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Blefaroplastica, quanto dura nel tempo?

La blefaroplastica è un intervento di chirurgia dell’area perioculare, con particolare riferimento alla palpebra superiore e a quella inferiore. L’intervento è mirato a correggere i segni dell’invecchiamento così come eventuali imperfezioni di natura estetica. Il suo obiettivo può essere duplice: sia estetico, appunto, che funzionale, andando a ripristinare il comfort visivo di chi vi si sottopone. Uno dei dubbi più comuni relativamente alla blefaroplastica è quello relativo alla sua durata. Insomma: quando dura nel tempo l’effetto della blefaroplastica? Rispondiamo di seguito a questa domanda così frequente sul tema.

Durata nel tempo dell’intervento di blefaroplastica: considerazioni generali

La durata dei benefici della blefaroplastica può variare da paziente a paziente. Ad ogni modo, e in linea generale, si tratta di una procedura che può regalare risultati davvero durevoli nel tempo. E’ importante precisare che un intervento di blefaroplastica non arresta l’invecchiamento cellulare: è molto utile però a ripristinare uno stato generale di “freschezza” oculare e al contempo a rallentare l’impatto che l’avanzare del tempo può esercitare sulla comparsa di rughe, gonfiore nell’area perioculare, pelle cadente.

Quali fattori possono influenzare la durata della blefaroplastica nel tempo?

Come detto poc’anzi, la durata degli effetti positivi di una blefaroplastica può variare da paziente a paziente. Elenchiamo brevemente i fattori che possono influenzarla.

  • Genetica: la genetica influenza marcatamente – anche se non in modo esclusivo – il modo in cui il nostro organismo invecchia. Vi sono dunque persone maggiormente predisposte a subire gli effetti dell’invecchiamento, altre invece che sono meno inclini a mostrare i segni del tempo nell’area perioculare.
  • Stili di vita: alimentarsi correttamente, bere molta acqua, riposare adeguatamente ed evitare eccessi è uno dei grandi segreti per invecchiare bene e preservare un aspetto giovane nel tempo. Anche a livello palpebrale e perioculare.
  • Età del paziente: in età molto giovane la pelle è maggiormente elastica e predisposta a “rispondere” meglio a qualunque tipo di trattamento. Prima si esegue l’intervento, e più durevoli potranno essere i risultati.
  • Tecnica chirurgica: anche la tecnica chirurgica utilizzata, in abbinamento alla competenza del chirurgo, possono influenzare la durata dei risultati.

Quanto durano mediamente gli effetti dell’intervento?

Volendo dare una tempistica di massima, si può affermare che gli effetti dell’intervento di blefaroplastica durano per alcuni anni. Alcuni pazienti notano che gli effetti positivi dell’intervento permangono inalterati molto a lungo nel tempo, anche per 5 o 10 anni. Un dato che può variare in funzione dei fattori sopra descritti, ma anche delle modalità con le quali si esegue il mantenimento dei risultati ottenuti. Vediamo di seguito alcune indicazioni in merito al mantenimento:

  • evitare l’esposizione ai raggi solari specie durante le ore centrali della giornata
  • curare adeguatamente la pelle, con cosmetici di buona qualità (si consiglia sempre di leggere gli INCI dei prodotti cosmetici e di make up) e non dimenticare di applicare sempre un fattore di protezione solare
  • indossare occhiali da sole, anche in inverno
  • mangiare molta frutta e verdura di stagione, bere molta acqua
  • evitare il fumo e gli alcolici ove possibile

Sarà cura dello specialista che ha eseguito l’intervento fornire una serie di indicazioni adeguate sia per il mantenimento dei risultati, sia per un eventuale follow up che includa altri trattamenti da eseguire per preservare l’effetto benefico dell’operazione a lungo nel tempo.

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Come si cura il cheratocono?

Se perfettamente trasparente, regolare e ben lubrificata, la cornea protegge l’occhio dalle aggressioni esterne e favorisce il passaggio dei raggi luminosi attraverso la pupilla. Le cose cambiano, invece, quando la cornea si ammala di cheratocono. Ma che cos’è il cheratocono? E soprattutto, come si cura? Scopriamolo assieme in questo breve articolo.

Che cos’è il cheratocono?

La cornea è composta da una rete di fibre di collagene opportunamente e adeguatamente sovrapposte tra di loro. La sua natura stratificata ricorda vagamente quella di una cipolla. Nel cheratocono accade che la cornea perda progressivamente la sua struttura originaria in virtù di un processo degenerativo che non fa altro che peggiorare nel tempo. Di fatto, le fibre di collagene cedono mano a mano verso l’esterno, in un processo di sfiancamento che porta i tessuti a perdere struttura e sostanza, ad assottigliarsi e a protrarsi verso l’esterno.

Quali sono le conseguenze della patologia? Quando insorge? E perché?

