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I benefici del caffè per la salute oculare

I benefici del caffé per la salute oculare - Camo - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il caffè è uno di quei piaceri tipici ai quali noi italiani non sappiamo dire di no. Se la sua variante “espressa” è quella che qui nel Bel Paese amiamo maggiormente gustare, in altri paesi del mondo lo si trova in altre varianti: più o meno lungo, con latte, crema o schiuma di latte, cacao, acqua, corretto con bevande alcoliche e via dicendo. Ma il comune denominatore, al di là del piacere unico che una pausa caffè sa offrire, è la caffeina. Ebbene, forse non tutti sanno che la caffeina apporta benefici anche alla salute oculare. 

Caffè contro l’invecchiamento cellulare

Il caffè contiene grandi quantità di acidi clorogenici, preziosi antiossidanti (presenti in misura maggiore nella varietà Robusta rispetto a quella Arabica) che rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle patologie connesse all’invecchiamento cellulare. Per quanto riguarda gli occhi, in particolare, l’acido clorogenico esercita un’azione protettiva della retina, una struttura molto preziosa che per esercitare correttamente le sue funzioni deve essere sempre ben ossigenata. (Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov).

Caffè contro il diabete

Non dimentichiamo che il diabete mellito è una patologia piuttosto insidiosa. Il suo essere sistemica fa sì che sovente essa danneggi anche l’apparato oculare, causando patologie come la retinopatia e la maculopatia diabetica. In questo contesto, l’assunzione di caffeina può aiutare a ridurre i livelli di glicemia nel sangue. (Fonte: Diabetes.co.uk)

Caffeina e Sindrome dell’Occhio Secco

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Ophtalmology ha evidenziato come la caffeina stimoli non solamente la produzione di secrezioni e succhi gastrici, ma anche di liquido lacrimale. Un’ottima notizia per chi soffre di Sindrome dell’Occhio Secco.

Sempre meglio non eccedere

Come amavano ripetere i latini, tuttavia, in medio stat virtus. Se è vero che un buon caffè esercita eccellenti benefici sul nostro organismo, incluso sulla nostra salute oculare, è sempre bene non esagerare. La caffeina è anche un vasocostrittore che, se assunto in dosi eccessive, può ridurre un apporto di nutrimenti al nervo ottico e, in persone predisposte, favorire l’insorgenza di glaucoma.

 

La corioretinopatia sierosa centrale

La corioretinopatia sierosa centrale è una patologia oculare che si caratterizza per un accumulo di liquidi al di sotto della regione centrale della retina. Si tratta di una malattia che nella maggior parte dei casi regredisce nel giro di alcuni mesi. Tuttavia, qualora la corioretinopatia sierosa centrale dovesse recidivare – eventualità che si manifesta in circa il 20% dei casi – esiste la possibilità che essa danneggi i fotorecettori e la capacità visiva del paziente. Cerchiamo di fare chiarezza sul tema.

Cos’è la corioretinopatia sierosa centrale

La corioretinopatia sierosa centrale è una patologia oculare che si manifesta quando si viene a perdere il corretto equilibrio tra coroide, epitelio pigmentato e retina. In condizioni normali, l’epitelio pigmentato, che si trova tra la coroide e la retina, impedisce il passaggio di liquidi verso quest’ultima. Quando la patologia si manifesta, al contrario, si ha un accumulo di liquidi provenienti dalla coroide verso la retina. Questa patologia non ha nulla a che vedere con la degenerazione maculare senile essudativa, che si caratterizza invece per la formazione di neovasi e per altre caratteristiche.

Quando e perché si manifesta la patologia?

La corioretinopatia sierosa centrale si manifesta solitamente ad un solo occhio e tende a regredire da sola nel giro di qualche mese. I sintomi sono difficoltà visiva, perdita della qualità visiva e della nitidezza dei colori. In generale è importante sapere che anche uno stile di vita piuttosto sregolato, caratterizzato da stress psicofisico, può predisporre all’insorgenza della patologia.

