Curiosità sugli occhi

Curare la cataratta congenita con le cellule staminali. Un sogno? Forse no

bimbo cataratta

Curare la cataratta congenita con le cellule staminali. Questo è quanto promette di fare un brillante studio recentemente pubblicato su Nature e portato avanti da un pool di ricercatori americani e cinesi che hanno messo a punto una nuova tecnica per rigenerare la lente trasparente naturale, il cristallino, e consentire una buona visione. La ricerca è stata fatta dapprima su animali e poi su bambini affetti da cataratta congenita.

La cataratta rappresenta una delle prime cause di cecità al mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Ad oggi l’unico modo per eliminare la cataratta è rappresentato dalla sostituzione del cristallino naturale con una lente artificiale. La cataratta infatti non è altro che l’opacizzazione che insorge gradualmente nel nostro cristallino, sopratutto con l’avanzare dell’età. All’inizio la vista è sfocata, i colori sono poco nitidi, si notano aloni notturni, ma con l’avanzare della patologia questi sintomi peggiorano e così la qualità della vista. L’intervento è l’unica, obbligata, via di guarigione. Questo per quanto riguarda la cataratta, per così dire, senile, legata cioè all’invecchiamento naturale dei nostri occhi.

Quando la cataratta colpisce i bambini, il discorso è molto diverso: occorre infatti intervenire nei primi anni di vita ma l’intervento chirurgico in soggetti così giovani spesso comporta dei rischi, come l’insorgenza di infiammazioni o il ritorno dell’opacizzazione.

Come si cura quindi la cataratta con le cellule staminali?

Si cura utilizzando le cellule staminali che normalmente sarebbero eliminate. Durante il solito intervento chirurgico, infatti, quando si rimuove il cristallino naturale, si elimina anche parte del tessuto circostante ricco di cellule staminali.

Con questa nuova tecnica queste cellule possono essere rigenerate grazie all’azione di due particolari geni, e possono quindi ricreare la struttura trasparente del cristallino. Durante l’intervento si estrae la lente opacizzata ma si lascia intatta la capsula che contiene il cristallino e le cellule staminali: queste nel tempo si rigenerano formando un nuovo cristallino.

L’esperimento è stato fatto dapprima su conigli e macachi e in seguito su alcuni bambini.

Sui conigli il cristallino si è rigenerato dopo sette settimane, nei macachi dopo alcuni mesi. Nei bambini, la lente naturale si è rigenerata dopo tre mesi, con risultati soddisfacenti  in termine di visione.

 

 Siamo quindi ad una svolta nella chirurgia della cataratta del bambino ? 

“I risultati di questa ricerca sono apprezzabili – ha commentato il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico di CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico e tra i massimi esperti mondiali per la cura della cataratta – ma siamo ancora in una fase molto sperimentale. In futuro probabilmente le nuove generazioni potranno usufruire di queste nuove tecniche e non dover rinunciare alla lente naturale. Ad oggi però l’intervento di sostituzione del cristallino con una lente artificiale rimane la scelta d’elezione, con risultati ottimi e duraturi nel tempo, perché la lente artificiale non solo è ben tollerata dall’organismo, ma dura tutta la vita e non perde mai trasparenza. E non si opacizza mai”.

Per maggiori informazioni sull’intervento di cataratta chiama lo 02 6361191 oppure scrivi a visite@camospa.it

Arrivano gli occhi elettronici per vivere la realtà virtuale!

samsung-gear-vr

La realtà virtuale sarà sempre più…reale!

Grazie ai visori elettronici vivere un’esperienza di gioco come se fosse reale, esplorare l’ambiente virtuale con i propri occhi, come se fossimo davvero lì sarà presto possibile e alla portata di tutti.

Dall’Oculus Rift al Gear Vr fino alla semplice ma efficace Google Cardboard: sono tanti i visori di realtà virtuale e realtà aumentata che stanno iniziando a diffondersi.

Dispositivi come Oculus Rift e Project Morpheus cambiano il modo in cui le persone giocano su PC e console, altri visori “mobile” trasformano gli smartphone in un coinvolgente schermo per la realtà virtuale.

