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Melanoma agli occhi, ecco i sintomi da non ignorare

Anche gli occhi possono ammalarsi di tumore: in questo caso si parla di melanoma oculare, una patologia poco conosciuta ma, se non diagnosticata per tempo, piuttosto insidiosa, capace di mettere a repentaglio la capacità visiva del paziente. Vediamo nel dettaglio cos’è il melanoma oculare, come si manifesta e come si cura. 

Cos’è il melanoma oculare

Il melanoma oculare è un tumore dell’occhio che oggi, nel nostro paese, si manifesta in circa 400 nuovi casi l’anno. Secondo l’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, l’80% del melanomi non cutanei si sviluppa nell’occhio. Il melanoma è un tumore che si sviluppa laddove vi sono i melanociti, le cellule incaricate di produrre melanina, il pigmento responsabile di difendere il corpo dai raggi ultravioletti dannosi per l’epidermide. I melanociti non sono presenti solamente sull’epidermide, ma anche su altri tessuti, come i tessuti oculari, le mucose della bocca e delle parti intime femminili. Per ciò che concerne l’occhio, il melanoma può essere congiuntivale oppure uveale, e dunque può manifestarsi sulla superficie dell’occhio oppure al suo interno.

Come si manifesta il melanoma oculare?

La neoformazione può essere visibile dall’esterno sull’iride o sulla congiuntiva ed assume l’aspetto di una macchia scura o di un’area particolarmente vascolarizzata. In altri casi, invece, il melanoma oculare si sviluppa all’interno dell’occhio, e quindi non è visibile dall’esterno. I sintomi del melanoma oculare non sono diversi da quelli di altre patologie oculari, e possono includere un abbassamento della vista oppure la presenza di lampi luminosi. Spesso, inoltre, il melanoma oculare è asintomatico, ed il paziente non ne viene a conoscenza fino a quando non si sottopone ad un’accurata visita oculistica specialistica. Ecco perché è molto importante sottoporsi con cadenza periodica ad una visita oculistica specialistica.

Come si cura il melanoma oculare?

Il melanoma oculare si cura con la chirurgia, alla quale lo specialista deciderà se abbinare una radioterapia o chemioterapia. Oggi l’approccio chirurgico tende ad essere il più conservativo possibile, dunque si cerca di salvaguardare ove possibile la vista del paziente.

Quali sono i fattori di rischio per il melanoma oculare?

I fattori di rischio per il melanoma oculare non sono molto chiari e molti di essi sono ancora oggetto di valutazione da parte di molti ricercatori in tutto il mondo. L’eccessiva esposizione al sole o il contatto con alcune sostanze chimiche possono favorire l’insorgenza di questo tipo di tumori. Sembra anche che vi sia una componente “etnica”, e che le persone con la pelle e gli occhi particolarmente chiari siano più soggette a questo tipo di tumore.

Fonte AIRC

Cheratite neurotrofica: conosciamo meglio questa patologia

Abbiamo già avuto occasione altrove di approfondire l’argomento delle patologie che possono colpire la cornea, occupandoci del cheratocono. Oggi vogliamo affrontare il tema della cheratite neurotrofica. Di che si tratta? Come si cura? Tutte le risposte a seguire.

Che cos’è la cheratite neurotrofica?

La cheratite neurotrofica è una malattia degenerativa della cornea che porta ad una progressiva perdita della sensibilità dell’epitelio corneale ed alla formazione di lesioni spontanee sulla sua superficie. Queste lesioni possono peggiorare nel tempo, trasformandosi in ulcere o perforazioni, o giungendo ad una condizione di necrosi. La cheratite neurotrofica si sviluppa quando il nervo trigemino non irradia correttamente la superficie corneale. Qualora la cornea non sia sufficientemente irradiata dal nervo, la sensibilità si perde, e con lei la capacità di mantenersi costantemente integra ed in salute e di rinnovarsi correttamente.

Quali sono i sintomi della cheratite neurotrofica?

