Mantenersi in forma aiuta a prevenire il glaucoma, lo dice la scienza

E’ risaputo che l’attività fisica fa bene a tutto il nostro organismo e ci consente di mantenerci in salute, tenendo alla larga problemi di tipo cardiovascolare ed aiutando la corretta ossigenazione dei tessuti. Benessere e longevità sono il risultato del corretto mix tra movimento, alimentazione varia e corretta con abbondante frutta e verdura di stagione, carne bianca e pesce azzurro e, non ultimo, una buona dose di ottimismo e buon umore. Per quanto riguarda la salute oculare, che a noi naturalmente sta a cuore in particolar modo, la scienza conferma che mantenersi in forma aiuta a prevenire il glaucoma. Vediamo tutti i dettagli. 

Partiamo dall’inizio: che cos’è il glaucoma

Come spiegato già altrove dal dottor Belloni, medico oculista presso CAMO, il glaucoma è una malattia oculare causata da una eccessiva pressione interna al bulbo. Tra la cornea ed il cristallino vi è un liquido chiamato umor acqueo: quando questo non defluisce correttamente ma al contrario ristagna e preme all’interno di queste strutture oculari, si ha il glaucoma. Favorire il corretto deflusso dell’umor acqueo ed abbassare la pressione intraoculare è fondamentale per prevenire eventuali danni all’occhio ed al nervo ottico.

Una patologia silenziosa ma risolvibile

Purtroppo, il glaucoma è una patologia tutto sommato silenziosa ed asintomatica, soprattutto nelle sue fasi iniziali. Il paziente si accorge di esserne soggetto solo quando la malattia ha cominciato a produrre danni di una certa gravità. Diagnosticare il glaucoma in tempo consente di curarlo con successo. Il glaucoma si può trattare con una terapia farmacologica, con l’ausilio del laser (per creare una via di deflusso all’umor acqueo) oppure attraverso la chirurgia. Tuttavia, è bene precisare che qualora la malattia abbia già prodotto dei danni, non è infrequente che questi non siano più rimediabili. Vediamo di seguito perchè mantenersi in forma aiuta a prevenire il glaucoma e cosa dice la scienza in merito.

Leggi anche: il glaucoma, tipologie, diagnosi e soluzioni

Come prevenire il glaucoma con l’attività fisica

Come anticipato, la scienza oggi conferma che mantenersi in forma aiuta a prevenire il glaucoma. Praticare sport, fitness o meglio ancora corsa esercita un’azione tonica ed energizzante su tutto il nostro organismo. Grazie al rilascio di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello capaci di indurre uno stato psicofisico di felicità, serenità e positività, lo stress diventa un lontano ricordo. Non dimentichiamo che recentemente il dottor Bernhard Sabel dell’Università di Magdeburgo ha sottolineato, in un suo studio comparso sulla rivista Empa Journal, come lo stress possa rappresentare un fattore di rischio capace di peggiorare lo stato di salute di chi soffre di glaucoma, poiché il cortisolo, l’ormone dello stress, peggiora proprio la pressione intraoculare. (Fonte. SpringerLink.com)

Mantenersi in forma aiuta a prevenire il glaucoma

E non solo: in uno studio condotto dai ricercatori della Iowa State University le cui conclusioni sono state pubblicate in un articolo sul Medicine & Science in Sport Exercise, emerge come mantenersi in forma possa ridurre il rischio di sviluppare il glaucoma del 40 – 50 %. Lo studio è stato condotto su oltre 10 mila candidati ed ha confermato che chi pratica anche un minimo di attività sportiva (anche meno di due ore e mezza la settimana) corre meno il rischio di sviluppare il glaucoma di chi, al contrario, ha uno stile di vita completamente sedentario.

Mantenersi in forma aiuta a prevenire il glaucoma ma anche tante altre patologie di tipo cardiovascolare

Gli studiosi hanno concluso che promuovere ed incentivare l’attività fisica è fondamentale non solo per ridurre il rischio di andare incontro ad una patologia oculare come il glaucoma, ma anche per apportare benefici di indole generale all’intero organismo, con particolare riferimento al sistema cardiovascolare ed a tutte quelle patologie connesse con lo stress ossidativo e l’invecchiamento cellulare. 

Benessere visivo: età dopo età, ecco tutte le tappe della prevenzione

Per vivere bene e a lungo non esistono pozioni miracolose, ma sicuramente c’è un piccolo grande segreto, ormai sempre più accettato e condiviso, ovvero la prevenzione. Prevenire qualunque tipo di disturbo o patologia o coglierlo al suo esordio consente di evitare o per lo meno porre un limite agli eventuali danni che questo può provocare. Questa regola vale naturalmente anche per la salute oculare: non vi è periodo della vita in cui non sia opportuno sottoporsi ad una visita oculistica specialistica per un controllo generale dello stato di salute dell’apparato visivo. Ad ogni età, insomma, il suo controllo. Vediamo quali sono le tappe imprescindibili. 

