Ad ognuno il suo cristallino: monofocale, multifocale o accomodativo?

I primissimi interventi di rimozione della cataratta prevedevano che, una volta tolto il cristallino naturale oramai opacizzato, questo non venisse sostituito in alcun modo ed il paziente dovesse far ricorso ad un paio di occhiali. Oggi invece si usa impiantare i cristallini artificiali: questi vengono realizzati con materiali sintetici altamente tollerabili, perfettamente trasparenti e soprattutto personalizzabili in base alle esigenze del paziente. Ma quali sono questi cristallini ed a quali tipologie di esigenza rispondono?

Cos’è il cristallino

Il cristallino è una piccola lente situata all’interno del nostro occhio. Le sue dimensioni variano da persona a persona, ma si aggirano intorno ai 9 mm di larghezza per 3 mm di altezza circa. Esso è collocato all’interno di una capsula, e si compone di un nucleo e di una parte intermedia, tra il nucleo e la capsula, detta corticale. Il suo scopo è quello di filtrare la luce che penetra all’interno dell’occhio attraverso la pupilla e di convogliarla verso la retina. Com’è noto, la cataratta si ha quando il cristallino si opacizza, e dunque va sostituito. Grazie all’osservazione dell’occhio con un macchinario chiamato lampada a fessura, lo specialista può osservare da vicino il cristallino e capire fino a che punto ed in quali parti esso sia opacizzato.

Cos’è il cristallino artificiale

Durante l’intervento di facoemulsificazione, dopo aver estratto il cristallino naturale del paziente affetto da cataratta, il chirurgo inserisce all’interno dell’occhio del paziente un cristallino di tipo artificiale. Questo è costituito da un materiale plastico perfettamente tollerabile, resistente ed assolutamente trasparente. E’ una lente che durerà per tutta la vita, e non richiede di essere né sostituita né pulita nel corso degli anni.  Attraverso un esame specifico chiamato biometria, il chirurgo riesce a calcolare il diametro del bulbo oculare e dunque a stabilire l’entità del potere diottrico che il cristallino artificiale dovrà avere. Il cristallino artificiale ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi una vera e propria rivoluzione del campo dell’oftalmologia, migliorando drasticamente la qualità di vita di un sempre maggiore numero di pazienti anche in età particolarmente avanzata.

Cristallino: ad ognuno il suo

Come detto, la possibilità di correggere l’afachia – ovvero l’assenza di cristallino – tramite l’inserimento di un cristallino artificiale al posto di quello naturale, ha rivoluzionato il mondo dell’oftalmologia moderna. Ma dai primi cristallini, tutto sommato poco personalizzabili e piuttosto rigidi, ad oggi, di strada ne è stata fatta davvero molta. I cristallini dei quali la moderna chirurgia oftalmica dispone sono molto flessibili e dunque facilmente collocabili nella loro sede senza dover ricorrere ad incisioni ed a punti di sutura.

I cristallini monofocali

I cristallini monofocali non hanno potere accomodativo ma consentono di risolvere, oltre al problema della cataratta, anche un difetto refrattivo preesistente. I cristallini di questo tipo sono molto ben tollerabili ed hanno il medesimo potere diottrico in tutta la loro superficie.

I cristallini multifocali

I cristallini multifocali, proprio come le lenti multifocali degli occhiali, consentono di correggere in una mossa sola sia i problemi di visione “da vicino” che i problemi di visione “da lontano”. Questi cristallini sono costruiti in modo che il potere diottrico sia variabile: ogni piccola sezione della lente è costituita da cerchi concentrici capaci di offrire poteri diottrici differenti e dunque di sopperire alle diverse esigenze di visione, da lontano oppure da vicino.

I cristallini accomodativi

Si tratta di lenti particolarmente elastiche, capaci di fissarsi con la struttura interna muscolare dell’occhio e dunque di esercitare quell’azione accomodativa che è tipica del cristallino naturale. In altre parole, l’occhio riesce ancora a mettere a fuoco come prima dell’intervento, perché la lente artificiale si contrae e si flette in risposta alle contrazioni naturali dell’occhio.

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Come prepararsi all’intervento di rimozione della cataratta

L’intervento di rimozione della cataratta – noto anche con il nome di facoemulsificazione – è oggi uno dei più praticati al mondo. Esso consente di risolvere in modo efficace e permanente una delle patologie tipiche dell’età matura, consentendo al paziente di recuperare una straordinaria nitidezza visiva ed un’eccellente percezione dei colori. I grandi traguardi della tecnologia, come l’avvento del laser a femtosecondi, e la possibilità di inserire cristallini artificiali completamente personalizzabili, inoltre, fa di questo intervento una soluzione veloce ed indolore a più problemi contemporaneamente, inclusi i difetti di rifrazione. Vediamo in questo articolo come prepararsi all’intervento di rimozione della cataratta. 

