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Disturbi oculari da non sottovalutare

Aver cura della propria salute oculare significa non dimenticare di recarsi periodicamente dall’oculista, attenersi ad eventuali indicazioni terapeutiche prescritte, correggere opportunamente i propri difetti visivi, avere uno stile di vita sano ed equilibrato. Insomma, vuol dire volersi bene. Spesso, tuttavia, capita di prendere con leggerezza alcuni segnali che i nostri occhi ci inviano. Sarà un po’ di stanchezza! Pensiamo dentro di noi…. e invece no. Vediamo quindi 3 disturbi oculari da non sottovalutare.

1 – Un leggero ma costante calo della capacità visiva in età matura

Solitamente i difetti visivi – miopia, ipermetropia ed astigmatismo – raggiungono una loro stabilità in età adulta. Eppure, può capitare di cominciare a vedere sempre meno (o sempre peggio) in età matura ed avanzata. “Sarà la miopia che peggiora con l’età!” Si tende a pensare. “Avrò bisogno di un paio di occhiali nuovi…”. Questo tipo di pensiero è davvero molto comune, e pur tuttavia è sbagliato. Un peggioramento della vista in età matura ed avanzata è più spesso imputabile alla cataratta, l’opacizzazione del cristallino che accompagna tipicamente questa fase della vita. 

Che fare: programmare una visita oculistica per la cataratta è il primo passo per accertare la causa della propria difficoltà visiva. Intervenire tempestivamente consente non solo di recuperare una salute visiva ottimale, ma anche di mantenere, sul lungo periodo, una qualità di vita all’altezza delle proprie aspettative. Perché vedere bene tiene alto l’umore, fa sentire dinamici ed attivi anche in tarda età e mette al riparo da piccoli o grandi incidenti, anche domestici. 

2 – Disturbi oculari correlati ad una sensazione di secchezza oculare

Il secondo tra i disturbi oculari da non ignorare è la secchezza oculare. Può verificarsi a qualunque età, anche se è più diffusa nella popolazione femminile di età superiore ai 40 anni. L’errore sta nel prenderla sottogamba sin dal principio e di pensare di trattarla in autonomia tramite semplici colliri da banco. “Sarà il cambio di stagione!” si pensa. Le spiegazioni che si possono dare alla secchezza oculare sono davvero innumerevoli. Tuttavia, conviene sapere che se non trattata a dovere o se trattata autonomamente in modo scorretto, essa può diventare recidivante e difficile da risolvere, assumendo i contorni di una vera e propria patologia, la Sindrome dell’Occhio Secco.

Che fare: anche di fronte ad un episodio di secchezza oculare per noi inusuale, rechiamoci dall’oculista: saprà valutare lo stato di salute del nostro apparato visivo e spiegarci le cause del disturbo, oltre ad indicarci il percorso terapeutico da intraprendere.

3 – Percezione di flash e lampi luminosi nel campo visivo

Anche la comparsa improvvisa di flash o lampi luminosi nel campo visivo è un sintomo da non sottovalutare. Lasciar passare troppo tempo e pensare che non sia nulla di particolare è un errore. Spesso, specie se si è affetti da una miopia forte, questi flash luminosi – se associati anche ad una visione alterata e poco nitida – possono essere il campanello d’allarme di qualcosa che non va. Potrebbe essere in corso una rottura retinica capace di condurre, se trascurata, ad un distacco di retina.

Che fare: in presenza di flash luminosi improvvisi e di un abbassamento visivo, e nonostante l’assenza di alcun tipo di dolore, recatevi subito dall’oculista. Niente panico: una rottura retinica non è un’evenienza infrequente ed è trattabile con successo. L’importante è non aspettare troppo.

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Trattamento della cataratta, dove andare?

Il trattamento della cataratta è una delle procedure chirurgiche più diffuse al mondo. Tra i motivi di questa notevole diffusione dell’intervento, vi è anche l’allungamento significativo dell’aspettativa di vita. Dall’antichità sino ad oggi, l’uomo è andato via via aggiungendo tasselli ad un sapere e ad un saper fare che gli hanno consentito di raggiungere quel progresso sociale, tecnologico e medico-scientifico che oggi diamo per assodato, ed un’aspettativa di vita sempre più lunga. Non stupisce, dunque, che alcune patologie tipiche dell’età avanzata abbiano attualmente un’incidenza mai vista nelle epoche passate. La cataratta è tra queste.

A ben guardare, in effetti, la terza età oggi non è altro che una seconda giovinezza, fatta per riscoprire affetti, passioni, interessi, e per godere di tutta la bellezza della nostra esistenza, anche nei piccoli gesti. Come alzarsi al mattino ed ammirare il mondo dalla propria finestra. E allora, dove andare per il trattamento della cataratta? A chi rivolgersi con fiducia? Quali sono le tecniche oggi maggiormente in uso?

