Iniezioni intravitreali: parola d’ordine costanza

iniezioni intravitreali - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano il trattamento d’elezione per la cura delle maculopatie, un insieme di patologie che colpiscono la parte centrale della retina. Tra queste, una delle più comuni è la degenerazione maculare senile che, nella sua variante essudativa, trova beneficio nella somministrazione della proteina detta anti-VEGF. Attenzione però: la terapia produce effetti positivi solamente se praticata secondo i giusti tempi. Ecco perché la parola d’ordine è sempre costanza.

Cosa sono le iniezioni intravitreali con farmaco Anti-VEGF

Le iniezioni intravitreali sono piccolissime iniezioni praticate all’interno del bulbo oculare. Il materiale presente all’interno del bulbo non è vascolarizzato né innervato, dunque le iniezioni non sono dolorose. La proteina iniettata ha l’obiettivo di contrastare la proliferazione di neovasi sulla retina, dovuta proprio alla produzione incontrollata di una proteina, detta VEGF.

Come avviene la somministrazione delle iniezioni intravitreali

…e perchè la parola d’ordine è costanza

La somministrazione delle iniezioni intravitreali avviene tramite protocolli ben definiti. Si esegue un ciclo di 3 iniezioni iniziali con cadenza mensile, per poi proseguire il trattamento con altre somministrazioni sino ad arrivare ad un totale di 7 circa nell’arco del primo anno.

Concludere il primo anno di trattamento nel pieno rispetto del protocollo di cura e delle scadenze prestabilite è fondamentale per trarre beneficio dalle iniezioni intravitreali. Si ricordi, peraltro, che nonostante la proteina Anti-VEGF sia l’unica opzione di trattamento nei confronti della degenerazione maculare senile, essa non ne rappresenta la cura definitiva. I farmaci Anti-VEGF possono rallentare o bloccare l’avanzamento della patologia, ma mai in modo permanente. Un motivo in più per evitare di soprassedere o rimandare gli appuntamenti.

Come sapere se è necessario sottoporsi ad altre iniezioni intravitreali dopo il primo anno di trattamento?

Già dopo il primo ciclo di iniezioni intravitreali, solitamente il paziente sperimenta un miglioramento della qualità visiva. Naturalmente, però, tutto dipende dallo stato di avanzamento della patologia nel momento in cui si comincia ad intraprendere il percorso terapeutico. In generale, durante il trattamento il paziente è sottoposto a frequenti monitoraggi, che includono controlli dell’acuità visiva ed OCT (Tomografia Ottica Computerizzata). Tali controlli sono utili a valutare il buon andamento della terapia e, dopo i primi mesi, a definire il calendario delle successive iniezioni.

In CAMO trovi trattamenti d’avanguardia e in un ambiente sempre sicuro

CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico è stato uno dei primi centri privati in Italia (ed è tuttora uno dei pochi) ad ottenere l’autorizzazione ad eseguire le iniezioni intravitreali con farmaci certificati. In CAMO, le iniezioni sono praticate da specialisti dalla grande esperienza e perizia e ciascun paziente è seguito con tutta l’attenzione e la dedizione necessarie. Inoltre, tutti gli ambienti della clinica sono frequentemente sottoposti a sanificazione accurata, mentre i professionisti che vi operano si sottopongono a periodici tamponi rapidi antigenici. Non c’è dunque motivo per rimandare la terapia lasciando alla patologia il tempo per produrre danni irreversibili e per compromettere severamente la capacità visiva. 

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In CAMO è disponibile una visita oculistica specialistica per le malattie della retina. Puoi chiamarci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Vista e diabete: un connubio da tenere “d’occhio”

Il diabete è una patologia ad ampissima diffusione: si stima infatti che ne soffrano, solo in Italia, 3 milioni di persone. Una cifra che, secondo le stime, è destinata a salire a 5 milioni nel 2030, con conseguenze enormi in ambito sociale e, non ultimo, economico. Oltre a curare il diabete seguendo con attenzione le indicazioni del medico, è fondamentale anche prendersi cura della propria salute oculare. Sì, perché non tutti sanno che il diabete può creare qualche problema anche agli occhi e che il connubio vista e diabete non è così infrequente come sembra. Cerchiamo di comprendere come, e perché.

Cos’è il diabete

A causa del diabete l’organismo non riesce a produrre insulina, l’ormone responsabile del controllo dei livelli di zuccheri nel sangue; oppure la produce, ma non riesce a farne buon uso. Si distingue, dunque, tra diabete di tipo 1 e di tipo 2. Se il primo è congenito, ovvero presente sin dalla nascita, il secondo, di gran lunga più diffuso, è invece causato da stili di vita sbagliati. Un’alimentazione povera in qualità e spesso troppo abbondante, in associazione con uno stile di vita eccessivamente orientato alla sedentarietà, rappresentano infatti fattori di rischio importanti per il diabete di tipo 2, e la ragione della sua massiccia diffusione. 

Vista e diabete: In che modo il diabete può minacciare la salute oculare?

