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Degenerazione maculare senile atrofica: quando il laser è d’aiuto

Abbiamo già avuto occasione di approfondire il tema della degenerazione maculare in un’interessante intervista al dott. Matteo Cereda, medico oculista e retinologo di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico. Oggi vogliamo soffermarci su una delle varianti più insidiose della maculopatia senile, ovvero quella atrofica. CAMO dispone di un nuovissimo tipo di laser che può offrire un aiuto concreto a chi soffre di questa patologia. Vediamo di entrare nel dettaglio. 

Degenerazione Maculare Senile: che cos’è

La degenerazione maculare senile è una malattia della macula, la parte centrale della retina, che è molto ricca di fotorecettori, le cellule deputate alla trasmissione degli impulsi luminosi al nervo ottico, ed alla percezione dei colori. Quando la macula, per ragioni legate all’età e ad altri fattori concomitanti si deteriora, si ha appunto la degenerazione maculare. La degenerazione maculare senile si può presentare in una variante essudativa ed in una variante atrofica.

La Degenerazione Maculare Senile Atrofica o Secca

La degenerazione maculare senile di tipo secco è quella più difficile da trattare. Tuttavia, CAMO dispone di un innovativo laser sottosoglia a nanosecondi, che talvolta viene usato anche per trattare altri tipi di patologie, come l’edema maculare diabetico, l’edema maculare da occlusione venosa e la corioretinopatia sierosa centrale. Inoltre, se il paziente non ha ancora una maculopatia conclamata ma presenta delle drusen, depositi di sostanze di scarto spesso predisponenti alla maculopatia, o ha familiarità per la maculopatia, il trattamento si può ugualmente eseguire.

Il trattamento con laser sottosoglia a nanosecondi – laser 2RT –  per la maculopatia atrofica

Il trattamento con laser sottosoglia a nanosecondi per la maculopatia atrofica viene eseguito in regime ambulatoriale. Si tratta di una procedura indolore: al paziente vengono dilatate le pupille con un apposito collirio, dopodichè sull’area da trattare vengono applicati dei brevi impulsi di luce laser. In questo modo, e generalmente con una sola seduta, si ha modo di stabilizzare, nella gran parte dei casi, la malattia, consentendo al paziente di conservare più a lungo la sua vista.

Prima e dopo il trattamento

Prima del trattamento, naturalmente, il paziente dovrà sottoporsi ad un’accurata visita clinica e strumentale, che includerà sicuramente un OCT della retina (un esame simile alla tac), un esame del fondo oculare e una microperimetria.

Dopo il trattamento con laser sottosoglia a nanosecondi, non è necessario bendare l’occhio, ma è consigliabile indossare un paio di occhiali scuri. Bisognerà attendere che l’effetto della dilatazione pupillare finisca, per tornare alle proprie attività quotidiane. Invece, per poter apprezzare i benefici del trattamento, occorrerà attendere qualche giorno o anche qualche settimana.

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Cataratta, le domande frequenti: risponde il Dott. Lucio Buratto

La cataratta, ovvero l’opacizzazione del cristallino, è una patologia dell’occhio legata a doppio filo all’avanzare dell’età, alla quale tutti o quasi tutti andiamo incontro. Nonostante sia oramai noto che non è possibile evitarla, talvolta a fronte di una diagnosi di cataratta può essere naturale provare un po’ di preoccupazione. Ecco perché oggi abbiamo intervistato il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico e grande esperto in chirurgia della cataratta, che ha gentilmente risposto ad alcune “frequently asked questions” sull’argomento.

Cosa succede se decido di non operarmi?

