Lenti intraoculari: tipologie ed usi

La lente intraoculare ( detta anche IOL, o cristallino artificiale) è davvero una scoperta che ha rivoluzionato il mondo della chirurgia oftalmica. La prima fu impiantata a Londra nel 1949: ai tempi fu una scoperta rivoluzionaria che ancora oggi non cessa d’essere più che mai attuale, nonostante, come si può immaginare, tecniche e materiali da allora abbiano fatto molta strada. 

Che cos’è una lente intraoculare

Una lente intraoculare è una piccolisima lente di materiale plastico che viene inserita nell’occhio per correggere difetti visivi come la miopia elevata, la presbiopia, e per curare definitivamente patologie come la cataratta. Oggi le lenti intraoculari hanno la caratteristica di essere realizzate in un materiale plastico perfettamente tollerato ed incapace di perdere la sua trasparenza nel tempo. Inoltre, le lenti intraoculari sono “personalizzabili”: a seconda della struttura oculare del paziente, si potranno avere lenti intraoculari di dimensioni, forma, materiale e potere ottico differente.

Quanti tipi di lente intraoculare esistono?

Le tecniche di impianto della lente intraoculare sono due

Lente fachica: la tecnica dei due cristallini

La tecnica dei due cristallini prevede che il cristallino artificiale venga inserito senza rimuovere il cristallino naturale. Questa tecnica si usa generalmente per pazienti sotto ai 50 anni con difetti visivi particolarmente acuti, non risolvibili con il laser. Il cristallino naturale è fondamentale per la visione da vicino ed offre una buona stabilità all’occhio ed al corpo vitreo.

Lente pseudofachica: la tecnica della sostituzione del cristallino

La tecnica della sostituzione del cristallino prevede che il cristallino naturale venga sostituito con una lente intraoculare. Questa tecnica si esegue nei pazienti con cataratta e nei pazienti che:

  1. pur avendo il cristallino ancora perfettamente trasparente, hanno difetti visivi elevati inclusa la presbiopia
  2. hanno superato i 50 anni e dunque possono avere interesse a sostituire il cristallino naturale per correggere la presbiopia ed evitare l’insorgenza della cataratta in età più avanzata.

L’intervento di sostituzione del cristallino è identico a quello di chirurgia della cataratta e prende il nome di facoemulsificazione. Generalmente si opera un occhio per volta: l’intervento avviene solitamente in regime ambulatoriale con anestesia locale (poche gocce di collirio) ed ha una durata di pochi minuti.

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Facoemulsificazione: capiamo meglio di che si tratta

L’intervento per la rimozione della cataratta è diventato oramai di routine. E’ finita, insomma, l’epoca degli anziani con gravi problemi di ipovisione causati dalla cataratta. Oggi, la cataratta è una patologia risolvibile, grazie ad un intervento veloce e tutto sommato poco invasivo. La tecnica che consente di sostituire il cristallino ormai opacizzato con uno del tutto nuovo prende il nome di facoemulsificazione. Un termine piuttosto strano, per i non addetti ai lavori. Vediamo di chiarirne il significato.

Intervento per la rimozione della cataratta: per una terza età senza ombre

Oggigiorno gli anziani amano – a ben ragione – tenersi stretta la loro indipendenza, la loro vivacità intellettuale e la loro capacità motoria per lungo lungo tempo. L’intervento di cataratta svolge un ruolo chiave nel preservare l’indipendenza delle persone anziane perché consente loro di vedere bene il mondo, di rendersi autonomi, di non aver bisogno d’aiuto per muoversi in casa né per uscire di casa e, soprattutto, di leggere, seguire programmi televisivi, scrivere, usare il computer, in poche parole di tenere vive anche le funzioni cognitive e neurologiche. Insomma, un vero e proprio toccasana, sia dal punto fisico che psicologico! Tolte le “ombre” dagli occhi, il mondo torna ad essere meraviglioso come lo era prima, e la voglia di vivere e di sentirsi attivi si fa sentire più che mai.

Facoemulsificazione: di cosa si tratta

In cosa consiste l’intervento per la rimozione della cataratta? Come sapete, la cataratta è l’opacizzazione del cristallino, la lente che naturalmente ciascuno di noi ha nell’occhio e che, con l’avanzare dell’età, perde trasparenza, fino ad arrivare ad opacizzarsi del tutto, rendendo la visione molto molto difficoltosa. La sostituzione del cristallino si effettua togliendo quello opacizzato ed inserendo al suo posto una lente artificiale perfettamente trasparente, detta anche lente intraoculare.