In cosa consiste l’intervento di rimozione della cataratta

Prima di approfondire ulteriormente l’argomento e di spiegare come prepararsi all’intervento di rimozione della cataratta, cerchiamo di spiegare meglio cosa si intenda per cataratta e cosa effettivamente si vada e rimuovere nel corso della procedura. Il cristallino è una lente naturale situata all’interno del nostro occhio: esso è collocato in una precisa posizione, proprio dietro la pupilla, all’interno di una capsula che lo contiene. Durante l’intervento di rimozione della cataratta la capsula viene aperta ed il cristallino al suo interno viene sostituito con uno nuovo. La tecnica chirurgica che viene usata per effettuare questa sostituzione prende il nome di facoemulsificazione: il chirurgo effettua una piccolissima incisione di 2-3 millimetri nella parte laterale del bulbo con l’aiuto del laser a femtosecondi, una tecnologia di ultima generazione che riesce a sostituirsi perfettamente al bisturi. Dopodiché, il cristallino oramai opacizzato viene frammentato ed aspirato per poi essere sostituito.

Come ci si prepara all’intervento di rimozione della cataratta

La cataratta non è un fenomeno esclusivo dell’età matura, anche se è molto più frequente che compaia dopo i 60 anni. Da quel momento in poi è possibile che il paziente sperimenti un graduale abbassamento della vista: si tratta di un processo che si sviluppa gradualmente e che generalmente esordisce prima da un occhio e poi compare anche nell’altro. Il cristallino non si opacizza dunque improvvisamente e tutto insieme, ma per gradi. Il paziente sperimenterà un calo nella quantità e nella qualità della vista, faticando a compiere azioni comuni come leggere, guardare la televisione, guidare.

Quando operare la cataratta

A differenza di quanto accadeva alcuni decenni fa, oggi si decide di operare la cataratta prima che questa sia molto evoluta, così da restituire al paziente anziano una buona qualità di vita, oltre che di visione, e dunque la possibilità di compiere le piccole grandi azioni del quotidiano senza troppa fatica e senza il rischio di andare incontro a qualche incidente per esempio di tipo domestico.

Ecco come ci si prepara all’intervento di cataratta

Prima di programmare l’intervento di rimozione della cataratta, l’oculista eseguirà una serie di esami specialistici mirati, che sono:

  • esame del segmento anteriore: è un esame che si effettua attraverso un macchinario chiamato lampada a fessura e che consente di analizzare ed osservare lo stato di salute di cornea e cristallino
  • misurazione del tono oculare: è un esame che si usa per escludere la presenza di glaucoma
  • esame del fondo oculare: è un esame della retina e del fondo oculare, importante per determinare il livello di qualità visiva che si potrà raggiungere a seguito dell’intervento
  • topografia: è lo studio della forma e delle caratteristiche della cornea del paziente
  • biometria: è la misurazione della lunghezza assiale del bulbo oculare. In base a questa si potrà decidere quale tipo di lente correttiva eventualmente inserire.
  • endotelioscopia: è la conta e la misurazione della densità delle cellule dell’endotelio, lo strato posteriore della cornea, attraverso il quale bisognerà passare per poter eseguire l’intervento

Una volta terminati tutti questi accertamenti, sarete pronti per sottoporvi all’intervento di rimozione della cataratta. La fase di preparazione inoltre includerà un lungo colloquio con il vostro medico oculista, che vi illustrerà il tipo di intervento che andrete ad affrontare, oltre a tutti i vantaggi che questo apporterà al vostro apparato visivo. Non esitate a porre qualunque domanda vi venga in mente, così da giungere al giorno dell’intervento pronti, consapevoli e preparati.

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Vacanze in auto? Attenzione ai raggi UV

Non vi è nulla di più piacevole e rilassante, dopo un lungo anno di lavoro, che trascorrere alcuni giorni lontano dalla propria abitazione, visitando luoghi nuovi e godendo della compagnia delle persone a noi più care. Se viaggiate in automobile, tuttavia, è bene che voi sappiate che i finestrini non proteggono gli occhi vostri e dei vostri bambini dai raggi UV . E’ quanto emerge da un interessante studio pubblicato recentemente su Jama Ophtalmology. Vediamo i dettagli di questa ricerca.