L’opacizzazione del cristallino è un fenomeno progressivo ed irreversibile, al quale non si può porre rimedio. Non esiste alcuna terapia farmacologica per far regredire o arrestare l’opacizzazione o i sintomi, dunque chi decide di non operarsi andrà incontro ad un progressivo peggioramento della cataratta e quindi della vista. Un cristallino fortemente opacizzato porta ad una grave ipovisione con conseguente perdita di autonomia da parte del paziente, che affronterà la terza età con notevoli difficoltà di indole sia pratica che emotiva. Inoltre, una cataratta particolarmente matura può innescare altri problemi oculari, come un aumento della pressione intraoculare dovuto a variazioni del cristallino catarattoso, che può a sua volta generare danni irreversibili al nervo ottico. In generale, si sconsiglia di soprassedere all’intervento ed anzi, il consiglio che diamo ai nostri pazienti è di operare non appena la cataratta viene diagnosticata. Non dimentichiamo, infine, che in presenza di cataratta il rischio di cadere, inciampare o essere vittima di incidenti aumenta.

L’intervento di cataratta è doloroso?

L’intervento di facoemulsificazione non è doloroso, dura pochi minuti e viene eseguito previa somministrazione di un collirio anestetico. In CAMO noi utilizziamo sempre la tecnologia del laser a femtosecondi che fornisce grande precisione e sicurezza all’intervento. Nelle ore immediatamente successive all’intervento, il paziente può sperimentare una sensazione di corpo estraneo nell’occhio, un pò di bruciore ed un aumento della lacrimazione: sono sintomi del tutto normali, comuni a tutti i pazienti che affrontano la chirurgia della cataratta.

Dovrò operare entrambi gli occhi oppure uno alla volta?

La cataratta colpisce solitamente entrambi gli occhi. Tuttavia, l’intervento viene eseguito prima su un occhio, e successivamente sull’altro. I due interventi si possono eseguire ad un giorno di distanza l’uno dall’altro, così da fornire un rapido recupero visivo ad ambedue gli occhi.

Non sono in buona salute: posso operarmi ugualmente?

Se soffrite di altre patologie oculari o non oculari, comunicatelo sempre tempestivamente al vostro oculista, che avrà cura di valutare attentamente il vostro caso specifico. Ad ogni modo, salvo casi rarissimi, non esistono particolari controindicazioni all’intervento di cataratta con facoemusificazione e laser a femtosecondi.

Dopo l’intervento di cataratta potrò fare a meno degli occhiali?

La risposta a questa domanda dipende strettamente dalle condizioni oculari di ogni singolo paziente. Oggi esiste una vastissima ed interessante gamma di cristallini artificiali realizzati per rispondere alle esigenze di chi desidera approfittare dell’intervento di cataratta per risolvere anche uno o più difetti visivi preesistenti. Ecco allora che vi sono cristallini monofocali, multifocali e torici. E’ vero dunque che uno degli obiettivi dell’intervento di cataratta è anche quello di risolvere i difetti refrattivi e di eliminare l’uso degli occhiali.

La cataratta si riforma?

La cataratta non si riforma perché i cristallini artificiali non sono soggetti ad opacizzazione né necessitano di essere sostituiti nell’arco della vita del paziente.

Posso operarmi ovunque?

In Italia i centri dove sottoporsi all’intervento di facoemulsificazione non mancano. Prima di orientarsi verso una determinata struttura piuttosto di un’altra, consigliamo sempre di informarsi bene: scegliete sempre un chirurgo esperto e preparato nel quale riporre la vostra fiducia e che operi in una struttura dotata di tecnologie d’avanguardia, come quella del laser a femtosecondi.

Per altre informazioni sull’intervento di cataratta e per prenotare una visita specialistica oculistica presso il Centro Ambrosiano Oftalmico, chiama dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

 

Chirurgia della miopia: Lucio Buratto ne parla al TG5 Salute

Lucio Buratto parla di chirurgia refrattiva al TG5

Lucio Buratto – direttore scientifico di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, parlerà insieme a Luciano Onder di chirurgia laser (e non solo) dei difetti refrattivi come miopia, astigmatismo ed ipermetropia. L’appuntamento è per Mercoledì 11 Luglio durante il Tg5 delle 13, e Giovedì 12 Luglio durante il TG5 delle 8 del mattino.