In cosa consiste la facoemulsificazione

La facoemulsificazione è la tecnica attraverso la quale il cristallino opaco viene rimosso per frammentazione ad ultrasuoni. Il cristallino è naturalmente contenuto in una capsula: dopo averlo frammentato, il chirurgo lo aspira, così da preparare lo spazio alla lente intraoculare. Questa tecnica si usa in caso di presenza di cataratta, ma anche in caso di presbiopia. La lente intraoculare infatti può essere priva di correzione diottrica, oppure può essere pensata per correggere un difetto come la presbiopia o, nel caso si tratti di una lente multifocale, anche più difetti al contempo.

Vantaggi della facoemulsificazione

I vantaggi della facoemulsificazione sono molteplici. Eccoli:

  • è un intervento di breve durata: dura, in genere, una ventina di minuti
  • si esegue in regime ambulatoriale, (oppure in day surgery), e dopo l’intervento il paziente può tornare a casa
  • si esegue attraverso un’anestesia topica (collirio anestetico), ed è totalmente indolore
  • la lente intraoculare consente di correggere al contempo eventuali difetti refrattivi
  • la cataratta, una volta eliminata, non tornerà mai più: la lente artificiale non si opacizza
  • è una tecnica molto precisa e molto sicura
  • l’intervento non prevede punti di sutura, perchè il medico “accede” alla capsula grazie al laser a femtosecondi, uno strumento ad alta precisione totalmente privo di lame

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Cataratta, la parola all’esperto. Intervista al dott. Lucio Buratto

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata, dovuta ad una progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino. Il risultato è un peggioramento della visione: è come se un velo si interponesse tra chi guarda ed il mondo circostante. Tuttavia, oggi la cataratta è una patologia risolvibile. Cerchiamo di capire meglio di che si tratta e quali siano le strade per risolverla con l’aiuto di Lucio Buratto, medico oculista fondatore del Centro Ambrosiano Oftalmico, nonchè uno dei massimi esperti al mondo di chirurgia della cataratta. 

Dottor Buratto, ci può spiegare che cos’è la cataratta?

L’occhio umano ha – al suo interno – una lente naturale, chiamata cristallino. Il cristallino solitamente è trasparente e rimane tale fino ad una certa età, poi si può opacizzare. L’opacizzazione del cristallino prende il nome di cataratta, ed è tipica delle persone in età avanzata, anche se può comparire anche nelle persone più giovani, come ad esempio i miopi, i diabetici, in chi soffre di glaucoma oppure in altre persone che hanno altri problemi di vista o patologie generali.

La cataratta è curabile?

L’unico metodo per recuperare la vista perduta a causa della cataratta è l’intervento. Non vi è altro metodo. La cataratta va operata chirurgicamente: si adoperano tecniche laser in abbinamento a tecniche di frammentazione, e va ristabilita la visione attraverso l’applicazione di un cristallino artificiale perfettamente trasparente.

Quali sono i rischi connessi all’intervento di cataratta?

L’intervento per la rimozione della cataratta è un intervento sicuro, che offre altissime garanzie di raggiungimento di un risultato ottimale e che può essere affrontato con grande tranquillità. Naturalmente, il chirurgo deve avere esperienza ed essere in grado di utilizzare le tecnologie moderne che la scienza ci mette a disposizione. Qualche complicazione, ad ogni modo, ci può essere. Una complicazione che può sfuggire al controllo del chirurgo e del paziente è la possibile infezione. E’ un evento molto raro – un caso ogni 7 mila interventi circa. Altre complicazioni sono piuttosto rare e comunque facilmente risolvibili sono: piccole emorragie, piccole infiammazioni, o altre complicazioni che in generale non comportano rischi per la vista. Possiamo ribadire che, l’intervento di cataratta è un intervento sicuro che offre ottime garanzie di risultato.

L’intervento di cataratta è definitivo?

L’intervento di cataratta è definitivo, perchè il cristallino artificiale non tende ad opacizzarsi. Talvolta, in un caso su cinque circa, può capitare che si opacizzi invece l’involucro naturale che contiene il cristallino, che non viene sostituito durante l’intervento di cataratta. E’ un’evenienza tuttavia risolvibile con grande facilità, avvalendosi dell’ausilio di uno speciale laser che, dietro somministrazione di poche gocce di anestetico, in pochissimi secondi elimina anche l’opacità dell’involucro.