Uno dei principali sintomi del diabete è quello di compromettere il buon andamento della circolazione sanguigna ed in particolare del microcircolo. Il microcircolo sanguigno è cruciale per la salute dell’apparato visivo, perché non vi è struttura oculare che non tragga ossigeno e nutrimento da esso. Laddove il microcircolo risulta inefficiente, l’occhio entrerà in uno stato di sofferenza.

Vista e diabete: quali patologie possono insorgere? 

  1. Retinopatia diabetica;
  2. Cataratta;
  3. Glaucoma neovascolare.

1 – Diabete e retinopatia

La difficoltà a livello di microcircolo causata dal diabete si ripercuote negativamente sulla retina, innescando una retinopatia. La retinopatia – specie se trascurata – è responsabile di un grave e talvolta irreversibile danno ai fotorecettori presenti sulla retina. Se la parte della retina danneggiata è la macula (cioè la sua porzione più centrale), si parlerà invece di maculopatia diabetica.

2 – Diabete e cataratta

Sono diverse le ricerche scientifiche che hanno messo in correlazione diabete e cataratta. In particolare, uno studio ha evidenziato come chi soffre di diabete abbia il doppio delle possibilità di sviluppare anche la cataratta (anche in giovane età, non dunque la cataratta senile). E non solo: se il paziente è già affetto anche da maculopatia, queste possibilità salgono a sei.

3 – Diabete e glaucoma neovascolare

Il glaucoma neovascolare può essere una conseguenza della retinopatia sopra descritta oppure – in virtù della difficoltà a livello di microcircolo posta in essere dal diabete – può causare una proliferazione di neovasi che impedisce il deflusso dell’umore acqueo, portando ad un aumento della pressione intraoculare.

Vista e diabete: prevenzione prima di tutto

Le patologie causate dal diabete possono avere conseguenze gravi ed irreversibili laddove il paziente non si prenda opportunamente cura della sua salute oculare. Per fare ciò è fondamentale recarsi dall’oculista annualmente o semestralmente (a discrezione dello specialista), anche in assenza di sintomi.

Inoltre, si consiglia di seguire un’alimentazione ricca e varia, includendo frutta e verdura di stagione e bevendo molta acqua. Infine, si raccomanda di praticare un po’ di attività fisica settimanalmente.

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Prevenire la cataratta a tavola: è possibile?

La salute – tanto generale quanto oculare – si conquista e si mantiene giorno dopo giorno, grazie ad alcune accortezze da mettere in atto su più fronti. Tra questi, l’alimentazione. La tavola dev’essere, soprattutto, quella che comunemente si definisce “la buona tavola”: un insieme di scelte alimentari capaci di regalare salute e benessere sia nell’immediato che sul lungo periodo. Per quanto riguarda la salute oculare, in particolare, è possibile prevenire o ritardare la comparsa di alcune patologie anche grazie ad una alimentazione particolarmente curata: tra queste, non possiamo non menzionare la cataratta. E allora, come aiutare a prevenire la cataratta a tavola? Scopriamo assieme quali alimenti ed ingredienti possono aiutarci a stare alla larga il più possibile da questa patologia, tipica dell’età matura.

Alimentazione e salute oculare: qualche consiglio generale 

Il nostro apparato visivo è formato da un insieme di delicatissime strutture che lavorano in perfetta sincronia, proprio come l’ingranaggio di un orologio. Il buon andamento della vista dipende dalla salute di tutte le parti che compongono l’occhio. Volendo semplificare, gli “ingredienti” fondamentali per mantenere i nostri occhi sani il più a lungo possibile sono l’ossigeno, l’acqua e le vitamine che introduciamo attraverso l’alimentazione. 

Grazie a questi elementi: 

  • otteniamo un effetto protettivo ed antiradicalizzante capace di contrastare l’ossidazione cellulare e l’invecchiamento precoce;
  • manteniamo l’occhio ben idratato;
  • potenziamo le nostre capacità visive. 

Aiutare a prevenire la cataratta a tavola

La cataratta è una patologia oculare che porta ad un’opacizzazione del cristallino. Il cristallino è una piccolissima e delicatissima lente naturale situata all’interno del nostro occhio. Nutrirla adeguatamente d’acqua, d’ossigeno e di elementi nutritivi ci aiuta:

  1. a mantenerla sana il più a lungo possibile;
  2. a ritardarne un’eventuale opacizzazione.

Quali alimenti prediligere? 

Entriamo quindi nel merito degli alimenti che possono aiutare a prevenire la cataratta o ritardarne l’insorgenza e che pertanto conviene mettere in tavola di frequente.