Ci vediamo su Canale 5!

Cataratta, la parola all’esperto. Intervista al dott. Lucio Buratto

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata, dovuta ad una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino. Il risultato è un peggioramento della visione: è come se un velo si interponesse tra chi guarda ed il mondo circostante. Tuttavia, oggi la cataratta è una patologia risolvibile. Cerchiamo di capire meglio di che si tratta e quali siano le strade per risolverla con l’aiuto di Lucio Buratto, medico oculista fondatore del Centro Ambrosiano Oftalmico, nonchè uno dei massimi esperti al mondo di chirurgia della cataratta. 

Dottor Buratto, ci può spiegare che cos’è la cataratta?

L’occhio umano ha – al suo interno – una lente naturale, chiamata cristallino. Il cristallino solitamente è trasparente e rimane tale fino ad una certa età, poi si può opacizzare. L’opacizzazione del cristallino prende il nome di cataratta, ed è tipica delle persone in età avanzata, anche se può comparire anche nelle persone più giovani, come ad esempio i miopi, i diabetici, in chi soffre di glaucoma oppure in altre persone che hanno altri problemi di vista o patologie generali.

La cataratta è curabile?

L’unico metodo per recuperare la vista perduta a causa della cataratta è l’intervento. Non vi è altro metodo. La cataratta va operata chirurgicamente: si adoperano tecniche laser in abbinamento a tecniche di frammentazione, e va ristabilita la visione attraverso l’applicazione di un cristallino artificiale perfettamente trasparente.

Quali sono i rischi connessi all’intervento di cataratta?

L’intervento per la rimozione della cataratta è un intervento sicuro, che offre altissime garanzie di raggiungimento di un risultato ottimale e che può essere affrontato con grande tranquillità. Naturalmente, il chirurgo deve avere esperienza ed essere in grado di utilizzare le tecnologie moderne che la scienza ci mette a disposizione. Qualche complicazione, ad ogni modo, ci può essere. Una complicazione che può sfuggire al controllo del chirurgo e del paziente è la possibile infezione. E’ un evento molto raro – un caso ogni 7 mila interventi circa. Altre complicazioni sono piuttosto rare e comunque facilmente risolvibili sono: piccole emorragie, piccole infiammazioni, o altre complicazioni che in generale non comportano rischi per la vista. Possiamo ribadire che, l’intervento di cataratta è un intervento sicuro che offre ottime garanzie di risultato.

L’intervento di cataratta è definitivo?

L’intervento di cataratta è definitivo, perchè il cristallino artificiale non tende ad opacizzarsi. Talvolta, in un caso su cinque circa, può capitare che si opacizzi invece l’involucro naturale che contiene il cristallino, che non viene sostituito durante l’intervento di cataratta. E’ un’evenienza tuttavia risolvibile con grande facilità, avvalendosi dell’ausilio di uno speciale laser che, dietro somministrazione di poche gocce di anestetico, in pochissimi secondi elimina anche l’opacità dell’involucro.

E se soffro anche di un difetto refrattivo?

Attraverso l’intervento per la rimozione della cataratta, il paziente può anche correggere dei difetti visivi preesistenti, come per esempio la miopia, o l’astigmatismo o l’ipermetropia, ed incluso la presbiopia. Il vantaggio è che in questo modo si può ottenere una capacità visiva anche migliore di quella che si aveva prima dell’intervento di cataratta. Poichè l’intervento di rimozione della cataratta prevede la sostituzione del cristallino, nel caso di un paziente che soffra anche di un difetto refrattivo sarà possibile usare un cristallino che corregga anche, per esempio, la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo e anche la presbiopia. Insomma, l’intervento per la cataratta offre un’interessante gamma di opzioni, non solo il recupero visivo per l’opacità, ma anche la correzione dei difetti visivi di un certo rilievo.