E se soffro anche di un difetto refrattivo?

Attraverso l’intervento per la rimozione della cataratta, il paziente può anche correggere dei difetti visivi preesistenti, come per esempio la miopia, o l’astigmatismo o l’ipermetropia, ed incluso la presbiopia. Il vantaggio è che in questo modo si può ottenere una capacità visiva anche migliore di quella che si aveva prima dell’intervento di cataratta. Poichè l’intervento di rimozione della cataratta prevede la sostituzione del cristallino, nel caso di un paziente che soffra anche di un difetto refrattivo sarà possibile usare un cristallino che corregga anche, per esempio, la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo e anche la presbiopia. Insomma, l’intervento per la cataratta offre un’interessante gamma di opzioni, non solo il recupero visivo per l’opacità, ma anche la correzione dei difetti visivi di un certo rilievo.

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Laser a femtosecondi: la nuova frontiera della chirurgia oftalmica

Ad otto anni dalla comparsa del laser a femtosecondi nel mondo della chirurgia oftalmica, i chirurghi esperti di tutto il mondo continuano a concordare sulla sua altissima precisione ed innegabile sicurezza: caratteristiche che lo rendono il braccio destro ideale del medico nella chirurgia oculare. Oggi i maggiori esperti del settore continuano ad effettuare test, studiare risultati e testare implementazioni relative all’uso del laser a femtosecondi. 

I migliori oculisti al mondo concordano sull’eccellenza del laser a femtosecondi

A fare il punto della situazione ed a riconfermare il ruolo chiave del laser a femtosecondi nella chirurgia oftalmica sono stati 20 tra gli oculisti più preparati ed esperti nel settore, che si sono riuniti per l’occasione nel corso del XXXV congresso della ESCRS – European Society of Cataract and Refractive Surgeons. Tra di essi, anche il Dott. Lucio Buratto, medico oculista e fondatore del Centro Ambrosiano Oftalmico.

I vantaggi del laser a femtosecondi

Senza entrare nel merito delle procedure mediche, ci interessa sottolineare in questa sede i grandi vantaggi che si possono trarre dalla possibilità di accedere all’uso del laser a femtosecondi per risolvere diversi problemi e/o patologie dell’occhio. Si tratta di un laser ad impulsi luminosi molto brevi e ravvicinati ed altamente controllabili: sarà il medico a stabilire come e dove orientare il laser, così da offrire al paziente non solo un intervento sicuro e tecnologicamente avanzato, ma anche altamente personalizzato.

Laser a femtosecondi e chirurgia refrattiva

Il laser a femtosecondi gioca un ruolo di primo piano nell’intervento per la correzione dei difetti refrattivi, che si avvale della tecnica Femto-Lasik. Proprio grazie a questo laser, il medico riesce ad effettuare un intervento chirurgico ad altissima precisione ed in totale sicurezza senza l’uso di lame o bisturi, e senza dover applicare punti di sutura. Un grande traguardo, che si raggiunge oggi proprio grazie a questa eccellente tecnologia.

Laser a femtosecondi e chirurgia della cataratta

Complice l’invecchiamento generale della popolazione, la cataratta è oggi uno dei disturbi dell’apparato visivo più diffusi al mondo. Anche in questo caso il laser a femtosecondi diviene braccio destro del chirurgo, che può procedere alla sostituzione del cristallino in modo efficace, veloce e totalmente indolore senza usare lame, nè applicare alcun punto di sutura.

In CAMO la chirurgia oftalmica si avvale del laser a femtosecondi

Come già detto, il dottor Lucio Buratto, che è fondatore di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico nonchè uno dei massimi esperti al mondo in fatto di chirurgia dell’occhio e della cataratta, era presente al XXXV congresso dell’ESCRS. Durante il congresso si è posto l’accento sull’importanza di avvalersi di tecnologie d’avanguardia per la chirurgia dell’occhio ed in particolare sulla grande efficacia (ed efficienza) del laser a femtosecondi. Il laser a femtosecondi è oramai il grande protagonista della chirurgia oftalmica praticata in CAMO, con grande soddisfazione tanto dei chirurghi che la praticano, quanto del pazienti che hanno avuto l’occasione di sperimentare questo genere di intervento.

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Trapianto di cornea: cheratoplastica lamellare o cheratoplastica perforante?