1 – Le visite dell’infanzia

Quando arriva un bambino in famiglia, si tende a dare un pò per scontato che i suoi occhi, in quanto giovani e “nuovi”, siano praticamente perfetti. Potrebbe anche non essere così, ecco perché un controllo della vista in età infantile può aiutare a valutare lo stato di salute dell’apparato visivo del piccolo, ed il suo grado di “maturazione”. Non dimentichiamo che la vista dei bambini è in continua evoluzione dalla nascita fino ai sei anni, e che solo a sei anni la visione giunge a 10/10. Le visite oculistiche dell’infanzia che conviene programmare sono dunque 3:

entro la quarta settimana d’età

questa visita è fondamentale per accertarsi che il piccolo non abbia malattie oculari congenite, ovvero acquisite sin dalla nascita. Tra le malattie congenite ricordiamo la cataratta, il glaucoma oppure una retinopatia.

entro il primo – secondo anno di vita

in questo periodo il bambino può andare incontro al cosiddetto “occhio pigro” ovvero, pur in assenza di patologie rilevanti, potrebbe usare prevalentemente un occhio a scapito dell’altro. Di conseguenza, l’apparato visivo si sviluppa in modo asimmetrico: diagnosticare un occhio pigro per tempo è fondamentale per effettuare un trattamento adeguato.

intorno ai 5 -6 anni

si consiglia di controllare la vista quando il bambino sta per fare il suo ingresso nel mondo della scuola. Un rendimento scarso, cefalee frequenti o altri problemi possono essere il segnale che il bambino non vede bene e fatica a seguire le lezioni. Il controllo in età prescolare o scolare consente di individuare e se necessario correggere la presenza di eventuali difetti refrattivi come miopia, astigmatismo e ipermetropia.

Le visite della giovinezza e dell’età adulta

durante l’adolescenza

l’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, per l’organismo in generale ma anche per l’apparato visivo. Può capitare che in questo periodo esordiscano dei difetti refrattivi, come la miopia, e dunque sia necessario intervenire di conseguenza. Si ricordi che una miopia che esordisce a 10-12 anni tende a progredire e ad assestarsi intorno ai 20-25 anni, dunque un adolescente miope va tenuto controllato e monitorato con una certa frequenza fino a quando il difetto non trova una sua stabilità.

18 anni, la patente (e non solo)

a 18 anni si consiglia di sottoporsi ad una visita oculistica specialistica prima del conseguimento della patente. Inoltre, molti giovani a 18-20 anni cominciano ad affacciarsi al mondo del lavoro, avendo a che fare con videoterminali per diverse ore al giorno. Un controllo della vista è quel che ci vuole per assicurarsi un rendimento lavorativo adeguato alle proprie aspettative.

il controllo dei 40 anni

anche se al giorno d’oggi a 40 anni si è ancora tutto sommato giovani, l’apparato visivo potrebbe cominciare a presentare qualche problema. Ci riferiamo alla presbiopia, difetto visivo che fa il suo esordio tipicamente intorno a quest’età, e che consiste in una difficoltà nella lettura. La presbiopia si risolve con l’uso di una lente adeguata ma non risolutiva in modo definitivo. Ecco perché è bene ripetere il controllo della vista ogni tre o quattro anni. Non dimentichiamo, inoltre, che la globalizzazione della tecnologia e l’uso quotidiano e costante dei dispositivi elettronici mettono a dura prova il nostro apparato visivo proprio perché lettura e scrittura sono all’ordine del giorno. Intorno ai 40 anni può fare il suo esordio anche la Sindrome dell’Occhio Secco, che si manifesta prevalentemente tra le donne quando l’organismo si prepara alla menopausa portando con sé una serie di sintomi e cambiamenti talvolta meno percettibili, altre volte più evidenti.

Le visite della terza età

dai 60 anni in su

nel corso dell’ultimo secolo, l’allungamento della vita media ha fatto sì che alcune patologie strettamente connesse all’età matura si facessero sempre più presenti tra la popolazione. Un controllo ogni due o tre anni a partire dai 60 anni in su consente di affrontare la terza età con serenità e di trattare eventuali patologie tempestivamente. Tra le patologie tipiche di questa fascia d’età ricordiamo la degenerazione maculare senile e la cataratta (che oggi è operabile con successo ed è uno degli interventi più praticati al mondo), ma anche il glaucoma.