Vedere la realtà di un videogame come quella reale è ormai un’esigenza sempre più forte tra i giocatori di questi tempi. Poter camminare, girarsi, vedere il nemico che ti rincorre alle spalle, esplorare l’ambiente di gioco muovendo la testa, anziché un joypad, significa passare a un livello successivo del gaming e dell’esperienza di gioco. E guarda caso la vista è il senso più rincorso, copiato, riprodotto per poter godere della realtà virtuale.

Occorre innanzitutto evidenziare la differenza tra realtà virtuale e la realtà aumentata. La prima offre il coinvolgimento completo; tutto ciò che vedete e gli oggetti virtuali con cui potete interagire fanno parte di un mondo digitale. La realtà aumentata “potenzia” invece il mondo reale usando, per esempio, informazioni di navigazione in sovrimpressione sulla strada che avete davanti agli occhi, o riempiendo una scrivania vuota con una tastiera perfettamente funzionante. HoloLens di Microsoft e SmartEyeglass di Sony sono due esempi di visori che sfruttano la realtà aumentata.

Alcuni di questi visori sono strumenti a sé stanti, in altri casi, come il Gear Vr della Samsung o il Carboard di Google, sono strumenti che funzionano grazie all’inserimento del telefonino nel dispositivo.

Una volta inserito il telefonino, il software divide lo schermo in due parti e proietta su ognuna delle due la stessa immagine, come se fosse però ripresa da due punti di vista leggermente diversi. Questa tecnica si chiama stereoscopia e, andando ad imitare la visione binoculare degli occhi umani, permette di ricreare un effetto tridimensionale molto convincente.

Il visore è composto da due lenti che deformano le immagini riprodotte sullo schermo in maniera particolare, in modo da ottenere oltre all’effetto tridimensionale anche un angolo di visuale abbastanza ampio: i visori migliori sul mercato al momento raggiungono i 110 gradi sull’asse orizzontale.

Questi visori sono dotati di apposite App e giochi e in alcuni casi permettono la visione di concerti e spettacoli davvero emozionanti, viaggi negli abissi o nelle profondità dello Spazio oppure la visione di foto e filmati in modo particolare e suggestivo. Uno degli aspetti interessanti è senza dubbio la navigazione: per poter scegliere le icone da selezionare basterà muovere la testa e puntare lo sguardo sull’icona che compare sullo schermo.

Questi visori potranno essere utilizzati anche da chi porta occhiali da vista: il Gear Vr ad esempio

permette di allontanare le lenti dal volto, lasciando il giusto spazio per la montatura degli occhiali. Inoltre, è presente un controllo per la messa a fuoco con cui è possibile regolare la visione.

All’ultimo Mobile World Congress di Barcellona si è parlato delle telecamere utili per rifornire di contenuti questi visori elettronici, come la Gear 360 della Samsung che grazie a una serie di occhi elettronici grandangolari riprende lo spazio circolare nella sua interezza; queste immagini vengono poi rielaborate da un apposito software per essere poi godute sui visori elettronici.

Si tratta senza dubbio dell’inizio di una grande rivoluzione nel mondo digitale e virtuale.

In cui la protagonista assoluta è la nostra vista.

 

Fonti:

http://www.tomshw.it/articoli/guida-ai-visori-per-la-realta-virtuale-funzioni-e-date-d-uscita-65698-p10
https://www.forexinfo.it/Samsung-Gear-VR-prezzo-caratteristiche
https://www.ridble.com/samsung-gear-vr-recensione/
http://www.roadtovr.com/

Polpette di borlotti e formaggio di anacardi

polpette[1]Ingredienti per 4 polpette

✓200g di fagioli borlotti lessati
✓una carota
✓mezza cipolla rossa piccola
✓un cucchiaino di coriandolo in polvere
✓pangrattato qb
✓sale
✓olio evo

Procedimento

nel mixer sminuzzate le verdure, poi aggiungete i fagioli, un po’ di sale, il coriandolo e riducete ad una purea. Aggiungete pangrattato e impastate finchè l’impasto diventa abbastanza sodo. Con le mani formate le polpette, passatele nel pangrattato e mettetele a cuocere in una padella con poco olio finchè sono dorate su entrambi i lati. Facendo attenzione a non romperle, adagiatele su un piatto e lasciate intiepidire e rapprendere.