La cornea è la parte più superficiale del nostro occhio: essa è composta da fibre di collagene, disposte in modo tale da essere totalmente trasparenti. Talvolta, a seguito di un trauma oppure di una patologia (cheratocono, distrofia corneale, cheratite erpetica o batterica), si rende necessario ricorrere al trapianto di cornea. Ma che cos’è il trapianto di cornea? Quanti tipi ne esistono? In cosa consiste? Vediamo le risposte a queste domande. 

Trapianto di cornea o trapianti di cornea?

Al giorno d’oggi la chirurgia oftalmica si pone l’obiettivo di essere il meno invasiva possibile. Un obiettivo che viene conseguito egregiamente nel caso, per esempio, dalla chirurgia refrattiva, che si avvale di strumenti e tecnologie d’avanguardia che consentono di eliminare l’uso di lame, bisturi e punti di sutura. Anche nel caso del trapianto di cornea, si cerca ove possibile di intervenire solamente sulla parte colpita da una malattia e che necessita di essere sostituita. La morfologia della cornea, per il suo essere formata da fibre stratificate, ci viene incontro e ci facilita il conseguimento di questo obiettivo. Ecco perchè possiamo, oggi, parlare di trapianti di cornea al plurale, riferendoci solitamente a due tipi di cheratoplastica, quella lamellare e quella perforante. Due termini di uso non così comune tra i non “addetti ai lavori”, che andiamo dunque a chiarire di seguito.

Cheratoplastica lamellare

Si parla di cheratoplastica lamellare quando si va ad intervenire solo sullo strato di cornea che necessita di essere sostituito. La parola lamellare proviene da lamella, poichè si interviene solo sugli strati di cornea malati, lasciando invece intatti quelli sani. Chi soffre di cheratocono in uno stato ancora non avanzato, chi presenta ferite o ulcere derivanti da traumi o causati da patologie dell’occhio e di conseguenza non ha più una visione perfettamente limpida, oggi ricorre alla cheratoplastica lamellare. In generale, si preferisce praticare la cheratoplastica lamellare ove possibile, per una serie di ragioni:

  • è meno invasiva
  • non prevede che venga toccato il bulbo oculare
  • è veloce
  • si esegue in ambulatorio
  • si esegue in anestesia locale

Cheratoplastica perforante

La cheratoplastica perforante è invece un intervento a carattere maggiormente invasivo, perchè prevede la sostituzione di tutta la cornea, oramai resa opaca, non abbastanza spessa o eccessivamente curva da una eventuale patologia (cheratocono avanzato, per esempio) o da un trauma. L’intervento consente di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • eliminare l’eccessiva opacizzazione
  • eliminare l’eccessiva curvatura (causata da patologie quali un cheratocono avanzato, per esempio)
  • ripristinare lo spessore e la sostanza perduti (causati da ulcere, traumi)

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Cataratta giovanile: cosa c’è da sapere

Cataratta giovanile: cosa c'è da sapere

Quando si sente parlare di cataratta, si tende a pensare, in primis, a quella tipica dell’età matura, ovvero quella in cui il cristallino si è andato progressivamente e fisiologicamente opacizzando come conseguenza dell’invecchiamento generale. Dovete sapere, tuttavia, che la cataratta non è una malattia “esclusiva” dell’anziano, anzi. Esistono altre tipologie di cataratta, come quella congenita, presente alla nascita, e quella giovanile, che esordisce in età giovane come conseguenza di uno o più fattori scatenanti. Ed è proprio ciò di cui vogliamo parlare oggi.

Che cos’è la cataratta giovanile

La cataratta giovanile presenta gli stessi sintomi della cataratta senile, ovvero l’opacizzazione del cristallino, dapprima da una e poi da entrambe le parti, ed un peggioramento generale delle capacità visive. La luce fatica a filtrare attraverso l’occhio, e la visione ne è progressivamente compromessa. Nella sua variante “giovanile”, la cataratta esordisce intorno ai 40 anni.

