Notizie dal Centro Camo, sulle attività della clinica e del dottor Lucio Buratto

Correggere la miopia con il laser è sempre possibile?

miopia forte - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La miopia è uno dei difetti visivi più diffusi, al punto che gli esperti l’hanno definita una pandemia. Un termine sicuramente forte, che tuttavia ci dà la misura di quanto la miopia oggi sia all’ordine del giorno, specie tra le nuove generazioni. Trova origine tanto in ragioni di tipo genetico, quanto in abitudini quotidiane “sbagliate”. Ovvero, poco propense alle attività all’aria aperta e molto, invece, a quelle alla lettura di testi scritti o l’uso di device digitali. E’ lo sforzo costante nella visione da vicino, insomma, che contribuisce a quella che gli esperti definiscono come “progressione miopica”. E che è spesso tipica dell’età evolutiva. C’è un rimedio efficace e permanente? Gli strumenti laser sono sempre risolutivi? Quale differenza intercorre tra miopia e miopia elevata? Facciamo assieme il punto della situazione.

Operazione laser per la correzione della miopia: quando e per chi è indicata

Oggi gli strumenti laser sono i grandi protagonisti di buona parte della chirurgia oftalmica e della chirurgia refrattiva, ovvero di quella branca della chirurgia che si occupa di correggere i difetti visivi. E’ possibile dunque ripristinare una qualità e una quantità di visione ottimale con l’ausilio di soli strumenti laser? In molti casi sì. Per quanto la miopia e gli altri difetti visivi, tra gli interventi maggiormente effettuati menzioniamo la fotocheratectomia refrattiva (nota anche con il nome di PRK) e la femtoLASIK. I protagonisti sono il laser ad eccimeri e, le caso della FemtoLASIK, l’innovativo Femtolaser o laser a femtosecondi. Con tecniche differenti ma entrambe ampiamente efficaci – è possibile correggere i difetti visivi di entità lieve o media. Anche in combinazione tra di loro.

Chi ne è affetto lo sa bene: anche una miopia lieve o media può essere vissuta con grande difficoltà, per diverse ragioni:

  • mancanza di senso di indipendenza e di libertà di movimento in ambito lavorativo, quotidiano, sociale e ancor di più sportivo
  • sensazione di essere eccessivamente vincolati agli ausili per la visione, siano essi occhiali da vista o lenti a contatto
  • aspetto estetico che non sempre corrisponde alle proprie aspettative o sensazione di peso e fastidio sul volto
  • costi importanti e ripetuti per lenti a contatto, montature e lenti degli occhiali

Vediamo di seguito il caso di chi al contrario sia affetto da una miopia elevata.

E nel caso di miopia elevata?

La miopia forte o miopia elevata non si esaurisce in un importante calo visivo per quanto riguarda la visione da lontano. Ma diviene una vera e propria patologia che è importante curare con tempestività. Questo accade perché nella miopia forte tutte le strutture oculari sono coinvolte in un costante sforzo visivo che porta l’occhio a protrarsi verso l’esterno e ad assumere una forma progressivamente sempre più allungata. Sul lungo periodo, questa tensione costante mette sotto pressione l’intero apparato visivo affaticando anche il nervo ottico.

In tal caso, la chirurgia laser non è un’opzione, come accade per chi soffre di difetti visivi medi o lievi. Si rende necessario intervenire con maggiore incisività: la soluzione per i meno giovani è solitamente quella di impiantare un cristallino artificiale capace di ripristinare la capacità visiva corretta, eliminando anche la cataratta o andando a prevenirla se non ancora presente. Nel caso di pazienti giovani, invece, è possibile preservare il cristallino naturale, accostando ad esso una lente fachica, detta ICL.

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Occhi rossi, quando preoccuparsi?

A tutti noi è capitato almeno una volta nella vita di alzarci una mattina con un occhio particolarmente arrossato. E di provare un po’ di sana preoccupazione. Ma a cosa è dovuto l’arrossamento oculare? Quando è necessario preoccuparsi e quando invece no? Rispondiamo assieme ad alcune domande comuni sul tema.

Cosa si intende per occhi rossi e come si manifestano

Gli occhi rossi o arrossati si presentano in tal modo a seguito della dilatazione dei capillari presenti nella sclera. L’effetto visivo che ne deriva è spesso antiestetico. A volte tale fenomeno interessa un occhio solamente, ma può capitare che si manifesti in entrambi gli occhi. Vediamo di seguito quali possono essere le cause.

Cause degli occhi rossi

Gli occhi rossi o arrossati possono essere causati da agenti atmosferici o da fattori relativi alla qualità dell’aria: aria troppo secca, sole troppo forte, inquinamento atmosferico possono essere fattori scatenanti. A questi si aggiungono, per esempio, piccoli traumi o presenza di corpi estranei, come qualche granello di sabbia o qualche ciglia, ma anche le stesse lenti a contatto, se usate in maniera prolungata o trascurando le necessarie accortezze igieniche.