Quando la cornea si ammala di cheratocono perde progressivamente la capacità di favorire il transito dei raggi luminosi e di proteggere gli occhi dalle aggressioni esterne. La visione si fa mano a mano meno nitida e sempre più imprecisa. La sua insorgenza può verificarsi tra l’adolescenza e i 40 anni, per cause ancora parzialmente da indagare: gli esperti ritengono che la patologia possa essere causata da ragioni di indole genetica, anche se è stata individuata una correlazione statisticamente importante con altre patologie oculari (retinopatie, cheratocongiuntiviti, patologie sistemiche). Inizialmente chi ne è affetto può essere portato a pensare ad un peggioramento dei propri difetti visivi, come accade spesso anche a chi è affetto da cataratta nelle sue fasi d’esordio.

Come per la cataratta, anche nel caso del cheratocono la prevenzione è davvero fondamentale: sottoporsi a periodiche visite di controllo della salute visiva può rivelarsi cruciale per una diagnosi tempestiva e veloce della patologia.

Come si cura il cheratocono?

Soluzioni chirurgiche e non chirurgiche

Sfortunatamente non esistono trattamenti farmacologici per la cura del cheratocono. E’ possibile gestire la patologia grazie ad un trattamento di tipo conservativo, pensato per contenere la degenerazione della cornea, chiamato cross linking corneale: si esegue tramite somministrazione topica di vitamina B2 (riboflavina) sulla cornea. La riboflavina ripristina le connessioni perse tra le fibre di collagene restituendo corpo e struttura alla cornea, rallentando la progressione della patologia e migliorando la qualità visiva del paziente.

A seguito dell’applicazione della riboflavina, la cornea è irradiata con una luce ultravioletta che ne favorisce la penetrazione sino agli strati più profondi. Altre volte, invece, si ricorre ad una corrente a basso voltaggio per facilitare l’assorbimento della vitamina B2. In ambi i casi, il trattamento non è doloroso e non è di tipo chirurgico. Si applica solitamente agli stadi d’esordio della patologia.

Qualora la patologia invece abbia già compromesso in modo importante la struttura e le funzionalità della cornea, si può rendere necessario ricorrere alla chirurgia. E’ possibile intervenire sostituendo le porzioni di cornea maggiormente danneggiate (cheratoplastica lamellare), oppure l’intera cornea (tramite un trapianto, chiamato anche cheratoplastica perforante).

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Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione: chiamaci e prenota la tua visita specialistica. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Operazione di cataratta con lenti EDOF: di che si tratta?

L’operazione di cataratta è un appuntamento della vita al quale sempre più persone in età matura si devono presentare. E se oramai tutti noi sappiamo cos’è la cataratta, come si manifesta e come si risolve, vogliamo oggi focalizzarci sulla possibilità di ricevere delle lenti intraoculari davvero innovative. Vediamo dunque insieme cos’è l’operazione di cataratta con lenti EDOF, perché è così interessante e chi dovrebbe cogliere al volo l’occasione di sceglierla per sé.

Operazione di cataratta con lenti EDOF

Durante l’operazione di cataratta così come proposta ed eseguita nella maggior parte delle strutture sanitarie, il paziente riceve – al posto del suo cristallino naturale oramai opacizzato – una coppia di lenti intraoculari solitamente monofocali. Lenti intraoculari che possono risolvere la dipendenza dagli occhiali da vista solo parzialmente..

Oggi però l’eccellente sinergia tra oftalmologia, ottica e scienza dei materiali consente al mercato delle lenti intraoculari di offrire a medico e paziente una nuova soluzione: le lenti EDOF.

I 3 vantaggi delle lenti EDOF

Le lenti EDOF sono lenti intraoculari di ultima generazione, estremamente performanti e capaci di rispondere alle esigenze del paziente in età matura che ama vivere il suo quotidiano con il consueto dinamismo di sempre. Niente controindicazioni, ed una performance visiva di ottima qualità riferita ad una gamma di distanze davvero notevole.

1 – Una gamma di distanze molto ampia

Con le lenti intraoculari EDOF (che sta per Extended Depth Of Focus, cioè profondità di fuoco continua), il paziente torna a vedere molto bene ad una gamma di distanze che va dai 40 cm sino all’infinito. La capacità visiva torna ad essere eccellente e spazia – per fare un esempio – dal cruscotto dell’auto o schermo del computer, sino agli oggetti posti all’orizzonte.

2 – Una qualità visiva ad alta definizione

Se la varietà delle distanze è decisamente interessante e consente di fare a meno degli occhiali nella maggior parte delle situazioni quotidiane, anche la qualità visiva soddisfa appieno chi riceve le lenti EDOF.

A tal punto che molti pazienti riferiscono di avere una rinnovata capacità visiva “in HD”, dove forme, colori, contorni delle cose e la percezione generale delle immagini è così migliorata da superare ogni aspettativa.