Cosa sono i raggi UV

La luce del sole non è tutta uguale, anzi. Lo spettro luminoso si compone di diversi tipi di raggi, aventi lunghezza d’onda e intensità differenti. Alcuni raggi sono più caldi, come le radiazioni infrarosse, altri meno; alcuni sono invisibili, come le radiazioni ultraviolette, altri sono visibili. Sono proprio le radiazioni ultraviolette a rappresentare una minaccia per il nostro apparato visivo. Esse sono fredde ed invisibili, pertanto quando esponiamo i nostri occhi a questo genere di radiazione, lo facciamo inconsapevolmente. Questo tipo di radiazioni ha una lunghezza d’onda piuttosto lunga, capace di penetrare in profondità nei nostri occhi in modo “indisturbato”: essendo invisibili, esse non innescano il meccanismo automatico di restringimento della pupilla, e dunque l’occhio non è in grado di difendersi in alcun modo. Ma non finisce qui: i raggi UV non sono un fenomeno dal quale proteggersi solamente in piena estate, ma sono presenti nell’atmosfera tutto l’anno, anche quando il cielo è coperto. Se vi trovate sulla sabbia, sulla neve o in prossimità dell’acqua, inoltre, il riflesso dei raggi UV va a sommarsi ai raggi provenienti dall’alto, e dunque il potenziale danno si moltiplica.

Perché sono pericolosi i raggi UV

I raggi ultravioletti sono pericolosi perché possono danneggiare irrimediabilmente cornea, cristallino e retina. A seconda della lunghezza delle onde, vengono colpiti e potenzialmente danneggiati diversi tessuti dell’apparato visivo. Anche laddove il danno non sia evidente e immediato, è importante sapere che i raggi UV accelerano l’invecchiamento e il deterioramento cellulare e quindi possono anticipare l’esordio di alcune patologie. Il cristallino, per fare un esempio, assorbe sia gli UVA che gli UVB e dunque è altamente esposto ai rischi connessi all’esposizione a questi raggi.

Raggi UV in automobile? Quanto siamo al sicuro?

Venendo allo studio oggetto di questo approfondimento, alcuni ricercatori del Boxer Wachler Vision Institute di Beverly Hills hanno preso in esame 29 autoveicoli di diverse case automobilistiche per appurare la percentuale di sicurezza dei parabrezza e finestrini rispetto alla penetrabilità dei raggi UV. Il risultato è stato che mentre il parabrezza riesce a bloccare il 95% dei raggi UV, i finestrini si sono rivelati meno efficaci, e la percentuale è scesa in taluni casi fino al 44%. Insomma, anche se l’aria condizionata è accesa, siamo al fresco e tutto sommato all’ombra, i raggi UV stanno comunque penetrando l’abitacolo e mettendo a repentaglio la nostra salute visiva.

Come proteggere i nostri occhi dai raggi UV mentre siamo in automobile

Alla luce di quanto detto sopra, va da sè che anche quando stiamo viaggiando a bordo del nostro veicolo è fondamentale proteggere gli occhi dai raggi solari potenzialmente dannosi. Procuratevi un buon paio di occhiali da sole, non necessariamente troppo scuri, ma sicuramente di buona qualità. La protezione, infatti, non è direttamente proporzionale al colore scuro della lente, ma dipende invece dalla fattura della lente stessa. E non solo: proteggete anche la vostra pelle, procurandovi una crema solare con un fattore di protezione abbastanza alto, ed un buon INCI. Inoltre, evitate di trascorrere troppe ore consecutive in auto, e cercate di evitare le ore centrali della giornata, proprio come fareste in spiaggia.

Fonte: Jama Network

Occhi sani, cervello in forma: lo conferma la scienza

Tenere monitorata la salute del nostro apparato visivo è fondamentale per mantenere le funzioni cognitive al massimo della loro efficienza, anche in tarda età. E’ quanto confermato da un recente studio condotto dall’Università di Miami su un campione di persone anziane il cui obiettivo è stato quello di mettere in correlazione i disturbi visivi con il declino cognitivo. Difetti visivi, ma anche patologie come la cataratta e la maculopatia, non vanno sottovalutati, anzi. Monitorarli e curarli opportunamente regala al paziente, anche molto anziano, un’esistenza di qualità, fatta di autonomia nelle piccole grandi cose, serenità ed una ritrovata capacità cognitiva.