Può capitare anche di svegliarsi con gli occhi rossi quando si è influenzati o si ha una patologia respiratoria: tossire con insistenza può provocare una piccola emorragia sottocongiuntivale. Infine, le allergie e alcune patologie oculari possono causare un arrossamento oculare.

Quali patologie oculari possono causare episodi di arrossamento oculare?

Alcune patologie possono causare episodi di arrossamento oculare. Tra queste menzioniamo il glaucoma, la Sindrome dell’Occhio Secco, il cheratocono, ma anche l’orzaiolo, il calazio e la blefarite.

Quando preoccuparsi?

Come abbiamo appena visto, le cause degli occhi rossi possono essere innumerevoli. Non sempre è il caso di preoccuparsi, ma talune volte è bene non soprassedere ed anzi recarsi tempestivamente dallo specialista. Se insieme al rossore si manifestano anche altri sintomi, è bene andare a fondo della questione.

Tra i sintomi che possono presentarsi assieme all’arrossamento oculare troviamo:

  • bruciore o dolore oculare
  • sensazione di annebbiamento visivo
  • prurito
  • secrezioni giallognole o verdognole

Sarà lo specialista – durante la visita e il colloquio – a valutare la causa precisa degli occhi rossi e l’approccio terapeutico da seguire. Le cure potrebbero spaziare dal semplice riposo, all’uso di colliri per uso topico, sino alla somministrazione (nel caso si tratti di una infezione) di farmaci di tipo antibiotico. Si sconsiglia il ogni caso l’uso di farmaci da banco prima di conoscere l’esatta causa del disturbo.

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Sei soggetto a frequenti arrossamenti oculari oppure vuoi sottoporti ad una visita oculistica specialistica? Prenota oggi stesso la tua visita: il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi allo 02 636 1191.

Femtocataratta: caratteristiche e vantaggi

Com’è noto, la cataratta è una patologia oculare ad ampia diffusione per la quale oggi l’unica cura è l’intervento chirurgico. In tempi recenti, i continui screening promossi da enti pubblici e strutture private, le campagne di prevenzione e di sensibilizzazione e gli indubbi progressi in ambito medico-chirurgico, hanno fatto dell’intervento di cataratta una delle procedure più sicure eseguite al mondo. Una procedura che, nei centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, può aprire le porte ad una gamma di opportunità decisamente interessanti, capaci di andare ben oltre la cura della patologia. E trasformando di fatto l’intervento di cataratta in una procedura capace di prendersi cura del benessere visivo a tuttotondo. Vediamo in che modo.

Intervento di cataratta tradizionale: modalità di esecuzione e caratteristiche

Nella sua variante tradizionale, che è quella maggiormente diffusa – previa somministrazione di un’anestesia topica – si accede al cristallino grazie ad una minuscola incisione praticata sulla cornea. Di lì si inserisce uno strumento ad ultrasuoni, chiamato facoemulsificatore, che ha il compito di frantumare ed aspirare il cristallino ispessito ed opacizzato. Al termine di questa operazione, si impianta il cristallino artificiale. Molto spesso si tratta di un cristallino con il potere diottrico capace di correggere un difetto visivo (una minuscola lente monofocale, di fatto). Al termine dell’intervento può rendersi necessario applicare un punto di sutura ed il paziente avrà verosimilmente bisogno, successivamente, di indossare gli occhiali.

Femtocataratta: quando l’intervento diventa “gentile”

Nei centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico l’intervento di cataratta è oggetto di innumerevoli migliorie sul fronte tecnico. Migliorie che hanno reso la procedura di gran lunga più delicata, indolore ed affrontabile serenamente anche da parte di pazienti più timorosi.

Grazie al laser a femtosecondi addio a bisturi e strumenti taglienti

I protagonisti dell’intervento di femtocataratta non sono più strumenti taglienti e punti di sutura, ma gli strumenti laser. Il laser a femtosecondi, in particolare, è un laser di ultima generazione che, agendo tramite microimpulsi, si comporta meglio del bisturi. Oltre a sostituire il bisturi, questo laser è anche impiegato al posto del facoemulsificatore: la sua azione riesce a frantumare efficacemente il cristallino opacizzato, rivelandosi molto meno stressante per le strutture oculari di quanto accade invece nella variante tradizionale dell’intervento. Al termine dell’intervento, peraltro, non è nemmeno necessario applicare punti di sutura, perché l’incisione eseguita dal laser è altamente precisa, definita e in grado di richiudersi naturalmente.

—> Si ricordi, tuttavia, che gli strumenti più sofisticati e d’avanguardia non eseguono mai l’intervento da soli: presso i centri d’eccellenza si ha il vantaggio di trovare tecnologie eccezionali gestite da specialisti di grande perizia, esperienza e competenza. Sono loro a fare la differenza.

