Glaucoma: 5 cose che forse non conosci

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Il glaucoma è una delle patologie oculari più comuni assieme alla cataratta ed alle maculopatie. Nella sua forma cronica il glaucoma è una patologia silente e pressoché asintomatica, mentre nella variante acuta può essere doloroso e causare anche sintomi quali nausea e vomito. Tuttavia, la forma maggiormente diffusa è quella cronica. Tra i fattori di rischio troviamo l’età superiore ai 40-45 anni, la predisposizione familiare, ma anche patologie sistemiche come il diabete o l’ipertensione arteriosa. Tuttavia, ci sono 5 cose sul glaucoma che forse ancora non conosci. Scopriamole insieme.

1 – Fitness addicted? Ottima scelta!

Alcune ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato che praticare sport, specie running all’aria aperta o attività aerobiche, aiuta a prevenire il glaucoma. Insomma, più fitness meno glaucoma!

2 – I trattamenti per il glaucoma esistono!

Per fortuna, i trattamenti per il glaucoma esistono. Si va dalle terapie farmacologiche, agli interventi laser, fino alle soluzioni chirurgiche. Una visita oculistica specialistica, approfondita e completa, è proprio quel che ci vuole per capire quale sia la strada giusta da seguire!

3 – Stress? No grazie!

Lavoro, figli, regali di Natale last minute rappresentano una grande forma di stress? Male! Secondo la scienza, lo stress può peggiorare lo stato di salute visiva di chi soffre di glaucoma. E allora, largo al buonumore!

4 – Un buon caffè non si nega a nessuno!

E’ risaputo che il caffè è una bevanda eccitante che può provocare un aumento della pressione arteriosa. Ad ogni modo, chi è affetto da glaucoma può consumare tranquillamente caffè e non è tenuto ad applicare alcuna restrizione alla sua dieta.

5 – Il glaucoma non è una patologia contagiosa

Il glaucoma non è una malattia infettiva e pertanto non è contagiosa. Potete quindi rassicurare i vostri parenti, che sicuramente non sapranno fare a meno di voi anche per il prossimo Natale!

Vuoi saperne di più?

Nella tua famiglia vi è qualcuno affetto da glaucoma? E’ da tanto che non ti sottoponi ad un controllo della salute visiva? Chiamaci dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Occhio secco: prevenzione e cura

La sindrome dell’occhio secco è una patologia che, se trascurata, può rivelarsi davvero fastidiosa. Abbiamo già avuto occasione di approfondire l’argomento in precedenza, sottolineando come l’occhio secco non sia una semplice “sensazione” di secchezza oculare, ma una vera e propria patologia, che va affrontata come tale. Ma cerchiamo di entrare nel merito delle eventuali azioni volte a prevenire, se possibile, la sindrome dell’occhio secco e scopriamo insieme alcune delle cause più o meno comuni connesse all’insorgenza di questa patologia.

Sindrome dell’occhio secco: di cosa si tratta

La sindrome dell’occhio secco è il risultato di un’alterazione del film lacrimale, ovvero quella lubrificazione che mantiene l’occhio sempre ben umido ed idratato, così da riuscire a svolgere al meglio la funzione visiva. Quando il film lacrimale si altera, si ha un peggioramento ed una diminuzione della qualità e della quantità di lacrime che, naturalmente, lubrificano la cornea e l’occhio più in generale. L’esito è davvero fastidioso, con sintomi quali:

  • bruciore
  • arrossamento
  • tendenza a toccarsi ed a sfregarsi gli occhi continuamente
  • sensazione di avere un corpo estraneo
  • fastidio di fronte a fonti luminose particolarmente intense