Gli ingredienti per invecchiare bene? Eccoli

La ricerca ha preso in esame oltre 2500 over 65 con lo scopo di capire se un declino delle capacità visive possa condurre o meno ad un conseguente declino anche di quelle cognitive. Quali sono, insomma, gli ingredienti per invecchiare bene? Sicuramente una dieta ben bilanciata con prodotti di stagione e pochi grassi, niente fumo, tanta vita all’aria aperta, esercizio fisico, una vita sociale attiva, tanta lettura sono solo alcuni dei segreti per invecchiare in modo sereno e tenersi alla larga da tante patologie tipiche dell’età avanzata. Ma non solo: stando all’esito della ricerca in questione, anche correggere i difetti visivi e sottoporsi periodicamente a controlli della vista ed a screening di prevenzione in merito alle principali patologie dell’età matura – come la cataratta e la degenerazione maculare senile –  sono fondamentali per invecchiare bene e per tenere la mente in forma. Insomma, la vista eserciterebbe un’ottima influenza sul cervello: negli anziani oggetto dello studio infatti si è visto che mano a mano che la vista peggiorava, peggioravano anche le funzioni cognitive.

Gli studiosi non hanno dubbi: la salute visiva si ripercuote su quella cerebrale

La vista, insomma, se mantenuta nel suo stato ottimale, avrebbe un’ottima influenza sul cervello e sul buon andamento delle funzionalità cognitive. Più la vista è al massimo delle sue possibilità, più il cervello è vivace e le funzioni cerebrali sono al massimo delle loro. Una correlazione che non può che far bene ai pazienti di una certa età, che vedendo bene riescono a vivere meglio la loro quotidianità, la loro vita privata e sociale, sperimentando un senso di inclusione, di partecipazione e di interesse verso gli eventi che accadono sia nel loro quotidiano sia nel mondo. Vedere male ha un effetto negativo sulle funzioni cerebrali perché scoraggia l’anziano dal compiere alcune attività che trova difficili o addirittura insormontabili. Quando la vista non è “in forma”, leggere, informarsi, uscire in autonomia diventano imprese insormontabili che si finisce con il rinunciare a compiere, innescando un circolo vizioso che porta ad un progressivo calo delle capacità cognitive e porta ad un conseguente peggioramento delle funzioni cerebrali.

Vista in forma, mente in forma? Le soluzioni ci sono

Le soluzioni per disinnescare questo circolo vizioso che dai problemi visivi conduce direttamente ad un declino cognitivo esistono. E’ fondamentale che l’anziano si sottoponga periodicamente a controlli della vista anche quando pensa di non averne bisogno, con visite accurate volte a verificare anche l’eventuale presenza di alcune patologie tipiche dell’età senile, come la cataratta e la degenerazione maculare senile. Ad oggi l’intervento di rimozione della cataratta è uno dei più eseguiti non solo in Italia ma in tutto il mondo. Si tratta di un intervento di breve durata, che si effettua in regime ambulatoriale e che viene effettuato ogni giorno in completa sicurezza: pochi minuti che possono restituire al paziente una vista migliore in fatto di quantità, qualità, nitidezza, percezione dei colori e delle distanze. Perché la voglia di giovinezza passa anche attraverso gli occhi.

Fonte: Jama Ophtalmology

 

Le proprietà benefiche del selenio per gli occhi

Il selenio è un minerale molto importante, capace di apportare grandi ed innumerevoli benefici al nostro organismo. Tuttavia, poiché il nostro organismo non è in grado di produrlo, si rende necessario introdurlo attraverso una corretta alimentazione. Vediamo quali sono le proprietà del selenio e dove trovare questo prezioso minerale naturale. 

Il selenio, un minerale dalle innumerevoli proprietà benefiche

Come già accennato, il selenio è un minerale non metallico capace di apportare grandi benefici a tutto il nostro organismo. Ne è sufficiente una piccolissima quantità al giorno per proteggere il sistema immunitario ed endocrino, per garantire il buon funzionamento dei polmoni e del cuore e per preservare la salute degli occhi. É, insomma, un minerale essenziale per la buona salute e per il buon funzionamento di tanti organi.

Quali sono le proprietà benefiche del selenio

Ecco elencate di seguito le proprietà benefiche del selenio:

  • è un eccellente antiossidante: contrasta lo stress ossidativo cellulare e previene i tumori
  • esercita un’azione protettiva sulla tiroide e ne garantisce il buon funzionamento
  • esercita un’azione protettiva sugli annessi cutanei
  • è un buon fluidificante del sangue ed esercita un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare
  • rinforza il sistema immunitario
  • è un “bruciagrassi” naturale, ottimo per chi ha il metabolismo lento
  • è un antinfiammatorio naturale

Le proprietà benefiche del selenio per gli occhi

Poichè il selenio è un potente antiossidante, assumerlo attraverso la dieta o attraverso l’uso di integratori specifici può aiutare a proteggere l’apparato visivo dall’invecchiamento e dall’insorgenza di patologie legate allo stress ossidativo cellulare ed ai radicali liberi. Il selenio contribuisce alla buona ossigenazione dei tessuti, esercitando un’azione protettiva naturale su cornea, cristallino e retina e contribuendo a mantenerli giovani e sani il più a lungo possibile.

