolissime cellule chiamate fotorecettori. I fotorecettori – coni e bastoncelli – hanno il compito di catturare l’informazione luminosa proveniente dall’esterno e convogliarla verso il nervo ottico sotto forma di impulso elettrico. Un ruolo cruciale, dunque, dal quale dipende il buon andamento dell’intera funzione visiva.

Malattie della retina: cosa sono le retinopatie

Se la retina si ammala, si deteriora o si danneggia, è possibile andare incontro a gravi e talvolta irreversibili difficoltà visive. Le patologie a carico della retina prendono il nome di retinopatie. Le retinopatie possono essere di vario genere, identificabili sulla base della causa che le ha innescate e dei loro sintomi.

1 – Retinopatia diabetica

Una delle forme più comuni e gravi di retinopatia è quella diabetica, legata a doppio filo alla presenza della suddetta patologia sistemica. Nella retinopatia diabetica, a causa della generale debolezza dei vasi sanguigni che caratterizza il diabete, si assiste ad un danneggiamento progressivo della membrana. Nelle forme meno gravi la retinopatia diabetica è reversibile, ma è molto importante trattare anche la patologia che l’ha innescata, rivolgendosi al proprio diabetologo di fiducia e seguendo la terapia prescritta. 

2 – Degenerazione maculare senile

Un altro tipo di retinopatia piuttosto comune è la degenerazione maculare senile, una patologia oculare che interessa la porzione centrale della retina, detta appunto macula. Nella degenerazione maculare senile, la porzione di campo visivo danneggiata è quella centrale. Questa malattia della retina può manifestarsi in due varianti, una detta essudativa o umida, l’altra atrofica o secca. In entrambi i casi, le cause sono l’avanzare dell’età in concomitanza con altri fattori di rischio. Tra i fattori di rischio segnaliamo, ad esempio, fumo, vita sedentaria, esposizione intensa e prolungata ai raggi ultravioletti, assunzione di determinati farmaci in modo continuativo. Se la variante essudativa è trattabile grazie alle iniezioni intravitreali, la variante atrofica è, al contrario, più difficile da curare. 

3 – Retinite pigmentosa

Infine, anche la retinite pigmentosa può essere piuttosto insidiosa. La sua causa è di tipo genetico e la conseguenza è un danno progressivo ai fotorecettori, con peggioramento della visione periferica e notturna. In questo caso il danno è irreversibile, anche se alcuni studi hanno evidenziato come l’intervento di cataratta possa portare ad un miglioramento del quadro clinico. 

Come difendersi dalle malattie della retina?

Chi si sta domandando come difendersi dalle malattie della retina troverà la risposta nel suo stile di vita. Se lo stile di vita è improntato all’alimentazione sana, ad un po’ di movimento e di vita all’aria aperta, al buon riposo, probabilmente si è già sulla strada giusta. Si ricordi di aggiungere a questi comportamenti virtuosi anche l’eliminazione del fumo e degli alcolici (o per lo meno la loro limitazione) e l’uso costante di un buon paio di occhiali da sole, anche in inverno.

Anche la scienza studia come difendersi dalle malattie della retina

Sono diversi i team di studiosi che in tutto il mondo impegnati nella ricerca di soluzioni capaci di proteggere la retina e persino di ripararla laddove danneggiata. Senza entrare nel merito di invenzioni sofisticate come l’occhio bionico o il trapianto di retina artificiale, segnaliamo due innovazioni particolarmente degne di nota che possono essere d’aiuto nella prevenzione e nella difesa nei confronti delle retinopatie.

RetCam3, la diagnostica al servizio dei prematuri

Alcune aziende impegnate nella ricerca scientifica e nella produzione di soluzioni d’avanguardia al servizio della medicina e della diagnostica hanno saputo mettere a punto strumentazioni uniche nel loro genere. Tra queste strumentazioni menzioniamo RetCam3, capace di diagnosticare con precisione la retinopatia del prematuro. Nei bambini nati pretermine, infatti, la retina non è sufficientemente vascolarizzata e, ove non trattata per tempo (solitamente con un trattamento laser), può subire un danno irreversibile.