Cause note e meno note della sindrome dell’occhio secco

Una delle cause più note e maggiormente discusse della sindrome dell’occhio secco è senza dubbio la menopausa. Anche la gravidanza, con le alterazioni fisiologiche ed ormonali che porta con sé, può scatenare la sindrome dell’occhio secco. Quanto detto non fa tuttavia della sindrome una prerogativa femminile, anzi. L’occhio secco colpisce anche i soggetti di genere maschile, come ad esempio i fumatori, o coloro che vivono in ambienti o zone aventi un inquinamento dell’aria particolarmente elevato. Tra le cause forse meno discusse, vi sono anche le allergie stagionali, che portano ad un’intensa e continua sollecitazione delle vie aeree, con una conseguente irritazione delle mucose, anche a livello oculare. Molte allergie tendono a protrarsi per mesi e mesi nel corso dell’anno, innescando uno stato infiammatorio che va via via peggiorando e che stimola una risposta nel sistema immunitario, il cui esito finale può essere proprio l’alterazione persistente del film lacrimale che lubrifica e idrata l’occhio.

Una curiosità sulla sindrome dell’occhio secco

Sembra curioso e sicuramente paradossale, ma la sindrome dell’occhio secco può portare anche ad una condizione di iper lacrimazione. Tuttavia, anche se la percezione è esattamente quella di una lacrimazione vera e propria, non si tratta di lacrime, ma di un semplice liquido acquoso. Nel caso della sindrome dell’occhio secco, infatti, le lacrime, naturalmente ricche di sostanze lipidiche e mucina, vengono meno, e l’occhio, non più lubrificato, tende a seccarsi. La reazione naturale è il rilascio un abbondante liquido puramente acquoso, che può essere confuso con una lacrima vera, e che tuttavia priva l’occhio dell’acqua necessaria per produrre nuove lacrime. Un circolo vizioso tutt’altro che positivo per la salute dell’occhio.

La sindrome dell’occhio secco si cura anche a tavola

La salute comincia anche a tavola, non ci stancheremo mai di ripeterlo. Poichè la sindrome dell’occhio secco è causata da una mancanza di lubrificazione, va da sè che bere molto è fondamentale. Bevete tanto, soprattutto fuori dai pasti. Inoltre, è importante consumare molti cibi di stagione, ricchi di vitamine, soprattutto quelle del gruppo B, e molto pesce, nella fattispecie pesce azzurro e salmone, naturalmente ricchi di Omega3. Vitamine ed omega 3 sono “ingredienti” preziosi per la salute oculare, per mantenere la funzione visiva sempre al meglio delle sue potenzialità e per aiutare il delicato “ingranaggio” dei nostri occhi a funzionare sempre in modo ottimale.

Il CIOS ogni anno promuove una campagna per la prevenzione e diagnosi dell’occhio secco

Ogni anno il Centro Italiano Occhio Secco si fa promotore di una campagna per la prevenzione e la diagnosi della patologia, alla quale aderiscono, offrendo l’opportunità di sottoporsi ad uno screening mirato, diversi centri specialistici italiani. Se sei in menopausa o in gravidanza, se sei un fumatore, se senti spesso bruciore agli occhi oppure hai frequentemente gli occhi arrossati, potresti soffrire di sindrome dell’occhio secco, una patologia che è sempre bene non trascurare.

Per ulteriori informazioni o appuntamenti:

CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO P.zza Repubblica, 21 – 20124 Milano

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TELEFONO 02 6361 191 Centralino attivo Lun-Ven dalle 9,00 alle 19,00

Cataratta, la parola all’esperto. Intervista al dott. Lucio Buratto

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata, dovuta ad una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino. Il risultato è un peggioramento della visione: è come se un velo si interponesse tra chi guarda ed il mondo circostante. Tuttavia, oggi la cataratta è una patologia risolvibile. Cerchiamo di capire meglio di che si tratta e quali siano le strade per risolverla con l’aiuto di Lucio Buratto, medico oculista fondatore del Centro Ambrosiano Oftalmico, nonchè uno dei massimi esperti al mondo di chirurgia della cataratta. 

Dottor Buratto, ci può spiegare che cos’è la cataratta?

L’occhio umano ha – al suo interno – una lente naturale, chiamata cristallino. Il cristallino solitamente è trasparente e rimane tale fino ad una certa età, poi si può opacizzare. L’opacizzazione del cristallino prende il nome di cataratta, ed è tipica delle persone in età avanzata, anche se può comparire anche nelle persone più giovani, come ad esempio i miopi, i diabetici, in chi soffre di glaucoma oppure in altre persone che hanno altri problemi di vista o patologie generali.