Il trattamento della cataratta: parola d’ordine, tecnologia

Il trattamento della cataratta è una procedura ad altissimo apporto tecnologico. A partire dal percorso diagnostico, sino ad arrivare all’intervento di cataratta vero e proprio, la tecnologia è protagonista. Già durante la diagnostica, è possibile:

  • Appurare lo stato di salute oculare del paziente;
  • Accertare l’eventuale presenza di altre patologie oculari, come glaucoma o maculopatia;
  • Analizzare i dati per mettere a punto una procedura chirurgica altamente personalizzata.

Tra gli strumenti più preziosi nelle mani di medici e chirurghi nel corso del trattamento della cataratta, troviamo oggi:

  • il microscopio operatorio, capace di ingrandire il campo visivo del chirurgo offrendo immagini molto nitide e perfettamente illuminate;
  • il facoemulsificatore ad ultrasuoni, pensato per frantumare il cristallino oramai opacizzato e contestualmente aspirarlo;
  • il laser a femtosecondi, un laser a microimpulsi di ultima generazione capace di sostituirsi al bisturi, garantendo incisioni ad altissima precisione che non necessitano poi di punti di sutura.

L’ultima fase dell’intervento di cataratta prevede l’impianto di una lente intraoculare. Le lenti intraoculari di ultima generazione sono realizzate in un materiale molto flessibile e perfettamente biocompatibile ed offrono al paziente indubbi vantaggi:

  • non necessitano di essere sostituite;
  • consentono di correggere difetti visivi preesistenti (miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia).

Strumenti d’eccellenza nelle mani di équipe mediche di alto profilo

La moderna chirurgia della cataratta necessita di questi straordinari strumenti, molti dei quali disponibili soltanto presso le migliori strutture. Questi esprimono il massimo delle loro potenzialità nelle mani di un chirurgo esperto e preparato. Dove andare, dunque, per il trattamento della cataratta? Dove trovare la giusta combinazione tra esperienza e tecnologia d’avanguardia? Il consiglio è quello di orientarsi verso una clinica d’eccellenza.

Il Centro Ambrosiano Oftalmico garantisce:

  1. équipe mediche di altissimo profilo;
  2. tutte le strumentazioni d’avanguardia, tanto in ambito diagnostico quanto in ambito chirurgico;
  3. le migliori lenti intraoculari Premium disponibili oggi sul mercato.

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Vista dopo i 40 anni: come cambiano i nostri occhi

vista dopo i 40 anni - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Nel periodo della nostra vita che va dai 20 fino ai 40 anni la nostra capacità visiva rimane, con o senza difetti visivi, tutto sommato stabile. Dai 40 anni in poi le cose iniziano a cambiare e ad evolversi. Talvolta impercettibilmente, altre volte meno. Come cambia la vista dopo i 40 anni? Quali sono i difetti visivi e le patologie che comunemente compaiono mano a mano che il tempo passa? Facciamo il punto della situazione.

Il primo ospite sgradito: la presbiopia

Fino ai 40 anni circa, a meno che non vi siano già altri difetti visivi, a nessuno verrebbe mai in mente di non riuscire più a leggere il giornale, a lavorare al computer, ad utilizzare facilmente lo smartphone. Eppure, un bel giorno, ci si rende conto che per riuscire in quelle piccole e tutto sommato banali azioni si è costretti ad allontanare leggermente l’oggetto dal viso. Che cosa è cambiato? E’ successo che la presbiopia ha fatto capolino nella nostra vita. Rassicuriamoci, è del tutto normale, e succede quasi a tutti.

Presbiopia: con l’avanzare dell’età, il cristallino, la minuscola lente situata all’interno dell’occhio, perde la sua flessibilità. E viene meno quella che gli esperti chiamano capacità di accomodazione, cioè di spostare in modo naturale ed involontario il fuoco da lontano a più vicino. Gli ipermetropi e gli astigmatici sono i primi a rendersi conto di aver sviluppato anche la presbiopia, mentre i miopi compensano togliendosi gli occhiali, almeno per i primi tempi.

Come si risolve la presbiopia: Con gli occhiali da vista in modo temporaneo, oppure con un semplice intervento laser, simile all’intervento per la correzione dei difetti visivi con tecnica FemtoLASIK. In alternativa, esiste anche la sostituzione del cristallino così come avviene per la cataratta, oppure l’inserimento di lenti intracorneali.