Ringiovanire la retina con un’innovativa terapia genica: la risposta arriva da Harvard

Per quanto riguarda invece le ricerche scientifiche orientate all’individuazione di terapie mirate contro le malattie della retina, un gruppo di ricercatori dell’Harvard Medical School (USA) è riuscito a mettere a punto una terapia genica (per ora testata solamente sui topi), capace di offrire un effetto “ringiovanimento” proprio alle cellule della retina. L’effetto ringiovanimento si otterrebbe previa somministrazione di un “mix” di tre geni accuratamente selezionati dagli studiosi.

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Fumo passivo e salute oculare nei bambini

Quando si pensa al fumo passivo ed ai danni che questo può causare, sicuramente si è portati ad immaginare una serie di patologie a carico dell’apparato respiratorio. Ma non solo: il fumo passivo può mettere a repentaglio anche la salute oculare, specie nei bambini. Scopriamo come, e perché.

Fumo passivo e salute visiva nei bambini

Manteniamo le distanze

Sono già diversi anni che il fumo di sigaretta, sigaro e pipa è vietato nei luoghi pubblici. Tuttavia, sono milioni le persone in Italia che non rinunciano al rito della sigaretta. Attenzione però ai piccoli di casa: il consiglio ovvio sarebbe quello di non fumare. In ogni caso, è importante allontanarsi dai bambini, di fumare ove possibile in spazi aperti e di arieggiare molto bene gli ambienti dopo aver fumato. Come mai? Se il buon senso non è sufficiente a rispondere a questo quesito, oggi è la scienza ad affrontare l’argomento. 

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Fumo passivo e salute oculare nei bambini: cosa dice la scienza

Secondo i risultati di una ricerca scientifica recentemente apparsa su Jama Network, l’esposizione al fumo passivo nei pazienti in età pediatrica causa un assottigliamento della coroide, in misura direttamente proporzionale rispetto alla dose alla quale si è stati esposti. Lo studio ha visto la partecipazione di 1400 bambini d’età compresa tra i 6 e gli 8 anni, residenti ad Hong Kong. Gli studiosi hanno misurato lo spessore della coroide dei partecipanti tramite una OCT. L’OCT è una Tomografia Ottica Computerizzata. L’OCT è un esame non invasivo che permette di vedere e misurare nel dettaglio le diverse strutture oculari, inclusi gli strati di cui è composta la retina. Gli studiosi hanno tenuto conto di una vasta serie di fattori tra cui:

  • l’età dei bambini;
  • il loro peso corporeo;
  • il genere;
  • il peso alla nascita;
  • la presenza di almeno un fumatore in famiglia.

Stando ai risultati, dunque, l’assottigliamento della coroide aumentava in modo direttamente proporzionale al numero di fumatori presenti in famiglia ed alle ore d’esposizione al fumo passivo. 

Cosa implica l’assottigliamento della coroide?

La coroide è una sottile membrana della retina. Laddove questa si assottigli e si indebolisca, è più probabile che si vada incontro ad alterazioni vascolari della retina, con conseguente compromissione della sua funzionalità e dunque del buon andamento della funzione visiva. 

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Il fumo come fattore di rischio di altre patologie oculari

In generale, non si dimentichi che il fumo – anche passivo – è fattore di rischio per una lunga serie di patologie oculari, tra le quali citiamo la Sindrome dell’Occhio Secco, la cataratta, la retinopatia diabetica, la Degenerazione Maculare Senile, il glaucoma ed alcune patologie che interessano il nervo ottico. 

