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Luce blu, ecco perché è così dannosa per i nostri occhi

maculopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Avevamo già affrontato tempo fa l’argomento dell’uso dei dispositivi elettronici in condizioni di poca luce, sottolineando come al diminuire della luce aumentasse il possibile danno al nostro apparato visivo. Oggi un nuovo studio comparso sulla rivista scientifica Nature entra ulteriormente nel merito dei danni che la luce blu emessa dai dispositivi elettronici può produrre ai nostri occhi. Il risultato? Un consiglio: non usare i dispositivi elettronici al buio e soprattutto non troppo a lungo. 

Ecco perché usare i dispositivi elettronici a letto fa male

Usare i dispositivi elettronici a letto o in condizioni di poca luce fa male ai nostri occhi per diversi motivi:

  • affatica la muscolatura oculare;
  • compromette la circolazione sanguigna dell’apparato visivo;
  • peggiora la percezione corretta sia delle immagini vicine che di quelle lontane;
  • causa la cosiddetta “cecità temporanea da smartphone”, specie se si privilegia l’uso di un occhio a discapito dell’altro (con la testa posata lateralmente sul cuscino, per esempio);
  • potrebbe favorire l’insorgenza di maculopatie;
  • compromette la qualità del sonno e del riposo.

Si tratta di una già lunga serie di ragioni piuttosto importanti e preoccupanti, che è bene non sottovalutare, e che da sole dovrebbero indurci a posare o meglio spegnere i nostri device elettronici preferiti quando ci rechiamo in camera da letto. Ma non finisce qui.

Ecco i risultati di un nuovo studio pubblicato recentemente su Nature

La luce blu favorisce la formazione di una molecola dannosa per la retina

In aggiunta ai motivi sopra citati per i quali sarebbe preferibile evitare l’uso prolungato dei device elettronici in condizioni di poca luce, citiamo oggi i risultati di un nuovo studio apparso sulla rivista scientifica Nature. La ricerca è stata condotta dal professor Ajith Karunarathne, dell’Università di Toledo nell’Ohio. Secondo il professore, la luce blu emessa dai dispositivi elettronici sarebbe responsabile della formazione di una molecola chimica particolarmente dannosa per le strutture oculari, con particolare riferimento alla retina. Questa molecola sarebbe tossica e sarebbe responsabile di diversi danni oculari particolarmente gravi, tra cui anche l’insorgenza della degenerazione maculare senile. A subire maggiormente il danno da parte della luce blu sarebbero i fotorecettori presenti sulla retina, cellule nervose molto importanti per il corretto andamento della funzione visiva, che verrebbero danneggiati in modo irreversibile proprio da questa molecola.

Fonte: Nature.com

Perchè la luce blu è pericolosa per i nostri occhi

La luce blu è pericolosa per i nostri occhi non solo per quanto dichiarato dal professor Karunarathne, ma anche perchè, vista la sua lunghezza d’onda, riesce a penetrare in profondità attraverso la cornea ed il cristallino fino alla retina. Inoltre, non essendo una luce calda, non innesca il naturale riflesso di restringimento della pupilla, e quindi l’occhio non è in grado di difendersi in alcun modo da essa.

Usiamo troppo il telefonino. A rischio la vista, soprattutto nei bambini.

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 Un terzo della giornata lo passiamo con il telefonino in mano. E gli occhi attaccati allo schermo. Secondo un recente studio della Lancaster University pubblicato sulla rivista Plos One, passiamo più di 5 ore al giorno e lo controlliamo ben 85 volte nell’arco della giornata!  Ma la cosa, se possibile, ancora più scioccante, è che non ce ne accorgiamo.

Si tratta al momento di uno studio di piccole proporzioni, condotto su alcune decine di persone con un’età compresa tra i 18 e i 33 anni, ma i risultati sono senza dubbio significativi.

Questo distacco tra vita reale e normale, infatti, non mette a rischio solo le nostre relazioni sociali, ma anche la nostra vista!

“Oltre a nuocere ai rapporti interpersonali – ha commentato il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico – passare così tanto tempo davanti allo schermo di uno smartphone o strumenti elettronici simili può essere nocivo per i nostri occhi. E a rischiare di più sono coloro che iniziano a usare questi device troppo presto, i bambini e i giovani in generale. Se fino a poco tempo fa il problema erano le troppe ore passate davanti alla tv a guardare cartoni animati o giocare ai videogiochi, perché ciò limitava la loro capacità di relazionarsi con il mondo esterno, oggi si aggiunge un’altra problematica: i device elettronici, il cui abuso oltre a peggiorare i rapporti interpersonali può comportare seri danni alla vista dei bambini”.

Il problema infatti è proprio l’abuso. L’American Academy od Pediatrics ha recentemente affermato che l’esposizione a device come ipad e telefonini non nuocerebbe ai bambini sotto i due anni, cambiando di fatto la propria posizione che fino a qualche anno fa si esprimeva in senso contrario, raccomandando un divieto assoluto per i bambini fino a 24 mesi di esporsi a questi device (e dopo i due anni solo per massimo due ore al giorno). Oggi queste linee guida sono cambiate, per stare al passo con i tempi e anche perché, come spiegano esponenti dell’associazione, i device di oggi sono più adatti a un giovane pubblico, con app dedicate e in certi casi anche didattiche.

“Il problema però non sono i contenuti – ribadisce il dottor Buratto – ma l’esposizione eccessiva e in posizione errata, che può comportare seri danni alla vista”.

Quattro bambini su dieci, che usano abitualmente device elettronici, rischiano infatti di sviluppare la miopia. Utilizzando così spesso gli smartphone, a distanza ravvicinata (spesso al di sotto dei raccomandati 30 centimetri) i bambini sviluppano molto bene la vista da vicino a discapito di quella per lontano, forzando di fatto l’occhio a comportarsi da miopie.  Questo rischio aumenta anche considerando quanto poco i bambini giochino o passino tempo all’aria aperta, attività fondamentale per sviluppare la vista da lontano.

In Asia, dove il fenomeno è molto più evidente e l’incidenza della miopia tocca in alcuni casi l’80% della popolazione giovane, si stanno sperimentando diverse tecniche per permettere di sviluppare la vista da lontano: classi con pareti trasparenti e lezioni svolte all’aperto, per esempio.

“Non è corretto stigmatizzare gli smartphone – prosegue il dottor Buratto – il problema non è il telefonino, ma l’uso, o forse sarebbe più corretto parlare di abuso, che se ne fa. Siamo diventati troppo dipendenti da questo apparecchio che non serve più solo a telefonare ma ci permette di stare connessi 24 ore su 24 con tutto il mondo. Un’opportunità che affascina tutti, soprattutto i più piccoli, molti dei quali non sperimentano più osperimentano troppo poco il gioco vero, quello all’aperto, quello che li mette in relazione con gli altri bambini, ma preferiscono isolarsi e relazionarsi con questi mezzi elettronici. Basterebbe limitare l’uso durante la giornata e soprattutto tenere lo smartphone a distanza “di sicurezza”, vale a dire a 30 centimetri dal volto. Questa regola vale per qualsiasi device, anche i monitor dei pc”.

Foto by tinkerbrad