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La correzione della miopia elevata

La miopia è il difetto visivo più diffuso al mondo e il numero di persone che ne sono affette a livello globale è destinato ad aumentare con il passare del tempo, complici uno stile di vita sempre più “connesso” e sedentario e la diminuzione delle occasioni (anche lavorative, perché no) per trascorrere del tempo all’aria aperta. Ma non solo: anche la componente genetica riveste un ruolo determinante. Alla luce di queste considerazioni, viene naturale chiedersi quali siano le strade per correggere questo difetto visivo, soprattutto nelle sue manifestazioni più elevate. 

Ad ogni miopia la sua soluzione

A seconda dell’età del paziente e dell’entità del difetto visivo, le modalità per la correzione della miopia possono essere differenti. Una miopia leggera o media, se non ancora stabilizzata, si può correggere con l’aiuto degli occhiali da vista o delle lenti a contatto. Se il difetto visivo è stabile, invece, si può certamente valutare di affrontare un intervento laser specifico per la correzione della miopia, chiamato Femto-Lasik. Diverso è invece il discorso per quanto riguarda la miopia elevata, ovvero quella che supera le 7 diottrie, che si può considerare patologica, e che necessita di essere trattata con soluzioni mirate.

L’obiettivo, in questo caso, sarà duplice:

  1. Fornire al paziente un ottimale recupero della capacità visiva indipendente da occhiali;
  2. Correggere la forte miopia

Miopia elevata: occhiali sì o occhiali no?

Cercare di correggere una miopia elevata con il solo ausilio degli occhiali non è una scelta capace di fornire un ottimale recupero della capacità visiva. Chi soffre di miopia elevata, infatti, anche se “corretto” con delle lenti coerenti con il proprio difetto visivo, vedrà sempre quantitativamente e qualitativamente meno, con limitazioni del campo di sguardo in conseguenza della montatura e delle spesse lenti. E non solo: più la miopia è accentuata, più le lenti saranno esteticamente poco gradevoli.

Le alterazioni delle strutture oculari causate dalla miopia elevata

Un occhio affetto da miopia ha una forma diversa da un occhio che non ne è affetto. Esso è, generalmente, più allungato. Maggiore è la miopia, maggiore sarà l’allungamento. Nei casi in cui la miopia sia particolarmente forte, questo allungamento si ripercuote su tutte le strutture oculari, danneggiando in particolar modo la retina ed il nervo ottico. Inoltre, chi soffre di miopia elevata, chiamata anche patologica o malattia miopica, non va quasi mai incontro ad una stabilizzazione del difetto visivo, che anzi nel corso della vita tende a progredire, in modo più o meno irregolare.

Come si corregge la miopia elevata?

La tecnica dei due cristallini

La miopia elevata si può correggere con un intervento che prevede l’impianto di un cristallino artificiale, mentre l’intervento laser è sconsigliato. Il cristallino artificiale viene solitamente inserito nell’occhio senza asportare quello naturale (a meno che quest’ultimo non sia catarattoso). Questa tecnica prende il nome di “tecnica dei due cristallini”. Il cristallino naturale va possibilmente conservato perché è prezioso ed importante perché fornisce all’occhio l’esercizio di una delle sue funzionalità intrinseche e naturali, ovvero l’accomodazione. In questo modo il paziente continua a vedere bene da vicino, e riesce a mettere a fuoco gli oggetti naturalmente. Il cristallino artificiale, in aggiunta, chiamato anche lente fachica, servirà a correggere opportunamente la miopia. Infine, coloro che sono un pò meno giovani, possono correggere la loro forte miopia sostituendo il loro cristallino, trasparente od opaco (cataratta) che sia, con uno artificiale trasparente.

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Lenti intraoculari: tutto quello che c’è da sapere

Le lenti intraoculari, note anche come cristallini artificiali, sono piccolissime lenti artificiali che si inseriscono all’interno dell’occhio contestualmente all’intervento di cataratta oppure, senza togliere la cataratta, per correggere forti miopie. I cristallini artificiali non solo consentono di risolvere la cataratta, ma anche di correggere alcuni difetti visivi eventualmente presenti. Esistono diverse tipologie di lenti intraoculari, che variano per forma, per tipo di materiale, per dimensioni e, naturalmente, per potere correttivo. 