Una regola per tutti

Arrivare preparati alle varie tappe della nostra vita, leggere molto, tenersi informati, accettare serenamente le sfide che la nostra esistenza ci offre e soprattutto fare tanta prevenzione sono i segreti per mantenersi in salute e per non incorrere nei danni spiacevoli che alcune patologie possono portare con sé.

Al via la Settimana Mondiale del Glaucoma

Settimana mondiale del Glaucoma

Si celebra dall’11 al 17 marzo 2018 la Settimana Mondiale Del Glaucoma, un importante evento volto a sensibilizzare la popolazione circa l’importanza della prevenzione nei confronti di una malattia dell’occhio che, se trascurata, può portare a gravi forme di ipovisione. Informare la popolazione, spiegare cosa sia il glaucoma e proporre un check up dell’occhio è fondamentale per prevenire questa malattia, i cui danni sono irreversibili. Ma vediamo di capire qualcosa di più.

Cos’è il glaucoma?

Come ci ha spiegato qualche giorno fa il Dott.Sergio Belloni in un’interessante intervista pubblicata proprio qui sulle pagine del nostro sito, il glaucoma è una malattia dell’occhio causata dall’insufficiente deflusso dell’umor acqueo tra cristallino e cornea. Il ristagno dell’umor acqueo fa sì che si generi un eccesso di pressione, che a lungo andare può danneggiare l’occhio e nello specifico il nervo ottico, con conseguenze spiacevoli ed irreversibili come una grave perdita di capacità visiva.

Perchè è importante la Settimana Mondiale del Glaucoma?

La Settimana Mondiale del Glaucoma è fondamentale perchè ci offre una preziosa occasione per tornare su un argomento del quale forse spesso non si parla abbastanza. Il glaucoma ha un esordio tutto sommato silenzioso: il paziente si accorge di avere un disturbo della vista solo quando la malattia ha già prodotto dei danni che sono, non ci stanchiamo mai di ripeterlo, irreversibili. Informare ed esortare alla prevenzione, ricordare che è bene eseguire sempre un check up dell’occhio anche quando si pensa di “stare bene”, soprattutto dalla mezza età in poi, è fondamentale per giungere ad una eventuale diagnosi di glaucoma in tempo.

Prenota oggi stesso il tuo Check-Up dell’occhio

Se hai superato la mezza età, hai dei familiari che soffrono di glaucoma, hai una miopia molto forte o hai assunto per lungo tempo (anni) farmaci cortisonici, ti consigliamo di valutare l’opportunità di prenotare un check up dell’occhio. Sarà l’occasione per valutare lo stato del tuo apparato visivo, soprattutto se non ti sottoponi da tempo ad un controllo, e di verificare se soffri di glaucoma o meno. Un semplice esame, la tonometria, sarà fondamentale per misurare la pressione oculare ed avere già un primo importante indizio sull’eventuale presenza di glaucoma. Sarà poi lo specialista a valutare eventuali approfondimenti e, in caso di presenza di glaucoma, le eventuali terapie.

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Quando anche l’occhio “beve” thè verde

Si sente spesso parlare degli innumerevoli benefici del the verde, quasi fosse un elisir di lunga vita. Ma quali sono le proprietà di questa incredibile bevanda di origine orientale? Come mai fa così bene, e a cosa in particolare? E’ vero che è un toccasana anche per gli occhi? E soprattutto, come si prepara per trarne il massimo beneficio? Vediamo quali sono le risposte a questi quesiti.

Thè verde, una bevanda antichissima dalle mille proprietà benefiche

Il thè verde è una bevanda dalle origini davvero molto antiche. La sua origine è cinese, ed è da sempre una delle bevande maggiormente consumate in tutto il Medio Oriente ed Oriente. Recentemente tuttavia, il the verde ha trovato ampia diffusione anche in Occidente, dove tradizionalmente si è sempre consumato the nero. Responsabili di questo “cambio di rotta” sono le innumerevoli e comprovate virtù benefiche di questa straordinaria bevanda. Non sono pochi, infatti, gli scienziati ed i ricercatori che hanno dedicato studi ed analisi al the verde, onde individuarne le proprietà. Che sembrano essere ogni giorno di più.