La cataratta

La perdita di efficienza del cristallino è legata a doppio filo all’insorgenza della presbiopia, ma non solo. Con l’avanzare del tempo (già intorno ai 55 – 60 anni) il cristallino perde sempre di più la sua trasparenza, si indurisce e si ispessisce. Il risultato è una visione dei colori e delle forme sempre più incerta e meno nitida. Segno che siamo affetti da cataratta.

Cataratta: è la progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino.

Come si risolve la cataratta: non esiste terapia farmacologica per rallentare o migliorare l’opacizzazione del cristallino. L’unica soluzione è la sostituzione del cristallino con una lente intraoculare artificiale (intervento di facoemulsificazione).

Degenerazione maculare senile

Non sempre la progressiva incertezza della visione è causata dalla cataratta. A volte ad invecchiare assieme a noi è la macula, la porzione centrale (preziosissima e delicatissima) della nostra retina. E allora, le difficoltà visive si sperimenteranno proprio a livello di visione centrale, mentre per quanto riguarda la visione periferica ci sembra tutto sommato di vedere ancora bene. Questa patologia prende il nome di degenerazione maculare senile.

Degenerazione maculare senile: è un deterioramento progressivo dei fotorecettori presenti sulla macula. Si può presentare in due varianti, una detta essudativa (umida), l’altra atrofica (secca). La prima è trattabile grazie alle iniezioni intravitreali.

Come si risolve la maculopatia: la maculopatia senile di tipo essudativo si risolve con delle punturine indolori chiamate iniezioni intravitreali, a base di un farmaco specifico per la patologia. La variante atrofica della patologia è invece più difficile da trattare.

Glaucoma

I 40 anni rappresentano un po’ il giro di boa della salute oculare, ed è proprio a questa età che può fare la sua comparsa, in sordina, una patologia oculare chiamata glaucoma. Perché in sordina? Il glaucoma inizialmente è asintomatico, dunque può capitare di esserne affetti inconsapevolmente. L’incidenza non è altissima ma può capitare. E’ bene dunque non dimenticare di sottoporsi a periodici controlli della salute oculare.

Glaucoma: è un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, può danneggiare le strutture oculari con particolare riferimento al nervo ottico. Il risultato è una perdita irreversibile della propria capacità visiva.

Come si risolve il glaucoma: Il glaucoma si può trattare farmacologicamente grazie ad una terapia ipotonizzante a base di specifici colliri: è molto importante, in questo caso, seguire molto attentamente la terapia. A volte si rende necessario un piccolo intervento di chirurgia oculare per favorire l’abbassamento della pressione intraoculare (trabulectomia).

Insomma, l’età che avanza può mettere a dura prova la nostra salute oculare. Ciò non significa che ci si debba allarmare. Affrontare l’età adulta e matura con la giusta dose di serenità è fondamentale per vivere bene. A tal fine, il consiglio è quello di prendersi cura di se stessi, programmando anno dopo anno una serie di controlli della propria salute – inclusa quella oculare – onde prevenire e se necessario intervenire tempestivamente nei confronti di eventuali patologie.

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Cataratta secondaria: sintomi e soluzioni

cataratta secondaria - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’intervento di cataratta è una procedura di routine con un tasso di rischio e di complicazioni post-operatorie decisamente minimo (meno dell’1%). Ad abbassare questa percentuale concorre anche l’esperienza del chirurgo che esegue l’intervento, la cui manualità, associata all’uso di strumenti di ultima generazione (come il laser a femtosecondi), fa della procedura una delle più sicure al mondo in ambito chirurgico. Una volta operata, la cataratta non fa più ritorno, anche perchè il cristallino artificiale non è destinato a perdere la sua trasparenza. Tuttavia, un’evenienza che può capitare è quella della cataratta secondaria che, vi diciamo fin da subito, è risolvibile definitivamente in pochi minuti. Capiamo insieme di che si tratta.

Che cos’è la cataratta secondaria?

Si immagini il cristallino naturale come una piccola lenticchia, situata all’interno dell’occhio in un altrettanto piccolo involucro. Questo involucro prende il nome di sacca capsulare. Per eseguire l’intervento di cataratta, la sacca capsulare viene aperta anteriormente per permettere la rimozione del cristallino oramai opacizzato in essa contenuto. Dopodiché, attraverso l’apertura anteriore, si inserisce il cristallino artificiale o lente intraoculare. Può capitare che, a seguito dell’intervento di facoemulsificazione, la parte posteriore della sacca vada incontro ad un’inaspettata opacizzazione. E’ quella che si chiama cataratta secondaria, un fenomeno non preoccupante, e risolvibile definitivamente con un breve ed indolore trattamento laser.

Quali sono i sintomi della cataratta secondaria?