Ingredienti per il formaggio di anacardi

✓una tazza di anacardi non tostati
✓sale
✓uno spicchio di aglio
✓erbe aromatiche fresche

Procedimento

lasciate gli anacardi in ammollo per una notte, poi sciacquateli e frullateli con l’aglio e un po’ di sale. Aggiungete anche le erbe che preferite. Riponete in frigorifero per qualche ora. Spalmate su pane tostato o usatelo come meglio preferite. Buon appetito!

Contorno di carciofi con patate

Agrodolce

Il carciofo oltre ad essere ricco di fibre e sali minerali
è ricco di acido folico.
La patata è ricca di amido e contiene potassio, vitamina
C e B5.
L’aglio contiene selenio, zinco e aliina.
Il prezzemolo contiene flavonoidi e anche apiolo,
un antispastico, antipiretico e stimolante la contrattilità
uterina.
Il timo contiene oli essenziali e flavonoidi.
L’olio di oliva è un’ottima fonte di acidi grassi insaturi.

Ingredienti e dosi per 4 persone:
✓ 4 carciofi
✓ 4 patate
✓ 2 spicchi di aglio
✓ 1 mazzetto di prezzemolo
✓ 1 mazzetto di timo
✓ 4 cucchiai di olio extravergine di oliva del Garda
✓ sale e pepe q.b.

Preparazione
Pulire i carciofi , cioè eliminare le foglie dure esterne e poi tagliare le metà anteriori, dividere il resto in quarti ed eliminare la barba ed eventuali parti spinose.
Pulire le patate e dividerle a cubetti.
Far soffriggere nell’olio i carciofi e farli cuocere qualche minuto finché prendono un colore dorato.
Aggiungere le patate, l’aglio, salare e pepare e far cuocere insieme per 25-30 minuti aggiungendo un po’ d’acqua o, meglio ancora, brodo vegetale. Alla fine aggiungere prezzemolo e timo ed eliminare l’aglio

Scarica la ricetta completa in PDF

Le proposte che trovate nella nostra rubrica “Ricette per la vista” sono prese dal libro “Occhio e Ricette per la vista” scritto dal dottor Lucio Buratto: si tratta di piatti selezionati per la presenza di alimenti che aiutano a prevenire patologie oculari e mantengono sani i nostri occhi.

Agnello al forno e contorno di patate e carciofi per una Pasqua gustosa e sana per i vostri occhi!

agnello

Tra poco si festeggia la Pasqua e come da tradizione molti di voi mangeranno l’agnello…una carne ottima, anche per la vista! Lo sapevate?

Se lo cucinate poi stufato con verdure e vino rosso, aggiungerete gusto e alimenti preziosi per i vostri occhi!

Questa ricetta infatti è ricca di nutrienti fondamentali per la nostra vista.

Agnello stufato al vino rosso

L’agnello ha una carne particolarmente ricca di zinco. Lo zinco serve come costituente per la SOD e la CAT, due potenti enzimi antiossidanti presenti nella retina. Lo zinco inoltre è necessario per assicurarsi una funziona lacrimale normale e aiuta a prevenire l’occhio secco.
Il vino rosso contiene resveratrolo (antiossidante contenuto nella buccia d’uva) e flavonoidi (sono contenuti principalmente nelle piante, dal grande potere antiossidante e sinergici alla vitamina C, quindi talvolta vengono identificati con il nome di vitamina C2 oppure vitamina P).
L’aglio contiene seleniozinco e aliina (responsabile del sapore e dell’odore penetrante e persistente):
quest’ultima si trasforma in allicina che ha azione antibatterica, ipocolesterolemizzante e antipertensiva.
Il pomodoro è ricco di vitamine e oligoelementi, ma soprattutto contiene carotenoidi (che hanno una funzione antiossidante) tra cui il licopene, di cui abbonda.
Il peperoncino è una buona fonte di carotenoidi, soprattutto luteina, un carotenoide presente nel corpo cellulare dei fotorecettori: per questo viene chiamato anche pigmento maculare, che ha una doppia funzione:  la protezione dal danno ossidativo e il miglioramento della funzione visiva.
La cipolla contiene vitamina C e una buona quantità di flavonoidi (quercetina).