La top 9 delle proprietà del thè verde

  1. Antiossidante naturale: tra gli “ingredienti” più preziosi contenuti nel the verde troviamo i polifenoli e i bioflavonoidi. Si tratta di importanti sostanze anti radicalizzanti e ed antiossidanti, che aiutano, favoriscono ed incentivano la rigenerazione cellulare, ritardando l’invecchiamento e prevenendo l’insorgenza di tumori.
  2. “Collutorio” naturale: il thè verde contiene un antibatterico capace di neutralizzare lo Streptococcus mutans, un batterio spesso presente nel cavo orale, responsabile dell’insorgenza di carie. Bere thè verde, insomma, aiuta anche a disinfettare la bocca!
  3. Protettivo della pelle: il the verde contiene una sostanza, l’EGCG, una catechina responsabile di proteggere la pelle dall’insorgenza di tumori, difendendola in modo naturale dall’aggressione dei raggi UV dannosi.
  4. Ottimo per prevenire il diabete: la catechina di cui abbiamo parlato sopra è ottima anche per tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. Una buona tazza di the verde è consigliata dunque anche a chi è a rischio di diabete o soffre di diabete.
  5. Ottimo per tenere a bada il colesterolo: anche in questo caso chiamiamo in causa la catechina EGCG, che riesce, tra le altre cose, a tenere le arterie “pulite” ed a prevenire l’accumulo di colesterolo dannoso nel sangue.
  6. Drenante: a proposito di grassi, il the verde è anche un eccellente drenante, perfetto per eliminare i grassi e prevenire l’obesità.
  7. Ottimo per l’apparato cardiocircolatorio: i flavonoidi contenuti nel thè verde, grazie alle loro eccellenti proprietà antiossidanti, aiutano a tenere sotto controllo la pressione sanguigna, proteggendo l’organismo da eventuali ictus.
  8. Protettivo dell’utero: secondo uno studio recente, le sostanze contenute nel thè verde sono anche ottime per aiutare chi soffre di fibroma uterino, poichè ne riducono il volume ed il peso in modo del tutto naturale.
  9. Protettivo dell’apparato respiratorio: il thè verde è anche un ottimo antibatterico nei confronti dei batteri responsabili dell’insorgenza della polmonite. Sembra che consumare the verde quotidianamente riduca drasticamente il rischio di morire di polmonite.

The verde, un vero toccasana per i tuoi occhi

Non potevamo non concludere questo breve excursus sulle proprietà del the verde andando ad approfondire le proprietà eccezionali che questa bevanda ha nei confronti del benessere del nostro apparato visivo. Il the verde è ottimo per prevenire le malattie dell’occhio, in primis la cataratta ed il glaucoma. Il merito sarebbe ancora una volta delle catechine, in particolare l’epigallocatechina, una sostanza che sarebbe in grado di andare a depositarsi proprio sui tessuti oculari. Gli scienziati sono rimasti molto colpiti dalla capacità di queste sostanze di passare dal tratto gastrointestinale ai tessuti oculari: a seguito di un esperimento condotto da scienziati giapponesi, è emerso infatti che cornea, sclera, cristallino, vitreo e retina mostravano tracce di questa preziosa catechina. L’azione dell’epigallocatechina sui tessuti oculari è di tipo antiossidante: essa va infatti a proteggere l’occhio dagli stress ossidativi, mantenendo i tessuti giovani, ben ossigenati, favorendone il rinnovamento e prevenendo malattie quali il glaucoma e la cataratta.

Come trarre il massimo dal thè verde?

Ora che abbiamo visto le innumerevoli proprietà del the verde, vediamo anche come trarre il meglio da questa strepitosa bevanda di origine orientale. Bevete una o due tazze al giorno di thè verde lontano dai pasti: in questo modo darete modo alle sostanze in esso contenute di sprigionarsi al meglio, senza interferire con la digestione.

Per ciò che concerne la preparazione del thè, l’acqua di infusione non deve raggiungere i 100 gradi, ma gli 85. Se non avete un termometro da cucina, potete dunque spegnere la fiamma quando vedete le prime bollicine sulla superficie dell’acqua. Dopodichè procedete con l’infusione, che deve durare due o tre minuti solamente. Gustate il thè verde sia caldo che freddo.

 

Glaucoma, la parola all’esperto. Intervista al dott. Sergio Belloni

Nell’elenco delle patologie dell’occhio più comuni e più note, figura il glaucoma. Capita spesso, infatti, di sentir nominare questa malattia dell’occhio. Ma sappiamo davvero di che si tratta, come si manifesta e come si cura? Abbiamo deciso di approfondire l’argomento, intervistando per l’occasione il Dott. Sergio Belloni, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico. 

Dott. Belloni, ci può spiegare che cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una malattia che coinvolge il nervo ottico ed è caratterizzata da un aumento di pressione all’interno del nervo stesso. E’ una malattia grave, infatti è la prima causa di cecità assoluta ed irreversibile al mondo. Il nervo ottico è una struttura molto importante, perchè consente di trasferire le informazioni – sotto forma di immagini – dalla retina al cervello. Nel momento il cui si ha un aumento della pressione nel nervo ottico, questa funzione di trasmissione viene compromessa.