Come si diagnostica la corioretinopatia sierosa centrale

Gli esami fondamentali per la diagnosi della patologia sono la fluorangiografia e l’OCT.L’OCT è una sorta di tac della retina, un esame ad alto contenuto tecnologico, non invasivo, che consente di effettuare diverse scansioni della retina ed osservarla nei minimi dettagli. La fluorangiografia è un esame che consente di visionare una vera e propria mappa retinica previa iniezione di un’innocua sostanza fluorescente.

Quali sono le possibilità di trattamento?

Nel caso in cui la patologia tenda a recidivare e/o a diventare cronica, si possono valutare alcune possibilità di trattamento. Tuttavia, non esistono farmaci in grado di contrastare l’insorgenza della patologia o riassorbire efficacemente l’edema. Alcuni studi scientifici hanno peraltro dimostrato che l’assunzione di alcuni farmaci, come per esempio quelli a base di cortisone, sono controindicati per chi soffre di corioretinopatia sierosa centrale. (Fonte. AAOJournal.org) Di aiuto possono essere prodotti diuretici ad azione mirata per l’occhio e antiinfiammatori non steroidei. Nei casi più gravi, talvolta, può essere necessario fare una iniezione antivitreale.

Per quanto riguarda altre tipologie di trattamento, alcuni risultati incoraggianti sono stati ottenuti con il laser micropulsato, uno strumento di ultima generazione che invia impulsi brevissimi senza generare un effetto termico e dunque si rivela perfetto anche per trattare zone delicatissime come la macula.

Per saperne di più

Per prenotare una visita oculistica specialistica chiama dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Quando la tecnologia è al servizio della diagnostica

Nell’ottobre 2018 il nostro direttore scientifico, il dottor Lucio Buratto, assieme al professor Francesco Bandello, ordinario di oftalmologia presso l’Università Salute-Vita del San Raffaele di Milano, ha presentato i risultati di un’indagine demoscopica volta a testare la conoscenza della popolazione in merito al diabete e alle patologie ad esso connesse. I risultati dell’indagine si sono dimostrati ben poco incoraggianti, a riprova del fatto che viviamo in un paese la cui popolazione è, tutto sommato, non sufficientemente informata, nonché poco sensibile al tema della prevenzione. L’altra faccia della medaglia, però, ci mostra una situazione del tutto diversa: oggi la tecnologia sta facendo passi da gigante, mettendo a disposizione dei medici moderni ed efficienti strumenti capaci di affiancarli nel processo diagnostico. Vediamo nel dettaglio come l’intelligenza artificiale possa rivelarsi un ottimo “braccio destro” del medico anche in ambito oftalmico, con particolare riferimento a due patologie oculari legate a doppio filo al diabete: la retinopatia e la maculopatia diabetica. 

Due innovativi software per la diagnosi della retinopatia e della maculopatia

E’ stato recentemente approvato dalla Food and Drug Administration Americana un innovativo software capace di effettuare diagnosi di patologie oculari con una percentuale di precisione particolarmente alta, anche a prescindere dall’intervento del parere medico “umano”. Il software, chiamato IDx-DR, è in grado, grazie ad uno speciale algoritmo, di visionare delle immagini della retina a video e di stabilire se il paziente è affetto o meno da retinopatia e maculopatia diabetica. Affermare che la tecnologia possa sostituirsi interamente al medico sarebbe una forzatura, tuttavia un software come l’IDx-DR potrebbe rivelarsi particolarmente utile nel caso di uno screening di massa sulla maculopatia.

Analogamente, Google ha avviato nel 2016 un progetto chiamato Deep Mind Health in collaborazione con il Moorfields Eye Hospital,  basato sull’analisi di milioni di scansioni tratte da OCT di pazienti. L’OCT, ovvero la Tomografia Ottica Computerizzata, è un esame fondamentale per la diagnosi della maculopatia: individuare e definire un algoritmo capace di effettuare una diagnosi sulla base dell’analisi delle immagini, consentirebbe di poter effettuare, anche nel caso della maculopatia, delle indagini di massa ad alta precisione in tempi piuttosto ridotti.