La cataratta è curabile?

L’unico metodo per recuperare la vista perduta a causa della cataratta è l’intervento. Non vi è altro metodo. La cataratta va operata chirurgicamente: si adoperano tecniche laser in abbinamento a tecniche di frammentazione, e va ristabilita la visione attraverso l’applicazione di un cristallino artificiale perfettamente trasparente.

Quali sono i rischi connessi all’intervento di cataratta?

L’intervento per la rimozione della cataratta è un intervento sicuro, che offre altissime garanzie di raggiungimento di un risultato ottimale e che può essere affrontato con grande tranquillità. Naturalmente, il chirurgo deve avere esperienza ed essere in grado di utilizzare le tecnologie moderne che la scienza ci mette a disposizione. Qualche complicazione, ad ogni modo, ci può essere. Una complicazione che può sfuggire al controllo del chirurgo e del paziente è la possibile infezione. E’ un evento molto raro – un caso ogni 7 mila interventi circa. Altre complicazioni sono piuttosto rare e comunque facilmente risolvibili sono: piccole emorragie, piccole infiammazioni, o altre complicazioni che in generale non comportano rischi per la vista. Possiamo ribadire che, l’intervento di cataratta è un intervento sicuro che offre ottime garanzie di risultato.

L’intervento di cataratta è definitivo?

L’intervento di cataratta è definitivo, perchè il cristallino artificiale non tende ad opacizzarsi. Talvolta, in un caso su cinque circa, può capitare che si opacizzi invece l’involucro naturale che contiene il cristallino, che non viene sostituito durante l’intervento di cataratta. E’ un’evenienza tuttavia risolvibile con grande facilità, avvalendosi dell’ausilio di uno speciale laser che, dietro somministrazione di poche gocce di anestetico, in pochissimi secondi elimina anche l’opacità dell’involucro.

E se soffro anche di un difetto refrattivo?

Attraverso l’intervento per la rimozione della cataratta, il paziente può anche correggere dei difetti visivi preesistenti, come per esempio la miopia, o l’astigmatismo o l’ipermetropia, ed incluso la presbiopia. Il vantaggio è che in questo modo si può ottenere una capacità visiva anche migliore di quella che si aveva prima dell’intervento di cataratta. Poichè l’intervento di rimozione della cataratta prevede la sostituzione del cristallino, nel caso di un paziente che soffra anche di un difetto refrattivo sarà possibile usare un cristallino che corregga anche, per esempio, la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo e anche la presbiopia. Insomma, l’intervento per la cataratta offre un’interessante gamma di opzioni, non solo il recupero visivo per l’opacità, ma anche la correzione dei difetti visivi di un certo rilievo.

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La felicità aiuta a vedere meglio

La felicità aiuta a vedere meglio

Avere rapporti sociali e familiari felici, stabili ed appaganti in età matura potrebbe aiutare – nel vero senso della parola – a vedere meglio il mondo. E’ quanto affermato dai ricercatori del Kellogg Eye Center dell’Università del Michigan in un articolo pubblicato nel mese di marzo del 2018 sulla rivista Jama Ophtalmology. Vediamo di che si tratta nel dettaglio.

Amici, parenti, affetti: una presenza importante in caso di peggioramento della visione

Secondo quanto affermato dai ricercatori, chi supera l’età matura circondato da affetti e da rapporti umani positivi ed appaganti sia in ambito familiare che sociale, ha meno probabilità di andare incontro all’intervento per la rimozione della cataratta. La famiglia e gli amici rappresentano dunque una valida motivazione ed un aiuto concreto nel prendersi cura di se stessi e del proprio apparato visivo. Il fatto stesso di parlare con amici e familiari delle proprie capacità visive, dell’eventuale peggioramento della visione, delle sensazioni che si provano, e di avere attorno a sè qualcuno di realmente interessato all’ascolto, avrebbe un notevole impatto sulle condizioni psicofisiche dei soggetti più anziani.