  • La pasta integrale: essendo ricca di selenio, regala un ottimo effetto antiossidante,  antiradicalizzante ed antiinfiammatorio naturale;
  • Peperoni, carote crude, zucca e tutti gli alimenti vegetali di colore giallo-arancio, oltre che il latte, le uova ed il fegato: sono ricchi di vitamina A, preziosissima per la salute oculare, capace di esercitare un’azione protettiva, di ritardare l’invecchiamento cellulare e di facilitare la visione notturna;
  • Spinaci, broccoli, lattuga, cavoli: ricchi di luteina, un potente antiossidante, capace di mantenere il cristallino efficiente ed in salute per lungo tempo;
  • Legumi, cereali integrali e verdure a foglia verde: ricchi di vitamina E, sono l’ideale per regalarsi un’azione antiossidante ed antitumorale e per proteggere il cristallino dai danni dovuti allo stress ossidativo;
  • I pomodori:  ricchi di licopene, un carotenoide capace di contrastare la cataratta e dalla sua forte azione antitumorale;
  • I kiwi e gli agrumi: molto ricchi di vitamina C, fondamentale per mantenere la salute del cristallino;
  • Le mandorle: ricche di vitamina B2, che esercita un’azione fortemente protettiva sulle mucose;
  • Melanzane, uva nera, prugne e tutti gli alimenti di colore viola: contengono antiocianine, importanti antiossidanti capaci di ritardare e aiutare a prevenire tutte le patologie legate all’avanzare del tempo e dell’età, come la cataratta e la degenerazione maculare senile;
  • L’acqua: last but not least, non scordiamo che idratare bene il corpo è il primo passo per mantenersi sani ed in forma molto a lungo. L’occhio, in particolare, ha un grandissimo bisogno di idratazione per garantire non solo la lubrificazione superficiale ed il buon andamento della funzione di ammiccamento, ma anche la perfetta efficienza dell’intera funzione visiva.

Fattori nutrizionali e funzioni degli alimenti

Di seguito riportiamo un’esaustiva tabella a cura del dott. Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico, indicante, per ciascun alimento, i fattori nutrizionali e le relative funzioni. Il consiglio è quello di alternare, nell’arco della settimana, gli ingredienti indicati in tabella, selezionandoli sulla base della stagionalità. 

Un aiuto viene anche dall’attività motoria

Anche l’attività fisica svolta all’aria aperta esercita un effetto protettivo nei confronti di molte patologie legate alla sedentarietà, alla scarsa ossigenazione dei tessuti ed all’invecchiamento cellulare. A tal fine, può essere utile – per esempio – fare una lunga passeggiata all’aria aperta un paio di volte la settimana.

Infine, la prevenzione

Infine, un’interessante ricerca scientifica ha messo in correlazione la salute visiva con quella cognitiva. Stando ai risultati dello studio, i pazienti in età avanzata con patologie o carenze visive corrono maggiormente il rischio di andare incontro ad un rapido declino sul piano cognitivo. Prendersi cura della propria salute visiva è quindi fondamentale per vivere la terza età al massimo delle proprie possibilità, anche sul fronte della memoria, delle capacità di linguaggio e, non ultimo, dell’autonomia. Alimentazione ed attività motoria sono senza dubbio fondamentali, così come lo è la prevenzione sul fronte medico. In quest’ottica si rivela utilissimo sottoporsi a periodici controlli della salute visiva, anche in assenza di sintomi.

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Vista dopo i 40 anni: come cambiano i nostri occhi

vista dopo i 40 anni - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Nel periodo della nostra vita che va dai 20 fino ai 40 anni la nostra capacità visiva rimane, con o senza difetti visivi, tutto sommato stabile. Dai 40 anni in poi le cose iniziano a cambiare e ad evolversi. Talvolta impercettibilmente, altre volte meno. Come cambia la vista dopo i 40 anni? Quali sono i difetti visivi e le patologie che comunemente compaiono mano a mano che il tempo passa? Facciamo il punto della situazione.

Il primo ospite sgradito: la presbiopia

Fino ai 40 anni circa, a meno che non vi siano già altri difetti visivi, a nessuno verrebbe mai in mente di non riuscire più a leggere il giornale, a lavorare al computer, ad utilizzare facilmente lo smartphone. Eppure, un bel giorno, ci si rende conto che per riuscire in quelle piccole e tutto sommato banali azioni si è costretti ad allontanare leggermente l’oggetto dal viso. Che cosa è cambiato? E’ successo che la presbiopia ha fatto capolino nella nostra vita. Rassicuriamoci, è del tutto normale, e succede quasi a tutti.

Presbiopia: con l’avanzare dell’età, il cristallino, la minuscola lente situata all’interno dell’occhio, perde la sua flessibilità. E viene meno quella che gli esperti chiamano capacità di accomodazione, cioè di spostare in modo naturale ed involontario il fuoco da lontano a più vicino. Gli ipermetropi e gli astigmatici sono i primi a rendersi conto di aver sviluppato anche la presbiopia, mentre i miopi compensano togliendosi gli occhiali, almeno per i primi tempi.

Come si risolve la presbiopia: Con gli occhiali da vista in modo temporaneo, oppure con un semplice intervento laser, simile all’intervento per la correzione dei difetti visivi con tecnica FemtoLASIK. In alternativa, esiste anche la sostituzione del cristallino così come avviene per la cataratta, oppure l’inserimento di lenti intracorneali.

La cataratta

La perdita di efficienza del cristallino è legata a doppio filo all’insorgenza della presbiopia, ma non solo. Con l’avanzare del tempo (già intorno ai 55 – 60 anni) il cristallino perde sempre di più la sua trasparenza, si indurisce e si ispessisce. Il risultato è una visione dei colori e delle forme sempre più incerta e meno nitida. Segno che siamo affetti da cataratta.

Cataratta: è la progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino.