Se associato, per esempio, alla luteina, al mirtillo, alle vitamine A ed E ed anche, perché no, al cioccolato (ricco di flavonoidi), il selenio può regalare ai nostri occhi salute e giovinezza, garantendone il buon funzionamento sino in età avanzata e ritardando il più possibile le patologie connesse all’età, come cataratta o degenerazione maculare senile, per esempio.

Dove si trova il selenio in natura

Ricordiamo che il fabbisogno giornaliero di selenio per un adulto è di 5 mg. Senza dover necessariamente ricorrere agli integratori, questo quantitativo si può assumere senza alcuna difficoltà avendo un occhio di riguardo verso la propria dieta quotidiana. Gli alimenti ricchi di selenio in natura sono:

  • nei cereali integrali come riso, kamut, mais e orzo
  • nelle noci brasiliane
  • negli anacardi
  • nei semi di senape
  • nei molluschi e nelle ostriche
  • nelle uova
  • nella carne

Una dieta varia, correttamente bilanciata e ricca di frutta e verdura di stagione associata ad uno stile di vita dinamico e poco sedentario è il segreto per mantenersi sani e vitali il più a lungo possibile.

La regina Elisabetta si è operata di cataratta

E’ notizia di questi giorni che la regina Elisabetta si è sottoposta con successo nel maggio scorso all’intervento per la rimozione della cataratta. La regina, che ha 92 anni, gode di ottima salute e grazie all’intervento ha sicuramente recuperato un’ottima capacità visiva.

La notizia spiega dunque il motivo dell’uso di occhiali da sole da parte della monarca britannica nella sue apparizioni pubbliche nei giorni immediatamente successivi all’intervento. Stando a quanto riportato dai media, si presume che la regina abbia operato entrambi gli occhi contemporaneamente.

La cataratta esordisce intorno ai 60 anni

Ricordiamo che la cataratta – ovvero l’opacizzazione naturale ed irreversibile del cristallino – esordisce generalmente intorno ai 60 anni, per poi proseguire la sua evoluzione nel tempo e condurre, se non curata, ad una drastica riduzione della capacità visiva, sia per quantità che per qualità. Poiché la regina Elisabetta si è sottoposta all’operazione all’età di 92 anni, si presume che la sua cataratta fosse piuttosto avanzata.

E’ consigliabile programmare l’intervento di cataratta prima che questa sia troppo matura

In linea generale, tuttavia, è consigliabile programmare l’intervento di cataratta quando questa non è ancora troppo matura, così da affrontare l’età matura serenamente, godendo per molti anni di un’ottima capacità visiva ed evitando di andare incontro a difficoltà visive quali perdita di nitidezza e difficoltà nell’apprezzare forme e colori in tutta la loro bellezza. E non solo: se oltre alla cataratta vi è anche un difetto visivo come la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo ed anche la presbiopia, l’intervento di rimozione della cataratta consente di risolvere più problemi al contempo. La sostituzione del cristallino opacizzato con una lente intraoculare avente un potere diottrico adatto alle necessità del paziente consentirà dunque di risolvere diversi problemi con un unico intervento.

Infine, programmare l’intervento di rimozione della cataratta quando questa non è ancora troppo matura, rende l’intervento ancora più agevole e veloce.

L’intervento di cataratta è un intervento sicuro che offre ottimi risultati e grandi vantaggi

L’intervento per la rimozione della cataratta è un’operazione che consente grandi risultati con bassissime complicazioni.

Vediamo quali sono:

  • tra tutti gli interventi eseguiti sul corpo umano, l’intervento di cataratta è tra i più sicuri
  • già all’indomani il paziente vede bene: il recupero visivo è veloce
  • viene eseguito in modo ambulatoriale
  • viene eseguito in anestesia locale, tramite un collirio anestetico
  • è un intervento breve, della durata di 20 minuti circa
  • si avvale di tecnologie avanzate come il laser a femtosecondi
  • viene eseguito attraverso un foro molto molto piccolo, che non richiede punti di sutura
  • ridona al paziente una nuova esperienza visiva

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Cristallino sano? Mangiate tante gilgliacee

Ci è già capitato di affrontare altrove l’argomento dello stretto legame che sussiste tra salute ed alimentazione. E’ indubbio che “la salute vien mangiando”, ma vi sono forse alcuni alimenti che non ci verrebbe mai in mente di ricondurre al benessere di uno specifico organo del nostro corpo. Oggi vogliamo sottoporre alla vostra attenzione il legame esistente tra le gigliacee e la salute del cristallino. 