Quali sono le cause della cataratta giovanile

Come detto, la cataratta “giovanile” si distingue da quella senile perchè fa la sua comparsa molto prima dell’età matura. All’origine della patologia vi è solitamente una causa scatenante. Per esempio:

  • una forte miopia
  • la presenza di altre patologie dell’occhio già esistenti (uveite, glaucoma)
  • il diabete mellito
  • la dermatite atopica (che può essere anche all’origine di un altro problema oculare, il cheratocono)
  • esposizione eccessiva a raggi ultravioletti o infrarossi
  • traumi (sport estremi, ma anche incidenti)
  • assunzione continua e massiccia di farmaci cortisonici
  • iperferritinemia, ovvero un aumento di ferritina nel sangue (fonte: emocromatosi.it)

Cataratta e miopia

Come detto, spesso cataratta e miopia si presentano insieme, anche in età non avanzata. I miopi hanno infatti maggiori possibilità di sviluppare la cataratta. Fortunatamente, esiste oggi un intervento capace di risolvere entrambi i problemi per così dire “in una mossa sola”. Si tratta dell’intervento di facoemulsificazione con l’ausilio del laser a femtosecondi. L’intervento viene chiamato anche con il nome di femto-cataratta, e prevede la frantumazione del cristallino opacizzato tramite uno strumento ad ultrasuoni. Al cristallino naturale viene poi sostituito uno artificiale, ovvero una lente intraoculare, avente la capacità correttiva commisurata al grado di miopia del paziente.

I vantaggi dell’intervento di femto-cataratta

L’intervento di femto-cataratta consente di risolvere la cataratta anche in abbinamento ad un eventuale difetto visivo.  Esso presenta molti vantaggi:

  • recuperare una capacità visiva ottimale, eliminare l’uso di lenti e ritornare ad uno stile di vita giovane e dinamico, coerente con la propria età
  • è indolore e non prevede l’uso di bisturi o lame, nè l’applicazione di punti di sutura, grazie all’uso dell’innovativo, affidabile e preciso laser a femtosecondi
  • è veloce, dura solo una ventina di minuti
  • è indolore, si esegue in ambulatorio e si effettua previa somministrazione di un collirio anestetico

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Lenti intraoculari multifocali: come dire addio a cataratta e a difetti refrattivi in una mossa sola

 

Lenti intraoculari multifocali: come dire addio a cataratta e a difetti refrattivi in una mossa sola

La cataratta è una patologia tipica dell’età avanzata, ed è una delle cause più diffuse di cecità a livello mondiale. Fortunatamente, oggi è operabile e risolvibile grazie ad un intervento tutto sommato poco invasivo e del tutto indolore. E non solo: con l’intervento si possono risolvere anche altri problemi, come per esempio i vizi refrattivi. Vediamo come questo possa essere possibile.

Cataratta, quando la vista si fa nebbiosa

Dopo i 60 anni non è infrequente che la vista cominci progressivamente ad abbassarsi e che compiere azioni che prima erano “normali” come guardare la televisione, leggere un giornale, guidare (soprattutto al calar della sera), diventi più difficoltoso. Forse anche i colori non sono più così nitidi, ed in generale si può provare fastidio in presenza di luce molto forte. Un controllo presso un medico oculista darà la conferma o meno della presenza della cosiddetta “cataratta”.

Ecco cosa forse non sai della cataratta

Sicuramente avrai già sentito parlare della cataratta, e sai che si tratta di un’opacizzazione del cristallino. E’ bene sapere però, che solitamente la cataratta non insorge in entrambi gli occhi contemporaneamente, ma che esordisce da una parte, per poi fare la sua comparsa anche dall’altra. Ecco perchè, una volta diagnosticata la cataratta, è necessario tenersi controllati, per monitorare l’andamento della malattia su entrambi gli occhi.

Quando operare la cataratta

La cataratta è la prima causa di cecità al mondo ma, fortunatamente, è anche operabile e risolvibile. La decisione di operare dipende da quanto la malattia è progredita: se si tratta di un lieve abbassamento della vista, si preferisce spesso soprassedere, nell’attesa di vedere se dovessero insorgere peggioramenti o meno. Non dimentichiamo, però, che dopo una certa età anche un lieve abbassamento della vista può rivelarsi pericoloso, perchè si rischia di andare incontro a spiacevoli incidenti domestici, cadute o altre piccole grandi disavventure.

Come si opera la cataratta

Anche se una buona alimentazione, ricca di frutta e verdura di stagione, di vitamine, omega 3 e liquidi rappresenta una buona strategia per prevenire l’esordio della cataratta, è anche vero che, ad oggi, non esiste terapia farmacologica nè per prevenirla nè per curarla. L’unica soluzione è l’intervento chirurgico, che andrà pianificato ed effettuato in accordo con quanto suggerito dal proprio medico oculista.

E chi ha – oltre alla cataratta – anche uno o più difetti refrattivi?