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Laser a femtosecondi: la nuova frontiera della chirurgia oftalmica

Ad otto anni dalla comparsa del laser a femtosecondi nel mondo della chirurgia oftalmica, i chirurghi esperti di tutto il mondo continuano a concordare sulla sua altissima precisione ed innegabile sicurezza: caratteristiche che lo rendono il braccio destro ideale del medico nella chirurgia oculare. Oggi i maggiori esperti del settore continuano ad effettuare test, studiare risultati e testare implementazioni relative all’uso del laser a femtosecondi. 

I migliori oculisti al mondo concordano sull’eccellenza del laser a femtosecondi

A fare il punto della situazione ed a riconfermare il ruolo chiave del laser a femtosecondi nella chirurgia oftalmica sono stati 20 tra gli oculisti più preparati ed esperti nel settore, che si sono riuniti per l’occasione nel corso del XXXV congresso della ESCRS – European Society of Cataract and Refractive Surgeons. Tra di essi, anche il Dott. Lucio Buratto, medico oculista e fondatore del Centro Ambrosiano Oftalmico.

I vantaggi del laser a femtosecondi

Senza entrare nel merito delle procedure mediche, ci interessa sottolineare in questa sede i grandi vantaggi che si possono trarre dalla possibilità di accedere all’uso del laser a femtosecondi per risolvere diversi problemi e/o patologie dell’occhio. Si tratta di un laser ad impulsi luminosi molto brevi e ravvicinati ed altamente controllabili: sarà il medico a stabilire come e dove orientare il laser, così da offrire al paziente non solo un intervento sicuro e tecnologicamente avanzato, ma anche altamente personalizzato.

Laser a femtosecondi e chirurgia refrattiva

Il laser a femtosecondi gioca un ruolo di primo piano nell’intervento per la correzione dei difetti refrattivi, che si avvale della tecnica Femto-Lasik. Proprio grazie a questo laser, il medico riesce ad effettuare un intervento chirurgico ad altissima precisione ed in totale sicurezza senza l’uso di lame o bisturi, e senza dover applicare punti di sutura. Un grande traguardo, che si raggiunge oggi proprio grazie a questa eccellente tecnologia.

Laser a femtosecondi e chirurgia della cataratta

Complice l’invecchiamento generale della popolazione, la cataratta è oggi uno dei disturbi dell’apparato visivo più diffusi al mondo. Anche in questo caso il laser a femtosecondi diviene braccio destro del chirurgo, che può procedere alla sostituzione del cristallino in modo efficace, veloce e totalmente indolore senza usare lame, nè applicare alcun punto di sutura.

In CAMO la chirurgia oftalmica si avvale del laser a femtosecondi

Come già detto, il dottor Lucio Buratto, che è fondatore di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico nonchè uno dei massimi esperti al mondo in fatto di chirurgia dell’occhio e della cataratta, era presente al XXXV congresso dell’ESCRS. Durante il congresso si è posto l’accento sull’importanza di avvalersi di tecnologie d’avanguardia per la chirurgia dell’occhio ed in particolare sulla grande efficacia (ed efficienza) del laser a femtosecondi. Il laser a femtosecondi è oramai il grande protagonista della chirurgia oftalmica praticata in CAMO, con grande soddisfazione tanto dei chirurghi che la praticano, quanto del pazienti che hanno avuto l’occasione di sperimentare questo genere di intervento.

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Se vuoi conoscere più da vicino le grandi potenzialità del laser a femtosecondi applicato alla chirurgia oftalmica, se vuoi prenotare una visita o chiedere un parere, chiamaci.