In arrivo una campagna di prevenzione della maculopatia diabetica promossa da CAMO

Nel febbraio 2019 CAMO si farà promotore di una campagna di prevenzione e diagnosi della maculopatia diabetica. Un importante evento che vedrà la partecipazione di 32 centri d’eccellenza sul territorio italiano, che per l’occasione si avvarranno di software di ultima generazione come quelli sopracitati al fine di monitorare lo stato di salute dei pazienti diabetici a rischio di maculopatia e retinopatia. Un intero mese dedicato non solo agli screening sotto il segno delle tecnologie d’avanguardia, ma anche all’informazione ed alla sensibilizzazione verso il tema della prevenzione, in un paese che ancora oggi non risulta abbastanza informato in merito ad una patologia, come lo è il diabete, che in tutto il mondo sta assumendo i contorni di una pandemia.

Intervento di cataratta, meglio non aspettare

L’intervento di cataratta è, oggi, uno dei più praticati al mondo, nonché uno dei più sicuri. Se fino ad alcuni decenni fa si tendeva ad operare la cataratta solo quando questa era particolarmente avanzata, oggi invece si preferisce anticipare, con ripercussioni positive sullo stato di salute psicofisica del paziente. Aspettare troppo, insomma, non conviene. Ecco spiegati i motivi. 

La cataratta: quando il cristallino invecchia con noi

Il fenomeno che causa la cosiddetta “cataratta” è fisiologico ed è legato a doppio filo all’età del paziente. Con l’avanzare del tempo, generalmente intorno ai 60 anni, il cristallino, la lente naturale posta all’interno del nostro occhio, comincia ad invecchiare. Proprio come il vetro di una finestra esposto per anni ad ogni sorta di intemperie, anche il cristallino perde trasparenza e comincia a diventare opaco. E non solo: oltre ad opacizzarsi, esso si ispessisce e perde flessibilità. Un processo irreversibile, al quale è bene porre rimedio quanto prima.

Come vede il paziente con cataratta

La cataratta porta ad una difficoltà visiva generalizzata: i contorni delle cose si fanno meno definiti, i colori perdono nitidezza, la naturale capacità accomodativa dell’occhio viene meno. Il paziente affetto da cataratta può andare dunque incontro ad una serie di difficoltà nello svolgimento delle piccole grandi azioni quotidiane come cucinare, occuparsi della propria igiene personale, guidare un veicolo, leggere o guardare la televisione, con una conseguente perdita di indipendenza che si ripercuote a sua volta sullo stato d’animo e sull’umore.

Ecco perché è bene non rimandare l’intervento di cataratta

E’ sconsigliato rimandare l’intervento di cataratta per due ragioni:

1 – Rinviare l’intervento ad oltranza significa andare incontro ad un peggioramento dei sintomi. Non esiste terapia farmacologica in grado di contrastare ed arrestare il processo di invecchiamento del cristallino, né di migliorarne i sintomi. Più il tempo passa, più il cristallino si opacizza, si irrigidisce e si ispessisce, andando ad occupare sempre più spazio all’interno dell’occhio e causando, talvolta, una aumento della pressione intraoculare, capace di causare danni irreversibili alle strutture visive dell’occhio. Si può anche innescare, ad esempio, una forma di glaucoma chiamata glaucoma facolitico. Fonte: AAO.org.

Leggi anche: l’intervento di cataratta rende più longevi? Per le donne forse sì

2 – Sottoporsi all’intervento di facoemulsificazione non appena la cataratta viene diagnosticata consente di godere di una lunga serie di ripercussioni positive sul fronte pratico e naturalmente anche psicologico. Vedere bene permette di svolgere le proprie attività quotidiane in totale autonomia e di evitare di andare incontro ad incidenti non solo spiacevoli ma anche potenzialmente pericolosi. E non solo: il ritrovato senso di indipendenza, consente al paziente di sentirsi più giovane più a lungo, senza correre il rischio di cadere in stati emotivi depressi che, al contrario, finirebbero con innescare un processo di invecchiamento più repentino e più difficile da gestire.