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Vista e diabete: un connubio da tenere “d’occhio”

Il diabete è una patologia ad ampissima diffusione: si stima infatti che ne soffrano, solo in Italia, 3 milioni di persone. Una cifra che, secondo le stime, è destinata a salire a 5 milioni nel 2030, con conseguenze enormi in ambito sociale e, non ultimo, economico. Oltre a curare il diabete seguendo con attenzione le indicazioni del medico, è fondamentale anche prendersi cura della propria salute oculare. Sì, perché non tutti sanno che il diabete può creare qualche problema anche agli occhi e che il connubio vista e diabete non è così infrequente come sembra. Cerchiamo di comprendere come, e perché.

Cos’è il diabete

A causa del diabete l’organismo non riesce a produrre insulina, l’ormone responsabile del controllo dei livelli di zuccheri nel sangue; oppure la produce, ma non riesce a farne buon uso. Si distingue, dunque, tra diabete di tipo 1 e di tipo 2. Se il primo è congenito, ovvero presente sin dalla nascita, il secondo, di gran lunga più diffuso, è invece causato da stili di vita sbagliati. Un’alimentazione povera in qualità e spesso troppo abbondante, in associazione con uno stile di vita eccessivamente orientato alla sedentarietà, rappresentano infatti fattori di rischio importanti per il diabete di tipo 2, e la ragione della sua massiccia diffusione. 

Vista e diabete: In che modo il diabete può minacciare la salute oculare?

Uno dei principali sintomi del diabete è quello di compromettere il buon andamento della circolazione sanguigna ed in particolare del microcircolo. Il microcircolo sanguigno è cruciale per la salute dell’apparato visivo, perché non vi è struttura oculare che non tragga ossigeno e nutrimento da esso. Laddove il microcircolo risulta inefficiente, l’occhio entrerà in uno stato di sofferenza.

Vista e diabete: quali patologie possono insorgere? 

  1. Retinopatia diabetica;
  2. Cataratta;
  3. Glaucoma neovascolare.

1 – Diabete e retinopatia

La difficoltà a livello di microcircolo causata dal diabete si ripercuote negativamente sulla retina, innescando una retinopatia. La retinopatia – specie se trascurata – è responsabile di un grave e talvolta irreversibile danno ai fotorecettori presenti sulla retina. Se la parte della retina danneggiata è la macula (cioè la sua porzione più centrale), si parlerà invece di maculopatia diabetica.

2 – Diabete e cataratta

Sono diverse le ricerche scientifiche che hanno messo in correlazione diabete e cataratta. In particolare, uno studio ha evidenziato come chi soffre di diabete abbia il doppio delle possibilità di sviluppare anche la cataratta (anche in giovane età, non dunque la cataratta senile). E non solo: se il paziente è già affetto anche da maculopatia, queste possibilità salgono a sei.

3 – Diabete e glaucoma neovascolare

Il glaucoma neovascolare può essere una conseguenza della retinopatia sopra descritta oppure – in virtù della difficoltà a livello di microcircolo posta in essere dal diabete – può causare una proliferazione di neovasi che impedisce il deflusso dell’umore acqueo, portando ad un aumento della pressione intraoculare.

Vista e diabete: prevenzione prima di tutto

Le patologie causate dal diabete possono avere conseguenze gravi ed irreversibili laddove il paziente non si prenda opportunamente cura della sua salute oculare. Per fare ciò è fondamentale recarsi dall’oculista annualmente o semestralmente (a discrezione dello specialista), anche in assenza di sintomi.

Inoltre, si consiglia di seguire un’alimentazione ricca e varia, includendo frutta e verdura di stagione e bevendo molta acqua. Infine, si raccomanda di praticare un po’ di attività fisica settimanalmente.

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Quale tecnica di chirurgia refrattiva scegliere?

