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Operazione di cataratta FAQ

operazione di cataratta - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’operazione di cataratta è uno degli interventi chirurgici più eseguiti al mondo. L’intervento di cataratta ha rivoluzionato in modo significativo la percezione del concetto stesso di terza età agli occhi della società. Poter preservare (e addirittura recuperare) la propria capacità visiva e di mantenere un ottimo livello di dinamismo e indipendenza, sono fattori non da poco. Tuttavia, molti pazienti ci rivolgono quotidianamente innumerevoli domande sul tema. Cogliamo dunque l’occasione per fornire alcune risposte utili.

In cosa consiste l’intervento per la rimozione della cataratta?

L’intervento di cataratta è una procedura moderna e risolutiva che consiste nel rimuovere il cristallino opacizzato e di sostituirlo con una lente intraoculare. I primi tentativi di rimozione del cristallino affetto da cataratta risalgono addirittura alla fine del Settecento. Da allora ad oggi il mondo della chirurgia oftalmica naturalmente non è più lo stesso.

L’operazione di cataratta, come la conosciamo oggi, è una procedura agevole e di breve durata. Nella sua versione maggiormente diffusa, il protagonista è il facoemulsificatore. Si tratta di uno strumento ad ultrasuoni che frantuma ed aspira il cristallino in pochi istanti. Lo strumento accede al cristallino grazie ad una minuscola incisione sulla superficie oculare. Attraverso la medesima incisione, si procede poi all’inserimento e all’opportuna collocazione della lente intraoculare. Questa metodica è ampiamente diffusa e normalmente prevede l’uso di un bisturi.

Oggi nei centri sanitari d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, il facoemulsificatore è supportato (e spesso sostituito nella procedura di frantumazione del cristallino) da tecnologie ancora più moderne: il laser a femtosecondi, che sostituisce anche il bisturi.

Si tratta di tecnologie pensate per

  • non usare bisturi o strumenti taglienti
  • evitare traumi alle strutture oculari
  • offrire un’elevatissima precisione all’intera procedura
  • rendere la procedura maggiormente confortevole anche per il paziente stesso

Quanto dura una convalescenza dopo un intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta è una procedura di routine che va affrontata con la giusta dose di serenità. Al contempo, è fondamentale tenere a mente che si tratta pur sempre di un intervento chirurgico che richiede consapevolezza e serietà. E’ importante attenersi alle indicazioni preoperatorie e postoperatorie fornite dalla struttura sanitaria o dal chirurgo che ha eseguito l’intervento. Così facendo il corretto recupero richiederà qualche giorno o settimana. Con le opportune attenzioni e con un po’ di pazienza, insomma, in breve tempo è possibile cominciare a godere degli straordinari vantaggi offerti dall’operazione di cataratta.

Cosa non fare subito dopo l’intervento

Le dimissioni avvengono nel medesimo giorno dell’intervento, che solitamente è eseguito su un occhio alla volta. Prima di fare ritorno presso la propria abitazione si riceve un documento contenente le indicazioni terapeutiche da seguire e le norme comportamentali da osservare. In particolare, dopo l’operazione di cataratta sarà necessario:

  • indossare la conchiglia protettiva notturna ricevuta al momento della dimissione
  • evitare di vaporizzare fragranze o cosmetici in spray in prossimità del viso
  • non usare make up
  • evitare sforzi
  • non bagnare l’occhio
  • si consiglia anche di indossare un buon paio di occhiali da sole dal momento in cui si lascia la struttura sanitaria, e per qualche settimana a venire, sino ad avvenuto e completo recupero visivo.

L’operazione è dolorosa?

Come accennato, l’operazione di cataratta si è evoluta tantissimo negli ultimi anni. Gli strumenti ad ultrasuoni così come i moderni strumenti laser non provocano alcun dolore, poiché l’intervento è eseguito previa somministrazione di un collirio anestetico.

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Cataratta: come eliminarla senza bisturi

L’intervento di cataratta è una procedura chirurgica oggi molto diffusa. Negli ultimi decenni si è assistito ad una dilatazione dell’aspettativa media di vita a livello globale. Tra i fattori determinanti, i progressi in ambito medico, l’ampliamento dell’accesso alle cure sanitarie e, più in generale, le sempre migliori condizioni di vita dell’uomo. Va da sé che la terza età non è più intesa come periodo di inesorabile declino, ma al contrario come parte integrante di un’esistenza da vivere appieno. Un’esistenza caratterizzata da una vivace vita sociale, da hobby, interessi e da molto altro. Insomma, vedere adeguatamente e preservare la propria salute visiva diviene più che mai fondamentale. La notizia interessante è che oggi, il timore dell’intervento di cataratta si può superare accedendo ad una variante più gentile che non si avvale dell’uso del bisturi.