Sostituzione del cristallino

L’intervento di facoemulsificazione associato a laser a femtosecondi consente di estrarre il cristallino naturale, oramai opacizzato (cioè la cataratta) e non più in grado di esercitare il suo naturale potere rifrattivo nè la sua capacità accomodativa, e di sostituirlo con uno nuovo, perfettamente trasparente.

In virtù dei grandi progressi dell’industria dei dispositivi medici e dell’ingegneria dei materiali, in fatto di lenti intraoculari oggi il paziente che si opera di cataratta può scegliere tra una rosa di possibilità decisamente vasta. Naturalmente, la decisione circa quale sia la lente da preferire va presa in accordo con l’oculista e sulla base delle specifiche esigenze personali.

In linea generale, le lenti intraoculari per la cataratta si distinguono in:

  • monofocali: pensate per correggere un unico difetto visivo;
  • multifocali: pensate per correggere diversi difetti visivi e per consentire di vedere bene sia da lontano che da vicino;
  • toriche: per correggere un eventuale astigmatismo. Tale caratteristica può essere inserita in ambedue le categorie precedenti di cristallini artificiali.

I cristallini artificiali sono ben tollerati, non si opacizzano e non necessitano di essere sostituiti nell’arco della vita del paziente.

Tecnica dei due cristallini

Nella forte miopia:

  • si utilizza, soprattutto nel pazienti giovani o di media età, la tecnica dei due cristallini: in questo caso il cristallino naturale non viene asportato. Se il paziente ha meno di 50 anni, il cristallino naturale viene lasciato al fine di offrire una buona stabilità all’occhio ed al corpo vitreo, oltre che per garantire una buona visione da vicino, in virtù della sua capacità accomodativa

Chirurgia oftalmica: grandi vantaggi per ogni esigenza

Come abbiamo visto, la chirurgia oftalmica è in grado di offrire soluzioni risolutive per esigenze spesso molto diverse tra di loro. Riassumendo, la chirurgia oftalmica consente:

  • a chi soffre di difetti visivi leggeri o medi, di correggerli totalmente con l’intervento laser;
  • a chi soffre di cataratta, oltre a rimuovere l’opacità interna all’occhio, la chirurgia può correggere anche uno o più difetti visivi preesistenti e consentire l’uso della vista indipendentemente dall’occhiale;
  • a chi non soffre ancora di cataratta (per ragioni legate all’età non ancora molto avanzata) può risolvere uno o più difetti visivi di un certo rilievo con la sostituzione del cristallino eliminando o riducendo drasticamente la dipendenza dall’occhiale e di evitare di andare incontro all’opacizzazione del cristallino;
  • a chi è ancora giovane ed ha una miopia forte o comunque non correggibile con tecniche laser, il cristallino consente di eliminare la dipendenza da occhiali o lenti a contatto.

Leggi anche: ad ognuno il suo cristallino

Leggi anche: lenti intraoculari, tipologie e usi

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Intervento di cataratta, meglio non aspettare

L’intervento di cataratta è, oggi, uno dei più praticati al mondo, nonché uno dei più sicuri. Se fino ad alcuni decenni fa si tendeva ad operare la cataratta solo quando questa era particolarmente avanzata, oggi invece si preferisce anticipare, con ripercussioni positive sullo stato di salute psicofisica del paziente. Aspettare troppo, insomma, non conviene. Ecco spiegati i motivi. 

La cataratta: quando il cristallino invecchia con noi

Il fenomeno che causa la cosiddetta “cataratta” è fisiologico ed è legato a doppio filo all’età del paziente. Con l’avanzare del tempo, generalmente intorno ai 60 anni, il cristallino, la lente naturale posta all’interno del nostro occhio, comincia ad invecchiare. Proprio come il vetro di una finestra esposto per anni ad ogni sorta di intemperie, anche il cristallino perde trasparenza e comincia a diventare opaco. E non solo: oltre ad opacizzarsi, esso si ispessisce e perde flessibilità. Un processo irreversibile, al quale è bene porre rimedio quanto prima.