Con le lenti intraoculari il mondo torna ad essere bello come prima

Ma non finisce qui. Recarsi presso un centro d’eccellenza per sottoporsi all’intervento di cataratta consente anche di valutare e riconsiderare le proprie esigenze di benessere visivo a tuttotondo. E di optare per la lente intraoculare che meglio risponde alle proprie esigenze visive. Non a caso si sente spesso menzionare lintervento di cataratta refrattiva. Così, oltre a ripristinare la trasparenza del cristallino (che ricordiamo è permanente, in quanto i cristallini artificiali non sono soggetti a opacizzazione), è anche possibile optare per il potere diottrico su misura per le proprie esigenze. Di fatto, riavvolgendo il nastro del tempo e tornando a vedere come si vedeva molto prima di sviluppare la cataratta. O anche meglio.

Il panorama delle lenti intraoculari oggi è molto vasto e non c’è difetto visivo – o meglio ancora combinazione di difetti visivi – che non sia risolvibile con un’unica lente. Tra le varie opzioni disponibili attualmente sul mercato, troviamo le lenti EDOF. Si tratta di lenti intraoculari a profondità di fuoco continua – da cui l’acronimo Extended Depth of Focus -in grado di ripristinare un’eccellente qualità e quantità visiva da 40 cm circa sino all’infinito.

—> A volte non si colgono le opportunità semplicemente perché non se ne é a conoscenza: conoscere l’esistenza del laser a femtosecondi e delle lenti intraoculari di ultima generazione può aiutare a scegliere quale intervento di cataratta può fare al caso nostro, con maggiore consapevolezza e cognizione di causa.

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Eseguito il primo trapianto di occhio al mondo

Trapianto di occhio - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il progresso in ambito medico e scientifico sembra davvero non avere limiti. E lo straordinario intervento eseguito di recente presso l’ospedale universitario Nyu Langone Health di New York ne è la conferma. Un team di specialisti ha eseguito – per la prima volta al mondo – un trapianto di occhio intero con esiti decisamente promettenti. Scopriamo qualcosa di più sulla notizia.

Il paziente ha perso l’occhio a seguito di un incidente

L’intervento di trapianto di occhio intero ha avuto una durata di 21ore e ha visto la partecipazione di una équipe di specialisti composta da oltre 140 professionisti. Alla guida dell’équipe, Eduardo Rodriguez, direttore del dipartimento di chirurgia plastica Hansjörg Wyss presso il Nyu Langone. Il paziente aveva già subito innumerevoli interventi volti a salvare l’occhio danneggiato a seguito di un incidente. Sfortunatamente, si è reso comunque necessario procedere alla rimozione dell’occhio sinistro. In previsione di un possibile futuro trapianto, i chirurghi hanno deciso di recidere il nervo ottico il più possibile a ridosso del bulbo oculare.

Come è stato concepito l’intervento di trapianto di occhio intero

Rodriguez e colleghi hanno sviluppato l’idea di combinare una doppia metodica medico-chirurgica: da un lato il trapianto di occhio intero, dall’altro, il trapianto di cellule staminali adulte prelevate proprio dal medesimo donatore. L’obiettivo era fornire un nuovo occhio da donatore esterno, ma al contempo facilitare la rigenerazione dei tessuti eventualmente danneggiati. Sono innumerevoli, difatti, gli studi e le ricerche oggi orientati a valutare e confermare l’enorme potenziale che le cellule staminali hanno con particolare riferimento ai processi di rigenerazione cellulare.

Il dott. Samer Al-Homsi, direttore esecutivo del Transplantation and Cellular Therapy Center e docente presso il dipartimento di medicina del Nyu Langone, ha spiegato: “Questo è il primo tentativo di iniettare cellule staminali adulte in un nervo ottico umano durante un trapianto, nella speranza di favorire la rigenerazione del nervo“.

Protagoniste, le cellule staminali

Per l’intervento sono state utilizzate cellule staminali CD34-positive, note per il loro potenziale nel sostituire le cellule danneggiate e per le loro eccellenti proprietà neuroprotettive. Le cellule staminali sono state iniettate durante l’intervento nel punto di connessione tra l’occhio trapiantato e il nervo ottico del paziente. La procedura è stata eseguita correttamente e – ad oggi – l’occhio è in buona salute e riceve un buon afflusso di sangue. Sarà tuttavia necessario attendere ulteriormente per valutare se potrà effettivamente contribuire al recupero della vista del paziente.

Si tratta, ad ogni modo, di uno straordinario successo in ambito medico, che con buona probabilità segnerà il futuro della chirurgia oftalmica spianando la strada ad ulteriori progressi.