3 – Addio controindicazioni

Il tutto, senza fastidi e controindicazioni di sorta. A volte le lenti intraoculari tradizionali non sono del tutto performanti in condizioni di poca luminosità. Dando adito a fenomeni come sfocature ed aloni. Oggi le lenti EDOF risolvono anche questi inconvenienti, restituendo una indipendenza dagli occhiali da vista ed una qualità visiva ottimale anche dopo l’imbrunire.

Un vantaggio non da poco, se si considera che l’operazione di cataratta è concepita per il recupero della qualità e della quantità visiva, ma anche per ritrovare:

  • la sicurezza motoria sia a piedi che su qualunque mezzo
  • la capacità di condurre veicoli con maggiore disinvoltura
  • la corretta percezione dello spazio che ci circonda e degli eventuali ostacoli

A questi vantaggi, grazie all’operazione di cataratta con lenti EDOF, se ne aggiungono altri:

  • possibilità di osservare oggetti vicini e lontani con disinvoltura
  • indipendenza pressoché totale dagli occhiali e dalle lenti a contatto (eccetto che per la lettura a distanza ravvicinata o i lavori manuali a meno di 40 cm di distanza)
  • un senso di dinamismo e di indipendenza globale che consente di condurre la giornata con una sicurezza visiva e motoria rinnovata

Grazie all’operazione di cataratta con lenti EDOF, l’età avanza sotto il segno dell’ottimismo

Un paziente in età matura che goda di questi vantaggi è un paziente che non si sente anziano. Al contrario, ha piacere di gestire le sue giornate ed i suoi impegni senza dover rinunciare:

  • ad uscire di casa e ad avere una vita sociale
  • a prendersi cura dei nipoti e a trascorrere del tempo di qualità in famiglia
  • a praticare i suoi hobby preferiti
  • ma anche a prendersi cura di sé a partire dai gesti più semplici (fare sport, fare la spesa, recarsi alla posta o altro)

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Presso la nostra struttura, un team di specialisti altamente qualificati esegue quotidianamente l’operazione di cataratta con lenti EDOF. Chiamaci per fissare la tua visita specialistica: il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Glaucoma, quando il laser è d’aiuto e altre curiosità

Il glaucoma è una patologia dall’esordio silente che rivela tutta la sua insidiosità sul lungo periodo. Comincia a manifestarsi in età adulta e si caratterizza per una troppo elevata pressione intraoculare. Quando la patologia non è diagnosticata tempestivamente, riesce a danneggiare le strutture oculari compromettendo anche gravemente la vista. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 55 milioni di persone nel mondo sono affette da glaucoma. Cogliamo l’occasione per conoscere qualche curiosità sulla patologia, ma anche l’innovativo ed efficace trattamento laser SLT per glaucoma.

Quanti tipi di glaucoma esistono?

La tipologia di glaucoma più frequente è quella detta “ad angolo aperto”. Esistono poi altre tipologie: ad angolo chiuso, congenita (cioè presente sin dalla nascita), secondaria (cioè causata da una sofferenza dell’apparato visivo innescata da un’altra patologia spesso sistemica, come il diabete), oppure causata da altre patologie oculari, come la cataratta. Tutte queste varianti hanno in comune l’irreversibilità dei danni causati al nervo ottico, ma anche alla retina.

Che ruolo hanno i difetti visivi nel glaucoma?

Per quanto riguarda l’esordio del glaucoma, la familiarità gioca un ruolo importante. Ma non solo. Anche alcuni difetti visivi, come una miopia forte o una ipermetropia elevata, possono essere fattori predisponenti la patologia.

E’ vero che chi è affetto da glaucoma non dovrebbe praticare sport?

I medici di tutto il mondo concordano che, salvo casi particolari, praticare sport è sempre una scelta virtuosa. Ancor più se all’aria aperta. Un po’ di attività fisica un paio di volte la settimana, fa bene al corpo ed allo spirito, a qualunque età. Chi è affetto da glaucoma, tuttavia, dovrebbe valutare con lo specialista l’intensità e la frequenza degli allenamenti. Allenamenti intensi e molto frequenti, che prevedono per esempio il sollevamento di pesi di una certa entità, potrebbero essere sconsigliati.

Chi soffre di glaucoma può mangiare di tutto?

Una dieta varia, ben equilibrata e basata sull’alternanza di prodotti freschi e di stagione riduce e minimizza lo stress ossidativo cellulare, previene l’invecchiamento e favorisce la buona ossigenazione dei tessuti. I suoi benefici si manifestano anche a livello dell’occhio. Il consiglio generale è dunque quello di evitare una dieta poco varia e particolarmente incentrata su alimenti ricchi di grassi saturi, fritti, di origine animale o molto raffinati. In particolare, per quanto riguarda il glaucoma, si consiglia di prediligere cibi come lattuga, bietola, spinaci e altri ortaggi. Questi alimenti hanno un effetto benefico sulla circolazione sanguigna e di conseguenza anche sulla pressione intraoculare.

Laser SLT: in che modo il laser è d’aiuto per il glaucoma?