Il paziente affetto da cataratta secondaria sperimenta sintomi simili a quelli provati in occasione della cataratta vera e propria. Non a caso, il più delle volte è convinto che “sia tornata la cataratta”, ma non è così. Il cristallino artificiale inserito al posto di quello naturale non si può opacizzare, e resterà trasparente per tutta la vita.

Sintomi della cataratta secondaria:

  • diminuzione dell’acuità visiva;
  • sensazione di offuscamento della visione;
  • peggioramento della percezione della nitidezza dei colori;
  • sensazione di abbagliamento (fotofobia);
  • diplopia (visione sdoppiata);
  • aumento delle miodesopsie (le cosiddette “mosche volanti”, fastidiosi filamenti che ondeggiano nel campo visivo).

Come si corregge la cataratta secondaria?

Come detto, la cataratta secondaria si può risolvere agevolmente grazie ad un secondo intervento laser: più che un intervento, è un piccolo ritocco. Il ritocco si esegue grazie ad un particolare laser chiamato Yag Laser, ed ha una durata di qualche minuto appena. Grazie a questo laser è possibile “pulire” la capsula posteriore, rimuovendone l’opacizzazione in modo permanente. I tempi di recupero di questa breve seduta laser sono molto veloci: inoltre, al termine dell’intervento, il paziente può far ritorno presso la sua abitazione in tutta serenità, con la certezza che la cataratta secondaria non si ripresenterà più.

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Occhiali da sole? Si grazie, purché tutto l’anno!

Occhiali da sole - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Gli occhiali da sole sono quegli accessori dei quali tendiamo a ricordarci quando arriva la primavera e le giornate diventano finalmente più lunghe. D’estate fanno coppia fissa con la crema solare, mentre d’inverno con i nostri amati doposci. Eppure, a prescindere dal fatto che tu viva in città, in montagna o sul mare,gli occhiali da sole andrebbero indossati più spesso, e soprattutto in qualunque stagione. Scopriamo assieme il perché.

Il sole? C’è anche quando non si vede

Il sole splende tutto l’anno, anche in inverno quando la temperatura è decisamente bassa oppure quando una coltre di nuvole grigie ci costringe a sognarlo come fosse un miraggio lontano. Eppure il sole è sempre lì, con i suoi raggi, intento a fornire luce e calore al nostro pianeta. Una volta appurato che i raggi solari penetrano nell’atmosfera qualunque sia il tempo della giornata, conviene ricordare che lo spettro solare è piuttosto ampio e che include diverse tipologie di raggi.

Ci sono raggi e raggi…

Lo spettro solare include diverse tipologie di raggi con lunghezza d’onda e temperatura variabile. Tra questi citiamo in particolare i raggi ultravioletti, che sono particolarmente pericolosi per la salute oculare.

I motivi sono 2:

  1. Sono invisibili all’occhio umano, quindi non si verifica il fisiologico ed istintivo restringimento della pupilla;
  2. Poiché il restringimento della pupilla non avviene e poiché i raggi ultravioletti hanno una notevole lunghezza d’onda, essi sono capaci di penetrare in profondità nei nostri occhi, giungendo fino alla macula (la parte più profonda dell’occhio).

Questi due elementi rappresentano un rischio per la salute oculare. I raggi ultravioletti rappresentano infatti un fattore predisponente diverse patologie oculari, tra le quali menzioniamo la cataratta e la degenerazione maculare senile.

E’ pertanto fondamentale proteggere la gli occhi con un buon paio di occhiali da sole durante tutto l’anno. Una raccomandazione che vale anche per bambini ed anziani. Inoltre, si ricordi che nelle vicinanze di specchi d’acqua oppure sulla neve, anche laddove non sembra che vi sia “molto sole”, l’effetto riverbero non fa che amplificare l’impatto che i raggi UVA ed UVB hanno sul nostro apparato oculare.

Occhiali da sole sì, ma di buona qualità

Infine, e sempre a titolo di raccomandazione, si ricordi che un paio di occhiali da sole con lenti non certificate e di qualità scadente non solo non esercita alcun effetto protettivo, ma può anche danneggiare i nostri occhi.

E chi invece indossa lenti a contatto?

Esistono in commercio lenti a contatto con un fattore di protezione nei confronti dei raggi ultravioletti. Qualora non si faccia uso di tale tipologia di lenti, si potrà abbinare un occhiale da sole privo di potere diottrico, da indossare tanto per proteggere la vista quanto come accessorio alla moda a beneficio del proprio look.

Cerchi un oculista a Milano?

Se cerchi un oculista a Milano, chiamaci! Siamo a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 191.

Leggi anche: è vero che gli occhi chiari sono più delicati?

Cataratta e diabete, quale connessione?