Come si manifesta il glaucoma? Chi ne soffre se ne accorge?

In condizioni non patologiche, l’occhio produce e riassorbe continuamente un liquido chiamato umor acqueo. Quando l’umor acqueo si accumula e non riesce a defluire naturalmente, si genera un eccesso di pressione. Nelle fasi precoci, il paziente non percepisce sintomi e segni di questa pressione eccessiva, nè si accorge di vedere meno. Quando il paziente diventa cosciente di avere un calo della capacità visiva, la malattia è già in uno stadio avanzato. Ecco perchè tenere sotto controllo lo stato di salute degli occhi e farsi visitare periodicamente dal proprio oculista di fiducia è fondamentale.

Dottore, come si diagnostica il glaucoma?

Il glaucoma si può diagnosticare tramite una visita oculistica, un esame del campo visivo ed una misurazione della pressione oculare. Può rendersi necessario misurare l’andamento della pressione oculare nel corso della giornata, effettuando la cosiddetta curva tonometrica giornaliera. Un altro esame importante per la diagnosi del glaucoma è la gonioscopia, il cui scopo è osservare l’angolo camerulare, cioè delle strutture addette al deflusso dell’umore acqueo. Una visita completa ed approfondita consentirà non solo diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, ma anche individuarne la tipologia. Esistono, infatti, tre tipi di glaucoma: quello cronico, ad angolo aperto, è la forma più diffusa. Si manifesta dai 40 anni in poi, ed ha un andamento lento ed insidioso. Esistono poi il glaucoma acuto ad angolo stretto, ed il glaucoma congenito, presente alla nascita.

Il glaucoma è curabile?

Il glaucoma è curabile a patto che venga diagnosticato precocemente. Le strade che si possono intraprendere per curare il glaucoma sono tre: esiste la terapia farmacologica, a base di colliri e compresse, che servono ad abbassare la pressione dell’occhio ed evitare danni al nervo ottico. Esiste poi l’intervento laser, mediante l’utilizzo di appositi laser per l’occhio, il cui scopo è quello di creare una via di deflusso artificiale per l’umor acqueo tra la cornea ed il cristallino. Quando nè la terapia farmacologica che quella laser sono risolutive, si ricorre alla chirurgia. Precisiamo, tuttavia, che tutte e tre le strade servono ad abbassare la pressione dell’occhio, ma non sono in grado di porre rimedio ai danni già presenti a livello di capacità visiva.

 

Nel ringraziare il dott. Belloni per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:

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Glaucoma: il ladro silenzioso della vista

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Visione di una persona affetta da glaucoma

È una malattia subdola, silenziosa, una malattia che svela i suoi sintomi quando è troppo tardi.
È il glaucoma, l’acerrimo nemico della vista. Dal 6 al 12 marzo in tutta Italia si celebra la Settimana Internazionale del Glaucoma, con screening e campagne di informazione massicce per portare l’attenzione su una patologia grave che, se non presa per tempo, comporta la perdita della vista.

Che cos’è il glaucoma

Il glaucoma può colpire a tutte le età ma è più frequente dopo i 40 anni, è una malattia che danneggia il nervo ottico ed è dovuta ad una eccessiva pressione all’interno dell’occhio. La pressione oculare è data dall’equilibrio tra la produzione di umor acqueo (il liquido che riempie il nostro occhio e gli conferisce tonicità) e il suo regolare deflusso (cioè la fuoriuscita dall’occhio del liquido entrato). Quando vi è un’eccessiva produzione di umor acqueo o quando (caso più frequente) il deflusso è ostacolato o non funziona bene, la pressione oculare aumenta a danno del nervo ottico.

Il nervo ottico è la struttura che trasmette le immagini dalla retina al cervello. L’aumento di pressione intraoculare danneggia il nervo ed impedisce la normale funzione di trasmettitore. La percezione dell’immagine e la sua ampiezza si riducono gradualmente con l’avanzare della malattia.

Uno dei primi sintomi del glaucoma è la riduzione del campo visivo (come si vede nella foto in alto).

Come si diagnostica

Il paziente non può fare autodiagnosi; l’unico modo per scoprire se si soffre di glaucoma è sottoporsi a un’accurata visita oculistica che comprenda, tra gli altri, l’esame del tono oculare (per misurare la pressione oculare) e del fondo oculare (per valutare eventuali danni alla papilla ottica, la testa del nervo ottico). Dopo i 40 anni è utile recarsi dall’oculista per misurare periodicamente la pressione oculare. I famigliari di persone affette fa glaucoma sono più predisposti di altri a sviluppare questa patologia, per loro quindi è fondamentale il controllo dall’oculista.