Nel corso degli ultimi decenni la scienza medica si è ampiamente occupata delle terapie per il glaucoma. Dai colliri sino alla chirurgia, il panorama è ampio e variegato. Non esiste una terapia d’elezione in quanto ciascun paziente presenta caratteristiche personali e peculiari: il percorso terapeutico dipende spesso dalle cause scatenanti ma anche dallo stadio della patologia. Oggi, tuttavia, una terapia in particolare incontra il favore e il parere positivo degli oculisti di tutto il mondo. Ed è particolarmente risolutiva per un’ampia gamma di pazienti: ci riferiamo al laser SLT.

Cos’è il trattamento laser SLT per glaucoma?

SLT significa Trabeculoplastica Laser Selettiva. Spieghiamo brevemente di che si tratta. Con l’ausilio di uno strumento laser di ultima generazione, (dunque senza l’uso di lame o strumenti taglienti di sorta), si interviene delicatamente ma con altissima efficacia sulla porzione dell’occhio chiamata trabecolato, appunto. E’ qui che si trovano le cellule che, nel glaucoma, non riescono più a far defluire l’umor acqueo che naturalmente dovrebbe essere assorbito dalle strutture oculari. Il laser SLT per glaucoma ha la capacità di rendere queste cellule permeabili, riducendo l’accumulo di liquidi e di conseguenza abbassando la pressione intraoculare.

Cosa aspettarsi dal trattamento SLT per glaucoma?

Il trattamento SLT per glaucoma è una soluzione davvero interessante per una vasta gamma di pazienti affetti dalla patologia. Oltre ad essere altamente risolutivo, è indolore, non ha controindicazioni ed è ripetibile.

Dove trovare il laser SLT per glaucoma?

Il laser SLT per glaucoma è disponibile presso i centri d’eccellenza sanitari in Italia tra cui il Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano.

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Scopri di più sul Laser SLT. Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Astigmatismo: cosa vuol dire essere astigmatico?

Tra i difetti visivi, l’astigmatismo è forse il meno noto e il meno comprensibile ai non addetti ai lavori. Anche se tutti noi l’abbiamo sentito nominare di frequente, non sempre abbiamo capito con precisione quale difficoltà visiva implica. Persino se ne siamo affetti noi stessi! Per esempio, sappiamo bene che il miope “vede male da lontano” e che il presbite “vede male da vicino”. Ma cosa sappiamo dire dell’astigmatico? La definizione di astigmatismo non è sempre così immediata. E allora cerchiamo di spiegare con semplicità cosa vuol dire essere astigmatico. E di capire, soprattutto, come si corregge efficacemente questo difetto visivo così comune.

L’astigmatismo è un difetto visivo

L’astigmatismo è un difetto visivo o difetto refrattivo. Sono difetti visivi anche la miopia, l’ipermetropia, ed è considerata tale anche la presbiopia. In linea generale, si tratta di stati visivi causati da un errore di messa a fuoco dell’immagine sulla retina. Può accadere infatti che il fuoco vada a cadere più avanti, più indietro o in posizione decentrata rispetto alla retina. O, ancora, la messa a fuoco non è corretta a causa di una insufficiente o mancata flessione del cristallino (quest’ultima evenienza dà origine alla presbiopia). Ma cosa vuol dire essere astigmatico?

Cosa vuol dire essere astigmatico?

Nel soggetto astigmatico, la cornea può presentare delle irregolarità. Ma non solo. Anche le strutture oculari più interne possono presentare delle irregolarità. In tal caso, i raggi luminosi che penetrano nell’occhio possono raggiungere la retina in modo diseguale. Questa mancata uniformità nella penetrazione della luce nell’occhio, rende la visione imprecisa. Vediamo in che modo.

Come vede un astigmatico? Quali sono i sintomi dell’astigmatismo?

Parlare di sintomi dell’astigmatismo può essere un po’ fuorviante, in quanto l’astigmatismo non è una patologia. Ma ci serve comunque per esprimere e definire il tipo di difficoltà visiva che sperimenta chi ne è affetto. Vediamo dunque assieme come vede un astigmatico:

  • contorni imprecisi e poco nitidi
  • deformazione delle immagini
  • percezione delle forme tonde come ovaleggianti

Ebbene, l’occhio è una struttura praticamente perfetta della quale madre natura ci ha dotato per godere dello straordinario dono della vista. Eppure, nulla è assolutamente perfetto nemmeno in natura. E quindi conviene sapere che quasi tutti noi, seppur minimamente ed impercettibilmente, siamo affetti da un leggero astigmatismo. Laddove l’astigmatismo sia lieve, non ce ne accorgiamo nemmeno. Questo accade perché l’occhio è dotato di una grandissima capacità di accomodare le imprecisioni della messa a fuoco in modo del tutto automatico.

Se invece l’astigmatismo è più marcato, è possibile che si sperimentino le difficoltà visive sopra elencate.

Come si corregge l’astigmatismo?