Cataratta e Diabete - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La cataratta senile è una patologia oculare strettamente legata all’avanzare dell’età. Può comparire già intorno ai 50-55 anni, per progredire mano a mano che gli anni passano. Dati alla mano, si stima che ne soffra il 50% delle persone over 65. I fattori di rischio della patologia, oltre naturalmente all’età, sono la familiarità, i raggi ultravioletti, il fumo di sigaretta ed il diabete. Quale connessione esiste tra cataratta e diabete? Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine in merito a questo argomento.

Cataratta e diabete, ma non solo

Il diabete è una patologia sistemica piuttosto comune e molto insidiosa. Il termine sistemica si riferisce alla capacità della patologia di colpire il nostro organismo a più livelli, interessando più organi al contempo.

Gli organi o gli apparati maggiormente colpiti dal diabete sono:

  • il sistema cardiocircolatorio
  • i reni
  • il sistema nervoso periferico
  • gli occhi

I tipi di diabete mellito

Il diabete mellito si divide in due tipologie, di tipo 1 e di tipo 2. Mentre il diabete di tipo 1 è una patologia autoimmune che si caratterizza per la distruzione delle cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina ed al controllo dei livelli di glicemia nel sangue, quello di tipo 2 è caratterizzato da un’insufficiente produzione di insulina o da un difetto nel funzionamento dell’insulina stessa. Questo secondo tipo è molto più diffuso del precedente (9 casi su 10) ed è causato da stili di vita sbagliati, caratterizzati da forte sedentarietà e modelli alimentari scorretti.

Diabete e salute visiva

Il diabete è una patologia capace di pregiudicare la salute oculare. Le patologie che esso è grado di innescare sono principalmente la retinopatia diabetica e la cataratta, ma anche una particolare forma di glaucoma chiamato glaucoma neovascolare.

Perché il diabete causa retinopatia e cataratta?

Il diabete causa una generalizzata debolezza delle pareti dei vasi sanguigni e compromette il microcircolo sanguigno. Come sappiamo, il microcircolo sanguigno è fondamentale per la salute dei nostri occhi: tutte le strutture oculari traggono da esso il nutrimento e l’ossigeno per mantenersi sane, giovani, in forma ed efficienti molto a lungo. Non a caso una delle regole fondamentali per prevenire le patologie oculari connesse allo stress ossidativo ed all’invecchiamento cellulare è proprio quella di mangiare frutta e verdura e di bere molta acqua.

Cataratta e diabete

Come detto in apertura, la cataratta è maggiormente diffusa tra gli over 65, e la percentuale aumenta con l’aumentare dell’età. I dati mostrano incrementi ancora maggiori se riferiti ai pazienti diabetici. Diverse ricerche scientifiche hanno peraltro confermato che, nei pazienti diabetici, la cataratta ha un’incidenza maggiore e tende a manifestarsi anche più precocemente.

Cosa dice la scienza

In particolare, stando ad una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Eye e condotta da un team di ricercatori britannici, i pazienti – anche giovani – affetti da diabete hanno il doppio delle possibilità di contrarre anche la cataratta. Questo rischio aumenta drasticamente, diventando non più 2 volte, ma ben 6 volte maggiore, nel caso di pazienti diabetici affetti anche da maculopatia.

Cosa fare allora?

1 – Seguire le indicazioni del proprio diabetologo

E’ fondamentale che il paziente diabetico segua attentamente la terapia farmacologica e le indicazioni alimentari fornite dal medico che l’ha in cura. Seguire le indicazioni del medico significa rispettare esattamente quanto prescritto in termini di tempi, scadenze, posologia.

2 – Andare dall’oculista, anche in assenza di sintomi

Per ciò che concerne la vista, ed in virtù della consapevolezza che il diabete può mettere a seria prova il benessere visivo, è importante sottoporsi a periodici controlli presso uno specialista.

Il consiglio generale (che si può ritenere valido anche per i pazienti non affetti da patologie sistemiche), è quello di non aspettare di sperimentare qualche sintomo particolare o un calo della capacità visiva per recarsi dall’oculista. Al contrario, la visita oculistica dev’essere una buona abitudine da annotare in agenda assieme a tutti gli altri controlli specialistici.

3 – Mangiare sano e volersi bene

Infine, come già accennato sopra, non si dimentichi che alimentarsi correttamente, prediligendo frutta e verdura di stagione e bevendo molta acqua, è il primo passo per volersi bene e per prendersi cura attivamente della propria salute oculare.

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Come avviene l’intervento di cataratta?

come avviene l'intervento di cataratta - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’intervento di cataratta è una procedura di breve durata e totalmente indolore. L’idea di subire una procedura chirurgica agli occhi può, tuttavia, suscitare un po’ di apprensione: ecco perché essere bene informati su come avviene l’intervento di cataratta può essere di grande aiuto per affrontarlo serenamente e per comprenderne a fondo tutti i vantaggi.