Ingredienti e dosi per 4 persone:
✓ 800 g di agnello tagliato a pezzetti
✓ 1 bicchiere e mezzo di vino rosso
✓ 3 cucchiai di olio di semi
✓ 2 spicchi di aglio tritati finemente
✓ 1 cipolla tagliata grossolanamente
✓ 2 foglie di alloro
✓ ½ bicchiere di concentrato di pomodoro
✓ 2 peperoncini
✓ 1 cucchiaio di farina
✓ sale q.b.

Preparazione
Lasciare marinare l’agnello tagliato a pezzi nel vino per almeno 3 ore; poi toglierlo e conservare il vino.
Scaldare l’olio in una capace casseruola, quindi aggiungere l’agnello ben asciutto e sporcato di farina. Cuocere finché la carne non si sarà rosolata bene da tutti i lati. Aggiungere l’aglio e la cipolla, le foglie di alloro, il concentrato di pomodoro, il sale, il vino e i peperoncini.
Cuocere lentamente finché l’agnello non sarà tenero.

 

Contorno di carciofi con patate

Agrodolce

Il carciofo oltre ad essere ricco di fibre e sali minerali
è ricco di acido folico.
La patata è ricca di amido e contiene potassio, vitamina
C e B5.
L’aglio contiene selenio, zinco e aliina.
Il prezzemolo contiene flavonoidi e anche apiolo,
un antispastico, antipiretico e stimolante la contrattilità
uterina.
Il timo contiene oli essenziali e flavonoidi.
L’olio di oliva è un’ottima fonte di acidi grassi insaturi.

Ingredienti e dosi per 4 persone:
✓ 4 carciofi
✓ 4 patate
✓ 2 spicchi di aglio
✓ 1 mazzetto di prezzemolo
✓ 1 mazzetto di timo
✓ 4 cucchiai di olio extravergine di oliva del Garda
✓ sale e pepe q.b.

Preparazione
Pulire i carciofi , cioè eliminare le foglie dure esterne e poi tagliare le metà anteriori, dividere il resto in quarti ed eliminare la barba ed eventuali parti spinose.
Pulire le patate e dividerle a cubetti.
Far soffriggere nell’olio i carciofi e farli cuocere qualche minuto finché prendono un colore dorato.
Aggiungere le patate, l’aglio, salare e pepare e far cuocere insieme per 25-30 minuti aggiungendo un po’ d’acqua o, meglio ancora, brodo vegetale. Alla fine aggiungere prezzemolo e timo ed eliminare l’aglio

Scarica la ricetta completa in PDF

Le proposte che trovate nella nostra rubrica “Ricette per la vista” sono prese dal libro “Occhio e Ricette per la vista” scritto dal dottor Lucio Buratto: si tratta di piatti selezionati per la presenza di alimenti che aiutano a prevenire patologie oculari e mantengono sani i nostri occhi.

Mangiare sushi fa bene alla vista!

sushi

Per gli amanti del piatto giapponese più famoso del mondo, questa è proprio una splendida notizia: il sushi fa bene, tra le altre cose, anche alla vista! Il pesce crudo infatti, soprattutto tonno e salmone, è ricco di Omega3, un grasso essenziale che il nostro corpo non produce naturalmente, ma che si è rivelato fondamentale per la prevenzione di diverse patologie, tra cui la degenerazione maculare senile e la secchezza oculare.

A confermarlo è uno studio portato avanti dal medico oculista londinese David Allamby, i cui risultati non stupiscono in realtà la comunità scientifica: “Sappiamo quanto il pesce faccia bene alla salute in generale – ha commentato il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico di CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico – per cui non mi sorprende che il sushi dia un apporto positivo in questo senso. Assumere Omega 3 aiuta inoltre gli occhi, nello specifico le ghiandole di Meibonio che si trovano sotto le palpebre, a produrre quella sostanza oleosa che forma il film lacrimale e permette la corretta lubrificazione e idratazioni degli occhi, scongiurando così l’insorgenza dell’occhio secco”.

Un recente studio ha affermato che le donne che mangiano pesce solo una volta la settimana soffrono maggiormente di secchezza oculare rispetto alle donne che assumono questo alimento due o più volte alla settimana.