“Il glaucoma – ci ricorda il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO)- è una malattia insidiosa perché all’inizio è asintomatica, e il paziente non si accorge dei disturbi visivi causati da questa patologia. Quando il paziente si rende conto del proprio deficit visivo, purtroppo la malattia è già ad uno stadio avanzato. Se essa non viene diagnosticata in tempo, il nervo si danneggia fino alla cecità. Per questo è fondamentale una diagnosi precoce. Se preso tempestivamente, il glaucoma può essere curato bene”.

 

Esistono tre forme di glaucoma.

 GLAUCOMA CRONICO AD ANGOLO APERTO. È il più frequente. L’umore acqueo raggiunge l’angolo formato da iride e cornea all’interno dell’occhio, ma non viene adeguatamente filtrato dal sistema trabecolare di deflusso (cioè non riesce a passare in maniera sufficiente) in quanto quest’ultimo è strutturalmente alterato; la pressione quindi aumenta. L’entità dei danni al nervo ottico e la rapidità con cui essi si instaurano dipende dall’entità della pressione oculare, dal tempo in cui essa rimane elevata, dall’età del paziente e da altri fattori.

 GLAUCOMA AD ANGOLO STRETTO. Meno frequente, lo si riscontra più spesso negli anziani e nei pazienti ipermetropi, specie di sesso femminile. In questo caso l’accesso dell’umore acqueo è ostacolato dal fatto che l’angolo formato da iride e cornea è troppo stretto. In determinate condizioni (lettura protratta, emozioni improvvise, permanenza al buio, uso di farmaci locali o generali che dilatano la pupilla) può scatenare un attacco acuto di glaucoma, evento molto grave che può portare ad una notevole compromissione nella funzione visiva, irreversibile. L’attacco acuto di glaucoma è caratterizzato da un violento dolore in regione orbitaria spesso associato a nausea e notevole abbassamento della vista.

GLAUCOMA CONGENITO. Molto raro, già presente alla nascita o immediatamente negli anni successivi. È di solito legato a malformazioni delle strutture oculari.

Il glaucoma si può curare in tre modi.

  • Terapia medica a base di colliri
  • Laserterapia
  • Chirurgia

 

Esistono però numerose altre procedure che vengono utilizzate di volta in volta e variano in funzione del tipo di glaucoma, dello stadio di evoluzione della malattia e dell’età del paziente.

Il Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO) è specializzato anche nella cura del glaucoma.

Per maggiori informazioni consultate il sito www.camospa.it o chiamate lo 02 6361191.

Fino al 12 marzo sarà inoltre possibile approfittare della Settimana Internazionale del Glaucoma con screening gratuiti in tutta Italia.

 

Il caffè fa bene o male agli occhi?

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Il caffè è una bevanda straordinaria, con una storia incredibile e un seguito che la pone tra i liquidi più consumati al mondo: è buono ( a chi piace), sveglia o comunque, essendo un eccitante, aiuta ad affrontare la giornata e in alcuni casi è efficace contro il mal di testa, senza contare il suo apporto alla vita sociale, vero collante di pause tra amici e colleghi, scusa per staccare dal lavoro o dallo studio o autentica chicca quotidiana per chi ama a dismisura questa bevanda.

Ma abusarne non fa bene, come per tutti gli alimenti in generale (anche bere troppa acqua può essere nocivo!).

Andiamo per ordine e cerchiamo di capire come stanno veramente le cose.

Iniziamo col dire che l’eccesso di caffeina (quindi il consumo oltre la terza tazzina quotidiana) può causare un’intossicazione a livello oculare. La caffeina (così come la nicotina) è un vasocostrittore che può, in caso di consumo eccessivo, causare delle turbe irrorative al nervo ottico. Le conseguenze possono essere anche cali sensibili della vista o deficit nel campo visivo.

Però, secondo un recente studio della Cornell University, negli Stati Uniti, il caffè, assunto nelle giuste dosi, può essere un valido aiutante per proteggere i nostri occhi, prevenendo ad esempio la degenerazione maculare senile e altre patologie legate all’invecchiamento, come la cataratta.

Il merito è dei polifenoli, potenti antiossidanti presenti nel caffè che limitano l’insorgenza dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento delle cellule dei tessuti oculari. Ma che il caffè faccia bene alla salute non è notizia di questi giorni: studi precedenti hanno confermato il ruolo cruciale della caffeina per prevenire malattie come il morbo di Parkinson, il cancro alla prostata, il diabete e  il morbo di Alzheimer.