I sintomi apprezzabili dall’esterno della cheratite neurotrofica sono la riduzione della lacrimazione e della frequenza di ammiccamento. In realtà, a causa della perdita di sensibilità della superficie corneale, il paziente spesso non prova alcun sintomo, nè si rende conto di soffrire di cheratite neurotrofica. Un’ulcera corneale che ha difficoltà di guarigione potrebbe essere un indicatore di cheratite neurotrofica.

Come si cura la cheratite neurotrofica?

La cheratite neurotrofica è una malattia rara, non sempre facile da diagnosticare e da curare: tuttavia, come spesso accade, una diagnosi il più precoce possibile può essere di grande aiuto. Prima si identifica e si diagnostica la patologia, prima sarà possibile intervenire per far sì che i danni all’epitelio non progrediscano ulteriormente. Le terapie che oggi la scienza medica ci mette a disposizione sono volte ad arrestare la progressione dei danni quali ulcere o lesioni della cornea, a stimolarne la guarigione ed a cercare di recuperare i nervi corneali compromessi dalla malattia, e con essi naturalmente la sensibilità dell’epitelio.

Fonte: Eyedoctor

Occhio secco: prevenzione e cura

La sindrome dell’occhio secco è una patologia che, se trascurata, può rivelarsi davvero fastidiosa. Abbiamo già avuto occasione di approfondire l’argomento in precedenza, sottolineando come l’occhio secco non sia una semplice “sensazione” di secchezza oculare, ma una vera e propria patologia, che va affrontata come tale. Ma cerchiamo di entrare nel merito delle eventuali azioni volte a prevenire, se possibile, la sindrome dell’occhio secco e scopriamo insieme alcune delle cause più o meno comuni connesse all’insorgenza di questa patologia.

Sindrome dell’occhio secco: di cosa si tratta

La sindrome dell’occhio secco è il risultato di un’alterazione del film lacrimale, ovvero quella lubrificazione che mantiene l’occhio sempre ben umido ed idratato, così da riuscire a svolgere al meglio la funzione visiva. Quando il film lacrimale si altera, si ha un peggioramento ed una diminuzione della qualità e della quantità di lacrime che, naturalmente, lubrificano la cornea e l’occhio più in generale. L’esito è davvero fastidioso, con sintomi quali:

  • bruciore
  • arrossamento
  • tendenza a toccarsi ed a sfregarsi gli occhi continuamente
  • sensazione di avere un corpo estraneo
  • fastidio di fronte a fonti luminose particolarmente intense

Cause note e meno note della sindrome dell’occhio secco

Una delle cause più note e maggiormente discusse della sindrome dell’occhio secco è senza dubbio la menopausa. Anche la gravidanza, con le alterazioni fisiologiche ed ormonali che porta con sé, può scatenare la sindrome dell’occhio secco. Quanto detto non fa tuttavia della sindrome una prerogativa femminile, anzi. L’occhio secco colpisce anche i soggetti di genere maschile, come ad esempio i fumatori, o coloro che vivono in ambienti o zone aventi un inquinamento dell’aria particolarmente elevato. Tra le cause forse meno discusse, vi sono anche le allergie stagionali, che portano ad un’intensa e continua sollecitazione delle vie aeree, con una conseguente irritazione delle mucose, anche a livello oculare. Molte allergie tendono a protrarsi per mesi e mesi nel corso dell’anno, innescando uno stato infiammatorio che va via via peggiorando e che stimola una risposta nel sistema immunitario, il cui esito finale può essere proprio l’alterazione persistente del film lacrimale che lubrifica e idrata l’occhio.

Una curiosità sulla sindrome dell’occhio secco

Sembra curioso e sicuramente paradossale, ma la sindrome dell’occhio secco può portare anche ad una condizione di iper lacrimazione. Tuttavia, anche se la percezione è esattamente quella di una lacrimazione vera e propria, non si tratta di lacrime, ma di un semplice liquido acquoso. Nel caso della sindrome dell’occhio secco, infatti, le lacrime, naturalmente ricche di sostanze lipidiche e mucina, vengono meno, e l’occhio, non più lubrificato, tende a seccarsi. La reazione naturale è il rilascio un abbondante liquido puramente acquoso, che può essere confuso con una lacrima vera, e che tuttavia priva l’occhio dell’acqua necessaria per produrre nuove lacrime. Un circolo vizioso tutt’altro che positivo per la salute dell’occhio.