L’astigmatismo si può correggere con un paio di occhiali da vista o con specifiche lenti a contatto. Si tratta di soluzioni correttive temporanee. Qualora l’astigmatismo sia di entità medio-forte o si presenti in abbinamento ad altri difetti visivi o patologie oculari (come la cataratta, per esempio), è possibile ricorrere alla chirurgia laser o all’impianto di lenti intraoculari. Ovvero, a forme correttive permanenti. Conosciamole meglio.

Correzione dell’astigmatismo con la chirurgia laser

La chirurgia laser corregge molto bene i difetti visivi di entità media e talvolta anche forte: l’intervento maggiormente risolutivo in tal senso è molto simile al noto LASIK o FemtoLASIK (che forse avrete sentito nominare con riferimento alla miopia). Questi interventi si eseguono sulla cornea, sono indolori, veloci ed altamente risolutivi. Inoltre, i difetti visivi non si ripresentano nel tempo.

Chirurgia oftalmica per la correzione dei difetti visivi (e non solo)

Gli interventi di chirurgia oftalmica sono attualmente all’ordine del giorno, soprattutto presso i centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico. Si tratta di interventi concepiti per impiantare nell’occhio minuscole lenti dotate del potere diottrico necessario per restituire al paziente una qualità e quantità visiva ottimali.

Le lenti intraoculari specifiche per astigmatismo sono dette toriche, e riescono ad offrire una correzione elevatissima dell’astigmatismo (e di altri difetti visivi) in abbinamento ad un alto margine di personalizzazione. E non solo: qualora il paziente sia già in in età adulta o vicino all’età matura, si propone di impiantare le lenti intraoculari in sostituzione al cristallino. L’obiettivo, in tal caso, è quello di anticipare la comparsa della cataratta e risolvere quest’ultima ancor prima della sua manifestazione. Una sorta di intervento preventivo, insomma, che risolve i difetti visivi e ovvia all’opacizzazione del cristallino, che come sappiamo ha un’incidenza molto elevata tra la popolazione. Una scelta lungimirante, che regala una capacità visiva eccellente per tutto il resto della vita del paziente.

Concludendo, l’astigmatismo può essere una compagnia poco gradita. Ma è risolvibile. La gamma degli interventi di chirurgia laser e di chirurgia oftalmica è veramente ampia ed include una serie di tecniche decisamente versatili ed altamente risolutive per la pressoché totalità dei pazienti.

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Intervento di blefaroplastica: come prepararsi

intervento di blefaroplastica - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Stai per affrontare un intervento di blefaroplastica e anche se hai già avuto modo di discutere ogni aspetto con il chirurgo che lo eseguirà, un po’ di leggera apprensione rimane? Vediamo come prepararti all’intervento e quali accortezze avere nei giorni precedenti, in modo da arrivare in clinica sereni e preparati dal punto di vista psicofisico. L’intervento di blefaroplastica è un intervento chirurgico a tutti gli effetti e, a dispetto della sua breve durata e minima invasività, richiede ugualmente qualche piccola attenzione preoperatoria.

Cos’è l’intervento di blefaroplastica

Prima di entrare nel merito dei comportamenti da adottare in vista di un intervento di blefaroplastica, ricordiamo brevemente di che si tratta. La blefaroplastica è un intervento di chirurgia estetica mirato a rimodellare l’aspetto delle palpebre, riducendo eventuali lassità cutanee e restituendo uno sguardo più disteso, fresco e giovane. Oltre agli indubbi vantaggi sul piano estetico, l’intervento è spesso risolutivo anche sul piano della funzionalità visiva. Ci riferiamo ai casi in cui, per fare un esempio, la palpebra superiore arriva a coprire la pupilla e a rendere difficoltosa la visione. Ma torniamo a noi e vediamo come prepararsi all’intervento.

Evitare o limitare fumo e alcol

Non abusare di fumo e alcolici è una regola generale da tener presente sempre e non solamente in previsione di un intervento chirurgico. Tuttavia, ancor più a ridosso di un intervento di blefaroplastica si consiglia di evitare sia il fumo che l’alcol. Entrambi compromettono e rallentano il buon andamento del processo di guarigione, limitando l’ossigenazione dei tessuti ed inducendo uno stato di disidratazione. Questo aspetto vale in particolar modo per gli alcolici. Al contrario, giungere alla data dell’intervento ben idratati ed ossigenati favorisce la rigenerazione dei tessuti e accelera il processo di guarigione.

Sospendere l’assunzione di alcuni farmaci

Come già ti avrà segnalato lo specialista che eseguirà l’intervento di blefaroplastica, vi sono alcune tipologie di farmaci che è bene sospendere prima dell’intervento. Non dimenticare di farlo! Tra questi farmaci segnaliamo in particolar modo gli anticoagulanti. Ma non solo: anche gli integratori a base di vitamina E dovranno essere sospesi. Lo specialista che ti ha in cura dovrà essere informato non solo in merito ad eventuali farmaci che assumi, ma anche in merito agli integratori. Non dimenticare che la sospensione di qualunque farmaco dovrà sempre essere concordata con il medico. Se ti è sfuggito qualcosa o ti è sorto un dubbio, contattalo subito! Ciò che a noi sembra irrilevante, non sempre lo è.