Cosa sono le gigliacee?

Le gigliacee o liliacee sono una famiglia di piante caratterizzate dalla presenza di bulbo o rizoma, ovvero di un ingrossamento sotterraneo. Appartengono alla famiglia delle gigliacee commestibili l’aglio, la cipolla, il porro, l’erba cipollina e l’asparago. Tra le gigliacee non commestibili troviamo invece una lunga lista di piante ornamentali, come i gilgi, i tulipani, i narcisi, le calle, i muscari e molti altri. Tornando a parlare delle gigliacee commestibili, solitamente esse sono l’ingrediente principe di tanti soffritti. Tuttavia, dopo aver letto queste righe, scoprirete che i benefici delle gigliacee sono davvero innumerevoli ed interessanti, a tal punto che vi verrà voglia di gustarle anche in altri modi.

Quali sono i benefici delle gigliacee?

In linea generale, le gigliacee hanno un notevole potere antinfiammatorio, antiossidante e antimicrobico. La loro azione benefica si apprezza sull’apparato respiratorio, sul sistema immunitario, sui tessuti e sugli annessi cutanei.

La cipolla

La cipolla offre i benefici sopra citati, e non solo. Essa aiuta a tenere bassi i livelli di glicemia, rinforza l’apparato scheletrico ed è un potente antiossidante, con grandi proprietà antitumorali. Contiene calcio, acido folico, antiocianine (la cipolla rossa), vitamina C, quercetina e molti altri “ingredienti” preziosi per la nostra salute. In breve, la cipolla è un potente digestivo, fluidifica il sangue, aiuta nei casi di cistite, tiene a bada la glicemia, i trigliceridi e il colesterolo.

L’aglio

I benefici dell’aglio sono noti sin dalla notte dei tempi. Si pensi che Ippocrate, il padre della medicina moderna, usava prescrivere l’aglio ai suoi pazienti come “cura” per molte malattie. E ne aveva ben donde. L’aglio è ricco di vitamina C, vitamina B6, zolfo, selenio, ferro, zinco, acido folico. Le sue proprietà sono antinfiammatorie, detossinanti, antibatteriche. E’ ottimo per purificare il fegato, per abbassare la pressione sanguigna, è un antibiotico ed antivirale naturale, anticoagulante.

Perchè fanno bene al cristallino?

Le proprietà di aglio e cipolla sopra citate dovrebbero bastare da sole ad indurci ad aumentarne il consumo e ad introdurli nella nostra dieta settimanale. Ma la lista dei benefici di queste strepitose gigliacee non finisce qui, perché esse rappresentano anche un eccellente toccasana per la salute dei nostri occhi. E’ lo zolfo in esse contenuto il principale alleato per la salute della nostra vista, e nello specifico del cristallino. Questo prezioso elemento chimico aiuta il cristallino a mantenersi sano conferendogli più forza e resistenza. Insomma, se volete evitare il più possibile o ritardare l’insorgenza della cataratta, vi consigliamo di introdurre più gigliacee nella vostra dieta.

Qualche ricetta a base di gigliacee per il benessere del vostro cristallino

Per concludere, non ci resta che suggerirvi qualche ricetta davvero golosa ed irresistibile per introdurre più agliacee nella vostra dieta.

Aglio

  • Salsa Tzaziki (è una salsa di origine greca, deliziosa su crostini, a base di aglio ma molto fresca, per via della presenza dei cetrioli)
  • Pici all’aglione (è un primo piatto tipico della regione Toscana: si tratta di uno spaghettone condito con un sugo di aglio e pomodoro)
  • Spaghetti aglio, olio e peperoncino: un classico della mezzanotte, da rivalutare anche a pranzo.

Cipolla

  • Focaccia alle cipolle (una focaccia molto soffice farcita con cipolle o porri precedentemente stufati)
  • Onion rings: deliziosi anelli di cipolla panati e fritti
  • Confettura di cipolle agrodolce: perfetta con i formaggi stagionati

 

Lenti intraoculari: tipologie ed usi

La lente intraoculare ( detta anche IOL, o cristallino artificiale) è davvero una scoperta che ha rivoluzionato il mondo della chirurgia oftalmica. La prima fu impiantata a Londra nel 1949: ai tempi fu una scoperta rivoluzionaria che ancora oggi non cessa d’essere più che mai attuale, nonostante, come si può immaginare, tecniche e materiali da allora abbiano fatto molta strada. 