Lo studio

Durante la ricerca sono stati presi in esame 9.760 adulti di età maggiore di 65 anni. I soggetti aventi zero, uno oppure due familiari attorno a sè nel quotidiano hanno mostrato un 40% di possibilità in più di andare incontro all’intervento chirurgico per la rimozione della cataratta rispetto ai loro coetanei circondati da più relazioni sociali, che invece venivano accuditi, aiutati, supportati a livello pratico e psicologico.

Le conclusioni: l’isolamento sociale fa male (non solo alla vista)

L’impatto dell’isolamento sociale sulla salute sarebbe dunque innegabile. In un mondo dove la popolazione anziana è in costante crescita, è fondamentale porre l’accento sull’importanza degli affetti e dei rapporti sociali, siano essi parentali o d’amicizia, nel mantenimento di uno stato di salute psicofisica il più ottimale possibile. In particolare, avere attorno a sè coniugi o amici coetanei aiuterebbe a sentirsi maggiormente compresi ed a valutare se sottoporsi o meno alla chirurgia della cataratta con l’aiuto di persone che molto probabilmente stanno vivendo i medesimi cambiamenti fisici nello stesso momento. E’ anche vero che spesso sono i figli ad accorgersi di eventuali cambiamenti nelle capacità visive ma anche motorie o neurologiche dei genitori. Ecco perchè, concludendo, più affetti e persone realmente interessate si hanno intorno, più si rende facile gestire un problema o una patologia dalla quale altrimenti si rischia di lasciarsi sopraffare.

Fonte: https://labblog.uofmhealth.org

Blefarite, conosciamo meglio questo disturbo

Blefarite, conosciamo meglio questo disturbo

La blefarite è un disturbo del quale forse spesso avete sentito parlare. Da non confondere con la congiuntivite, l’orzaiolo o il calazio, la blefarite è un’infiammazione del blepharon, termine greco che sta ad indicare il bordo ciliare della palpebra. Le cause della blefarite sono molteplici, e le accortezze da mettere in atto per non incorrervi altrettante. Vediamo il tutto nel dettaglio.

Quali sono le cause della blefarite?

All’interno dell’occhio vi sono delle ghiandole – chiamate ghiandole di Meibomio, dal nome del loro scopritore, Heinrich Meibon – aventi lo scopo di produrre una speciale secrezione lipidica che mantiene l’occhio umido ed idratato. Quando queste importanti ghiandole secernono troppo o troppo poco, la palpebra si può irritare, innescando una blefarite. Tra le altre cause della blefarite, troviamo alcune malattie della pelle, come l’eczema seborroico, problemi di tipo alimentare, come un’avitaminosi o un problema di dispepsia, il diabete oppure altri fattori di tipo ambientale, quali l’inquinamento, la polvere, il fumo di sigaretta, la salsedine, il cloro. Le blefariti possono essere altresì innescate oppure complicate dalla presenza di batteri, che possono aggiungere una componente di tipo infettivo.

Quali sono i sintomi della blefarite?

La blefarite si presenta con una sensazione di calore e di bruciore al bordo palpebrale. Come conseguenza di queste sensazioni, il paziente è spinto a toccarsi e sfregarsi l’occhio, peggiorando la situazione. E’ bene, infatti, cercare di non toccare la parte irritata: si rischia di innescare un meccanismo di gonfiore e di dolore altrimenti evitabili.

Come si può risolvere la blefarite?

Dopo un attento esame dell’occhio, il vostro medico specialista deciderà quale terapia sia migliore per il vostro caso specifico. Generalmente, la blefarite viene curata con colliri antinfiammatori ed antibiotici. Il vostro oculista vi raccomanderà inoltre di non toccarvi, di usare sempre asciugamani personali e puliti, di evitare l’uso di lenti a contatto e di prodotti cosmetici che potrebbero peggiorare l’irritazione. Inoltre, per facilitare il processo di guarigione, è fondamentale avere uno stile di vita sano, alimentandosi correttamente con tanta frutta e verdura di stagione, limitando gli zuccheri e la caffeina e, se possibile, evitando di fumare. Non dimentichiamo, infine, che una blefarite trascurata o mal curata può anche tendere a divenire cronica: una conseguenza spiacevole che è bene evitare.