Leggi anche: con l’intervento di cataratta, più sicuri anche alla guida

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Funzionalità epatica e salute oculare, quale connessione?

Il fegato è uno dei nostri organi vitali ed è capace di fornire all’organismo salute e benessere. Quando la funzionalità epatica non è top, si verifica un accumulo di tossine, con conseguenze che possono impattare il benessere di tutto l’organismo, incluso quello oculare. Vediamo in che modo. 

A cosa serve il fegato

La funzione del fegato è quella di filtrare tutte le tossine e le sostanze di scarto che introduciamo tramite l’alimentazione, che poi saranno eliminate tramite feci e urina. Un fegato sano svolge questa funzione alla perfezione, mentre un fegato affaticato o malato accumula tossine e le riversa nell’organismo stesso.

Quali sono i segni di un fegato che non lavora come dovrebbe?

Se avete la sensazione che il vostro fegato non stia lavorando a dovere, rivolgetevi al vostro medico di fiducia. I segni che possono indurvi a pensare che il vostro fegato sia affaticato o non stia svolgendo correttamente la sua funzione sono:

  • pelle secca, disidratata, che prude
  • perdita di peso e di appetito
  • stanchezza, spossatezza
  • qualche dolore nella zona addominale o una sensazione di gonfiore
  • urine e feci più scure del solito
  • colorazione giallastra di pelle, unghie e sclera degli occhi (ittero sclerale)

Quali sono gli effetti che un fegato affaticato esercita sulla salute oculare?

La vitamina A è fondamentale per il benessere dei nostri occhi ed in particolare per quello della retina, i cui fotorecettori esercitano al meglio la loro funzione proprio quando “nutriti” adeguatamente di questa vitamina. L’organo avente il ruolo di immagazzinare e rilasciare la vitamina A è proprio il fegato. Va da sè che un fegato che lavora male potrebbe impattare anche la salute oculare. I sintomi oculari derivanti da una carenza di vitamina A sono:

  • difficoltà di visione notturna
  • disidratazione lacrimale

Funzionalità epatica e salute oculare. Ecco il consiglio: prediligere alimenti ricchi di vitamina A

Per preservare la funzionalità epatica ed una buona salute oculare, si consiglia di ovviare alla carenza di vitamina A consumando molti alimenti freschi e di stagione che la contengano, come le verdure a foglia verde, frutti gialli e arancio, ortaggi gialli, come la zucca, uova, latticini, fegato, pesce. E non finisce qui: gli amanti del cacao possono dormire sogni tranquilli e consumarne a piacimento, perché – non tutti ne sono a conoscenza – facilita l’assorbimento della vitamina A.

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Come aiutare il fegato a svolgere la sua funzione al meglio

Ecco cosa conviene fare e non fare per preservare salute oculare e funzionalità epatica, e più in generale per aiutare il fegato a svolgere al meglio la sua funzione:

Cosa non fare per evitare di affaticare il fegato

  • non bere troppi alcolici
  • non bere troppi caffè
  • tenere una alimentazione di facile digestione
  • evitare o limitare l’assunzione di alcuni farmaci, soprattutto quelli da banco, che spesso ci si “prescrive” in autonomia senza fare troppa attenzione alla posologia
  • non cenare troppo tardi

Cosa fare per evitare di affaticare il fegato

  • assumere molti liquidi
  • prediligere cibi freschi e di stagione, privi di conservanti
  • cucinare con le spezie, come per esempio la curcuma
  • consumare tarassaco, cardo mariano, carciofo, sedano
  • bere molto thè verde
  • scegliere alimenti ricchi di vitamina A (la salute oculare può dipendere dalla funzionalità epatica,come precedentemente detto)
  • cenare presto, ma soprattutto cenare leggero

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