Che cos’è una lente intraoculare

Una lente intraoculare è una piccolisima lente di materiale plastico che viene inserita nell’occhio per correggere difetti visivi come la miopia elevata, la presbiopia, e per curare definitivamente patologie come la cataratta. Oggi le lenti intraoculari hanno la caratteristica di essere realizzate in un materiale plastico perfettamente tollerato ed incapace di perdere la sua trasparenza nel tempo. Inoltre, le lenti intraoculari sono “personalizzabili”: a seconda della struttura oculare del paziente, si potranno avere lenti intraoculari di dimensioni, forma, materiale e potere ottico differente.

Quanti tipi di lente intraoculare esistono?

Le tecniche di impianto della lente intraoculare sono due

Lente fachica: la tecnica dei due cristallini

La tecnica dei due cristallini prevede che il cristallino artificiale venga inserito senza rimuovere il cristallino naturale. Questa tecnica si usa generalmente per pazienti sotto ai 50 anni con difetti visivi particolarmente acuti, non risolvibili con il laser. Il cristallino naturale è fondamentale per la visione da vicino ed offre una buona stabilità all’occhio ed al corpo vitreo.

Lente pseudofachica: la tecnica della sostituzione del cristallino

La tecnica della sostituzione del cristallino prevede che il cristallino naturale venga sostituito con una lente intraoculare. Questa tecnica si esegue nei pazienti con cataratta e nei pazienti che:

  1. pur avendo il cristallino ancora perfettamente trasparente, hanno difetti visivi elevati inclusa la presbiopia
  2. hanno superato i 50 anni e dunque possono avere interesse a sostituire il cristallino naturale per correggere la presbiopia ed evitare l’insorgenza della cataratta in età più avanzata.

L’intervento di sostituzione del cristallino è identico a quello di chirurgia della cataratta e prende il nome di facoemulsificazione. Generalmente si opera un occhio per volta: l’intervento avviene solitamente in regime ambulatoriale con anestesia locale (poche gocce di collirio) ed ha una durata di pochi minuti.

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Facoemulsificazione: capiamo meglio di che si tratta

L’intervento per la rimozione della cataratta è diventato oramai di routine. E’ finita, insomma, l’epoca degli anziani con gravi problemi di ipovisione causati dalla cataratta. Oggi, la cataratta è una patologia risolvibile, grazie ad un intervento veloce e tutto sommato poco invasivo. La tecnica che consente di sostituire il cristallino ormai opacizzato con uno del tutto nuovo prende il nome di facoemulsificazione. Un termine piuttosto strano, per i non addetti ai lavori. Vediamo di chiarirne il significato.

Intervento per la rimozione della cataratta: per una terza età senza ombre

Oggigiorno gli anziani amano – a ben ragione – tenersi stretta la loro indipendenza, la loro vivacità intellettuale e la loro capacità motoria per lungo lungo tempo. L’intervento di cataratta svolge un ruolo chiave nel preservare l’indipendenza delle persone anziane perché consente loro di vedere bene il mondo, di rendersi autonomi, di non aver bisogno d’aiuto per muoversi in casa né per uscire di casa e, soprattutto, di leggere, seguire programmi televisivi, scrivere, usare il computer, in poche parole di tenere vive anche le funzioni cognitive e neurologiche. Insomma, un vero e proprio toccasana, sia dal punto fisico che psicologico! Tolte le “ombre” dagli occhi, il mondo torna ad essere meraviglioso come lo era prima, e la voglia di vivere e di sentirsi attivi si fa sentire più che mai.

Facoemulsificazione: di cosa si tratta

In cosa consiste l’intervento per la rimozione della cataratta? Come sapete, la cataratta è l’opacizzazione del cristallino, la lente che naturalmente ciascuno di noi ha nell’occhio e che, con l’avanzare dell’età, perde trasparenza, fino ad arrivare ad opacizzarsi del tutto, rendendo la visione molto molto difficoltosa. La sostituzione del cristallino si effettua togliendo quello opacizzato ed inserendo al suo posto una lente artificiale perfettamente trasparente, detta anche lente intraoculare.

In cosa consiste la facoemulsificazione

La facoemulsificazione è la tecnica attraverso la quale il cristallino opaco viene rimosso per frammentazione ad ultrasuoni. Il cristallino è naturalmente contenuto in una capsula: dopo averlo frammentato, il chirurgo lo aspira, così da preparare lo spazio alla lente intraoculare. Questa tecnica si usa in caso di presenza di cataratta, ma anche in caso di presbiopia. La lente intraoculare infatti può essere priva di correzione diottrica, oppure può essere pensata per correggere un difetto come la presbiopia o, nel caso si tratti di una lente multifocale, anche più difetti al contempo.