Come vede il paziente con cataratta

La cataratta porta ad una difficoltà visiva generalizzata: i contorni delle cose si fanno meno definiti, i colori perdono nitidezza, la naturale capacità accomodativa dell’occhio viene meno. Il paziente affetto da cataratta può andare dunque incontro ad una serie di difficoltà nello svolgimento delle piccole grandi azioni quotidiane come cucinare, occuparsi della propria igiene personale, guidare un veicolo, leggere o guardare la televisione, con una conseguente perdita di indipendenza che si ripercuote a sua volta sullo stato d’animo e sull’umore.

Ecco perché è bene non rimandare l’intervento di cataratta

E’ sconsigliato rimandare l’intervento di cataratta per due ragioni:

1 – Rinviare l’intervento ad oltranza significa andare incontro ad un peggioramento dei sintomi. Non esiste terapia farmacologica in grado di contrastare ed arrestare il processo di invecchiamento del cristallino, né di migliorarne i sintomi. Più il tempo passa, più il cristallino si opacizza, si irrigidisce e si ispessisce, andando ad occupare sempre più spazio all’interno dell’occhio e causando, talvolta, una aumento della pressione intraoculare, capace di causare danni irreversibili alle strutture visive dell’occhio. Si può anche innescare, ad esempio, una forma di glaucoma chiamata glaucoma facolitico. Fonte: AAO.org.

Leggi anche: l’intervento di cataratta rende più longevi? Per le donne forse sì

2 – Sottoporsi all’intervento di facoemulsificazione non appena la cataratta viene diagnosticata consente di godere di una lunga serie di ripercussioni positive sul fronte pratico e naturalmente anche psicologico. Vedere bene permette di svolgere le proprie attività quotidiane in totale autonomia e di evitare di andare incontro ad incidenti non solo spiacevoli ma anche potenzialmente pericolosi. E non solo: il ritrovato senso di indipendenza, consente al paziente di sentirsi più giovane più a lungo, senza correre il rischio di cadere in stati emotivi depressi che, al contrario, finirebbero con innescare un processo di invecchiamento più repentino e più difficile da gestire.

Leggi anche: con l’intervento di cataratta, più sicuri anche alla guida

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Ad ognuno il suo cristallino: monofocale, multifocale o accomodativo?

I primissimi interventi di rimozione della cataratta prevedevano che, una volta tolto il cristallino naturale oramai opacizzato, questo non venisse sostituito in alcun modo ed il paziente dovesse far ricorso ad un paio di occhiali. Oggi invece si usa impiantare i cristallini artificiali: questi vengono realizzati con materiali sintetici altamente tollerabili, perfettamente trasparenti e soprattutto personalizzabili in base alle esigenze del paziente. Ma quali sono questi cristallini ed a quali tipologie di esigenza rispondono?

Cos’è il cristallino

Il cristallino è una piccola lente situata all’interno del nostro occhio. Le sue dimensioni variano da persona a persona, ma si aggirano intorno ai 9 mm di larghezza per 3 mm di altezza circa. Esso è collocato all’interno di una capsula, e si compone di un nucleo e di una parte intermedia, tra il nucleo e la capsula, detta corticale. Il suo scopo è quello di filtrare la luce che penetra all’interno dell’occhio attraverso la pupilla e di convogliarla verso la retina. Com’è noto, la cataratta si ha quando il cristallino si opacizza, e dunque va sostituito. Grazie all’osservazione dell’occhio con un macchinario chiamato lampada a fessura, lo specialista può osservare da vicino il cristallino e capire fino a che punto ed in quali parti esso sia opacizzato.