Leggi anche: rigenerazione cellulare, la nuova frontiera del trapianto di cornea

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Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico prestiamo la massima attenzione alle grandi novità in ambito medico, biomedico, chirurgico ma anche tecnologico applicate al mondo dell’oftalmologia. La gamma di strumenti diagnostici e di trattamenti terapeutici e chirurgici che offriamo attinge costantemente agli ultimi ritrovati e alle ultime scoperte del settore. Se sei affetto da cataratta, glaucoma, maculopatia o altra patologia oculare, siamo a tua disposizione. Prenota oggi stesso la tua visita: il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi 02 636 1191.

Iniezioni intravitreali, tutto ciò che c’è da sapere

Le iniezioni intravitreali hanno rivoluzionato il panorama dei trattamenti per diverse patologie oculari, rivelandosi efficaci nel rallentare la progressione di più di una patologia oculare e di migliorare la qualità visiva di chi vi si sottopone. Nonostante l’idea di sottoporsi ad una iniezione oculare possa suscitare qualche preoccupazione, questo approccio terapeutico si è rivelato altamente sicuro e tollerabile. Scopriamo allora insieme qualcosa in più relativamente a queste iniezioni delle quali si sente spesso parlare.

Quali patologie si possono trattare con le iniezioni intravitreali?

Le iniezioni intravitreali si sono rivelate efficaci per trattare la maculopatia degenerativa senile di tipo essudativo o umido, la retinopatia e la maculopatia diabetica e l’edema maculare.

Per quanto riguarda la maculopatia senile, le iniezioni intravitreali si sono dimostrate efficaci nel trattamento della variante umida o essudativa della patologia. I farmaci impiegati sono anti-VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare), una proteina capace di minimizzare la proliferazione di neovasi e di prevenire l’avanzamento della patologia.

Ma non finisce qui, perché le iniezioni intravitreali si rivelano preziose anche nel trattamento della retinopatia diabetica: chi è affetto da diabete, in virtù della generale debolezza dei vasi sanguigni, può sperimentare una serie di disturbi anche a livello oculare. Disturbi importanti che conducono a gonfiore, infiammazione o accumulo di liquidi (l’edema maculare, appunto). Anche in questo caso, l’approccio terapeutico tramite iniezioni intravitreali può rivelarsi un alleato prezioso. E’ importante che chi ha il diabete si sottoponga a frequenti controlli oculistici, specialmente per quanto riguarda lo stato di salute della retina e del cristallino.

Le iniezioni intraoculari sono sicure?

Abbiamo già accennato in apertura alla sicurezza di questo tipo di procedura. E’ indubbio che l’idea di sottoporsi ad una iniezione oculare possa suscitare timore e preoccupazione: sono emozioni del tutto normali. E’ anche importante avere la consapevolezza che si tratta di procedure che devono essere eseguite da mani esperte e competenti. A tal proposito, il Centro Ambrosiano Oftalmico è stato uno tra i primi specialisti in Italia ad eseguirle: oggi il trattamento tramite iniezioni intravitreali è eseguito quotidianamente dal nostro team di specialisti con una lunga e comprovata esperienza nel settore.

Un altro aspetto a favore della sicurezza della procedura è l’innovazione tecnologica che sta alla base della sua esecuzione. Gli aghi sempre più sottili e i sistemi di somministrazione controllata sono tra gli aspetti che rendono le iniezioni intravitreali non solo altamente sicure, ma anche maggiormente confortevoli lato paziente.

Infine, poiché le iniezioni si somministrano direttamente nell’occhio, il farmaco riesce ad apportare il suo beneficio proprio laddove necessario, riducendo al minimo eventuali effetti a livello sistemico.

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Occhi e montagna: come comportarsi?

occhi e montagna - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La montagna è un piacere in tutte le stagioni: con la sua aria pura e la sua straordinaria capacità di trasmettere un senso di pace unico nel suo genere, attrae ed accoglie stagione dopo stagione visitatori ed appassionati d’ogni sorta di sport all’aria aperta. Spendiamo oggi due parole sull’importanza di preservare la salute dei nostri occhi in montagna durante la stagione invernale, quando sole, neve e vento sono all’ordine del giorno.

Quali elementi possono influire sugli occhi in montagna?

Come detto, la montagna è sempre un piacere, capace di svagare e ritemprare corpo e anima come non mai. In montagna si trova tuttavia un mix di elementi che possono causare qualche fastidio o disturbo a livello oculare. Tra questi menzioniamo, come già accennato il vento, il sole, la neve, ma anche la qualità dell’aria e l’altitudine.

Occhi e montagna: fondamentale proteggersi dai raggi ultravioletti

Come abbiamo già ripetuto in altre occasioni, i raggi ultravioletti sono invisibili all’occhio umano, non caldi e dalla lunghezza d’onda capace di penetrare in profondità nei nostri occhi, raggiungendo anche la retina. Proprio perché invisibili, la pupilla non riesce ad impedirne il transito. I raggi UV penetrano nell’atmosfera anche attraverso le nuvole: è sbagliato pensare che quando il cielo è coperto e la giornata è grigia, i nostri occhi siano al sicuro. Inoltre, si tenga presente che la neve e l’acqua esercitano un effetto riverbero molto marcato, amplificando la radiazione e di conseguenza i suoi effetti.