La sindrome dell’occhio secco si cura anche a tavola

La salute comincia anche a tavola, non ci stancheremo mai di ripeterlo. Poichè la sindrome dell’occhio secco è causata da una mancanza di lubrificazione, va da sè che bere molto è fondamentale. Bevete tanto, soprattutto fuori dai pasti. Inoltre, è importante consumare molti cibi di stagione, ricchi di vitamine, soprattutto quelle del gruppo B, e molto pesce, nella fattispecie pesce azzurro e salmone, naturalmente ricchi di Omega3. Vitamine ed omega 3 sono “ingredienti” preziosi per la salute oculare, per mantenere la funzione visiva sempre al meglio delle sue potenzialità e per aiutare il delicato “ingranaggio” dei nostri occhi a funzionare sempre in modo ottimale.

Il CIOS ogni anno promuove una campagna per la prevenzione e diagnosi dell’occhio secco

Ogni anno il Centro Italiano Occhio Secco si fa promotore di una campagna per la prevenzione e la diagnosi della patologia, alla quale aderiscono, offrendo l’opportunità di sottoporsi ad uno screening mirato, diversi centri specialistici italiani. Se sei in menopausa o in gravidanza, se sei un fumatore, se senti spesso bruciore agli occhi oppure hai frequentemente gli occhi arrossati, potresti soffrire di sindrome dell’occhio secco, una patologia che è sempre bene non trascurare.

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Blefarite, conosciamo meglio questo disturbo

Blefarite, conosciamo meglio questo disturbo

La blefarite è un disturbo del quale forse spesso avete sentito parlare. Da non confondere con la congiuntivite, l’orzaiolo o il calazio, la blefarite è un’infiammazione del blepharon, termine greco che sta ad indicare il bordo ciliare della palpebra. Le cause della blefarite sono molteplici, e le accortezze da mettere in atto per non incorrervi altrettante. Vediamo il tutto nel dettaglio.

Quali sono le cause della blefarite?

All’interno dell’occhio vi sono delle ghiandole – chiamate ghiandole di Meibomio, dal nome del loro scopritore, Heinrich Meibon – aventi lo scopo di produrre una speciale secrezione lipidica che mantiene l’occhio umido ed idratato. Quando queste importanti ghiandole secernono troppo o troppo poco, la palpebra si può irritare, innescando una blefarite. Tra le altre cause della blefarite, troviamo alcune malattie della pelle, come l’eczema seborroico, problemi di tipo alimentare, come un’avitaminosi o un problema di dispepsia, il diabete oppure altri fattori di tipo ambientale, quali l’inquinamento, la polvere, il fumo di sigaretta, la salsedine, il cloro. Le blefariti possono essere altresì innescate oppure complicate dalla presenza di batteri, che possono aggiungere una componente di tipo infettivo.

Quali sono i sintomi della blefarite?

La blefarite si presenta con una sensazione di calore e di bruciore al bordo palpebrale. Come conseguenza di queste sensazioni, il paziente è spinto a toccarsi e sfregarsi l’occhio, peggiorando la situazione. E’ bene, infatti, cercare di non toccare la parte irritata: si rischia di innescare un meccanismo di gonfiore e di dolore altrimenti evitabili.

Come si può risolvere la blefarite?