Come si risolve la cataratta: non esiste terapia farmacologica per rallentare o migliorare l’opacizzazione del cristallino. L’unica soluzione è la sostituzione del cristallino con una lente intraoculare artificiale (intervento di facoemulsificazione).

Degenerazione maculare senile

Non sempre la progressiva incertezza della visione è causata dalla cataratta. A volte ad invecchiare assieme a noi è la macula, la porzione centrale (preziosissima e delicatissima) della nostra retina. E allora, le difficoltà visive si sperimenteranno proprio a livello di visione centrale, mentre per quanto riguarda la visione periferica ci sembra tutto sommato di vedere ancora bene. Questa patologia prende il nome di degenerazione maculare senile.

Degenerazione maculare senile: è un deterioramento progressivo dei fotorecettori presenti sulla macula. Si può presentare in due varianti, una detta essudativa (umida), l’altra atrofica (secca). La prima è trattabile grazie alle iniezioni intravitreali.

Come si risolve la maculopatia: la maculopatia senile di tipo essudativo si risolve con delle punturine indolori chiamate iniezioni intravitreali, a base di un farmaco specifico per la patologia. La variante atrofica della patologia è invece più difficile da trattare.

Glaucoma

I 40 anni rappresentano un po’ il giro di boa della salute oculare, ed è proprio a questa età che può fare la sua comparsa, in sordina, una patologia oculare chiamata glaucoma. Perché in sordina? Il glaucoma inizialmente è asintomatico, dunque può capitare di esserne affetti inconsapevolmente. L’incidenza non è altissima ma può capitare. E’ bene dunque non dimenticare di sottoporsi a periodici controlli della salute oculare.

Glaucoma: è un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, può danneggiare le strutture oculari con particolare riferimento al nervo ottico. Il risultato è una perdita irreversibile della propria capacità visiva.

Come si risolve il glaucoma: Il glaucoma si può trattare farmacologicamente grazie ad una terapia ipotonizzante a base di specifici colliri: è molto importante, in questo caso, seguire molto attentamente la terapia. A volte si rende necessario un piccolo intervento di chirurgia oculare per favorire l’abbassamento della pressione intraoculare (trabulectomia).

Insomma, l’età che avanza può mettere a dura prova la nostra salute oculare. Ciò non significa che ci si debba allarmare. Affrontare l’età adulta e matura con la giusta dose di serenità è fondamentale per vivere bene. A tal fine, il consiglio è quello di prendersi cura di se stessi, programmando anno dopo anno una serie di controlli della propria salute – inclusa quella oculare – onde prevenire e se necessario intervenire tempestivamente nei confronti di eventuali patologie.

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Iniezioni intravitreali per maculopatia: di che si tratta

iniezioni intravitreali per maculopatia -  CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Una diagnosi di degenerazione maculare senile può prendere in contropiede, per diversi motivi: perché la patologia nelle sue fasi d’esordio è tutto sommato asintomatica, oppure perché viene spesso confusa con la cataratta o con un generale peggioramento della capacità visiva. Per la maculopatia ancor più che per altre patologie oculari, tuttavia, sottoporsi a frequenti controlli della salute visiva e giungere ad una diagnosi certa in modo tempestivo è il primo passo per trattarla con efficacia. In questo senso, oggi le iniezioni intravitreali per maculopatia rappresentano la soluzione terapeutica più indicata.

Quali sono le opzioni terapeutiche per la degenerazione maculare senile oggi?

La degenerazione maculare senile si diagnostica grazie ad una visita oculistica specialistica approfondita ed accurata. La visita dovrà includere, tra le altre cose, un esame del fondo oculare tramite OCT ed fluorangiografia.

Una volta confermata la diagnosi, si andranno a discutere assieme allo specialista le opportunità terapeutiche. Per ciò che concerne la variante essudativa o umida della patologia, le iniezioni intravitreali per maculopatia rappresentano la miglior soluzione oggi disponibile per contrastare la progressione della patologia.

In cosa consistono le iniezioni intravitreali per maculopatia?

All’interno della macula di chi è affetto da degenerazione maculare senile si sviluppa in modo anomalo una proteina, chiamata VEGF. Questa proteina è responsabile dello sviluppo di una serie di neovasi a livello sottoretinico. Sono proprio questi a portare ad un peggioramento della capacità visiva centrale. Obiettivo delle iniezioni intravitreali per maculopatia è quello di contrastare lo sviluppo della proteina VEGF. A tal fine – tramite iniezioni sottilissime e totalmente indolori – si somministrano direttamente nel vitreo dei farmaci, chiamati anti-VEGF.

Il trattamento, nel primo anno, prevede 3 sedute più ravvicinate seguite da altre da valutare assieme allo specialista. In tal modo, è possibile arrestare la progressione della patologia ed ottenere un valido e durevole recupero della capacità visiva.

Cos’altro si può fare per trattare la maculopatia essudativa?

Senza alcun dubbio, e come sempre accade in medicina, anche lo stile di vita e l’alimentazione possono essere validi alleati nella prevenzione della maculopatia. Alimentarsi correttamente, prediligendo alimenti ricchi di zinco, betacarotene e di vitamine C ed A può essere di grande aiuto nel ritardare o prevenire l’insorgenza della patologia. Allo stesso modo, e poiché la maculopatia è una patologia di tipo degenerativo legata a doppio filo all’invecchiamento, sarà d’aiuto bere molta acqua e scegliere alimenti dal forte potere antiossidante. Allo stesso tempo, è raccomandabile non fumare.