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Cataratta giovanile: cosa c’è da sapere

Cataratta giovanile: cosa c'è da sapere

Quando si sente parlare di cataratta, si tende a pensare, in primis, a quella tipica dell’età matura, ovvero quella in cui il cristallino si è andato progressivamente e fisiologicamente opacizzando come conseguenza dell’invecchiamento generale. Dovete sapere, tuttavia, che la cataratta non è una malattia “esclusiva” dell’anziano, anzi. Esistono altre tipologie di cataratta, come quella congenita, presente alla nascita, e quella giovanile, che esordisce in età giovane come conseguenza di uno o più fattori scatenanti. Ed è proprio ciò di cui vogliamo parlare oggi.

Che cos’è la cataratta giovanile

La cataratta giovanile presenta gli stessi sintomi della cataratta senile, ovvero l’opacizzazione del cristallino, dapprima da una e poi da entrambe le parti, ed un peggioramento generale delle capacità visive. La luce fatica a filtrare attraverso l’occhio, e la visione ne è progressivamente compromessa. Nella sua variante “giovanile”, la cataratta esordisce intorno ai 40 anni.

Quali sono le cause della cataratta giovanile

Come detto, la cataratta “giovanile” si distingue da quella senile perchè fa la sua comparsa molto prima dell’età matura. All’origine della patologia vi è solitamente una causa scatenante. Per esempio:

  • una forte miopia
  • la presenza di altre patologie dell’occhio già esistenti (uveite, glaucoma)
  • il diabete mellito
  • la dermatite atopica (che può essere anche all’origine di un altro problema oculare, il cheratocono)
  • esposizione eccessiva a raggi ultravioletti o infrarossi
  • traumi (sport estremi, ma anche incidenti)
  • assunzione continua e massiccia di farmaci cortisonici
  • iperferritinemia, ovvero un aumento di ferritina nel sangue (fonte: emocromatosi.it)

Cataratta e miopia

Come detto, spesso cataratta e miopia si presentano insieme, anche in età non avanzata. I miopi hanno infatti maggiori possibilità di sviluppare la cataratta. Fortunatamente, esiste oggi un intervento capace di risolvere entrambi i problemi per così dire “in una mossa sola”. Si tratta dell’intervento di facoemulsificazione con l’ausilio del laser a femtosecondi. L’intervento viene chiamato anche con il nome di femto-cataratta, e prevede la frantumazione del cristallino opacizzato tramite uno strumento ad ultrasuoni. Al cristallino naturale viene poi sostituito uno artificiale, ovvero una lente intraoculare, avente la capacità correttiva commisurata al grado di miopia del paziente.

I vantaggi dell’intervento di femto-cataratta

L’intervento di femto-cataratta consente di risolvere la cataratta anche in abbinamento ad un eventuale difetto visivo.  Esso presenta molti vantaggi:

  • recuperare una capacità visiva ottimale, eliminare l’uso di lenti e ritornare ad uno stile di vita giovane e dinamico, coerente con la propria età
  • è indolore e non prevede l’uso di bisturi o lame, nè l’applicazione di punti di sutura, grazie all’uso dell’innovativo, affidabile e preciso laser a femtosecondi
  • è veloce, dura solo una ventina di minuti
  • è indolore, si esegue in ambulatorio e si effettua previa somministrazione di un collirio anestetico

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Intervento laser, la parola all’esperto. Intervista alla dott.ssa Laura Sacchi

Tra i non addetti ai lavori, capita sovente di sentir parlare dell’intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi. Ma sappiamo davvero in cosa consiste l’intervento, e a chi può essere utile? Per rispondere a questa e molte altre domande, abbiamo intervistato la dottoressa Laura Sacchi, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico.

Dott.ssa Sacchi, quali difetti si possono correggere con un intervento laser?

L’intervento laser si usa per correggere astigmatismo e ipermetropia e miopia leggeri e medi. Per ciò che concerne la miopia, qualora essa sia particolarmente importante, e superi le 7 diottrie, si  può rendere necessaria una procedura chirurgica vera e propria e che prevede la sostituzione del cristallino. Sarà lo specialista, ad ogni modo, a valutare la situazione peculiare del paziente di caso in caso.