Conosciamo il nostro occhio più da vicino

Per comprendere come avviene l’intervento di cataratta è importante avere una minima conoscenza dell’anatomia dell’occhio. L’occhio umano si compone di un bulbo oculare, al centro del quale si trova una piccolissima lente. Essa è grande come una lenticchia ed è chiamata cristallino. Nella parte anteriore del bulbo si trova un piccolo foro, la pupilla, attraverso il quale entrano i raggi luminosi. La luce va a colpire proprio il cristallino, che si occupa poi di rifletterla sulla retina, una delicata e preziosa membrana che riveste internamente il bulbo oculare. Da lì, l’informazione luminosa è convogliata al nervo ottico, che la trasferisce a sua volta al cervello. Nel cervello, infine, essa è opportunamente decodificata.

Naturalmente si tratta di una descrizione molto semplificata per “non addetti ai lavori”, perché l’apparato visivo è ben più sofisticato e complesso di quel che può apparire da queste poche righe. Tuttavia, rende molto bene l’idea del ruolo primario che il cristallino svolge nel processo visivo.

Anatomia dell'occhio

Quando il cristallino si deteriora: la cataratta

La cataratta si verifica quando il cristallino perde trasparenza e pertanto fatica a far passare i raggi luminosi verso la retina. L’opacizzazione del cristallino è un fenomeno del tutto naturale che peggiora in modo non reversibile mano a mano che il tempo passa. La cataratta è in gran parte legata all’invecchiamento cellulare, anche se talvolta può avere altre cause. Infine, non è curabile farmacologicamente: l’unico modo per porvi rimedio è l’intervento di cataratta.

Come avviene l’intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta ha luogo in due fasi:

1 – Rimozione del cristallino opacizzato

Lo specialista esegue una piccolissima incisione sulla cornea ed accede alla capsula che contiene il cristallino attraverso uno strumento chiamato facoemulsificatore. Si tratta di uno strumento ad ultrasuoni che, simultaneamente, frantuma e aspira il cristallino opacizzato.

Nei centri d’eccellenza come CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico è possibile eseguire la piccola incisione con uno strumento laser anziché con il bisturi. Lo strumento in questione si chiama laser a femtosecondi. In questo modo, l’intervento acquista una ancor maggiore controllabilità e precisione, mentre gli eventuali rischi intra e post operatori sono ridotti davvero al minimo.

2 – Inserimento di una IOL – Lente Intraoculare

Lo specialista inserisce al posto del cristallino opacizzato una lente intraoculare. Si tratta di un cristallino artificiale perfettamente trasparente, biocompatibile e destinato a durare per tutta la vita del paziente. Oltre a ripristinare le funzioni del cristallino naturale, la lente artificiale può anche essere dotata di un potere diottrico compatibile con le esigenze visive del paziente, e quindi risolvere eventuali difetti visivi.

Un esempio:

se oltre ad essere affetto da cataratta il paziente ha anche un problema di miopia, la lente intraoculare potrà anche essere dotata dell’opportuno potere diottrico per correggere la miopia. E non solo: le moderne lenti intraoculari sono disponibili anche nella tipologia multifocale, perfetta per correggere più difetti visivi al contempo.

Hai bisogno di altri chiarimenti in merito a come avviene l’intervento di cataratta? Desideri prenotare una visita oculistica specialistica per la cataratta? Siamo a tua disposizione.

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Il nostro centralino è attivo dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Miopia elevata: cosa fare?

Miopia elevata - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Chi ha una forte miopia soffre nel vero senso della parola. Dover portare gli occhiali da vista tutto il giorno può essere fastidioso per il naso, per le orecchie e, più in generale, per tutto il viso. L’occhiale ostacola anche la visione laterale e può rendere difficili le attività sportive ed i rapporti interpersonali stretti. Insomma, nonostante le montature alla moda dal design accattivante non manchino, tutti i miopi preferirebbero farne a meno. Le lenti a contatto consentono globalmente una visione migliore e con meno interferenze, ma non sempre possono essere portate confortevolmente, e comunque non a lungo, anche perché possono alterare la regolare attività delle lacrime e dunque spesso diventano impossibili da portare. E allora, come fare? Occorre un’accurata ed approfondita visita oculistica, per sapere se l’occhio è operabile: talvolta tuttavia, nel corso della visita, il medico può riscontrare qualcosa che ostacola o impedisce l’intervento.