Nell’ambito della ricerca americana, è stato testato un composto del caffè, l’acido clorogenico (CLA),  su topi destinati a subire una degenerazione della retina.  Il risultato è stato incoraggiante: i topi a cui è stato somministrato questo estratto del caffè non hanno subito i previsti danni alla retina.

I ricercatori stanno quindi lavorando all’eventualità di creare un collirio con questo composto del caffè da instillare negli occhi per prevenire le malattie oculari.

Come detto, il caffè è salutare se assunto nelle giuste dosi. In caso di abuso, secondo gli esperti del Brigham and Women’s Hospital di Boston e della Harvard School of Public Health, il caffè potrebbe favorire il glaucoma, una grave patologia che insorge a causa dell’aumento della pressione del bulbo oculare. In particolare, alcune componenti del caffè causerebbe questo aumento di pressione.

Il glaucoma è una patologia multifattoriale, vale a dire causata da diversi fattori (tra i principali vi sono l’età, la predisposizione famigliare, preesistenti difetti di rifrazione e il diabete). All’inizio è asintomatico ma gradualmente causa la perdita delle cellule retiniche e comprometto il campo visivo.

Per cui, come detto già all’inizio di questo articolo, la moderazione è la giusta via: rinunciare al caffè è quasi impossibile, ma ci si può limitare non andando oltre le due-tre tazzine (non tazze!) di caffè al giorno. L’eccesso di caffeina infatti, oltre al glaucoma, può causare insonnia e aumento della pressione arteriosa.

Se proprio non riuscite a fare a meno del caffè, optate per quello decaffeinato o quello d’orzo!

 

 

 

 

Il test del riflesso rosso: fondamentale per i bambini ma poco conosciuto

Test del riflesso rosso

Test del riflesso rosso

Se ne parla poco, ma sottoporre un bambino a questo controllo si può rivelare fondamentale per salvargli la vista.

Parliamo del riflesso rosso, un test essenziale per la diagnosi precoce di patologie che possono compromettere la vista come la cataratta congenita, il glaucoma, il retinoblastoma, le anomalie retiniche e gravi difetti refrattivi.

L’Accademia Americana di Pediatria ha raccomandato l’esecuzione di questa prova fin dai primi giorni di nascita del bambino e ha suggerito di ripeterla anche nelle visite successive.

“Ad oggi, in Italia, questo test viene fatto da molti medici ed eseguito in molti ospedali ma non in tutti – commenta il dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico – e la sua esecuzione è quindi lasciata al giudizio del singolo dottore o ente ospedaliero, mentre sarebbe opportuno renderlo obbligatorio”.

Il test si esegue in una stanza oscurata e mediante un oftalmoscopio (strumento utile per esaminare il fondo dell’occhio). La luce dell’oftalmoscopio viene proiettata in entrambi gli occhi del bambino: se entrambi gli occhi riflettono la luce rossa si può escludere la presenza di alcune patologie importanti dell’occhio .

Riflesso Rosso

Se invece si riscontrano anomalie come un riflesso rosso di minore intensità, macchie nere nel riflesso rosso, un riflesso bianco o l’asimmetria dei riflessi, occorre portare immediatamente il bambino da un oculista pediatra.

L’alterazione del riflesso può essere relazionata anche alla presenza di strabismo oppure di un difetto refrattivo importante. Oppure, più banalmente, può essere dovuta anche al muco prodotto dalle lacrime, ma questo muco scompare con l’ammiccamento, per cui è sufficiente far battere le palpebre al piccolo paziente e ripetere il test per capire se l’opacità è transitoria o meno.

E’ bene fare molta attenzione anche alla storia clinica del singolo bambino: se in famiglia ci sono precedenti per malattie come neuroblastoma, cataratta congenita infantile e giovanile, glaucoma o alterazioni retiniche è fondamentale portare il piccolo da un oculista pediatra il prima possibile, in modo che possa essere sottoposto a un’accurata valutazione per individuare eventuali gravi anomalie della vista di cui il bimbo, vista la storia clinica famigliare, potrebbe essere portatore. Il test del riflesso rosso sarà una delle prove eseguite anche in questo caso.

La rilevanza sociale e medica di questo esame sta crescendo sempre di più e sono numerose le iniziative che cercano di portare all’attenzione delle istituzioni, soprattutto delle Regioni cui è demandata la gestione Sanità Pubblica, la necessità di rendere obbligatorio questo esame.

Tra queste vi è il progetto “Riflesso Rosso” di Vision + Onlus che ha promosso questo test gratuito per i bambini nati nell’arco del 2015 nella Clinica Mangiagalli di Milano. Il dottor Lucio Buratto ha appoggiato questa iniziativa con una mostra d’arte, “Luce, Occhio, Visione” in programma all’Atahotel Executive di Milano il 23 e 24 ottobre in occasione del congresso nazionale Videocatarattarefrattiva 2015 e i cui fondi saranno devoluti per finanziare parte di questo progetto.