Chi può sottoporsi all’intervento laser?

Una visita oculistica completa consentirà di capire se il paziente è un candidato ideale per l’intervento laser oppure no. I fattori che concorrono nella decisione sono l’età, la salute generale dell’apparato visivo e la stabilità del difetto refrattivo. In linea generale, ci si può operare tra i 18 ed i 50 anni: ai ragazzi ancora molto giovani, il cui apparato visivo è ancora in corso di maturazione ed i cui difetti visivi non sono ancora del tutto stabili, viene per esempio sconsigliato di optare per l’intervento laser, e di attendere fino a quando il difetto non si sarà stabilizzato. Tuttavia, nulla vieta di effettuare ugualmente l’intervento, mettendo in conto di dover poi effettuare un ritocco negli anni successivi.

Quali sono gli esami da fare per sapere se si è idonei o meno all’intervento?

Per capire se l’intervento di correzione laser dei difetti refrattivi fa per noi, occorre effettuare una visita accurata presso un oculista esperto in chirurgia refrattiva. Gli esami principali che andranno effettuati sono:

  • la pachimetria corneale, ovvero la misurazione dello spessore della cornea: onde poter effettuare l’intervento, è bene che la cornea non sia eccessivamente sottile;
  • la topografia corneale, ovvero la mappa della superficie corneale: una superficie corneale troppo disomogenea rappresenta una controindicazione all’intervento;
  • la pupillometria, ovvero la misurazione del diametro della pupilla in condizioni di luce e di buio: una pupilla che si dilata troppo in condizioni di poca illuminazione, rappresenta una controindicazione all’intervento;
  • l’aberrometria, ovvero lo studio delle microalterazioni che possono essere presenti sulla superficie della cornea, che in taluni casi possono essere corrette con il laser in sede di correzione del difetto refrattivo.

In cosa consiste l’intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi?

L’intervento si avvale di una tecnica d’avanguardia adottata nei centri d’eccellenza per la correzione dei difetti visivi. La tecnica, che prende il nome di FemtoLasik, è molto sofisticata e consente di aprire una sorta di “sportello” sull’epitelio corneale con l’ausilio di un laser a femtosecondi. Il laser a femtosecondi è uno strumento di altissima precisione che, tramite una serie di impulsi, va a sostituirsi ad un bisturi, e taglia l’epitelio corneale nello spessore desiderato dal medico e seguendone perfettamente l’andamento curvilineo. Una volta aperto lo sportello, si esegue il vero e proprio intervento Lasik, e dunque si va a lavorare sullo spessore della cornea per correggere il difetto refrattivo. Concluso l’intervento, il medico riposiziona lo sportello nella sua sede originale, senza dover applicare alcun punto di sutura.

Dottoressa, l’intervento è doloroso?

L’intervento di correzione dei difetti refrattivi con la tecnica FemtoLasik non è assolutamente doloroso, non necessita di punti di sutura e consente un recupero abbastanza veloce. Dopo l’intervento non è necessario alcun bendaggio, la ferita è molto piccola, ed il recupero è molto veloce: il paziente può sperimentare la sensazione di un corpo estraneo, lacrimazione e bruciore, ma sono effetti transitori, che spariscono nell’arco di qualche ora.

L’intervento laser è definitivo?

L’intervento è definitivo qualora il difetto refrattivo sia stabile. Se il difetto non è stabile, come già accennato, è possibile dover eseguire un ritocco in una fase successiva.

Dott.ssa Sacchi, l’intervento laser è rischioso?

L’intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi è assolutamente sicuro. E’ uno degli interventi più praticati al mondo in ambito oftalmico. L’unica complicazione post intervento può essere una leggera secchezza oculare che si risolve nel giro di qualche mese.

Nel ringraziare la dott.ssa Laura Sacchi per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:

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Mosche volanti, quali soluzioni?