In un perfetto stato di salute, gli Omega3 e gli Omega6 (anche questi grassi essenziali, che si trovano invece nell’olio extra vergine di oliva, nei semi, nella carne, nella soia e nei cibi a base di soia) sarebbero perfettamente bilanciati. Ma a causa del diffondersi dei cibi da fast food, elaborati od industriali, mediamente le persone assumono più Omega6 di Omega3, in un rapporto di 16 a 1. Questo può portare a degli scompensi nel nostro organismo, per cui è fondamentale ristabilire l’equilibrio introducendo più Omega3.

Ovviamente prima di assumere integratori o cambiare la dieta è utile consultare il proprio medico.

Per chi è vegetariano, una buona alternativa potrebbe essere costituita dall’olio di semi di lino, la fonte vegetale più ricca in assoluto di Omega3.

Per chi invece ama il pesce crudo, da oggi potrà gustarsi questa prelibatezza con la consapevolezza di star facendo bene al palato e anche alla vista, prevenendo importanti patologie della retina, la secchezza oculare ma anche il peggioramento della vista e della miopia!

Per chi volesse approfondire il tema dell’alimentazione legata alla cura della vista, consigliamo di consultare la nostra sezione del Magazine dedicata e di leggere l’ultimo libro del Dottor Lucio Buratto “Occhio e Ricette per la vista” (Fge Editore).

 

 

Un collirio per curare la cataratta, sogno o realtà?

cataratta

Quello che può sembrare fantascienza in realtà è un obbiettivo a cui sta lavorando un’équipe di ricercatori dell’Università della California di San Francisco, guidati da Jason Gestwicki, docente di chimica farmaceutica e da Usha Andley, della Scuola di Medicina della Washington University di St. Louis: stanno studiando la possibilità di produrre una sorta di collirio in grado di contrastare i fattori che causano la cataratta, ripristinando quindi la trasparenza del cristallino naturale ed evitando la sua sostituzione con una lente artificiale.

La cataratta insorge con l’età e consiste nella progressiva opacizzazione del cristallino, la lente naturale dell’occhio che regola la messa a fuoco delle immagini sulla retina e che con il tempo e l’invecchiamento, inizia a perdere trasparenza ed elasticità. La cataratta provoca una visione opaca, nebbiosa e indistinta e, se non curate, può portare alla cecità.

Le probabilità di avere una cataratta aumentano quindi a partire dai 60 anni (ne soffre il 50% degli over 70).

Al momento l’unica alternativa efficace per curare questa patologia è rappresentata dalla chirurgia del cristallino, che prevede l’asportazione della cataratta ( e quindi della lente naturale dell’occhio) con la tecnica degli ultrasuoni (coadiuvata oggi dall’efficace e innovativa tecnica del laser a femtosecondi)  e il successivo impianto del cristallino artificiale che sostituisce la lente naturale, dura tutta la vita e non perde mai la sua trasparenza.

L’intervento è eseguito in ambulatorio ed è indolore, ma la strada intrapresa da questo team di ricercatori potrebbe essere rivoluzionaria ed affidare a un “semplice” collirio l’intera cura di questa patologia, oggi realizzata solo dall’intervento chirurgico.

Lo studio, pubblicato su Science, parte dalla radice del problema, vale a dire l’opacizzazione del cristallino. Obbiettivo è fare in modo che le proteine cristalline (che compongono la sostanza di cui è formato il cristallino) rimangano solubili, così da non aggregarsi e provocare quella riduzione della vista tipica della cataratta.

Il team ha studiato diversi composti, combinando la molecola del lanosterolo con altri steroli  e arrivando a realizzare una miscela che potrebbe essere usata come collirio.
Si chiama “Composto 29” ha dato qualche buon risultato in fase di sperimentazione, bisogna però frenare gli entusiasmi: “Per ora la sperimentazione è stata fatta solo sugli animali – ha commentato il dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico e tra i massimi esperti mondiali nella cura della cataratta – per cui è ancora da dimostrare che funzioni sull’occhio umano e soprattutto a quale stadio di formazione della cataratta. Negli ultimi 30 anni sono usciti parecchi colliri che promettevano di “curare” la cataratta, ma poi nessuno si è dimostrato efficace. Infatti oggi nessun oculista si sognerebbe di prescrivere terapie mediche per trattare questa patologia”.