Miopia elevata, un rischio per la salute oculare

A differenza degli altri difetti visivi, la miopia nella sua forma più marcata può rappresentare un rischio concreto per la salute oculare. Difatti, tra i tutti difetti di rifrazione la miopia è quello con il rischio maggiore di complicanze visive come ad esempio i danni alla struttura retinica ed un eventuale distacco di retina. (Fonte: AaoJournal.org)

Tra gli eventuali danni che la miopia forte arreca all’intero apparato visivo, citiamo:

  • sviluppo di vasi sanguigni al di sotto della retina, più o meno come accade per la maculopatia senile di tipo essudativo;
  • distacco di retina;
  • foro maculare: un foro nella macula, la parte centrale della retina;
  • atrofia della coroide e della retina;
  • danni al nervo ottico, in virtù del costante allugamento del bulbo oculare;
  • glaucoma e cataratta, che talvolta si associano alla miopia.

Quando conviene optare per un trattamento permanente della miopia elevata?

Come si è visto nel paragrafo precedente, la miopia elevata può innescare diverse complicazioni. La scelta di optare per un trattamento permanente della miopia elevata dovrebbe essere concordata con il medico oculista dopo un’accurata visita, e se nel corso di questa emerge una delle complicanze sopra descritte, queste devono essere trattate.

In che modo?

Occorre prendersi cura della salute oculare, evitando le complicazioni innescate proprio dalla miopia elevata.

In cosa consistono i trattamenti per la prevenzione dei danni della miopia elevata?

Il giusto mix tra terapia farmacologica, laser e tecnologia

Nei centri d’eccellenza come CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico – dove sono disponibili équipe mediche di altissimo livello per competenze, preparazione ed esperienza oltre a strumenti tecnologici tra i più innovativi al mondo, si trovano le giuste terapie.

Tra queste citiamo, a titolo di esempio:

  • il laser, che serve a trattare la retina laddove questa presenti delle anomalie;
  • le iniezioni intravitreali, utili per il trattamento delle maculopatie;
  • la chirurgia, che può aiutare a trattare patologie più gravi.

Dopo aver trattato le problematiche che possono aver ostacolato l’intervento di miopia elevata, quest’ultimo può essere ripreso in considerazione.

Vuoi saperne di più?

Soffri di miopia elevata e vuoi conoscere le opzioni di trattamento che fanno per te? Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Chirurgia della cataratta senza bisturi

Cataratta senza bisturi - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La chirurgia della cataratta è un argomento molto attuale e di sempre maggior interesse anche al di fuori dell’ambito strettamente medico. L’intervento di cataratta è, a tutti gli effetti, un’operazione di microchirurgia oculare che, nonostante le rassicurazioni di amici e parenti, è capace di incutere ansia e preoccupazione nel paziente meno informato. Oggi, tuttavia, è possibile effettuare l’intervento di cataratta seguendo una formula “gentile”, che non si avvale per nulla dell’uso del bisturi. Conosciamo più da vicino l’intervento di cataratta senza bisturi.

Come avviene l’intervento di cataratta

L’intervento di cataratta prevede che il chirurgo sostituisca il cristallino oramai opacizzato con uno artificiale. Il cristallino naturale viene frantumato dal facoemulsificatore e contestualmente aspirato. Durante la seconda parte dell’intervento il chirurgo inserisce un cristallino artificiale, ovvero una lente intraoculare (IOL), che può anche avere un potere diottrico adeguato alle necessità del paziente. L’intervento è indolore e dura pochi minuti, mentre il cristallino artificiale è destinato a mantenere intatta la sua funzionalità e le sue caratteristiche per tutta la vita del paziente. Nel complesso, si tratta di un intervento capace di offrire al paziente una capacità visiva ottimale e con essa un senso di indipendenza che gli consentiranno di affrontare con ottimismo e serenità anche l’età avanzata.

L’intervento di cataratta “tradizionale”

L’intervento di cataratta nella sua versione “tradizionale” prevede che il chirurgo effettui una minima incisione con l’aiuto di un bisturi. Naturalmente al paziente si somministra un collirio anestetico, motivo per cui non sente alcun dolore. L’uso del bisturi è previsto solamente nella prima fase dell’intervento, quando si rende necessaria una piccola via d’accesso per l’introduzione degli strumenti operatori e del cristallino artificiale. Al termine dell’intervento si applica un punto di sutura.