Cos’è il cristallino artificiale

Durante l’intervento di facoemulsificazione, dopo aver estratto il cristallino naturale del paziente affetto da cataratta, il chirurgo inserisce all’interno dell’occhio del paziente un cristallino di tipo artificiale. Questo è costituito da un materiale plastico perfettamente tollerabile, resistente ed assolutamente trasparente. E’ una lente che durerà per tutta la vita, e non richiede di essere né sostituita né pulita nel corso degli anni.  Attraverso un esame specifico chiamato biometria, il chirurgo riesce a calcolare il diametro del bulbo oculare e dunque a stabilire l’entità del potere diottrico che il cristallino artificiale dovrà avere. Il cristallino artificiale ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi una vera e propria rivoluzione del campo dell’oftalmologia, migliorando drasticamente la qualità di vita di un sempre maggiore numero di pazienti anche in età particolarmente avanzata.

Cristallino: ad ognuno il suo

Come detto, la possibilità di correggere l’afachia – ovvero l’assenza di cristallino – tramite l’inserimento di un cristallino artificiale al posto di quello naturale, ha rivoluzionato il mondo dell’oftalmologia moderna. Ma dai primi cristallini, tutto sommato poco personalizzabili e piuttosto rigidi, ad oggi, di strada ne è stata fatta davvero molta. I cristallini dei quali la moderna chirurgia oftalmica dispone sono molto flessibili e dunque facilmente collocabili nella loro sede senza dover ricorrere ad incisioni ed a punti di sutura.

I cristallini monofocali

I cristallini monofocali non hanno potere accomodativo ma consentono di risolvere, oltre al problema della cataratta, anche un difetto refrattivo preesistente. I cristallini di questo tipo sono molto ben tollerabili ed hanno il medesimo potere diottrico in tutta la loro superficie.

I cristallini multifocali

I cristallini multifocali, proprio come le lenti multifocali degli occhiali, consentono di correggere in una mossa sola sia i problemi di visione “da vicino” che i problemi di visione “da lontano”. Questi cristallini sono costruiti in modo che il potere diottrico sia variabile: ogni piccola sezione della lente è costituita da cerchi concentrici capaci di offrire poteri diottrici differenti e dunque di sopperire alle diverse esigenze di visione, da lontano oppure da vicino.

I cristallini accomodativi

Si tratta di lenti particolarmente elastiche, capaci di fissarsi con la struttura interna muscolare dell’occhio e dunque di esercitare quell’azione accomodativa che è tipica del cristallino naturale. In altre parole, l’occhio riesce ancora a mettere a fuoco come prima dell’intervento, perché la lente artificiale si contrae e si flette in risposta alle contrazioni naturali dell’occhio.

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L’intervento per la rimozione della cataratta

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata che porta ad una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino. In Italia almeno 1 paziente over 70 su 4 è affetto da cataratta. L’intervento per la rimozione della cataratta è uno dei più diffusi e dei più sicuri al mondo: solo nel nostro paese, esso viene eseguito almeno 500 mila volte l’anno. Un numero impressionante, che ci dà la misura di quanto questa patologia sia diffusa. Tuttavia, se solo una manciata di anni fa un anziano con il problema della cataratta avanzava progressivamente verso pressochè totale cecità, oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante e l’intervento per la rimozione della cataratta non solo è sicuro a prescindere dall’età del paziente, ma anche risolutivo, a tal punto che spesso egli può dire addio agli occhiali. Ma vediamo di capire qualcosa in più.

Cataratta, questa sconosciuta

La cataratta, come già detto, è il risultato di una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino, ovvero di quella lente naturalmente presente nell’occhio, che raccoglie i raggi luminosi che penetrano nell’occhio attraverso la pupilla e li proietta sulla retina, da dove poi saranno “decodificati” e convogliati al cervello per essere tradotti in informazione. Se il cristallino diventa opaco, un pò come un vetro appannato, va da sè che l’intero meccanismo si inceppa. La vista si fa meno nitida, i colori meno vividi, i contorni meno definiti. Come già spiegato altrove, esistono diverse tipologie di cataratta, non tutte connesse all’età, ma tutte aventi i medesimi sintomi in comune. L’intervento per la rimozione della cataratta è la soluzione ideale.