Make-up e occhi: i consigli per truccarsi in sicurezza

occhio e trucco

 

Truccarsi fa ormai parte dei gesti quotidiani di molte donne e le applicazioni di eyeliner, mascara e ombretti si eseguono in forma praticamente automatica. Le più veloci sono pronte in 5 minuti, le più metodiche si prendono più tempo per evitare qualsiasi imperfezione. Ma dietro quei gesti così attenti e precisi potrebbero celarsi, inconsapevolmente, delle cattive abitudini che alla lunga possono irritare i vostri occhi. Ecco quindi qualche utile consiglio per truccarsi in sicurezza, rispettando norme di igiene oculare e seguendo procedure idonee a salvaguardare l’occhio da irritazioni, lesioni o danni. Riportiamo alcuni consigli tratti dal volume “Occhio e Trucco” scritto dai dottori Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico e Christophe Buratto, medico chirurgo estetico e direttore della Clinica del Viso.

Applicazione della matita sulle palpebre

matita-nera-sotto-gli-occhiScegliere una matita con mina non eccessivamente morbida; non deve essere appuntita ma nemmeno spuntata.

Prima di ogni utilizzazione è sempre bene passarla nel temperamatite per eliminare lo strato superficiale che è stato precedentemente a contatto con gli occhi.

Evitare l’applicazione di matita sulla congiuntiva (la mucosa che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre) perché può essere fonte di irritazione e causa di congiuntivite, soprattutto nei portatori di lenti a contatto.

Mettere o no la matita all’interno della rima palpebrale sulla congiuntiva inferiore? In questi casi la risposta migliore è quella di usare sempre il kajal o, ancora meglio, il khol!

L’effetto ottenibile è indubbiamente di un trucco di ispirazione orientale vista la consuetudine delle donne indiane o arabe di applicare il kajal all’interno dell’occhio.

Kajal e khol

Sono un insieme di sostanze vegetali naturali con aggiunta di solfuro di antimonio (un minerale utilizzato dalle donne orientali fin dall’antichità per colorare le sopracciglia) con effetto fortemente disinfettante.
Il kajal è un prodotto molto antico e raro: veniva sempre conservato in boccettine molto preziose (ne sono state trovate in molte tombe egizie).
kajalIl kajal, quello orientale originale, è una che ha ha la duplice funzione di truccare e disinfettare.
Il kohl è una sorta di kajal compresso (sotto forma di matita) di più facile utilizzo. Il khol e il kajal possono essere applicati sia all’interno che all’esterno della palpebra.
Esso può essere applicato anche nel sacco congiuntivale dei neonati a scopo disinfettante e spesso anche per tutta la durata della vita in molti paesi arabi.

 

Applicazione del mascara (o rimmel)

trucco e occhio

Al termine dell’applicazione si consiglia di pettinare le ciglia con uno scovolino o uno spazzolino pulito nel loro verso naturale di crescita per eliminare eventuali eccessi e separare le ciglia.

Alla fine dell’uso pulire regolarmente lo spazzolino e chiudere sempre bene la confezione.

Evitare di allungare o diluire il mascara con acqua o altri prodotti, perché potreste recare danno agli occhi e/o alla pelle! Queste sostanze aggiunte arbitrariamente a una preparazione cosmetica non sono pure da un punto di vista microbiologico e non si conoscono le interazioni della nuova miscela ottenuta con la vostra pelle!

Evitare che il mascara entri in contatto con l’occhio e cambiare con frequenza la confezione.

Utilizzare i mascara waterproof soprattutto in estate ed in ambienti umidi, in modo che il prodotto, resistendo all’acqua, non causi irritazione agli occhi.

Struccare gli occhi.

Per pulire le palpebre utilizzare apposite salviettine monouso (Iridium garze), studiate per l’igiene palpebrale a base di prodotti naturali, molto indicate anche per gli occhi sensibili poiché consentono una buona pulizia con azione decongestionante e lenitiva.

Il fumo fa male. Anche agli occhi.

sigaretta

Che il fumo faccia male alla salute è ormai risaputo: ogni anno oltre 5 milioni di persone nel mondo muoiono per gli effetti di questo vizio.

Che il fumo faccia male agli occhi invece lo sanno in pochi, perché non se ne parla abbastanza. Che effetto farebbe sentirsi dire che il fumo, oltre che causare il cancro, potrebbe far perdere la vista?