I danni da esposizione intensa ai raggi UV possono essere irreversibili. Diverse patologie oculari, come la degenerazione maculare senile o la cataratta, annoverano tra i fattori di rischio proprio l’esposizione prolungata ed intensa ai raggi solari.

Attenzione anche ad aria e vento

Proseguiamo l’approfondimento sul tema del legame che intercorre tra salute degli occhi e montagna prendendo in considerazione le conseguenze di una esposizione intensa ad aria e vento. Aria e vento in montagna possono essere sferzanti: anche in tal caso è fondamentale proteggersi. Un’esposizione prolungata ad aria e vento può infiammare la congiuntiva, causando arrossamento, iperlacrimazione, bruciore oculare. Possono altresì verificarsi processi infettivi che andranno curati tempestivamente e adeguatamente sotto la supervisione di un oculista specialista. Anche la cornea può risentire negativamente di un’esposizione eccessiva al vento e al sole: una delle conseguenze più spiacevoli è lo pterigio, una neoformazione simile ad una escrescenza che parte dalla congiuntiva ed interessa la cornea, solitamente ben visibile anche ad occhio nudo. Lo pterigio si cura con colliri specifici ma talvolta può essere necessario ricorrere alla chirurgia.

Proteggere gli occhi dei bambini, sempre

Se quanto detto sino ad ora è importante e valido per i nostri occhi, lo è ancor di più per quelli dei più piccoli. L’apparato visivo dei bambini è delicatissimo e ancora in una fase evolutiva. Proteggerlo è fondamentale per preservare il loro benessere visivo ed oculare, ma anche per consentire loro di godere in totale spensieratezza della permanenza in montagna. Anche per quanto riguarda i bambini, dunque, il legame tra occhi e montagna può presentare qualche piccola insidia.

Occhi e montagna, cosa fare: acquistare un paio di occhiali da sole dotati di marchio CE ed indossarli con qualunque tempo, anche quando il tempo è nuvoloso. Se si praticano sport invernali, anche gli occhiali sportivi, le maschere da sci, snowboard o altro sport, dovranno essere certificati e di buona qualità. In caso di fastidio, arrossamento, bruciore o altro sintomo, è bene contattare tempestivamente un oculista.

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Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione con un team di oculisti specialisti altamente preparati e costantemente aggiornati sulle più recenti novità in ambito oftalmologico e chirurgico. Prenota oggi stesso una visita di controllo per te e per i tuoi bambini. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi 02 636 1191.

Blefarocalasi cause e rimedi

La blefarocalasi è una condizione clinica molto simile alla ptosi, a tal punto che le due sono spesso confuse e scambiate l’una con l’altra. Scopriamo assieme la differenza tra ptosi e blefarocalasi e vediamo come ripristinare efficacemente tanto l’estetica quanto un’ottimale funzionalità visiva nel caso del secondo disturbo.

Differenza tra ptosi e blefarocalasi

Come accennato in apertura, ptosi e blefarocalasi sono due condizioni cliniche simili ma tuttavia differenti. La ptosi è un abbassamento della palpebra ed è dovuta ad un rilassamento del muscolo che dovrebbe sostenerla. La blefarocalasi è invece un cedimento del tessuto che compone la palpebra. Per effetto della gravità, questo tessuto in eccesso genera una piega palpebrale che talvolta arriva anche a superare il bordo palpebrale e a compromettere la funzionalità visiva.

La blefarocalasi non è un disturbo solamente di natura estetica

La blefarocalasi è una condizione clinica nella quale la palpebra è interessata da un cedimento dei tessuti verso il basso. Le cause sono diverse: il tempo che avanza, un impoverimento di collagene a livello cellulare, la forza di gravità.

L’eccesso di tessuto palpebrale o la sua marcata lassità possono dare adito a disagio sociale e imbarazzo. Ma non solo. Qualora la blefarocalasi sia superiore e importante, anche la funzione visiva può diventare difficoltosa. Entrambe le ragioni sono più che sufficienti – anche se prese singolarmente – per decidere di prendere provvedimenti.

In cosa consiste l’intervento di blefaroplastica?

Oggi la chirurgia oftalmica ed estetica consentono di ripristinare efficacemente la funzione estetica e visiva grazie ad un unico intervento detto di blefaroplastica. Si tratta di una procedura chirurgica di breve durata e per nulla dolorosa. Si esegue in anestesia topica previa somministrazione di una leggera sedazione. E’ fondamentale che sia eseguita da mani particolarmente esperte al fine di avere la certezza che non rimanga traccia dell’intervento e che la quantità di tessuti rimossi sia esattamente quella necessaria a rispetto alle esigenze specifiche di ciascun paziente. Qualora la porzione di tessuto rimossa sia eccessiva, gli effetti collaterali potrebbero essere fotofobia, secchezza oculare, arrossamento. Qualora al contrario sia insufficiente, la blefarocalasi potrà dirsi non efficacemente risolta.