 

foto by National Eye Institute @flickr

 

 

 

Giornata Internazionale della vista 2015: prevenzione fondamentale dopo i 50 anni

foto giornata vista fb

Oggi, 8 ottobre 2015, si celebra la Giornata Internazionale della Vista, evento promosso come sempre dall’ Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB) e sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il cui scopo è di informare sui sintomi della patologie oculistiche e fare prevenzione per evitarle.

L’edizione di quest’anno è dedicata alle malattie che si sviluppano nell’età adulta, soprattutto dopo i 50 anni: degenerazione maculare senile, glaucoma, cataratta e retinopatia diabetica.

La Degenerazione Maculare Senile colpisce la macula, la parte centrale della retina, provocando una riduzione della visione centrale necessaria per vedere i dettagli.

Il Glaucoma è una malattia che danneggia il nervo ottico ed è dovuta ad una eccessiva pressione all’interno dell’occhio. E’ una malattia grave ed è la prima causa di cecità irreversibile al mondo.

La Retinopatia Diabetica può causare una “visione a chiazze” con perdita della nitidezza e sensibilità all’abbagliamento.

La Cataratta consiste nell’opacizzazione del cristallino e può causare annebbiamento visivo, abbagliamento, aloni notturni e percezione di immagini sdoppiate.

Queste malattie possono avere cause genetiche, familiari oppure possono essere legate all’invecchiamento. Alcune, come il glaucoma, nelle fasi iniziali possono essere prive di sintomi. 

Per questo è fondamentale, soprattutto dopo i 50 anni, recarsi con regolarità dall’oculista di fiducia e sottoporsi a rigorosi controlli. Se si soffre di diabete i controlli devono essere ancora più frequenti.

Non sottovalutate la vista, non date per scontato che vada tutto bene perché vedete bene: i controlli oculistici possono mettere in evidenza patologie o sofferenze di cui si ignora l’esistenza. 

 

Secondo l’OMS nel mondo sono 39 milioni i ciechi e 246 milioni gli ipovedenti.

In Italia, in particolare, vivono almeno 362 mila ciechi e gli ipovedenti sono oltre un milione.

Oggi, in occasione della Giornata mondiale della vista, in 74 piazze italiane i volontari dell’IAPB saranno presenti presso i gazebo allestiti per distribuire opuscoli informativi, mentre le unità mobili oftalmiche svolgeranno controlli oculistici gratuiti e saranno organizzati incontri informativi aperti al pubblico sulle principali patologie oculari.

Per informazioni:

http://www.iapb.it/gmv2015/iniziative.php

www.giornatamondialedellavista.it

 

 

Occhi di colore diverso, come è possibile?

Occhi di colore diverso. Sono pochi al mondo ad avere questa condizione, chiamata eterocromia, ma di certo non passano inosservati, suscitando sorpresa tra chi li vede per la prima volta.

In questa immagine possiamo vedere un esempio di eterocromia dell’attrice Mila Kunis.

Eterocromia - Mila Kunis

Questa caratteristica somatica interessa l’1% della popolazione ed è causata da una diversa concentrazione di melanina nei due occhi. Se in un occhio la melanina è più concentrata che nell’altro, nel primo si assisterà a una colorazione tendente al marrone o comunque scura mentre il secondo sarà più chiaro.

Se tra gli essere umani l’eterocromia è abbastanza rara, per il mondo animale il discorso è molto diverso, essendo infatti molto più presente tra gatti, cavalli e cani.

L’eterocromia può essere presente all’interno della stessa iride: in questo caso è più corretto parlare di mosaicismo somatico. Questa condizione avviene quando le singole cellule che compongono l’iride presentano mutazioni che influenzano in modo diverso la produzione di melanina di quell’iride. Nella foto qui sotto si può vedere un caso di mosaicismo somatico nell’occhio destro dell’attrice Kate Bosworth.

Mosaicismo somatico - Kate Bosworth

L’eterocromia può essere non solo congenita (cioè presente fin dalla nascita) ma anche acquisita in seguito a traumi, reazioni a farmaci e malattie oculari come dell’iridociclite eterocromica di Fuchs, la sindrome di Horner, la sindrome di Waardenburg e il glaucoma pigmentario.

Tra i personaggi più famosi che presentano questa caratteristica vi sono anche l’attore David Bowie, Johnny Dorelli, Jane Seymour, Dan Aykroyd e personaggi storici come Carlo Magno e Alessandro Magno.