Sembra un’affermazione assurda, esagerata, ma purtroppo può succedere.

Gli effetti negativi che il fumo può avere sulla vista non sono mai stati studiati approfonditamente, almeno fino a qualche anno fa, quando uscì una ricerca che esaminò gli effetti del tabacco sulla superficie degli occhi.

“Il fumo riduce il flusso sanguigno in generale – spiega il Dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano – e questo causa alterazioni all’interno dei capillari degli occhi, in questo modo si riduce l’apporto di ossigeno e di altri oligoelementi agli occhi. Il fumo ha un effetto ossidante e di conseguenza favorisce l’insorgenza dei radicali liberi, i quali, oltre ad accelerare i fenomeni di invecchiamento dell’occhio, possono danneggiare i fotorecettori e, in generale, peggiorare le funzionalità delle cellule dei tessuti oculari”.

Chi fuma molto, oltre i due pacchetti di sigarette al giorno, e alza un po’ troppo il gomito, rischia inoltre di contrarre la neurite alcolico-tabagica, un’intossicazione delle vie ottiche che può portare a gravi deficit della vista e alla maculopatia senile, una patologia che insorge dopo i 50 anni di età e colpisce la parte centrale della retina, lasciando intatta la visione periferica.  E il rischio non arriva solo dal fumo diretto, ma secondo recenti studi anche quello passivo può causare la degenerazione maculare senile.

Chi fuma inoltre è soggetto a sviluppare la cataratta precoce, la retinopatia diabetica, il glaucoma e l’oftalmopatia di Graves, quest’ultima è un tipo di esoftalmo (una forma di protrusione del bulbo oculare) che nei casi più gravi comporta dolore intenso, ulcerazioni corneali e compressione del nervo ottico.

Il fumo può inoltre causare, se non peggiorare, la secchezza lacrimale, altrimenti conosciuta come occhio secco. Il fumo è un agente altamente irritante che può provocare prurito, bruciore e fastidio agli occhi: questi sono i tipici sintomi dell’occhio secco, più correttamente definito disfunzione da film lacrimale, quel sottile strato di lacrime che copre e idrata la cornea.

Nello studio prima citato sono stati messi a confronto occhi di fumatori e di non fumatori: nel primo caso la lacrimazione è risultata fortemente ridotta, mentre la superficie corneale presentava alcuni danni non riscontrabili negli occhi dei non fumatori.

E’ quindi ormai assodato e accertato che il fumo danneggia sensibilmente il film lacrimale e la superficie dei nostri occhi, oltre a causare importanti patologie oculari.

Basterà l’idea di peggiorare, se non di perdere, la vista per far smettere anche i più convinti con questo vizio assolutamente nocivo per la salute?

 

Foto by  Marius Mellebye

Il caffè fa bene o male agli occhi?

caffètrecaffè

Il caffè è una bevanda straordinaria, con una storia incredibile e un seguito che la pone tra i liquidi più consumati al mondo: è buono ( a chi piace), sveglia o comunque, essendo un eccitante, aiuta ad affrontare la giornata e in alcuni casi è efficace contro il mal di testa, senza contare il suo apporto alla vita sociale, vero collante di pause tra amici e colleghi, scusa per staccare dal lavoro o dallo studio o autentica chicca quotidiana per chi ama a dismisura questa bevanda.

Ma abusarne non fa bene, come per tutti gli alimenti in generale (anche bere troppa acqua può essere nocivo!).

Andiamo per ordine e cerchiamo di capire come stanno veramente le cose.

Iniziamo col dire che l’eccesso di caffeina (quindi il consumo oltre la terza tazzina quotidiana) può causare un’intossicazione a livello oculare. La caffeina (così come la nicotina) è un vasocostrittore che può, in caso di consumo eccessivo, causare delle turbe irrorative al nervo ottico. Le conseguenze possono essere anche cali sensibili della vista o deficit nel campo visivo.

Però, secondo un recente studio della Cornell University, negli Stati Uniti, il caffè, assunto nelle giuste dosi, può essere un valido aiutante per proteggere i nostri occhi, prevenendo ad esempio la degenerazione maculare senile e altre patologie legate all’invecchiamento, come la cataratta.