Come “curare” la cataratta?

Nonostante uno stile di vita sano e dinamico ed una buona alimentazione siano fondamentali per mantenere l’occhio (così come l’organismo) in giovane ed in salute, ad oggi non esistono terapie in grado di curare la cataratta che, come detto, è un processo irreversibile. L’unica soluzione è l’intervento chirurgico.

In cosa consiste l’intervento di Femto-Cataratta?

L’intervento per la rimozione della cataratta, nei centri di eccellenza come CAMO, prende il nome di Femto – Cataratta. Il medico “accede” al cristallino grazie ad un laser a femtosecondi, che apre la capsula che lo contiene in modo preciso ed indolore. Successivamente, con uno strumento ad ultrasuoni chiamato facoemulsificatore, il medico disintegra ed aspira il cristallino opacizzato. Infine, sostituisce il cristallino con uno nuovo. L’intervento dura una ventina di minuti ed è totalmente indolore. L’anestesia è solamente locale, e si effettua tramite uno specifico collirio. Terminato l’intervento, il paziente è libero di andare a casa, e non avrà nè bendaggi nè punti di sutura.

Un nuovo cristallino, fatto apposta per te

In Camo siamo orgogliosi di avvalerci della procedura d’avanguardia sopra descritta. Da noi, puoi sottoporti all’intervento di rimozione della cataratta – il cosiddetto intervento di Femto-Cataratta – e tornare a casa con un cristallino nuovo pensato e progettato proprio sulla base delle tue esigenze: l’intervento include infatti anche la correzione di un eventuale difetto refrattivo, oppure di più difetti refrattivi, con l’impianto di una lente multifocale.

Sei interessato all’intervento di rimozione della cataratta? Vuoi saperne di più? Contattaci!

Saremo lieti di spiegarti tutto e rispondere a qualunque tua domanda. Per info e appuntamenti chiama 02 6361 191

 

 

 

Cataratta: un disturbo, tante varianti

La cataratta si ha quando il cristallino, ovvero la lente naturale posta all’interno dell’occhio, si opacizza e perde trasparenza, un pò come un vetro che si appanna, impedendo una visione limpida e precisa.  Non tutti sanno, tuttavia, che si distinguono diverse forme di cataratta. Vediamo nel dettaglio la classificazione di tipologie di cataratta.

Un disturbo nel complesso molto comune (e molto antico)

La cataratta è, tutto sommato, un disturbo molto comune, ed è la prima causa di cecità al mondo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato infatti che su poco meno di 40 milioni di individui non vedenti al mondo, la metà di essi non veda proprio a causa della cataratta. Tuttavia, l’intervento per la cura della cataratta oggi è uno dei più sicuri ed dei più praticati al mondo, con una media di 8mila interventi per milione di persone.

Classificazione delle tipologie di cataratta

Come anticipato, nonostante il sintomo – ovvero l’opacizzazione del cristallino – sia uno, le tipologie di cataratta sono diverse, e si distinguono generalmente in base alla loro origine. Vediamo quali sono:

  • Cataratta senile:

    è la forma maggiormente diffusa tra la popolazione. E’ fisiologico, infatti, che con l’avanzare dell’età il cristallino si opacizzi e che questo fenomeno porti ad un peggioramento della visione. Si stima che più della metà degli over 70 abbia un visus “annebbiato” a causa della cataratta.

  • Cataratta congenita:

    la cataratta congenita, è tale dalla nascita. Essa si può manifestare monolateralmente, ovvero ad un solo occhio, oppure bilateralmente, ovvero a entrambi gli occhi. La causa spesso è genetica, ma può anche essere dovuta all’assunzione di farmaci particolari in gravidanza da parte della madre, all’esposizione a raggi x, o a malattie contratte dalla madre sempre in fase gestazionale nel primo trimestre di gravidanza, quali rosolia, parotite, varicella o herpes sistemico.