Non indossare le lenti a contatto

Un altro accorgimento prezioso per arrivare al giorno dell’intervento di blefaroplastica ben preparati è quello di sospendere l’uso di lenti a contatto. Questo deve avvenire già una settimana prima rispetto alla data del proprio appuntamento con la chirurgia. Dunque, usa gli occhiali da vista al posto delle lenti e cura l’igiene degli occhi. La mattina dell’intervento, sciacqua il viso con acqua e sapone e ricorda di non indossare né make up, né fragranze.

La sera prima dell’intervento di blefaroplastica

La sera prima dell’intervento di blefaroplastica è una buona idea concedersi qualche ora per se stessi. Una cena leggera è l’ideale: consentirà di riposare bene durante la notte. A questa potrà seguire una breve passeggiata e poi, prima di coricarsi, una tisana e un buon libro. Dalla mezzanotte in poi, niente cibo né acqua.

Cosa mangiare prima e dopo un intervento chirurgico

Abbiamo fatto cenno alle abitudini alimentari da mettere in atto prima dell’intervento di blefaroplastica. Ebbene, oltre ad evitare gli alcolici, si consiglia di evitare cibi pesanti, difficili da digerire, fritti o grassi. Al contrario, e questo vale per qualunque intervento chirurgico, sono consigliati alimenti sani e di stagione. Frutta e verdura fresche, ricche di antiossidanti, sono l’ideale. Bene anche la curcuma (chi ama le spezie ne sarà felice), perché esercita un ottimo effetto antinfiammatorio sulle cellule. Infine, bere molta acqua aiuta il corpo a mantenersi ben idratato e ad accelerare i processi di guarigione.

Intervento di blefaroplastica: dubbi, domande?

Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico è operativa una Divisione Oculoplastica specializzata in interventi di chirurgia estetica e funzionale dello sguardo. Per prenotare una visita specialistica o per rivolgerci eventuali domande sul tema, non esitare e contattarci. Siamo disponibili dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 il numero 02 636 1191.

Intervento agli occhi? Più musica, meno stress!

musica - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Ti hanno diagnosticato una patologia oculare e dovrai affrontare un intervento chirurgico? Niente paura. Oggi la tecnologia applicata alla chirurgia oftalmica consente di effettuare interventi sempre meno invasivi e sempre più computerizzati. Ma se un pò di paura ancora rimane, perché non ascoltare della buona musica poco prima di sottoporsi all’intervento? L’effetto rilassante è garantito. Parola di scienza. 

Ascoltare musica ha un effetto rilassante, anche in sala operatoria

Uno studio condotto dal professor Gilles Guerrier dell’Università Paris Descartes ha consentito di provare scientificamente l’effetto rilassante della musica su pazienti in procinto di sottoporsi ad un intervento di chirurgia oculare con anestesia locale. Lo studio ha preso in esame 62 pazienti, dei quali la metà ha potuto ascoltare la sua musica preferita nei 20 minuti prima dell’intervento, mentre l’altra metà non ha avuto modo di fare questo tipo di esperienza. I ricercatori hanno poi opportunamente misurato lo stato di ansia dei pazienti, registrando livelli decisamente maggiori nei pazienti che non avevano ascoltato musica nei minuti precedenti all’intervento. 

Fonte: s3-eu-west.amazonaws.com

Anche i chirurghi trovano la musica piacevolmente rilassante

Ti sarà sicuramente capitato di vedere in televisione, in qualche film o telefilm, un team di chirurghi intenti ad operare accompagnati da un sottofondo musicale. Non si tratta di fantasia cinematografica, ma di realtà. Anche nel mondo reale, infatti, la musica fa spesso capolino nelle sale operatorie. Ed anche in questo caso la scienza, attraverso uno studio mirato, ci conferma che i chirurghi che poco prima o durante un intervento ascoltano un pò della loro musica preferita, tendono ad avere performance migliori, più veloci e più precise.

Fonte: academic.oup.com

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Ti è mai capitato di ascoltare la tua musica preferita prima di una prova particolarmente importante o a ridosso di un intervento chirurgico praticato con anestesia locale? Ne hai potuto constatare i benefici? Facci sapere cosa ne pensi!

Intervento agli occhi in vista?

A prescindere dalla fruizione musicale o meno, un ultimo consiglio che possiamo darti per ridurre l’ansia in vista di un intervento di chirurgia oftalmica con anestesia topica è quello di metterti nelle mani di specialisti dotati di grande e comprovata esperienza nel settore. Un consiglio che potrebbe sembrare scontato, ma nel momento in cui dovrai sederti sul lettino operatorio, la presenza accanto a te di un chirurgo esperto e dotato della giusta empatia sicuramente farà la differenza.