Ad un non addetto ai lavori, chirurgia refrattiva può significare “tutto e niente”. Innanzitutto perché il termine “chirurgia” potrebbe far pensare a chissà quali operazioni invasive mentre, come andremo in seguito a chiarire, nella grande maggioranza dei casi l’intervento per la correzione dei difetti visivi si esegue con l’ausilio di moderni strumenti laser. In secondo luogo, perché la chirurgia refrattiva include non una singola tecnica, ma un insieme di tecniche per la correzione permanente dei difetti visivi. Sarà quindi necessario individuare quale tecnica di chirurgia refrattiva scegliere con riferimento alle proprie esigenze personali.

Entriamo dunque nel merito dell’argomento, cercando di fare chiarezza, a beneficio di chi si avvicini per la prima volta all’idea di correggere i propri difetti visivi in modo permanente.

Partiamo dal principio: i difetti visivi

Cosa sono, come si manifestano, si possono sempre correggere? 

I difetti visivi o refrattivi – miopia, ipermetropia ed astigmatismo – sono tutti i disturbi della visione che ci portano a non vedere bene come vorremmo. Sono causati nella maggior parte dei casi da un’errata localizzazione del punto di fuoco dell’immagine che, invece che venire a cadere sulla retina, è spostato rispetto ad essa in avanti, in indietro, oppure è decentrato. A questi difetti visivi si aggiunge anche la presbiopia, che si manifesta intorno ai 40 anni e che è dovuta ad una perdita di flessibilità del cristallino, con conseguente difficoltà nella corretta messa a fuoco degli oggetti posti a distanza medio-ravvicinata. Tutti i difetti possono essere corretti grazie alla chirurgia refrattiva.

L’interessante varietà di tecniche e soluzioni oggi disponibili, consente di:

  • correggere uno o più difetti assieme;
  • correggere difetti di qualunque entità;
  • recuperare un’ottimale capacità visiva;
  • regalare l’indipendenza dagli occhiali da vista.

Quali sono le tecniche maggiormente in uso in fatto di chirurgia refrattiva?

Le tecniche più usate per la correzione permanente dei difetti visivi sono due, e prendono il nome di PRK e FemtoLASIK. In entrambi i casi prevedono l’uso di moderni strumenti laser e riescono a correggere efficacemente i difetti visivi. Semplificando:

  • nella PRK l’intervento è eseguito in toto con un laser ad eccimeri che, lavorando per ablazione (cioè per sottrazione di tessuto), scolpisce la cornea così da correggere i difetti visivi e riportare il punto di fuoco nella sua posizione corretta.
  • nella FemtoLASIK lo stesso obiettivo è raggiunto con il laser ad eccimeri in abbinamento al laser a Femtosecondi. In poche parole, quest’ultimo consente di aprire il flap, una sorta di finestrella sullo strato più superficiale della cornea, e di raggiungere la parte sottostante dove andrà poi ad intervenire il laser ad eccimeri. Al termine dell’intervento, il flap sarà ricollocato in sede, senza necessità di punti di sutura o bendaggi.

Cosa succede se un paziente ha un difetto visivo molto marcato?

Anche i difetti visivi di entità medio alta (al di sopra delle 7 diottrie, indicativamente) sono correggibili in modo permanente grazie alla chirurgia refrattiva. In questi casi, è possibile ricorrere ad altre tipologie di tecniche. Per fare un esempio, è possibile abbinare una delle tecniche sopra descritte (PRK o FemtoLASIK) alla correzione tramite lente intraoculare, che regala una capacità visiva ottimale anche nel caso di difficoltà visive molto marcate (come una miopia forte, per esempio).

Dunque, quale tecnica di chirurgia refrattiva scegliere?

Per sapere qualche tecnica di chirurgia refrattiva scegliere per ritrovare un’ottimale qualità visiva e per ottenere l’indipendenza dagli occhiali, è necessario sottoporsi ad una visita oculistica specialistica.

Compito dell’oculista specialista è quello di:

  • valutare lo stato di salute oculare nel suo complesso;
  • stabilire l’idoneità del paziente rispetto all’intervento;
  • indicare quale sia la tecnica da preferire;
  • parlare con il paziente in merito alle sue aspettative.