A patologia oramai conclamata, tuttavia, ad oggi le iniezioni intravitreali rappresentano l’opzione migliore in assoluto per tenere sotto controllo la progressione della patologia e migliorarne sensibilmente i sintomi.

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Retinopatia e maculopatia senile: conosciamole meglio

 

Le retinopatie sono un insieme di patologie che possono colpire la retina. Le tipologie di retinopatia si differenziano in base ai motivi che le hanno causate. Tra queste, sono particolarmente diffuse la retinopatia e la maculopatia senile, ovvero causate dall’avanzare dell’età. Conosciamo più da vicino proprio questa tipologia di retinopatia ed offriamo qualche consiglio utile per chi desidera prevenirla.

Retinopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Si sente spesso parlare di retinopatie e ci viene altrettanto spesso spiegato che sono patologie della retina. Non tutti i “non addetti ai lavori” però, hanno davvero ben chiaro che cos’è la retina, dove si trova e perché é così importante. E allora, facciamo un passo indietro e spieghiamo in parole semplici che cos’è la retina e cosa sono le retinopatie.

Che cos’è la retina

La retina è una membrana sottilissima che riveste la parte interna del nostro bulbo oculare nella sua quasi totalità. E’ molto delicata ed altresì importante in quanto rivestita da fotorecettori, cellule nervose e cellule pigmentate. Ciascuno di questi 3 elementi riveste una funzione ben precisa per quanto riguarda la funzione visiva. I fotorecettori a loro volta si distinguono in coni e bastoncelli, responsabili della trasmissione dell’informazione luminosa al nervo ottico. Il ruolo dei coni è quello di captare le luci intense ed i colori, mentre quello dei bastoncelli è quello di rilevare luci ad intensità medio bassa, favorendo la visione in condizioni di scarsa luminosità.

Cosa sono le retinopatie e cos’è la retinopatia senile?

Le retinopatie sono tutte quelle patologie che implicano un processo degenerativo della retina e di conseguenza una sua perdita di funzionalità ed efficienza. Alcune retinopatie sono causate da patologie sistemiche, come il diabete o l’ipertensione arteriosa, per esempio. In altri casi la causa è l’avanzamento dell’età, lo stress ossidativo e l’invecchiamento cellulare. In questi casi si parla di retinopatia senile. Quando ad ammalarsi è la porzione centrale della retina (quella situata proprio in fondo al bulbo oculare), si parla di maculopatia senile, giacché quella parte prende il nome di macula.

La maculopatia senile è una patologia molto seria per 3 ragioni:

  1. la macula è maggiormente fitta di fotorecettori e dunque da essa dipende gran parte della qualità della visione;
  2. la macula si trova in posizione centrale e quindi è la visione centrale a dipendere direttamente dalla sua salute;
  3. la perdita di qualità e quantità di visione centrale dovuta al deterioramento della macula è irreversibile.

Maculopatia senile: diamo un pò di numeri

La maculopatia è la principale causa di cecità nei paesi industrializzati. In Italia ne sono colpite oltre un milione di persone, con un aumento di circa 80 mila casi l’anno. Un numero davvero impressionante se si considera che, stando ai risultati di un’indagine demoscopica di qualche anno fa promossa proprio dal Centro Ambrosiano Oftalmico, solo l’11% della popolazione sa realmente cosa siano maculopatia e retinopatia.

Campagna nazionale per la prevenzione - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Parola d’ordine: informare e sensibilizzare

Nei paragrafi precedenti abbiamo avuto modo di sottolineare due concetti importanti:

  1. retinopatia e maculopatia senile sono patologie serie che possono pregiudicare notevolmente la capacità visiva di chi ne è affetto, causando danni irreversibili;
  2. non vi è, ad oggi, sufficiente informazione tra la popolazione in merito a queste patologie.

Ecco perché CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, assieme a IRCCS – Ospedale San Raffaele di Milano e ASST H Fatebenefratelli Sacco di Milano ha organizzato e promosso una Campagna di Prevenzione e Diagnosi della Maculopatia.

Retinopatia e maculopatia: una grande occasione di informazione e screening da non perdere

Una grande occasione di informazione e di prevenzione per tutti i cittadini over 50 che non hanno mai avuto una diagnosi di maculopatia o retinopatia. Tutti i dettagli dell’iniziativa si trovano sul sito ufficiale, dove è anche possibile prenotare il proprio screening presso uno dei 26 centri d’eccellenza dislocati su tutto il territorio nazionale – incluso il Centro Ambrosiano Oftalmico – che aderiscono all’iniziativa. Ti aspettiamo!

Degenerazione Maculare Senile e luce blu

Luce blu - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Le maculopatie sono un gruppo di patologie della macula, la porzione centrale della retina. Quest’area della retina è fondamentale per il buon andamento della funzione visiva: dalla sua buona salute dipendono sia la visione centrale che la corretta percezione dei colori. Un’alterazione della macula può essere causata da patologie sistemiche, come per esempio il diabete, oppure dall’età. Per quanto riguarda la Degenerazione Maculare Legata all’età (DMLE), in particolare, oggi la scienza indica nella luce blu emessa dai device elettronici uno dei fattori di rischio maggiormente incisivi.