Ma veniamo al dunque: oggi vogliamo sottoporre alla tua attenzione ciò che la ricerca in ambito medico oftalmico e tecnologico mette a nostra disposizione. Se soffri di un difetto refrattivo che ti porta ad indossare gli occhiali tutto il giorno ed al contempo dovrai affrontare l’intervento per la rimozione della cataratta, c’è una grande notizia.

Oggi, nei centri d’eccellenza come CAMO, è possibile risolvere entrambi i problemi in una mossa sola. L’intervento che eseguiamo si chiama Femto-Cataratta e consente di:

  • eliminare il cristallino opacizzato, consentendo alla luce di penetrare finalmente nell’occhio senza ostacoli
  • sostituire il cristallino opacizzato con uno nuovo

Lente intraoculare monofocale o multifocale? In CAMO si può

Il nuovo cristallino che andrai a ricevere attraverso l’intervento di Femto-Cataratta non sarà una semplice lente trasparente, ma sarà una lente vera e propria, con una correzione dei difetti refrattivi personalizzata in base alle tue esigenze. Nello specifico:

  • se hai un solo vizio refrattivo, riceverai una lente intraoculare pensata e progettata su misura per la correzione del tuo difetto refrattivo
  • nel caso di due difetti refrattivi, grazie all’intervento di Femto-Cataratta, puoi correggere anche entrambi i difetti insieme oltre alla cataratta, andando ad eliminare il cristallino opacizzato ed a sostituirlo con una lente intraoculare multifocale

Un grande traguardo, che consente di affrontare l’età matura con serenità ed in totale libertà.

Sei interessato all’intervento di rimozione della cataratta in abbinamento alla correzione di uno o più difetti refrattivi? Vuoi saperne di più? Contattaci!

Saremo lieti di spiegarti tutto e rispondere a qualunque tua domanda. Per info e appuntamenti chiama 02 6361 191

 

Intervento laser, la parola all’esperto. Intervista alla dott.ssa Laura Sacchi

Tra i non addetti ai lavori, capita sovente di sentir parlare dell’intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi. Ma sappiamo davvero in cosa consiste l’intervento, e a chi può essere utile? Per rispondere a questa e molte altre domande, abbiamo intervistato la dottoressa Laura Sacchi, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico.

Dott.ssa Sacchi, quali difetti si possono correggere con un intervento laser?

L’intervento laser si usa per correggere astigmatismo e ipermetropia e miopia leggeri e medi. Per ciò che concerne la miopia, qualora essa sia particolarmente importante, e superi le 7 diottrie, si  può rendere necessaria una procedura chirurgica vera e propria e che prevede la sostituzione del cristallino. Sarà lo specialista, ad ogni modo, a valutare la situazione peculiare del paziente di caso in caso.

Chi può sottoporsi all’intervento laser?

Una visita oculistica completa consentirà di capire se il paziente è un candidato ideale per l’intervento laser oppure no. I fattori che concorrono nella decisione sono l’età, la salute generale dell’apparato visivo e la stabilità del difetto refrattivo. In linea generale, ci si può operare tra i 18 ed i 50 anni: ai ragazzi ancora molto giovani, il cui apparato visivo è ancora in corso di maturazione ed i cui difetti visivi non sono ancora del tutto stabili, viene per esempio sconsigliato di optare per l’intervento laser, e di attendere fino a quando il difetto non si sarà stabilizzato. Tuttavia, nulla vieta di effettuare ugualmente l’intervento, mettendo in conto di dover poi effettuare un ritocco negli anni successivi.

Quali sono gli esami da fare per sapere se si è idonei o meno all’intervento?

Per capire se l’intervento di correzione laser dei difetti refrattivi fa per noi, occorre effettuare una visita accurata presso un oculista esperto in chirurgia refrattiva. Gli esami principali che andranno effettuati sono:

  • la pachimetria corneale, ovvero la misurazione dello spessore della cornea: onde poter effettuare l’intervento, è bene che la cornea non sia eccessivamente sottile;
  • la topografia corneale, ovvero la mappa della superficie corneale: una superficie corneale troppo disomogenea rappresenta una controindicazione all’intervento;
  • la pupillometria, ovvero la misurazione del diametro della pupilla in condizioni di luce e di buio: una pupilla che si dilata troppo in condizioni di poca illuminazione, rappresenta una controindicazione all’intervento;
  • l’aberrometria, ovvero lo studio delle microalterazioni che possono essere presenti sulla superficie della cornea, che in taluni casi possono essere corrette con il laser in sede di correzione del difetto refrattivo.