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Hai sentito parlare di chirurgia refrattiva e vorresti incontrare uno specialista, per capire se potrebbe fare al caso tuo? Prenota una visita oculistica specialistica chiamandoci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191. Saremo lieti di rispondere ad ogni tua domanda.

Disturbi oculari da non sottovalutare

Aver cura della propria salute oculare significa non dimenticare di recarsi periodicamente dall’oculista, attenersi ad eventuali indicazioni terapeutiche prescritte, correggere opportunamente i propri difetti visivi, avere uno stile di vita sano ed equilibrato. Insomma, vuol dire volersi bene. Spesso, tuttavia, capita di prendere con leggerezza alcuni segnali che i nostri occhi ci inviano. Sarà un po’ di stanchezza! Pensiamo dentro di noi…. e invece no. Vediamo quindi 3 disturbi oculari da non sottovalutare.

1 – Un leggero ma costante calo della capacità visiva in età matura

Solitamente i difetti visivi – miopia, ipermetropia ed astigmatismo – raggiungono una loro stabilità in età adulta. Eppure, può capitare di cominciare a vedere sempre meno (o sempre peggio) in età matura ed avanzata. “Sarà la miopia che peggiora con l’età!” Si tende a pensare. “Avrò bisogno di un paio di occhiali nuovi…”. Questo tipo di pensiero è davvero molto comune, e pur tuttavia è sbagliato. Un peggioramento della vista in età matura ed avanzata è più spesso imputabile alla cataratta, l’opacizzazione del cristallino che accompagna tipicamente questa fase della vita. 

Che fare: programmare una visita oculistica per la cataratta è il primo passo per accertare la causa della propria difficoltà visiva. Intervenire tempestivamente consente non solo di recuperare una salute visiva ottimale, ma anche di mantenere, sul lungo periodo, una qualità di vita all’altezza delle proprie aspettative. Perché vedere bene tiene alto l’umore, fa sentire dinamici ed attivi anche in tarda età e mette al riparo da piccoli o grandi incidenti, anche domestici. 

2 – Disturbi oculari correlati ad una sensazione di secchezza oculare

Il secondo tra i disturbi oculari da non ignorare è la secchezza oculare. Può verificarsi a qualunque età, anche se è più diffusa nella popolazione femminile di età superiore ai 40 anni. L’errore sta nel prenderla sottogamba sin dal principio e di pensare di trattarla in autonomia tramite semplici colliri da banco. “Sarà il cambio di stagione!” si pensa. Le spiegazioni che si possono dare alla secchezza oculare sono davvero innumerevoli. Tuttavia, conviene sapere che se non trattata a dovere o se trattata autonomamente in modo scorretto, essa può diventare recidivante e difficile da risolvere, assumendo i contorni di una vera e propria patologia, la Sindrome dell’Occhio Secco.

Che fare: anche di fronte ad un episodio di secchezza oculare per noi inusuale, rechiamoci dall’oculista: saprà valutare lo stato di salute del nostro apparato visivo e spiegarci le cause del disturbo, oltre ad indicarci il percorso terapeutico da intraprendere.

3 – Percezione di flash e lampi luminosi nel campo visivo

Anche la comparsa improvvisa di flash o lampi luminosi nel campo visivo è un sintomo da non sottovalutare. Lasciar passare troppo tempo e pensare che non sia nulla di particolare è un errore. Spesso, specie se si è affetti da una miopia forte, questi flash luminosi – se associati anche ad una visione alterata e poco nitida – possono essere il campanello d’allarme di qualcosa che non va. Potrebbe essere in corso una rottura retinica capace di condurre, se trascurata, ad un distacco di retina.

Che fare: in presenza di flash luminosi improvvisi e di un abbassamento visivo, e nonostante l’assenza di alcun tipo di dolore, recatevi subito dall’oculista. Niente panico: una rottura retinica non è un’evenienza infrequente ed è trattabile con successo. L’importante è non aspettare troppo.

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