I punti di sutura sono applicati lungo la piega palpebrale tramite un filo sottilissimo affinché, nel giro di qualche settimana, non rimanga alcuna traccia dell’intervento eseguito. La blefaroplastica può essere eseguita sia a livello di palpebra superiore che inferiore.

Quali sono i vantaggi dell’intervento?

Di seguito i vantaggi offerti dall’intervento di blefaroplastica:

  1. ripristinare un’efficace funzionalità palpebrale, migliorando la funzione visiva e incentivando una buona lubrificazione della superficie oculare
  2. restituire uno sguardo fresco e ringiovanito

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Vuoi conoscere più da vicino la Divisione Oculoplastica operativa presso il Centro Ambrosiano Oftalmico? Pensi di essere affetto o affetta da blefarocalasi e vorresti conoscere più da vicino l’intervento di blefaroplastica? Chiamaci. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi 02 636 1191.

TAC dopo intervento di cataratta: si può fare?

Tra le domande più frequenti sull’operazione di cataratta vi sono quelle che fanno riferimento al “dopo”. Ovvero, a tutto ciò che si può o non si può fare nel periodo post operatorio. E tra queste, non mancano mai quelle che riguardano eventuali esami diagnostici. E’ possibile sottoporsi ad una risonanza magnetica? E a una TAC? Approfittiamo dunque per rispondere proprio al dubbio che molti dei nostri pazienti esprimono rispetto all’eventualità e alla necessità di sottoporsi ad una TAC dopo l’intervento di cataratta.

Che cos’è la TAC? E’ un esame che comporta dei rischi?

La TAC – Tomografia Assiale Computerizzata – è un esame diagnostico approfondito che si prescrive di solito in seconda battuta dopo eventuali radiografie o ecografie. Si esegue tramite somministrazione di raggi X nelle porzioni del corpo che si intende indagare. I raggi X utilizzati per una TAC sono percentualmente maggiori rispetto a quelli necessari per l’esecuzione di una comune radiografia, ma rimangono sempre entro i limiti di sicurezza per la salute umana. Naturalmente si prescrive solo se strettamente necessaria, ma, come detto, non comporta alcun rischio.

Chi è affetto da cataratta può sottoporsi ad una TAC?

Molti pazienti affetti da cataratta – specie laddove la cataratta sia ad uno stadio iniziale – temono che l’esame diagnostico predisponga ad un peggioramento della patologia oculare. Tuttavia, il loro timore non trova fondamento scientifico, né conferma nella realtà. Non c’è motivo di temere che la cataratta peggiori a seguito dell’esame. Sicuramente peggiorerà, come accade naturalmente, in virtù del tempo che avanza o della concomitanza di una serie di fattori predisponenti. Ma il peggioramento non sarà imputabile alla TAC. Ricordiamo, ad ogni modo, che è bene eseguire l’intervento di cataratta il prima possibile a seguito della diagnosi.

E’ possibile sottoporsi alla TAC dopo l’intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta non è una controindicazione all’esecuzione della TAC

Un’altra domanda frequente è relativa all’esecuzione della TAC dopo l’intervento di cataratta. Ebbene, essere portatori di cristallini artificiali non è una controindicazione né un limite all’esame. Chi si è sottoposto all’intervento di cataratta può sottoporsi all’esame diagnostico senza timore che le proprie lenti intraoculari o più in generale l’apparato visivo ne siano compromessi.

Vuoi saperne di più?

Ti è stata diagnosticata la cataratta o sei in procinto di sottoporti all’intervento per la sua rimozione? Vuoi conoscere più da vicino i diversi aspetti dell’intervento, sia per ciò che concerne il periodo pre operatorio che quello post operatorio? Vieni a trovarci: saremo lieti di fornirti tutte le delucidazioni che desideri. Chiamaci: il centralino del Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi 02 636 1191.

Come vede chi è affetto da glaucoma?

cura del glaucoma - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il glaucoma è una delle patologie oculari più diffuse al mondo e sfortunatamente la sua diagnosi è spesso tardiva. Il concetto di prevenzione in ambito oculistico non è ancora così diffuso come accade in altri ambiti della salute. E, poiché il glaucoma è una patologia tutto sommato silente (almeno nel suo stadio iniziale), spesso la diagnosi giunge tardi. Quando, effettivamente, si comincia a non vedere più bene. Vediamo dunque come vede chi è affetto da glaucoma e perché è importante recarsi dall’oculista.