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Trapianto di cornea: cheratoplastica lamellare o cheratoplastica perforante?

La cornea è la parte più superficiale del nostro occhio: essa è composta da fibre di collagene, disposte in modo tale da essere totalmente trasparenti. Talvolta, a seguito di un trauma oppure di una patologia (cheratocono, distrofia corneale, cheratite erpetica o batterica), si rende necessario ricorrere al trapianto di cornea. Ma che cos’è il trapianto di cornea? Quanti tipi ne esistono? In cosa consiste? Vediamo le risposte a queste domande. 

Trapianto di cornea o trapianti di cornea?

Al giorno d’oggi la chirurgia oftalmica si pone l’obiettivo di essere il meno invasiva possibile. Un obiettivo che viene conseguito egregiamente nel caso, per esempio, dalla chirurgia refrattiva, che si avvale di strumenti e tecnologie d’avanguardia che consentono di eliminare l’uso di lame, bisturi e punti di sutura. Anche nel caso del trapianto di cornea, si cerca ove possibile di intervenire solamente sulla parte colpita da una malattia e che necessita di essere sostituita. La morfologia della cornea, per il suo essere formata da fibre stratificate, ci viene incontro e ci facilita il conseguimento di questo obiettivo. Ecco perchè possiamo, oggi, parlare di trapianti di cornea al plurale, riferendoci solitamente a due tipi di cheratoplastica, quella lamellare e quella perforante. Due termini di uso non così comune tra i non “addetti ai lavori”, che andiamo dunque a chiarire di seguito.

Cheratoplastica lamellare

Si parla di cheratoplastica lamellare quando si va ad intervenire solo sullo strato di cornea che necessita di essere sostituito. La parola lamellare proviene da lamella, poichè si interviene solo sugli strati di cornea malati, lasciando invece intatti quelli sani. Chi soffre di cheratocono in uno stato ancora non avanzato, chi presenta ferite o ulcere derivanti da traumi o causati da patologie dell’occhio e di conseguenza non ha più una visione perfettamente limpida, oggi ricorre alla cheratoplastica lamellare. In generale, si preferisce praticare la cheratoplastica lamellare ove possibile, per una serie di ragioni:

  • è meno invasiva
  • non prevede che venga toccato il bulbo oculare
  • è veloce
  • si esegue in ambulatorio
  • si esegue in anestesia locale

Cheratoplastica perforante

La cheratoplastica perforante è invece un intervento a carattere maggiormente invasivo, perchè prevede la sostituzione di tutta la cornea, oramai resa opaca, non abbastanza spessa o eccessivamente curva da una eventuale patologia (cheratocono avanzato, per esempio) o da un trauma. L’intervento consente di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • eliminare l’eccessiva opacizzazione
  • eliminare l’eccessiva curvatura (causata da patologie quali un cheratocono avanzato, per esempio)
  • ripristinare lo spessore e la sostanza perduti (causati da ulcere, traumi)

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L’intervento per la rimozione della cataratta

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata che porta ad una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino. In Italia almeno 1 paziente over 70 su 4 è affetto da cataratta. L’intervento per la rimozione della cataratta è uno dei più diffusi e dei più sicuri al mondo: solo nel nostro paese, esso viene eseguito almeno 500 mila volte l’anno. Un numero impressionante, che ci dà la misura di quanto questa patologia sia diffusa. Tuttavia, se solo una manciata di anni fa un anziano con il problema della cataratta avanzava progressivamente verso pressochè totale cecità, oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante e l’intervento per la rimozione della cataratta non solo è sicuro a prescindere dall’età del paziente, ma anche risolutivo, a tal punto che spesso egli può dire addio agli occhiali. Ma vediamo di capire qualcosa in più.

Cataratta, questa sconosciuta

La cataratta, come già detto, è il risultato di una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino, ovvero di quella lente naturalmente presente nell’occhio, che raccoglie i raggi luminosi che penetrano nell’occhio attraverso la pupilla e li proietta sulla retina, da dove poi saranno “decodificati” e convogliati al cervello per essere tradotti in informazione. Se il cristallino diventa opaco, un pò come un vetro appannato, va da sè che l’intero meccanismo si inceppa. La vista si fa meno nitida, i colori meno vividi, i contorni meno definiti. Come già spiegato altrove, esistono diverse tipologie di cataratta, non tutte connesse all’età, ma tutte aventi i medesimi sintomi in comune. L’intervento per la rimozione della cataratta è la soluzione ideale.

Come “curare” la cataratta?

Nonostante uno stile di vita sano e dinamico ed una buona alimentazione siano fondamentali per mantenere l’occhio (così come l’organismo) in giovane ed in salute, ad oggi non esistono terapie in grado di curare la cataratta che, come detto, è un processo irreversibile. L’unica soluzione è l’intervento chirurgico.

In cosa consiste l’intervento di Femto-Cataratta?