L’intervento di cataratta senza bisturi

L’uso del laser rappresenta una perfetta opportunità per chi non è molto entusiasta all’idea di sottoporsi all’intervento con il bisturi. In questo caso, le caratteristiche dell’intervento rimangono le stesse, con la differenza che sarà un laser di ultima generazione ad effettuare l’incisione che consentirà la sostituzione del cristallino. Il laser in questione prende il nome di laser a femtosecondi – un’unità di misura che indica il miliardesimo di secondo – ovvero la velocità con la quale lo strumento emette degli impulsi luminosi. Il femtosecondi riesce a tutti gli effetti a sostituirsi al bisturi pur non essendo un bisturi. Il paziente anche in questo caso non prova alcun dolore, e non dovrà sottoporsi ad alcun punto di sutura al termine della procedura.

Vuoi saperne di più?

Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico è possibile sottoporsi all’intervento di cataratta senza bisturi. Se vuoi saperne di più, prenota oggi stesso una visita oculistica specialistica per la cataratta. Puoi chiamarci dal lunedi al venerdi allo 02 6361191 dalle 9.00 alle 19.00.

Fotofobia: 7 curiosità

Fotofobia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La fotofobia non è una patologia oculare, bensì il sintomo piuttosto frequente in alcune malattie. Si caratterizza per un certo fastidio, che in termini medici si definisce ipersensibilità o intolleranza, nei confronti delle fonti luminose particolarmente intense. Da cosa dipende? E come porvi rimedio? Scopriamo insieme 7 curiosità poco note sulla fotofobia.

1 – La fotofobia può essere il sintomo di una patologia oculare

Come detto in apertura, la fotofobia non è una patologia, bensì un sintomo. Si caratterizza per un forte fastidio di fronte alle fonti luminose intense o ai cambiamenti repentini di luminosità, sensazione di corpo estraneo, bruciore, arrossamento oculare e difficoltà a tenere gli occhi aperti. A volte la fotofobia è così intensa da causare dolore agli occhi. Le patologie oculari che possono innescare la fotofobia non sono poche: tra queste citiamo la cataratta (che, ricordiamo, si può risolvere in modo definitivo grazie ad un intervento di breve durata), ma anche il cheratocono, il glaucoma, la blefarite, la congiuntivite e l’uveite, per fare alcuni esempi.

2 – La fotofobia può essere il sintomo di una patologia non oculare, come la cefalea

La fotofobia può essere anche il sintomo di una patologia non oculare, come per esempio la meningite, la sindrome di Sjogren, ma anche la nevralgia del trigemino e la cefalea. Non a caso avrete notato che il mal di testa porta con sé anche un certo fastidio nei confronti della luce ed un desiderio di riposare in un luogo semibuio.

Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov

3 – Chi ha gli occhi chiari è più soggetto alla fotofobia

La melanina naturalmente presenza nell’iride esercita anche un importante ruolo di difesa nei confronti della luce solare. Va da sé che i soggetti con occhi molto chiari possano avere difficoltà a tollerare la luce, specie se intensa. Lo stesso discorso vale per chi è affetto da albinismo e quindi è totalmente privo di melanina. In questi casi l’uso di occhiali da sole con lenti fotocromatiche e polarizzate (capaci di proteggere dai raggi UV e dall’abbagliamento) e l’uso di copricapi con visiera è fortemente consigliato anche in inverno.

4 – La fotofobia può anche essere causata da una carenza alimentare

Anche l’alimentazione è fondamentale per proteggere i nostri occhi dall’insorgenza di diverse patologie e fastidi oculari. Tra questi figura anche la fotofobia: può capitare, infatti, che questa sia correlata ad una carenza alimentare, nello specifico relativamente al magnesio ed alla vitamina B2.

5 – Anche le lenti a contatto possono causare fotofobia

Le lenti a contatto sono ausili molto delicati dei quali è fondamentale avere molta cura: un uso non corretto delle lenti, un uso prolungato delle lenti usa e getta o una scorretta igiene sia oculare che delle lenti stesse, può innescare alcuni fastidi tra cui la fotofobia. Qualora la cornea si dovesse irritare come conseguenza di un uso poco attento delle lenti, conviene sospenderne l’uso fino a completa guarigione.

6 – La fotofobia può essere causata anche da alcuni farmaci

La fotofobia può essere un effetto momentaneo dovuto all’assunzione di alcuni farmaci. Tra questi citiamo le atropine – come le gocce che l’oculista instilla per ottenere una dilatazione della pupilla – le scopolamine, presenti in alcuni farmaci anti-vomito ed anti-nausea, e le tetracicline, antibiotici usati per curare la polmonite, l’Helycobacter pylori e alcune infezioni della pelle.

7 – Abuso di alcolici

Infine, segnaliamo la fotofobia come effetto transitorio dell’abuso di alcol. Insomma, se dopo una serata nella quale vi è capitato di alzare un po’ il gomito provate un certo fastidio alle luci intense, niente paura: passato l’effetto del bicchiere di troppo, passerà anche il noioso sintomo oculare.

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