Il merito è dei polifenoli, potenti antiossidanti presenti nel caffè che limitano l’insorgenza dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento delle cellule dei tessuti oculari. Ma che il caffè faccia bene alla salute non è notizia di questi giorni: studi precedenti hanno confermato il ruolo cruciale della caffeina per prevenire malattie come il morbo di Parkinson, il cancro alla prostata, il diabete e  il morbo di Alzheimer.

Nell’ambito della ricerca americana, è stato testato un composto del caffè, l’acido clorogenico (CLA),  su topi destinati a subire una degenerazione della retina.  Il risultato è stato incoraggiante: i topi a cui è stato somministrato questo estratto del caffè non hanno subito i previsti danni alla retina.

I ricercatori stanno quindi lavorando all’eventualità di creare un collirio con questo composto del caffè da instillare negli occhi per prevenire le malattie oculari.

Come detto, il caffè è salutare se assunto nelle giuste dosi. In caso di abuso, secondo gli esperti del Brigham and Women’s Hospital di Boston e della Harvard School of Public Health, il caffè potrebbe favorire il glaucoma, una grave patologia che insorge a causa dell’aumento della pressione del bulbo oculare. In particolare, alcune componenti del caffè causerebbe questo aumento di pressione.

Il glaucoma è una patologia multifattoriale, vale a dire causata da diversi fattori (tra i principali vi sono l’età, la predisposizione famigliare, preesistenti difetti di rifrazione e il diabete). All’inizio è asintomatico ma gradualmente causa la perdita delle cellule retiniche e comprometto il campo visivo.

Per cui, come detto già all’inizio di questo articolo, la moderazione è la giusta via: rinunciare al caffè è quasi impossibile, ma ci si può limitare non andando oltre le due-tre tazzine (non tazze!) di caffè al giorno. L’eccesso di caffeina infatti, oltre al glaucoma, può causare insonnia e aumento della pressione arteriosa.

Se proprio non riuscite a fare a meno del caffè, optate per quello decaffeinato o quello d’orzo!

 

 

 

 

Avrà gli occhi azzurri, marroni…o verdi?

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

E’ possibile sapere di che colore saranno gli occhi di un neonato, prima che nasca?

Quanti genitori si fanno questa domanda nei mesi precedenti la nascita?

In effetti quando nascono tutti i bambini hanno gli occhi chiari, ma il colore non è detto sia quello definitivo.

Nel neonato gli occhi sono chiari perché manca il pigmento cioè la melanina, responsabile a livello generale del colore non solo degli occhi ma anche della pelle e dei capelli.

Nei primi mesi di vita a livello dell’iride la produzione di melanina è pressoché assente; poi la sua produzione aumenta con il passare delle settimane e dei mesi (diventa apprezzabile intorno al sesto-settimo mese di vita) e così pian piano gli occhi del bambino acquistano quello che poi sarà il colore definitivo dell’iride.
Il modo e la rapidità con cui le cellule dell’occhio ( i melanociti) inizieranno a produrre melanina è dipendente dal patrimonio genetico del bambino (ricevuto dai genitori).
Anche se alla nascita il colore degli occhi non è ancora evidente, in realtà, esso è già scritto nei geni (le particelle dei cromosomi che trasmettono i caratteri ereditari) trasmessi dai genitori al bambino.

Il colore azzurro degli occhi si trasmette come un carattere recessivo, mentre il marrone è un carattere dominante; ciò significa che un bambino potrà avere gli occhi azzurri da adulto solamente quando il gene che determina questo colore è presente su entrambi i cromosomi omologhi (cioè nei cromosomi di ambedue i genitori). Se solo uno dei genitori ha gli occhi azzurri, molto probabilmente il bambino avrà gli occhi scuri dell’altro genitore. Di conseguenza, due genitori con colorazione marrone dell’iride hanno scarse possibilità di avere un figlio con gli occhi di colore azzurro, ma ciò non è impossibile soprattutto se tra gli ascendenti qualcuno aveva questa colorazione. Ad esempio i nonni giocano sicuramente un ruolo importante: non è infrequente il caso di bambini che assomigliano fisicamente più a uno dei nonni che ai genitori.

Lo stesso discorso vale per il colore degli occhi!

 

foto By Milan Nycodym