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Cataratta secondaria: sintomi e soluzioni

cataratta secondaria - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’intervento di cataratta è una procedura di routine con un tasso di rischio e di complicazioni post-operatorie decisamente minimo (meno dell’1%). Ad abbassare questa percentuale concorre anche l’esperienza del chirurgo che esegue l’intervento, la cui manualità, associata all’uso di strumenti di ultima generazione (come il laser a femtosecondi), fa della procedura una delle più sicure al mondo in ambito chirurgico. Una volta operata, la cataratta non fa più ritorno, anche perchè il cristallino artificiale non è destinato a perdere la sua trasparenza. Tuttavia, un’evenienza che può capitare è quella della cataratta secondaria che, vi diciamo fin da subito, è risolvibile definitivamente in pochi minuti. Capiamo insieme di che si tratta.

Che cos’è la cataratta secondaria?

Si immagini il cristallino naturale come una piccola lenticchia, situata all’interno dell’occhio in un altrettanto piccolo involucro. Questo involucro prende il nome di sacca capsulare. Per eseguire l’intervento di cataratta, la sacca capsulare viene aperta anteriormente per permettere la rimozione del cristallino oramai opacizzato in essa contenuto. Dopodiché, attraverso l’apertura anteriore, si inserisce il cristallino artificiale o lente intraoculare. Può capitare che, a seguito dell’intervento di facoemulsificazione, la parte posteriore della sacca vada incontro ad un’inaspettata opacizzazione. E’ quella che si chiama cataratta secondaria, un fenomeno non preoccupante, e risolvibile definitivamente con un breve ed indolore trattamento laser.

Quali sono i sintomi della cataratta secondaria?

Il paziente affetto da cataratta secondaria sperimenta sintomi simili a quelli provati in occasione della cataratta vera e propria. Non a caso, il più delle volte è convinto che “sia tornata la cataratta”, ma non è così. Il cristallino artificiale inserito al posto di quello naturale non si può opacizzare, e resterà trasparente per tutta la vita.

Sintomi della cataratta secondaria:

  • diminuzione dell’acuità visiva;
  • sensazione di offuscamento della visione;
  • peggioramento della percezione della nitidezza dei colori;
  • sensazione di abbagliamento (fotofobia);
  • diplopia (visione sdoppiata);
  • aumento delle miodesopsie (le cosiddette “mosche volanti”, fastidiosi filamenti che ondeggiano nel campo visivo).

Come si corregge la cataratta secondaria?

Come detto, la cataratta secondaria si può risolvere agevolmente grazie ad un secondo intervento laser: più che un intervento, è un piccolo ritocco. Il ritocco si esegue grazie ad un particolare laser chiamato Yag Laser, ed ha una durata di qualche minuto appena. Grazie a questo laser è possibile “pulire” la capsula posteriore, rimuovendone l’opacizzazione in modo permanente. I tempi di recupero di questa breve seduta laser sono molto veloci: inoltre, al termine dell’intervento, il paziente può far ritorno presso la sua abitazione in tutta serenità, con la certezza che la cataratta secondaria non si ripresenterà più.

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Il ruolo del laser nella chirurgia oculare

Negli ultimi anni la chirurgia oculare ha fatto passi da gigante anche in virtù di una lunga serie di progressi tecnologici che hanno consentito di correggere difetti visivi e trattare diversi tipi di patologie in modo sempre meno invasivo e sempre più preciso. Se il precursore nel campo della chirurgia refrattiva è stato il laser ad eccimeri, oggi ad esso si sono affiancati altri tipi di strumenti laser capaci di ottenere risultati non solo impeccabili, ma anche straordinariamente personalizzabili. 

Laser ad eccimeri

Il laser ad eccimeri ha aperto le porte alla possibilità di eseguire diverse tipologie di interventi di chirurgia refrattiva in modo particolarmente efficace e sicuro. Fino ad alcuni anni fa, la correzione di tutti i difetti visivi, inclusa la presbiopia, si poteva effettuare chirurgicamente esclusivamente con l’aiuto del laser ad eccimeri. Uno strumento che, con il passare del tempo, si è andato via via perfezionando, e che ancora oggi è uno degli attori principali dell’intervento per la correzione dei difetti visivi associato al laser a femtosecondi: il Femto-Lasik.