Diagnosi del glaucoma: perché la tempestività è fondamentale

Come accennato in apertura, il glaucoma è una patologia che esordisce in maniera del tutto silente. Si caratterizza per un aumento della pressione intraoculare che, se persiste a lungo nel tempo, può danneggiare in modo irreversibile le strutture oculari. I danni si manifestano e sono percepibili in modo conclamato quando la patologia è già ad uno stadio pressoché avanzato. Ed è allora che chi ne è affetto si rende conto solitamente che qualcosa non va.

Il concetto di prevenzione con riferimento al glaucoma è più che mai cruciale: una diagnosi tempestiva e corretta è il primo passo per preservare la propria salute visiva sul lungo periodo.

E se la diagnosi è tardiva?

Qualora, al contrario, la diagnosi non arrivi in tempo utile per procedere con le necessarie terapie, i danni potrebbero interessare il nervo ottico, pregiudicando in modo irreversibile la capacità visiva. In tal caso è possibile andare incontro a stati di ipovisione anche di una certa importanza. Si consideri che il glaucoma è la seconda causa di cecità al mondo.

Quando il glaucoma è nelle sue fasi d’esordio, chi è affetto da glaucoma vede in modo normale, compatibilmente con gli eventuali difetti visivi già presenti.

Come fare a sapere se si è affetti da glaucoma?

La genetica conta, ma non solo

Il glaucoma è una patologia causata da innumerevoli fattori: tra questi, anche la genetica ha il suo peso. Il mondo della scienza sta ancora indagando le cause della patologia: tuttavia, qualora vi sia familiarità, conviene non mancare ai frequenti controlli della salute oculare. Ad ogni modo, è importante ricordare che la visita oculistica specialistica è molto di più di una semplice misurazione della vista e che tutti vi si dovrebbero sottoporsi periodicamente.

Sottoporsi a periodici controlli della salute oculare non serve solo a misurare la vista ed a sapere se indossare o meno gli occhiali. E’ fondamentale anche per diagnosticare eventuali patologie – anche asintomatiche – che è importante curare con tempestività.

Come vede chi è affetto da glaucoma?

Glaucoma ad angolo aperto e glaucoma ad angolo chiuso: ecco come vede chi ne è affetto

Esistono due tipologie di glaucoma, dette ad angolo chiuso e ad angolo aperto. Il glaucoma ad angolo chiuso è meno frequente ma più aggressivo. E’ una forma acuta, che induce una serie di sintomi visivi più repentini e più immediatamente percepibili. Si sperimentano pertanto visione offuscata e visione di aloni. Questi sintomi si accompagnano spesso a dolori alla testa o agli occhi, accompagnati da nausea.

Chi è invece affetto da glaucoma ad angolo aperto – che è la forma più frequente ed è cronica – sperimenta una progressione dei sintomi più lenta e meno evidente. Ad ogni modo, una volta che il nervo ottico è danneggiato, si comincia a sperimentare un calo visivo irregolare e “a macchie” con zone nelle quali si vede bene alternate invece a zone di cecità.

Cura del glaucoma: in cosa consiste?

La cura del glaucoma è frequentemente di tipo farmacologico e prevede la somministrazione di farmaci per uso topico volti ad abbassare e tenere sotto controllo la pressione intraoculare. I farmaci sono molto utili a patto che siano assunti con regolarità e secondo quanto prescritto dallo specialista, pena un peggioramento della patologia. Non sempre però i farmaci sono sufficienti.

Qualora la patologia sia già ad uno stadio molto avanzato, si ricorre alla chirurgia: tramite l’intervento chirurgico, si riaprono le vie di deflusso dell’umor acqueo, favorendo un abbassamento della pressione intraoculare.

Esiste oggi un innovativo e molto interessante trattamento laser, che consente di ripristinare una buona permeabilità dei tessuti e di tenere sotto controllo la patologia a lungo nel tempo. Questo trattamento prende il nome di laser SLT, dove SLT sta per trabeculoplastica laser selettiva. La peculiarità di questo laser è la sua capacità di intervenire solamente sulle porzioni di tessuto affette dalla patologia, risultando efficace solo laddove necessario e per nulla invasivo nei confronti dei tessuti circostanti. Un trattamento non traumatico che consente di curare il glaucoma in modo efficace e tangibile già dalla prima seduta.

La trebeculoplastica laser selettiva (laser SLT) è un trattamento d’avanguardia nella cura del glaucoma. E’ un trattamento indolore e di breve durata ed offre risultati tangibili e durevoli nel tempo, disponibile oggi presso i centri sanitari d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico.

Vuoi saperne di più?

Ti è stata diagnosticato il glaucoma e desideri conoscere più da vicino il trattamento laser SLT come eseguito presso il nostro centro d’eccellenza? Chiamaci: il centralino del Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi 02 636 1191.