Luce blu: cos’è?

Lo spettro luminoso è composto da un insieme di frequenze e radiazioni elettromagnetiche che danno origine alla luce. Nello specifico, l’intero spettro si può suddividere in una parte visibile ed in una parte invisibile. Le radiazioni infrarosse (a maggior lunghezza d’onda) ed i raggi ultravioletti (a minor lunghezza d’onda) sono invisibili. La luce visibile comprende tutte quelle radiazioni comprese tra il violetto ed il rosso, inclusa la luce blu. Questa dunque, non solo è emessa dalla maggior parte dei device elettronici, ma è anche presente in natura. La sua lunghezza d’onda è di circa 470 nanometri.

Luce blu: dove si trova?

La luce blu è emessa dalla maggior parte delle lampadine a basso consumo (xeno) e a led, e da tutti i device elettronici dei quali si fa comunemente uso: televisione, smartphone, computer, tablet.

Perché è potenzialmente dannosa per i nostri occhi?

La luce blu è una luce fredda che non innesca il naturale riflesso di restringimento pupillare. Essa riesce quindi a penetrare “indisturbata” all’interno del nostro occhio. E non solo. La sua lunghezza d’onda le consente di raggiungere tutte le strutture oculari, attraversando quindi cornea, cristallino ed arrivando a colpire anche la retina.

Le conseguenze immediate possono essere:

  • sensazione di affaticamento e stanchezza oculare;
  • arrossamento e irritazione;
  • insonnia;
  • mal di testa.

Quali sono i danni a lungo termine della luce blu? Cosa dice la scienza in merito?

Un’esposizione intensa e particolarmente prolungata alla luce blu può arrecare danni irreversibili al pigmento maculare. In particolare, uno studio scientifico si è focalizzato sulla luce blu come fattore di rischio nella Degenerazione Maculare Senile di tipo umido. Questo tipo di maculopatia è meno frequente di quella secca, ma è altrettanto insidiosa. Si caratterizza per una crescita anomala dei vasi sanguigni al di sotto della retina. Questo processo è innescato da una proteina, chiamata VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare).

La ricerca scientifica alla quale ci riferiamo ha preso in esame il ruolo della luce blu nello stimolo della secrezione della proteina VEGF. Stando ai risultati dei test, caricando le cellule presenti sull’epitelio retinico di una specifica molecola fotosensibilizzatrice, chiamata A2E, si ottenevano diversi effetti:

  1. un aumento della sintesi della proteina VEGF (e dunque potenzialmente un peggioramento della patologia);
  2. un aumento del fattore VEG-FR1, capace di “intrappolare” le proteine VEGF e quindi di esercitare un’azione protettiva nei confronti della retina.

Concludendo, la terapia con iniezioni intravitreali anti-VEGF è ideale non solo per combattere la maculopatia senile degenerativa di tipo umido, ma anche per limitare i danni derivanti dalla luce blu.

Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov

Calo della vista e digiuno, verità o leggenda?

Calo della Vista - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

“Non ci vedo più dalla fame”, recitava lo slogan di uno spot pubblicitario di qualche anno fa. Si tratta di un modo di dire che sicuramente abbiamo avuto occasione di sentire tante volte. Ma ci siamo mai chiesti quale possa essere la spiegazione scientifica che vi sta a monte? Esiste davvero una correlazione tra digiuno e calo della vista?

Salute visiva: da cosa può dipendere

La salute visiva dipende da un insieme piuttosto vasto di fattori. Predisposizione genetica, tipologia di ambiente e caratteristiche della zona geografica di appartenenza, stile di vita dinamico oppure sedentario, alimentazione più o meno attenta, eventuale presenza di patologie a carico di altre parti dell’organismo (come patologie sistemiche, per fare un esempio) sono alcuni dei fattori che possono influire sulla salute oculare e sulla qualità della propria visione.

Parola d’ordine: alimentarsi correttamente

Tra i fattori sopracitati, l’alimentazione riveste sicuramente un ruolo di primo piano. Alimentarsi in modo vario e sano, prediligendo frutta e verdura di stagione e bevendo molta acqua è fondamentale per mantenere non solo gli occhi ma l’intero organismo in forma il più a lungo possibile. Ma anche per prevenire o ritardare la comparsa di diverse patologie connesse all’invecchiamento cellulare.

Il consiglio generale è comunque quello di alimentarsi correttamente e di non lasciar passare troppo tempo tra un pasto e l’altro. 5 piccoli pasti al giorno sono l’ideale.

E per quanto riguarda la salute oculare?