Laser a femtosecondi

Il laser a femtosecondi ha rivoluzionato il mondo della chirurgia oftalmica. Si tratta di un laser ad impulsi molto brevi e ravvicinati, capace di agevolare molti interventi di chirurgia oftalmica apportando precisione, controllabilità, personalizzazione e, non ultimo, sicurezza. E non solo: il laser a femtosecondi fornisce un recupero post operatorio più veloce e molto meno doloroso rispetto agli strumenti tradizionali, consente al paziente di non dover bendare l’occhio dopo l’intervento e lo stesso recupero visivo è, in genere, particolarmente rapido. Nei centri d’eccellenza, il laser a femtosecondi ha affiancato quello ad eccimeri per quanto riguarda l’esecuzione di incisioni che prima venivano eseguite con l’ausilio di bisturi o strumenti taglienti, come il microcheratomo. Sia nel caso dell’intervento per la correzione dei difetti visivi Femto-Lasik, sia nel caso dell’intervento di facoemulsificazione (intervento di cataratta), il laser a femtosecondi è, oggi, un “braccio destro” del chirurgo davvero prezioso ed insostituibile.

Laser Yag

Il laser Yag esercita un’azione fotodistruttiva e si usa per trattare alcune patologie oculari. Con questo laser è possibile colpire selettivamente alcuni tessuti “bersaglio” e distruggerli. Questo laser si usa, per esempio, per distruggere gli addensamenti di collagene nel caso di mosche volanti del vitreo particolarmente accentuate, per trattare alcuni tipi di glaucoma ed anche la cosiddetta cataratta secondaria, ovvero un addensamento della capsula posteriore che si può talvolta verificare a seguito dell’intervento di facoemulsificazione.

Laser argon

Il laser argon agisce per fotocoagulazione. Di colore verde, si usa per trattare alcune patologie della retina. Esso viene infatti chiamato anche laser retinico. Proprio come si farebbe con delle saldature, il laser argon si usa per “fissare” la retina nella sua sede originale laddove essa sia forata o lesionata. Le patologie che si possono trattare con questo laser sono le rotture retiniche, la retinopatia diabetica, gli edemi maculari ed altre patologie.

Laser 2RT

Noto anche come laser giallo o laser sottosoglia, il laser 2RT è un laser ad impulsi brevissimi (dell’ordine dei nanosecondi) molto preciso e delicato, capace di agire sui tessuti danneggiati in modo mirato e selettivo. Gli impulsi brevissimi garantiscono l’efficacia di un laser standard retinico senza surriscaldare i tessuti e di conseguenza senza rischiare di danneggiarli. Con il laser 2RT è possibile colpire alcune cellule malate, chiamate cellule bersaglio che, morendo, lasciano lo spazio ad altre cellule nuove, innescando un processo di “ringiovanimento” cellulare. Il laser 2Rt trova applicazione nel trattamento della degenerazione maculare senile di tipo secco, della corioretinopatia sierosa centrale, del distacco dell’epitelio pigmentato, dell’edema maculare e talvolta nel glaucoma ad angolo aperto.

Insomma, appare chiaro che oggigiorno gli strumenti laser possono apportare innumerevoli e disparati benefici al nostro benessere oculare, e che questi straordinari strumenti non sono tutti uguali. Ciascuno di essi presenta peculiarità ed offre vantaggi specifici che, se coniugati alla perizia di specialisti di grande competenza ed esperienza, possono regalare indubbi benefici a diverse tipologie di pazienti. 

Mosche volanti, quali soluzioni?

Alcuni giorni fa abbiamo affrontato l’argomento delle mosche volanti, spiegando brevemente come si manifesta questo tipo di disturbo e perchè insorge. Abbiamo anche accennato a possibili soluzioni, terapeutiche e chirurgiche. Oggi vogliamo entrare nel merito del trattamento delle mosche volanti: quando è il caso di intervenire? Che cosa si può fare per eliminarle? Vediamo nel dettaglio le risposte a questi quesiti.