Lenti EDOF e intervento di cataratta: un binomio vincente

Quello con l’intervento di cataratta è un appuntamento al quale – percentualmente parlando – 8 italiani su 10 tra i 70 ed i 74 anni si trovano a doversi presentare. Questo dato importante è il risultato della combinazione di due fattori: la marcata diffusione della patologia nella sua variante senile, e il fatto che l’unica soluzione per la cataratta sia l’intervento chirurgico. Una procedura oggi ampiamente di routine, resa ancora più interessante e poco traumatica – in particolar modo nelle strutture sanitarie d’eccellenza – da una serie di innovazioni tecnologiche capaci di esercitare un indubbio appeal nei pazienti più attenti. Ci riferiamo ai moderni strumenti laser ma anche alle lenti intraoculari di ultima generazione. Tra queste, le innovative lenti EDOF.

L’intervento di cataratta va eseguito quanto prima: perché?

L’intervento di cataratta è una procedura mini invasiva e totalmente indolore per sostituire il cristallino naturale in via di opacizzazione con uno artificiale perfettamente trasparente. Un cristallino del tutto nuovo, che manterrà la sua efficacia e la sua trasparenza per tutta la durata della vita del paziente.

Si consiglia sempre di eseguire l’intervento non appena si riceve la diagnosi, anche se la patologia è ancora al suo stadio iniziale e se l’età non è particolarmente avanzata.

Le ragioni sono diverse:

  1. non ha alcun senso lasciare che la propria capacità visiva peggiori con l’andare del tempo, compromettendo a piccoli passi la qualità del proprio quotidiano, generando insicurezza in ambito motorio, stradale e pregiudicando la qualità visiva anche a livello di nitidezza dei colori;
  2. la cataratta avanzata può portare ad una serie di conseguenze importanti sul piano della salute oculare: tra queste, menzioniamo l’aumento di pressione intraoculare e l’eventuale sfaldamento del cristallino ispessito ed opacizzato;
  3. l’intervento ha l’obiettivo di eliminare in modo permanente la cataratta ma – grazie alle lenti intraoculari come le lenti EDOF – può rivelarsi anche un’opportunità. Spieghiamo di seguito come e perché.

Lenti EDOF e intervento di cataratta

Come appare chiaro dalle considerazioni sopra esposte, l’intervento di cataratta è una procedura da affrontare con tempestività non appena si riceve la diagnosi, e può comportare alcuni vantaggi. Il cristallino artificiale che si impianta al posto di quello naturale può essere dotato del potere diottrico di cui si ha bisogno per ripristinare al meglio la propria capacità visiva.

In questo senso, non si recupera solamente la qualità visiva messa a repentaglio dalla cataratta, ma anche la quantità visiva persa a causa dei propri difetti visivi. Di fatto, si può riuscire anche a fare a meno degli ausili esterni per la visione – quali lenti a contatto e occhiali da vista – “approfittando” dell’intervento di cataratta, al quale ci si dovrebbe sottoporre in ogni caso.

Il mercato delle lenti intraoculari è molto vasto e consente oggi di rispondere ad una vasta gamma di esigenze visive. Possiamo affermare senza timore di esagerare che le lenti intraoculari oggi sono di fatto personalizzabili, proprio come accade per le lenti oftalmiche che comunemente indossiamo sotto forma di occhiali da vista. A ciascuno la sua, insomma.

Cosa sono le lenti EDOF

Tra le lenti intraoculari più interessanti che vale la pena di conoscere, non possiamo non menzionare le lenti EDOF. Si tratta di lenti intraoculari capaci di correggere una gamma molto ampia di esigenze visive: da quelle particolarmente ravvicinate – intorno ai 40 cm – fino all’infinito. Tutto ciò con una sola lente.

Le lenti EDOF sono pensate per soddisfare appieno le necessità di chi conduce stili di vita dinamici e in movimento, praticando sport, trascorrendo molto tempo fuori casa o alla guida. Consentono di tornare a vedere bene il cruscotto dell’auto o lo schermo del proprio portatile ma anche le lunghe distanze: non a caso sono perfette anche per chi soffre di miopia. E sono molto performanti anche in condizioni di scarsa luminosità, grazie alla loro capacità di ridurre al minimo la visione di aloni e sfocature.

L’unico occhiale che potrà eventualmente servire è quello per la lettura o per lavori che richiedono minuzia e precisione, come il ricamo o il cucito, per fare un esempio. Ma, in generale, le lenti EDOF sono ottime “compagne di vita” per il quotidiano, consentendo di muoversi dentro e fuori casa con sicurezza e disinvoltura senza dover indossare continuamente gli occhiali da vista. Regalando una qualità visiva davvero eccellente.

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Ti è stata diagnosticata la cataratta e desideri conoscere più da vicino l’intervento come eseguito presso il nostro centro d’eccellenza? Chiamaci: il centralino del Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi al numero 02 636 1191.