Dopo un attento esame dell’occhio, il vostro medico specialista deciderà quale terapia sia migliore per il vostro caso specifico. Generalmente, la blefarite viene curata con colliri antinfiammatori ed antibiotici. Il vostro oculista vi raccomanderà inoltre di non toccarvi, di usare sempre asciugamani personali e puliti, di evitare l’uso di lenti a contatto e di prodotti cosmetici che potrebbero peggiorare l’irritazione. Inoltre, per facilitare il processo di guarigione, è fondamentale avere uno stile di vita sano, alimentandosi correttamente con tanta frutta e verdura di stagione, limitando gli zuccheri e la caffeina e, se possibile, evitando di fumare. Non dimentichiamo, infine, che una blefarite trascurata o mal curata può anche tendere a divenire cronica: una conseguenza spiacevole che è bene evitare.

Pensi di soffrire di blefarite o vuoi semplicemente prenotare un controllo della vista? Chiamaci!

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Glaucoma, la parola all’esperto. Intervista al dott. Sergio Belloni

Nell’elenco delle patologie dell’occhio più comuni e più note, figura il glaucoma. Capita spesso, infatti, di sentir nominare questa malattia dell’occhio. Ma sappiamo davvero di che si tratta, come si manifesta e come si cura? Abbiamo deciso di approfondire l’argomento, intervistando per l’occasione il Dott. Sergio Belloni, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico. 

Dott. Belloni, ci può spiegare che cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una malattia che coinvolge il nervo ottico ed è caratterizzata da un aumento di pressione all’interno del nervo stesso. E’ una malattia grave, infatti è la prima causa di cecità assoluta ed irreversibile al mondo. Il nervo ottico è una struttura molto importante, perchè consente di trasferire le informazioni – sotto forma di immagini – dalla retina al cervello. Nel momento il cui si ha un aumento della pressione nel nervo ottico, questa funzione di trasmissione viene compromessa.

Come si manifesta il glaucoma? Chi ne soffre se ne accorge?

In condizioni non patologiche, l’occhio produce e riassorbe continuamente un liquido chiamato umor acqueo. Quando l’umor acqueo si accumula e non riesce a defluire naturalmente, si genera un eccesso di pressione. Nelle fasi precoci, il paziente non percepisce sintomi e segni di questa pressione eccessiva, nè si accorge di vedere meno. Quando il paziente diventa cosciente di avere un calo della capacità visiva, la malattia è già in uno stadio avanzato. Ecco perchè tenere sotto controllo lo stato di salute degli occhi e farsi visitare periodicamente dal proprio oculista di fiducia è fondamentale.

Dottore, come si diagnostica il glaucoma?

Il glaucoma si può diagnosticare tramite una visita oculistica, un esame del campo visivo ed una misurazione della pressione oculare. Può rendersi necessario misurare l’andamento della pressione oculare nel corso della giornata, effettuando la cosiddetta curva tonometrica giornaliera. Un altro esame importante per la diagnosi del glaucoma è la gonioscopia, il cui scopo è osservare l’angolo camerulare, cioè delle strutture addette al deflusso dell’umore acqueo. Una visita completa ed approfondita consentirà non solo diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, ma anche individuarne la tipologia. Esistono, infatti, tre tipi di glaucoma: quello cronico, ad angolo aperto, è la forma più diffusa. Si manifesta dai 40 anni in poi, ed ha un andamento lento ed insidioso. Esistono poi il glaucoma acuto ad angolo stretto, ed il glaucoma congenito, presente alla nascita.

Il glaucoma è curabile?

Il glaucoma è curabile a patto che venga diagnosticato precocemente. Le strade che si possono intraprendere per curare il glaucoma sono tre: esiste la terapia farmacologica, a base di colliri e compresse, che servono ad abbassare la pressione dell’occhio ed evitare danni al nervo ottico. Esiste poi l’intervento laser, mediante l’utilizzo di appositi laser per l’occhio, il cui scopo è quello di creare una via di deflusso artificiale per l’umor acqueo tra la cornea ed il cristallino. Quando nè la terapia farmacologica che quella laser sono risolutive, si ricorre alla chirurgia. Precisiamo, tuttavia, che tutte e tre le strade servono ad abbassare la pressione dell’occhio, ma non sono in grado di porre rimedio ai danni già presenti a livello di capacità visiva.

 

Nel ringraziare il dott. Belloni per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:

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