Mosche volanti: conviverci oppure eliminarle?

Innanzitutto è bene ribadire che le miodesposie, comunemente note come “mosche volanti”, sono un fenomeno del tutto normale e fisiologico, conseguenza del naturale invecchiamento del vitreo. La struttura vitreale, come abbiamo avuto modo di accennare in precedenza, è composta da collagene, una sostanza gelatinosa che, con l’andare degli anni, tende a perdere la sua naturale omogeneità e ad addensarsi sotto forma di accumuli.

Le mosche volanti non sono dunque al di fuori dell’occhio ma al suo interno. Poichè si tratta di un fenomeno naturale e fisiologico, nella maggior parte dei casi si consiglia al paziente di soprassedere e di conviverci in modo “pacifico”. In fondo, le mosche volanti risultano molto evidenti solo se si guarda verso una fonte di luce molto intensa (per esempio, se si guarda verso il cielo in estate), ma nel corso della giornata non sono eccessivamente fastidiosi.

Leggi anche. Mosche volanti, quando preoccuparsi.

In alcuni casi, tuttavia, gli addensamenti di collagene sono particolarmente numerosi ed il fenomeno diventa fastidioso e poco sopportabile per il paziente. Cosa fare allora? Le strade che il vostro oculista di fiducia andrà a consigliarvi sono generalmente tre. Vediamole di seguito.

3 strade possibili per dire addio alle mosche volanti

1 – La prima strada che il vostro medico oculista di fiducia vi consiglierà è sicuramente quella di assumere, per via orale, un integratore di vitamine, sali minerali ed aminoacidi. Il medico vi consiglierà anche di bere molto, perchè il vitreo (come un pò tutte le cellule del nostro corpo) per mantenersi in salute ha bisogno di essere molto idratato. Vi sembrerà una banalità, ma bere molto è di grande aiuto per mantenere il vitreo in salute e prevenire eventuali danni alla retina.

2 – Qualora le miodesposie siano invece fastidiose ed invalidanti, il vostro medico oculista valuterà se intraprendere la strada dell’intervento laser. L’intervento laser per l’eliminazione delle mosche volanti prende il nome di laservitreolisi e si esegue grazie ad uno speciale laser chiamato YAG, la cui lunghezza d’onda consente di andare a distruggere i tessuti laddove il medico decide di intervenire. E’ lo stesso laser che si usa anche per risolvere, ove necessario, il glaucoma. Per ciò che concerne il trattamento delle mosche volanti, la laservitreolisi consiste nella distruzione degli addensamenti di collagene tramite il laser. La laservitreoilisi è un intervento molto delicato che va valutato con molta attenzione e che va eseguito solamente da un medico particolarmente esperto: perizia, grande competenza ed esperienza sono alla base della buona riuscita di questo genere di intervento che, vi ricordiamo, non è del tutto risolutivo. Il laser infatti va a distruggere solamente gli addensamenti più grandi, ed interviene a debita distanza dalla retina, ecco perchè alcuni addensamenti non si possono eliminare durante l’intervento.

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3 – La terza soluzione che il medico potrebbe prospettarvi è anche la meno comune vitrectomia. La vitrectomia è un intervento che si esegue generalmente quando il fenomeno delle mosche volanti è connesso ad altre complicazioni, come ad esempio un danno alla retina, dovuto proprio alla trazione del vitreo su di essa. Con la vitrectomia, il vitreo viene tolto, tutto o in parte, attraverso uno speciale strumento, e sostituito con una sostanza generalmente gassosa.

Conclusioni

In conclusione, le strade per trovare una via risolutiva alle mosche volanti sono quelle sopracitate, tuttavia il laser e la vitrectomia vengono eseguite solo in casi molto particolari e laddove si possono presentare delle complicazioni. In linea generale, il consiglio che diamo è quello di bere molto, praticare sport e mantenersi giovani ed attivi, assumendo, se consigliato dal medico, alcuni integratori di vitamine e sali minerali.