  • Cataratta complicata:

    si definisce come cataratta complicata una cataratta che insorge come complicazione di altra patologia del bulbo oculare. Miopia grave, distacco di retina, tumore dell’occhio e altre malattie possono avere come complicazione anche la cataratta.

  • Cataratta associata ad altre malattie:

    uno dei casi più comuni di formazione della cataratta in associazione ad altre malattie è quello dei soggetti diabetici. Si pensi che i soggetti diabetici sono predisposti allo sviluppo della cataratta 4 volte di più rispetto ai soggetti non diabetici.

  • Cataratta da farmaci:

    anche alcuni farmaci possono predisporre allo sviluppo della cataratta, tra questi i cortisonici ed alcuni colliri per il trattamento del glaucoma. Attenzione però: non ci riferiamo ad un’assunzione una tantum, ma ad un’assunzione massiccia che abbia una certa continuità.

  • Cataratta traumatica

    infine, segnaliamo che anche una contusione o ferita dell’occhio può causare l’insorgenza della cataratta.

Come si può vedere, concludendo, quando si parla di cataratta ci si riferisce ad un fenomeno dalle molteplici sfaccettature, che può colpire diversi soggetti per differenti motivi. E’ fondamentale, per questo motivo, rivolgersi con fiducia ad un medico specialista, onde valutare la propria situazione personale e le possibili terapie o soluzioni.

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Presbiopia: arriva la lente a cristalli liquidi per eliminarla

Foto by University of Leeds

Foto by University of Leeds

Sembra uno strumento uscito fuori da un film di fantascienza o di spionaggio, in realtà è frutto di un progetto portato avanti da un ricercatore inglese, Devesh Mistry, dell’Università di Leeds: una lente a cristalli liquidi che sostituisce la lente naturale dell’occhio, il cristallino, eliminando in un sol colpo la presbiopia e quindi la necessità di portare occhiali da lettura.

La presbiopia è un disturbo della vista legato all’invecchiamento dell’occhio che non è possibile prevenire. Insorge dopo i 40 anni di età ed è dovuta alla graduale riduzione della capacità di accomodazione (la messa a fuoco) del cristallino. Quando la capacità di messa a fuoco diminuisce, la persona allontana dal viso l’oggetto che vuole vedere o leggere nitidamente, finché la lunghezza del braccio non basta più e occorre indossare i famosi (e detestati) occhiali per leggere.

La lente che sta studiando questo ricercatore  (un cristallino artificiale che è inserito nell’occhio in sostituzione del cristallino umano opaco o trasparente) è costituita da cristalli liquidi, gli stessi che si trovano nei moderni telefonini o tv, ed è in grado di autoregolarsi, come l’autofocus delle macchine fotografiche, rendendo quindi la vista migliore e ottimale a tutte le distanze. Questo è possibile grazie alle proprietà dei cristalli liquidi che possono rispondere a determinati stimoli: per cui per leggere un libro o un’etichetta di un prodotto la lente si metterà a fuoco in automatico, grazie agli stimoli ricevuti dal movimento dei muscoli oculari.

Ad oggi si tratta solo di un progetto in fase sperimentale e alcuni medici oculisti invitano alla prudenza: “L’idea è affascinante – ha commentato il dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano – ma “miracoli” di questo genere se ne sono visti parecchi in questi ultimi anni. Non dico che non possa funzionare ma la realtà è spesso diversa dalla teoria. Siamo in una fase sperimentale e questa lente non sarà commercializzabile prima di dieci anni. Vedremo”.

Rimanendo nel campo dei cristallini artificiali, ad oggi per chi vuole eliminare la presbiopia e i fastidiosi occhiali da lettura esistono valide alternative chirurgiche, come l’impianto di cristallini multifocali artificiali che consentono un’ottima visione da lontano e da vicino e durano tutta la vita, senza perdere mai la trasparenza e la capacità di accomodazione. In alternativa a questi interventi chirurgici, per correggere la presbiopia si può fare ricorso anche ai trattamenti Laser.

 

 

 

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