In cosa consiste l’intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi?

L’intervento si avvale di una tecnica d’avanguardia adottata nei centri d’eccellenza per la correzione dei difetti visivi. La tecnica, che prende il nome di FemtoLasik, è molto sofisticata e consente di aprire una sorta di “sportello” sull’epitelio corneale con l’ausilio di un laser a femtosecondi. Il laser a femtosecondi è uno strumento di altissima precisione che, tramite una serie di impulsi, va a sostituirsi ad un bisturi, e taglia l’epitelio corneale nello spessore desiderato dal medico e seguendone perfettamente l’andamento curvilineo. Una volta aperto lo sportello, si esegue il vero e proprio intervento Lasik, e dunque si va a lavorare sullo spessore della cornea per correggere il difetto refrattivo. Concluso l’intervento, il medico riposiziona lo sportello nella sua sede originale, senza dover applicare alcun punto di sutura.

Dottoressa, l’intervento è doloroso?

L’intervento di correzione dei difetti refrattivi con la tecnica FemtoLasik non è assolutamente doloroso, non necessita di punti di sutura e consente un recupero abbastanza veloce. Dopo l’intervento non è necessario alcun bendaggio, la ferita è molto piccola, ed il recupero è molto veloce: il paziente può sperimentare la sensazione di un corpo estraneo, lacrimazione e bruciore, ma sono effetti transitori, che spariscono nell’arco di qualche ora.

L’intervento laser è definitivo?

L’intervento è definitivo qualora il difetto refrattivo sia stabile. Se il difetto non è stabile, come già accennato, è possibile dover eseguire un ritocco in una fase successiva.

Dott.ssa Sacchi, l’intervento laser è rischioso?

L’intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi è assolutamente sicuro. E’ uno degli interventi più praticati al mondo in ambito oftalmico. L’unica complicazione post intervento può essere una leggera secchezza oculare che si risolve nel giro di qualche mese.

Nel ringraziare la dott.ssa Laura Sacchi per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:

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Mosche volanti, quali soluzioni?

Alcuni giorni fa abbiamo affrontato l’argomento delle mosche volanti, spiegando brevemente come si manifesta questo tipo di disturbo e perchè insorge. Abbiamo anche accennato a possibili soluzioni, terapeutiche e chirurgiche. Oggi vogliamo entrare nel merito del trattamento delle mosche volanti: quando è il caso di intervenire? Che cosa si può fare per eliminarle? Vediamo nel dettaglio le risposte a questi quesiti.

Mosche volanti: conviverci oppure eliminarle?

Innanzitutto è bene ribadire che le miodesposie, comunemente note come “mosche volanti”, sono un fenomeno del tutto normale e fisiologico, conseguenza del naturale invecchiamento del vitreo. La struttura vitreale, come abbiamo avuto modo di accennare in precedenza, è composta da collagene, una sostanza gelatinosa che, con l’andare degli anni, tende a perdere la sua naturale omogeneità e ad addensarsi sotto forma di accumuli.

Le mosche volanti non sono dunque al di fuori dell’occhio ma al suo interno. Poichè si tratta di un fenomeno naturale e fisiologico, nella maggior parte dei casi si consiglia al paziente di soprassedere e di conviverci in modo “pacifico”. In fondo, le mosche volanti risultano molto evidenti solo se si guarda verso una fonte di luce molto intensa (per esempio, se si guarda verso il cielo in estate), ma nel corso della giornata non sono eccessivamente fastidiosi.

Leggi anche. Mosche volanti, quando preoccuparsi.

In alcuni casi, tuttavia, gli addensamenti di collagene sono particolarmente numerosi ed il fenomeno diventa fastidioso e poco sopportabile per il paziente. Cosa fare allora? Le strade che il vostro oculista di fiducia andrà a consigliarvi sono generalmente tre. Vediamole di seguito.

3 strade possibili per dire addio alle mosche volanti

1 – La prima strada che il vostro medico oculista di fiducia vi consiglierà è sicuramente quella di assumere, per via orale, un integratore di vitamine, sali minerali ed aminoacidi. Il medico vi consiglierà anche di bere molto, perchè il vitreo (come un pò tutte le cellule del nostro corpo) per mantenersi in salute ha bisogno di essere molto idratato. Vi sembrerà una banalità, ma bere molto è di grande aiuto per mantenere il vitreo in salute e prevenire eventuali danni alla retina.