Alcuni giorni fa abbiamo affrontato l’argomento delle mosche volanti, spiegando brevemente come si manifesta questo tipo di disturbo e perchè insorge. Abbiamo anche accennato a possibili soluzioni, terapeutiche e chirurgiche. Oggi vogliamo entrare nel merito del trattamento delle mosche volanti: quando è il caso di intervenire? Che cosa si può fare per eliminarle? Vediamo nel dettaglio le risposte a questi quesiti.

Mosche volanti: conviverci oppure eliminarle?

Innanzitutto è bene ribadire che le miodesposie, comunemente note come “mosche volanti”, sono un fenomeno del tutto normale e fisiologico, conseguenza del naturale invecchiamento del vitreo. La struttura vitreale, come abbiamo avuto modo di accennare in precedenza, è composta da collagene, una sostanza gelatinosa che, con l’andare degli anni, tende a perdere la sua naturale omogeneità e ad addensarsi sotto forma di accumuli.

Le mosche volanti non sono dunque al di fuori dell’occhio ma al suo interno. Poichè si tratta di un fenomeno naturale e fisiologico, nella maggior parte dei casi si consiglia al paziente di soprassedere e di conviverci in modo “pacifico”. In fondo, le mosche volanti risultano molto evidenti solo se si guarda verso una fonte di luce molto intensa (per esempio, se si guarda verso il cielo in estate), ma nel corso della giornata non sono eccessivamente fastidiosi.

Leggi anche. Mosche volanti, quando preoccuparsi.

In alcuni casi, tuttavia, gli addensamenti di collagene sono particolarmente numerosi ed il fenomeno diventa fastidioso e poco sopportabile per il paziente. Cosa fare allora? Le strade che il vostro oculista di fiducia andrà a consigliarvi sono generalmente tre. Vediamole di seguito.

3 strade possibili per dire addio alle mosche volanti

1 – La prima strada che il vostro medico oculista di fiducia vi consiglierà è sicuramente quella di assumere, per via orale, un integratore di vitamine, sali minerali ed aminoacidi. Il medico vi consiglierà anche di bere molto, perchè il vitreo (come un pò tutte le cellule del nostro corpo) per mantenersi in salute ha bisogno di essere molto idratato. Vi sembrerà una banalità, ma bere molto è di grande aiuto per mantenere il vitreo in salute e prevenire eventuali danni alla retina.

2 – Qualora le miodesposie siano invece fastidiose ed invalidanti, il vostro medico oculista valuterà se intraprendere la strada dell’intervento laser. L’intervento laser per l’eliminazione delle mosche volanti prende il nome di laservitreolisi e si esegue grazie ad uno speciale laser chiamato YAG, la cui lunghezza d’onda consente di andare a distruggere i tessuti laddove il medico decide di intervenire. E’ lo stesso laser che si usa anche per risolvere, ove necessario, il glaucoma. Per ciò che concerne il trattamento delle mosche volanti, la laservitreolisi consiste nella distruzione degli addensamenti di collagene tramite il laser. La laservitreoilisi è un intervento molto delicato che va valutato con molta attenzione e che va eseguito solamente da un medico particolarmente esperto: perizia, grande competenza ed esperienza sono alla base della buona riuscita di questo genere di intervento che, vi ricordiamo, non è del tutto risolutivo. Il laser infatti va a distruggere solamente gli addensamenti più grandi, ed interviene a debita distanza dalla retina, ecco perchè alcuni addensamenti non si possono eliminare durante l’intervento.

Leggi anche. Glaucoma, intervista al dott.Belloni

3 – La terza soluzione che il medico potrebbe prospettarvi è anche la meno comune vitrectomia. La vitrectomia è un intervento che si esegue generalmente quando il fenomeno delle mosche volanti è connesso ad altre complicazioni, come ad esempio un danno alla retina, dovuto proprio alla trazione del vitreo su di essa. Con la vitrectomia, il vitreo viene tolto, tutto o in parte, attraverso uno speciale strumento, e sostituito con una sostanza generalmente gassosa.