Vantaggi della facoemulsificazione

I vantaggi della facoemulsificazione sono molteplici. Eccoli:

  • è un intervento di breve durata: dura, in genere, una ventina di minuti
  • si esegue in regime ambulatoriale, (oppure in day surgery), e dopo l’intervento il paziente può tornare a casa
  • si esegue attraverso un’anestesia topica (collirio anestetico), ed è totalmente indolore
  • la lente intraoculare consente di correggere al contempo eventuali difetti refrattivi
  • la cataratta, una volta eliminata, non tornerà mai più: la lente artificiale non si opacizza
  • è una tecnica molto precisa e molto sicura
  • l’intervento non prevede punti di sutura, perchè il medico “accede” alla capsula grazie al laser a femtosecondi, uno strumento ad alta precisione totalmente privo di lame

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Cataratta, la parola all’esperto. Intervista al dott. Lucio Buratto

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata, dovuta ad una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino. Il risultato è un peggioramento della visione: è come se un velo si interponesse tra chi guarda ed il mondo circostante. Tuttavia, oggi la cataratta è una patologia risolvibile. Cerchiamo di capire meglio di che si tratta e quali siano le strade per risolverla con l’aiuto di Lucio Buratto, medico oculista fondatore del Centro Ambrosiano Oftalmico, nonchè uno dei massimi esperti al mondo di chirurgia della cataratta. 

Dottor Buratto, ci può spiegare che cos’è la cataratta?

L’occhio umano ha – al suo interno – una lente naturale, chiamata cristallino. Il cristallino solitamente è trasparente e rimane tale fino ad una certa età, poi si può opacizzare. L’opacizzazione del cristallino prende il nome di cataratta, ed è tipica delle persone in età avanzata, anche se può comparire anche nelle persone più giovani, come ad esempio i miopi, i diabetici, in chi soffre di glaucoma oppure in altre persone che hanno altri problemi di vista o patologie generali.

La cataratta è curabile?

L’unico metodo per recuperare la vista perduta a causa della cataratta è l’intervento. Non vi è altro metodo. La cataratta va operata chirurgicamente: si adoperano tecniche laser in abbinamento a tecniche di frammentazione, e va ristabilita la visione attraverso l’applicazione di un cristallino artificiale perfettamente trasparente.

Quali sono i rischi connessi all’intervento di cataratta?

L’intervento per la rimozione della cataratta è un intervento sicuro, che offre altissime garanzie di raggiungimento di un risultato ottimale e che può essere affrontato con grande tranquillità. Naturalmente, il chirurgo deve avere esperienza ed essere in grado di utilizzare le tecnologie moderne che la scienza ci mette a disposizione. Qualche complicazione, ad ogni modo, ci può essere. Una complicazione che può sfuggire al controllo del chirurgo e del paziente è la possibile infezione. E’ un evento molto raro – un caso ogni 7 mila interventi circa. Altre complicazioni sono piuttosto rare e comunque facilmente risolvibili sono: piccole emorragie, piccole infiammazioni, o altre complicazioni che in generale non comportano rischi per la vista. Possiamo ribadire che, l’intervento di cataratta è un intervento sicuro che offre ottime garanzie di risultato.

L’intervento di cataratta è definitivo?

L’intervento di cataratta è definitivo, perchè il cristallino artificiale non tende ad opacizzarsi. Talvolta, in un caso su cinque circa, può capitare che si opacizzi invece l’involucro naturale che contiene il cristallino, che non viene sostituito durante l’intervento di cataratta. E’ un’evenienza tuttavia risolvibile con grande facilità, avvalendosi dell’ausilio di uno speciale laser che, dietro somministrazione di poche gocce di anestetico, in pochissimi secondi elimina anche l’opacità dell’involucro.

E se soffro anche di un difetto refrattivo?

Attraverso l’intervento per la rimozione della cataratta, il paziente può anche correggere dei difetti visivi preesistenti, come per esempio la miopia, o l’astigmatismo o l’ipermetropia, ed incluso la presbiopia. Il vantaggio è che in questo modo si può ottenere una capacità visiva anche migliore di quella che si aveva prima dell’intervento di cataratta. Poichè l’intervento di rimozione della cataratta prevede la sostituzione del cristallino, nel caso di un paziente che soffra anche di un difetto refrattivo sarà possibile usare un cristallino che corregga anche, per esempio, la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo e anche la presbiopia. Insomma, l’intervento per la cataratta offre un’interessante gamma di opzioni, non solo il recupero visivo per l’opacità, ma anche la correzione dei difetti visivi di un certo rilievo.

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