L’intervento per la rimozione della cataratta, nei centri di eccellenza come CAMO, prende il nome di Femto – Cataratta. Il medico “accede” al cristallino grazie ad un laser a femtosecondi, che apre la capsula che lo contiene in modo preciso ed indolore. Successivamente, con uno strumento ad ultrasuoni chiamato facoemulsificatore, il medico disintegra ed aspira il cristallino opacizzato. Infine, sostituisce il cristallino con uno nuovo. L’intervento dura una ventina di minuti ed è totalmente indolore. L’anestesia è solamente locale, e si effettua tramite uno specifico collirio. Terminato l’intervento, il paziente è libero di andare a casa, e non avrà nè bendaggi nè punti di sutura.

Un nuovo cristallino, fatto apposta per te

In Camo siamo orgogliosi di avvalerci della procedura d’avanguardia sopra descritta. Da noi, puoi sottoporti all’intervento di rimozione della cataratta – il cosiddetto intervento di Femto-Cataratta – e tornare a casa con un cristallino nuovo pensato e progettato proprio sulla base delle tue esigenze: l’intervento include infatti anche la correzione di un eventuale difetto refrattivo, oppure di più difetti refrattivi, con l’impianto di una lente multifocale.

Sei interessato all’intervento di rimozione della cataratta? Vuoi saperne di più? Contattaci!

Saremo lieti di spiegarti tutto e rispondere a qualunque tua domanda. Per info e appuntamenti chiama 02 6361 191

 

 

 

Glaucoma, la parola all’esperto. Intervista al dott. Sergio Belloni

Nell’elenco delle patologie dell’occhio più comuni e più note, figura il glaucoma. Capita spesso, infatti, di sentir nominare questa malattia dell’occhio. Ma sappiamo davvero di che si tratta, come si manifesta e come si cura? Abbiamo deciso di approfondire l’argomento, intervistando per l’occasione il Dott. Sergio Belloni, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico. 

Dott. Belloni, ci può spiegare che cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una malattia che coinvolge il nervo ottico ed è caratterizzata da un aumento di pressione all’interno del nervo stesso. E’ una malattia grave, infatti è la prima causa di cecità assoluta ed irreversibile al mondo. Il nervo ottico è una struttura molto importante, perchè consente di trasferire le informazioni – sotto forma di immagini – dalla retina al cervello. Nel momento il cui si ha un aumento della pressione nel nervo ottico, questa funzione di trasmissione viene compromessa.

Come si manifesta il glaucoma? Chi ne soffre se ne accorge?

In condizioni non patologiche, l’occhio produce e riassorbe continuamente un liquido chiamato umor acqueo. Quando l’umor acqueo si accumula e non riesce a defluire naturalmente, si genera un eccesso di pressione. Nelle fasi precoci, il paziente non percepisce sintomi e segni di questa pressione eccessiva, nè si accorge di vedere meno. Quando il paziente diventa cosciente di avere un calo della capacità visiva, la malattia è già in uno stadio avanzato. Ecco perchè tenere sotto controllo lo stato di salute degli occhi e farsi visitare periodicamente dal proprio oculista di fiducia è fondamentale.

Dottore, come si diagnostica il glaucoma?

Il glaucoma si può diagnosticare tramite una visita oculistica, un esame del campo visivo ed una misurazione della pressione oculare. Può rendersi necessario misurare l’andamento della pressione oculare nel corso della giornata, effettuando la cosiddetta curva tonometrica giornaliera. Un altro esame importante per la diagnosi del glaucoma è la gonioscopia, il cui scopo è osservare l’angolo camerulare, cioè delle strutture addette al deflusso dell’umore acqueo. Una visita completa ed approfondita consentirà non solo diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, ma anche individuarne la tipologia. Esistono, infatti, tre tipi di glaucoma: quello cronico, ad angolo aperto, è la forma più diffusa. Si manifesta dai 40 anni in poi, ed ha un andamento lento ed insidioso. Esistono poi il glaucoma acuto ad angolo stretto, ed il glaucoma congenito, presente alla nascita.

Il glaucoma è curabile?

Il glaucoma è curabile a patto che venga diagnosticato precocemente. Le strade che si possono intraprendere per curare il glaucoma sono tre: esiste la terapia farmacologica, a base di colliri e compresse, che servono ad abbassare la pressione dell’occhio ed evitare danni al nervo ottico. Esiste poi l’intervento laser, mediante l’utilizzo di appositi laser per l’occhio, il cui scopo è quello di creare una via di deflusso artificiale per l’umor acqueo tra la cornea ed il cristallino. Quando nè la terapia farmacologica che quella laser sono risolutive, si ricorre alla chirurgia. Precisiamo, tuttavia, che tutte e tre le strade servono ad abbassare la pressione dell’occhio, ma non sono in grado di porre rimedio ai danni già presenti a livello di capacità visiva.

 

Nel ringraziare il dott. Belloni per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:

CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO P.zza Repubblica, 21 – 20124 Milano

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