Conclusioni

In conclusione, le strade per trovare una via risolutiva alle mosche volanti sono quelle sopracitate, tuttavia il laser e la vitrectomia vengono eseguite solo in casi molto particolari e laddove si possono presentare delle complicazioni. In linea generale, il consiglio che diamo è quello di bere molto, praticare sport e mantenersi giovani ed attivi, assumendo, se consigliato dal medico, alcuni integratori di vitamine e sali minerali.

 

Glaucoma, la parola all’esperto. Intervista al dott. Sergio Belloni

Nell’elenco delle patologie dell’occhio più comuni e più note, figura il glaucoma. Capita spesso, infatti, di sentir nominare questa malattia dell’occhio. Ma sappiamo davvero di che si tratta, come si manifesta e come si cura? Abbiamo deciso di approfondire l’argomento, intervistando per l’occasione il Dott. Sergio Belloni, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico. 

Dott. Belloni, ci può spiegare che cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una malattia che coinvolge il nervo ottico ed è caratterizzata da un aumento di pressione all’interno del nervo stesso. E’ una malattia grave, infatti è la prima causa di cecità assoluta ed irreversibile al mondo. Il nervo ottico è una struttura molto importante, perchè consente di trasferire le informazioni – sotto forma di immagini – dalla retina al cervello. Nel momento il cui si ha un aumento della pressione nel nervo ottico, questa funzione di trasmissione viene compromessa.

Come si manifesta il glaucoma? Chi ne soffre se ne accorge?

In condizioni non patologiche, l’occhio produce e riassorbe continuamente un liquido chiamato umor acqueo. Quando l’umor acqueo si accumula e non riesce a defluire naturalmente, si genera un eccesso di pressione. Nelle fasi precoci, il paziente non percepisce sintomi e segni di questa pressione eccessiva, nè si accorge di vedere meno. Quando il paziente diventa cosciente di avere un calo della capacità visiva, la malattia è già in uno stadio avanzato. Ecco perchè tenere sotto controllo lo stato di salute degli occhi e farsi visitare periodicamente dal proprio oculista di fiducia è fondamentale.

Dottore, come si diagnostica il glaucoma?

Il glaucoma si può diagnosticare tramite una visita oculistica, un esame del campo visivo ed una misurazione della pressione oculare. Può rendersi necessario misurare l’andamento della pressione oculare nel corso della giornata, effettuando la cosiddetta curva tonometrica giornaliera. Un altro esame importante per la diagnosi del glaucoma è la gonioscopia, il cui scopo è osservare l’angolo camerulare, cioè delle strutture addette al deflusso dell’umore acqueo. Una visita completa ed approfondita consentirà non solo diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, ma anche individuarne la tipologia. Esistono, infatti, tre tipi di glaucoma: quello cronico, ad angolo aperto, è la forma più diffusa. Si manifesta dai 40 anni in poi, ed ha un andamento lento ed insidioso. Esistono poi il glaucoma acuto ad angolo stretto, ed il glaucoma congenito, presente alla nascita.

Il glaucoma è curabile?

Il glaucoma è curabile a patto che venga diagnosticato precocemente. Le strade che si possono intraprendere per curare il glaucoma sono tre: esiste la terapia farmacologica, a base di colliri e compresse, che servono ad abbassare la pressione dell’occhio ed evitare danni al nervo ottico. Esiste poi l’intervento laser, mediante l’utilizzo di appositi laser per l’occhio, il cui scopo è quello di creare una via di deflusso artificiale per l’umor acqueo tra la cornea ed il cristallino. Quando nè la terapia farmacologica che quella laser sono risolutive, si ricorre alla chirurgia. Precisiamo, tuttavia, che tutte e tre le strade servono ad abbassare la pressione dell’occhio, ma non sono in grado di porre rimedio ai danni già presenti a livello di capacità visiva.

 

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