2 – Qualora le miodesposie siano invece fastidiose ed invalidanti, il vostro medico oculista valuterà se intraprendere la strada dell’intervento laser. L’intervento laser per l’eliminazione delle mosche volanti prende il nome di laservitreolisi e si esegue grazie ad uno speciale laser chiamato YAG, la cui lunghezza d’onda consente di andare a distruggere i tessuti laddove il medico decide di intervenire. E’ lo stesso laser che si usa anche per risolvere, ove necessario, il glaucoma. Per ciò che concerne il trattamento delle mosche volanti, la laservitreolisi consiste nella distruzione degli addensamenti di collagene tramite il laser. La laservitreoilisi è un intervento molto delicato che va valutato con molta attenzione e che va eseguito solamente da un medico particolarmente esperto: perizia, grande competenza ed esperienza sono alla base della buona riuscita di questo genere di intervento che, vi ricordiamo, non è del tutto risolutivo. Il laser infatti va a distruggere solamente gli addensamenti più grandi, ed interviene a debita distanza dalla retina, ecco perchè alcuni addensamenti non si possono eliminare durante l’intervento.

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3 – La terza soluzione che il medico potrebbe prospettarvi è anche la meno comune vitrectomia. La vitrectomia è un intervento che si esegue generalmente quando il fenomeno delle mosche volanti è connesso ad altre complicazioni, come ad esempio un danno alla retina, dovuto proprio alla trazione del vitreo su di essa. Con la vitrectomia, il vitreo viene tolto, tutto o in parte, attraverso uno speciale strumento, e sostituito con una sostanza generalmente gassosa.

Conclusioni

In conclusione, le strade per trovare una via risolutiva alle mosche volanti sono quelle sopracitate, tuttavia il laser e la vitrectomia vengono eseguite solo in casi molto particolari e laddove si possono presentare delle complicazioni. In linea generale, il consiglio che diamo è quello di bere molto, praticare sport e mantenersi giovani ed attivi, assumendo, se consigliato dal medico, alcuni integratori di vitamine e sali minerali.

 

Chirurgia laser: LASIK definita la tecnica più sicura e di successo al mondo

Operazione miopia: lasik tecnica più sicura e di successo

In occasione del congresso dell’American Academy of Ophtalmology a New Orleans, il dott. Eric D. Donnenfeld, dati alla mano, ha confermato il successo della LASIK, tecnica eseguita fra i primi al mondo dal Dott. Lucio Buratto – direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico.

Intervento di miopia, astigmatismo ed ipermetropia: i dati sulla LASIK

I dati confermano come sia la LASIK – la tecnica laser utilizzata nella chirurgia refrattiva (quindi di miopia, astigmatismo ed ipermetropia) – la più sicura e soddisfacente fra le tecniche attualmente disponibili. Il tasso di soddisfazione per la procedura della LASIK raggiunge il 98%, e quasi il 90% di tutti i pazienti operati con questa tecnica raggiunge una visione di 10/10.

Come dichiara il Dott. Eric D. Donnenfeld, la LASIK è la procedura elettiva più sicura, più riuscita e più studiata al mondo. Ha il tasso di soddisfazione del paziente più elevato ed è migliorata costantemente negli ultimi due decenni.

Operazione miopia: come funziona la LASIK

La LASIK è una procedura di intervento laser per la correzione dei difetti refrattivi, cioè per l’operazione di miopia, astigmatismo ed ipermetropia. La procedura della LASIK prevede l’utilizzo di due laser diversi:

  1. Si esegue una cosiddetta “incisione lamellare” sulla cornea, con il laser a femtosecondi;
  2. Successivamente, si effettua il trattamento con il laser ad eccimeri, che corregge il difetto visivo.
  3. Infine, la lamella precedentemente incisa viene poi riposizionata senza necessità di sutura.

Questa tecnica ha molto successo anche perché (soprattutto nelle migliori cliniche oculistiche) viene utilizzato il laser a femtosecondi per effettuare l’incisione. Questo rende l’intervento molto più preciso e sicuro, il recupero è più rapido e non c’è alcun bisogno di applicare punti di sutura o bendaggi. L’intervento LASIK è poi totalmente indolore, grazie all’utilizzo di anestetico topico che non viene iniettato, ma applicato tramite semplicissime gocce di collirio.

Fonte: Healio, Ocular Surgery News.