Un’alimentazione corretta permette di prevenire alcune patologie oculari

Abbiamo già avuto modo di ribadire quanto sia importante “nutrire” l’apparato visivo con una serie di elementi che ne garantiscano il buon funzionamento. Se bere molto, per esempio, può aiutare a stare alla larga dal fastidioso fenomeno delle “mosche volanti”, introdurre cibi ricchi di luteina, vitamina A, vitamina E, vitamina C ed acidi grassi polinsaturi aiuta a mantenere la retina ben ossigenata ed in salute. Ciò significa che i fotorecettori presenti sulla retina, se ben “nutriti ed idratati”, mantengono la loro efficienza molto a lungo. E che alcune patologie notoriamente connesse allo stress ossidativo – come la degenerazione maculare senile, per esempio – potrebbero ritardare la loro comparsa, oppure non presentarsi affatto.

E nel caso di un periodo di digiuno, cosa succede?

Nel paragrafo precedente abbiamo sottolineato come alimentarsi in modo corretto sul lungo periodo possa aiutare a prevenire l’insorgenza di alcune patologie oculari ed a favorire il buon andamento della funzione visiva. Anche nel quotidiano vi sono delle piccole accortezze che possono rivelarsi utili in questo senso. E’ importante, infatti, aiutare i nostri occhi a stare bene tutto il giorno.

Calo della vista: non ci si vede più dalla fame?

La retina è un tessuto “glucosio dipendente”: i fotorecettori presenti su di essa consumano una notevole quantità di energia, anche di più di quella usata dalle cellule cerebrali. E poiché gli zuccheri sono il carburante del nostro organismo, va da sé che lasciar passare troppo tempo tra un pasto e l’altro può portare ad un calo glicemico capace di influire – seppur impercettibilmente – sulla funzione visiva, innescando un calo della vista.

Annebbiamento o calo della vista? Meglio controllare!

Chi dovesse accorgersi davvero di “non vederci più dalla fame” o dovesse sperimentare un annebbiamento o calo della vista, sta probabilmente andando incontro ad un’ipoglicemia più importante. In questi casi, oltre a mettere qualcosa sotto i denti, conviene approfondire, eseguendo una visita medica ed una visita oculistica specialistica.

3 insalatone estive che fanno bene alla vista

insalatone estive - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’estate è nel pieno e le temperature piuttosto alte non invitano a gustare cibi particolarmente caldi. Eppure, la fame si fa sentire. Le insalatone, concepite come grandi piatti unici, freschi e leggeri, sono la soluzione ideale per fronteggiare il caldo saziandoci con gusto. Ecco 3 varianti di insalatone estive che oltre ad essere gustose e molto colorate, si prendono cura anche della salute oculare.

1 – Insalatona verde con lattuga, gamberetti, uova e semi di lino

La prima tra le insalatone estive che vi proponiamo è dedicata a chi ama il sapore di mare, vista la presenza dei gamberetti che le conferiscono un gusto davvero inconfondibile. Ecco come si prepara:

  • mondate e lavate la lattuga;
  • preparate un uovo sodo per ciascun commensale (immergendo l’uovo per 7 minuti in acqua bollente, oppure 9 se immergete l’uovo in acqua fredda);
  • private i gamberetti del carapace e della testa, poi lessateli per 5 minuti in acqua bollente salata;
  • componete l’insalata, conditela con un filo di olio extravergine di oliva, sale, un po’ di limone, infine cospargete il tutto con i semi di lino.

Fa bene alla vista perché tutte le insalate verdi e le verdure a foglia sono ricche di vitamine ed antiossidanti, mentre i gamberetti sono ricchi di vitamine, come la vitamina C, le vitamine del gruppo B, ma anche magnesio, potassio, zinco e molti altri elementi preziosi. La lattuga, in particolar modo, è ricca di zeaxantina e vitamina A, due carotenoidi che esercitano una funzione protettiva nei confronti di tutte le strutture oculari, oltre a favorire il buon andamento della visione notturna. Anche le uova sono preziose per la salute oculare: una ricerca scientifica ha infatti provato che esse sono ideali per contribuire a prevenire la maculopatia. Infine, i semi di lino sono ricchi di Omega3, ottimi per il benessere dei tessuti e degli annessi cutanei.

2 – Insalata di pasta con mezze penne integrali, verdure grigliate e feta

La seconda insalata estiva che vi proponiamo è dedicata a chi, anche in estate, non sa dire di no ad un bel piatto di pasta. Scegliete quella integrale: ne guadagnerete in salute ed in leggerezza! Si prepara così:

  • cuocete la pasta in acqua bollente salata, poi scolatela e passatela subito sotto il getto dell’acqua fredda (in questo modo fermerete la cottura e la raffredderete al tempo stesso);
  • procuratevi una griglia elettrica o una bistecchiera, e grigliate due zucchine ed un peperone rosso;
  • private il peperone rosso della pelle, poi tagliatelo a striscioline;
  • riducete in piccoli bastoncini anche le zucchine precedentemente grigliate;
  • aggiungete le verdure alla pasta;
  • aggiungete dei dadini di feta;
  • condite con olio extravergine di oliva, sale e mescolate bene.

Questa insalata fa bene ai nostri occhi per via della pasta integrale, che è molto ricca di selenio. Il selenio è un ottimo antiossidante ed antinfiammatorio naturale. Aiuta a rinforzare le strutture oculari ed a prevenire tutte quelle patologie connesse all’invecchiamento cellulare, come la cataratta e la maculopatia. I peperoni, poi, sono ricchi di vitamina A, ideale per proteggere le strutture oculari dall’invecchiamento cellulare e per favorire la visione notturna.