Pensi di soffrire di blefarite o vuoi semplicemente prenotare un controllo della vista? Chiamaci!

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Visual training, quando la ginnastica è per gli occhi

Avete mai sentito parlare di visual training? E’, in poche parole, la ginnastica oculare: compiere una serie di esercizi con gli occhi, aiuta a tenerli sani e in forma, proprio come accade con il resto del corpo. Vediamo di che si tratta nel dettaglio.

Il visual training optometrico o ginnastica oculare include una serie di esercizi volti a migliorare le “prestazioni” dei nostri occhi, allenandoli a controllare i movimenti, la messa a fuoco, la fissazione degli oggetti e, di conseguenza, migliorando la qualità della visione, anche in soggetti che indossano lenti o occhiali. Forse non ci avete mai fatto caso, ma nel corso della giornata si tende ad “usare” gli occhi in modo del tutto involontario: cosa succederebbe invece, se si facesse maggiore attenzione all’uso che si fa del proprio apparato visivo?

L’obiettivo del visual trainig è proprio quello di allenare l’occhio, e di conseguenza il cervello, a compiere delle azioni ben precise onde osservare, mettere a fuoco e rielaborare quello che si trova davanti a noi. Attraverso una serie di movimenti ed esercizi lenti e controllati, si impara insomma a fare “buon uso” del proprio apparato visivo, rinforzando i muscoli oculari, migliorando la visione e dunque la trasformazione della visione in informazione. Non dimentichiamo, infatti, che il cervello svolge un ruolo fondamentale nel processo visivo, dunque imparare a interpretare e decodificare l’informazione è fondamentale anche per il buon andamento delle funzioni cognitive.

Quali sono le “competenze” che si possono allenare con il visual training?

Tramite il visual training, si allena l’occhio ad eseguire una serie di operazioni in modo controllato. Come già accennato, si tratta di operazioni che, nel quotidiano, eseguiamo spontaneamente: tuttavia, se impariamo ad eseguirle con cognizione di causa, scopriremo che l’apparato visivo è uno strumento davvero efficiente, e potremo anzi migliorare l’uso che ne facciamo, con grande beneficio in termini di riduzione della tensione e di qualità della visione.

La ginnastica oculare allena l’occhio alle seguenti operazioni:

  • Fissazione: riuscire a fissare con attenzione uno o più oggetti fermi davanti a noi, spostando l’attenzione dall’uno all’altro
  • Messa a fuoco: controllare la messa a fuoco, osservando diversi oggetti posti a distanze differenti
  • Inseguimento: seguire con lo sguardo un oggetto o più oggetti in movimento
  • Visione periferica: prestare attenzione non solo a quello che si trova davanti a noi, ma anche a livello periferico, registrando ciò che si vede e traducendolo in informazione
  • Percezione della profondità: percezione delle distanze che intercorrono tra un oggetto e l’altro, esercitando la vista alla valutazione degli spazi tridimensionali intorno a noi
  • Binocularità: mantenere il controllo di entrambi gli occhi ed usarli in modo perfettamente simultaneo

Quali sono gli obiettivi che si possono raggiungere tramite il visual training?

Il visual training consente di rilassare gli occhi, di allentare la tensione muscolare, di tonificare i muscoli oculari ed in generale tutto l’apparato visivo e di potenziarne la funzionalità. Naturalmente, la ginnastica oculare non è in grado di correggere alcun difetto refrattivo, ma sicuramente è ottima per mantenere la funzione visiva allenata ed al massimo delle proprie potenzialità.

A chi è consigliato il visual training?

Il visual training è ottimo per esempio per i videoterminalisti, che possono eseguire gli esercizi durante le pause di lavoro, per gli autisti, durante le soste tra un viaggio e l’altro, a chi legge molto, a chi fa largo uso dei devices elettronici, a chi passa molto tempo davanti alla tv e, più in generale, a chi è super impegnato nel lavoro dal mattino fino a sera.