3 – Insalata di fagioli cannellini con pomodoro, mozzarelline e origano fresco

Concludiamo la carrellata delle insalatone estive con una proposta forse un po’ più laboriosa. Dovrete organizzarvi la sera prima, se decidete di prepararla. Ma vi assicuriamo che ne vale la pena! Ecco come si prepara:

  • la sera prima, mettete a bagno in acqua fresca i fagioli cannellini;
  • l’indomani, sciacquate i fagioli e cuoceteli in acqua bollente senza sale (il sale fa diventare la buccia dei legumi particolarmente dura);
  • aggiungete il sale solo al termine della cottura;
  • scolate i fagioli e fateli raffreddare;
  • procuratevi dei bei pomodorini piccadilly oppure cherry, ma vanno bene anche i pomodori da insalata;
  • tagliate i pomodori in quarti o a spicchi;
  • aggiungeteli ai fagioli;
  • aggiungete anche le mozzarelline (l’ideale è acquistarle presso qualche caseificio locale);
  • condite con un filo di olio extravergine di oliva, sale e origano fresco, che potete acquistare in mazzetti presso un fruttivendolo.

Questa insalata estiva fa bene alla vista perché i fagioli cannellini sono ricchi di vitamina E, un potente antiossidante molto utile nella prevenzione della cataratta e della degenerazione maculare senile. I pomodori, invece, sono ricchi di licopene, un antiossidante naturale dalla forte azione antitumorale, ottimo anche per la sua azione protettiva verso la retina.

Le idee che vi abbiamo suggerito sono state pensate incontrare gusti differenti, e per soddisfare l’esigenza di prendersi cura anche dei propri occhi. Come potete notare, madre natura ci viene in aiuto con una vasta gamma di sapori ed ingredienti, tutti a loro modo ricchi di elementi preziosi. Non vi resta che scegliere la vostra preferita tra le insalatone estive che vi abbiamo proposto e… buon appetito! 

Luce blu, ecco perché è così dannosa per i nostri occhi

maculopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Avevamo già affrontato tempo fa l’argomento dell’uso dei dispositivi elettronici in condizioni di poca luce, sottolineando come al diminuire della luce aumentasse il possibile danno al nostro apparato visivo. Oggi un nuovo studio comparso sulla rivista scientifica Nature entra ulteriormente nel merito dei danni che la luce blu emessa dai dispositivi elettronici può produrre ai nostri occhi. Il risultato? Un consiglio: non usare i dispositivi elettronici al buio e soprattutto non troppo a lungo. 

Ecco perché usare i dispositivi elettronici a letto fa male

Usare i dispositivi elettronici a letto o in condizioni di poca luce fa male ai nostri occhi per diversi motivi:

  • affatica la muscolatura oculare;
  • compromette la circolazione sanguigna dell’apparato visivo;
  • peggiora la percezione corretta sia delle immagini vicine che di quelle lontane;
  • causa la cosiddetta “cecità temporanea da smartphone”, specie se si privilegia l’uso di un occhio a discapito dell’altro (con la testa posata lateralmente sul cuscino, per esempio);
  • potrebbe favorire l’insorgenza di maculopatie;
  • compromette la qualità del sonno e del riposo.

Si tratta di una già lunga serie di ragioni piuttosto importanti e preoccupanti, che è bene non sottovalutare, e che da sole dovrebbero indurci a posare o meglio spegnere i nostri device elettronici preferiti quando ci rechiamo in camera da letto. Ma non finisce qui.

Ecco i risultati di un nuovo studio pubblicato recentemente su Nature

La luce blu favorisce la formazione di una molecola dannosa per la retina

In aggiunta ai motivi sopra citati per i quali sarebbe preferibile evitare l’uso prolungato dei device elettronici in condizioni di poca luce, citiamo oggi i risultati di un nuovo studio apparso sulla rivista scientifica Nature. La ricerca è stata condotta dal professor Ajith Karunarathne, dell’Università di Toledo nell’Ohio. Secondo il professore, la luce blu emessa dai dispositivi elettronici sarebbe responsabile della formazione di una molecola chimica particolarmente dannosa per le strutture oculari, con particolare riferimento alla retina. Questa molecola sarebbe tossica e sarebbe responsabile di diversi danni oculari particolarmente gravi, tra cui anche l’insorgenza della degenerazione maculare senile. A subire maggiormente il danno da parte della luce blu sarebbero i fotorecettori presenti sulla retina, cellule nervose molto importanti per il corretto andamento della funzione visiva, che verrebbero danneggiati in modo irreversibile proprio da questa molecola.

Fonte: Nature.com

Perchè la luce blu è pericolosa per i nostri occhi

La luce blu è pericolosa per i nostri occhi non solo per quanto dichiarato dal professor Karunarathne, ma anche perchè, vista la sua lunghezza d’onda, riesce a penetrare in profondità attraverso la cornea ed il cristallino fino alla retina. Inoltre, non essendo una luce calda, non innesca il naturale riflesso di restringimento della pupilla, e quindi l’occhio non è in grado di difendersi in alcun modo da essa.