L’intervento di cataratta tradizionale

L’opacizzazione del cristallino è un fenomeno patologico legato al tempo che avanza e al naturale invecchiamento. Il suo notevole incremento è causato dal fenomeno descritto in apertura, ovvero dalla dilatazione della vita media delle persone. Pertanto, con l’avanzare del tempo, il cristallino tende ad opacizzarsi e a non essere più in grado di svolgere le funzioni per le quali è stato progettato da madre natura:

  • la funzione accomodativa
  • il passaggio dei raggi luminosi attraverso di esso, dalla pupilla sino alla retina

Con l’intervento di cataratta si rimuove il cristallino opacizzato ed ispessito e lo si sostituisce con un cristallino artificiale. E poiché esso è collocato all’interno del bulbo oculare, si rende necessario praticare una piccola incisione per potervi accedere. Tradizionalmente questa incisione si esegue con l’aiuto di un bisturi. La procedura non è dolorosa, ma può incutere un certo timore sicuramente comprensibile. Inoltre, l’uso del bisturi o di altri strumenti taglienti in chirurgia oftalmica – poiché più traumatici per le strutture oculari – possono dilatare i tempi necessari per il recupero post operatorio.

Operazione di cataratta senza bisturi: parola d’ordine, femtosecondi

Gli strumenti laser hanno rivoluzionato il mondo della medicina, trovando applicazione in diversi ambiti: sono protagonisti nella terapia di innumerevoli tipologie di lesioni, in chirurgia estetica e, naturalmente, anche in chirurgia oftalmica. L’uso del laser in medicina offre numerosi vantaggi: riesce anche a sostituirsi al bisturi, offrendo una guarigione più veloce, una precisione mai raggiungibile con le lame ed un recupero post operatorio più agevole e veloce.

Anche per ciò che concerne l’intervento di cataratta, oggi è possibile sottoporsi ad una versione più gentile dell’intervento, grazie al laser a femtosecondi. Un laser di ultima generazione, così chiamato per la velocità degli impulsi emessi (pari a un femtosecondo, ovvero un milionesimo di miliardesimo di secondo).

L’intervento di cataratta con laser a femtosecondi è disponibile attualmente solo presso i centri d’eccellenza sanitaria come il Centro Ambrosiano Oftalmico e, come detto, offre innumerevoli vantaggi a più livelli:

  • maggiore precisione e controllabilità dell’incisione
  • minor stress operatorio per i tessuti oculari
  • più rapido recupero post operatorio
  • minor stress per il paziente anche sul fronte emotivo

Ma non finisce qui: il laser a femtosecondi diventa protagonista di altri aspetti della procedura chirurgica, anche sostituendosi al tradizionale strumento ad ultrasuoni nella fase di frantumazione del cristallino naturale. Anche in questo caso, più precisione e minor stress per le strutture oculari sono tra i punti a favore.

Vuoi saperne di più?

L’intervento di cataratta senza bisturi è molto vantaggioso. E non solo. Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico è anche possibile progettare il proprio intervento su misura, andando a selezionare le migliori lenti intraoculari per le proprie specifiche esigenze. Prenota la tua visita oculistica specialistica: saremo lieti di illustrarti tutte le opportunità attualmente disponibili per le tue necessità di recupero visivo. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 636 1191.

TAC dopo intervento di cataratta: si può fare?

Tra le domande più frequenti sull’operazione di cataratta vi sono quelle che fanno riferimento al “dopo”. Ovvero, a tutto ciò che si può o non si può fare nel periodo post operatorio. E tra queste, non mancano mai quelle che riguardano eventuali esami diagnostici. E’ possibile sottoporsi ad una risonanza magnetica? E a una TAC? Approfittiamo dunque per rispondere proprio al dubbio che molti dei nostri pazienti esprimono rispetto all’eventualità e alla necessità di sottoporsi ad una TAC dopo l’intervento di cataratta.

Che cos’è la TAC? E’ un esame che comporta dei rischi?

La TAC – Tomografia Assiale Computerizzata – è un esame diagnostico approfondito che si prescrive di solito in seconda battuta dopo eventuali radiografie o ecografie. Si esegue tramite somministrazione di raggi X nelle porzioni del corpo che si intende indagare. I raggi X utilizzati per una TAC sono percentualmente maggiori rispetto a quelli necessari per l’esecuzione di una comune radiografia, ma rimangono sempre entro i limiti di sicurezza per la salute umana. Naturalmente si prescrive solo se strettamente necessaria, ma, come detto, non comporta alcun rischio.

Chi è affetto da cataratta può sottoporsi ad una TAC?

Molti pazienti affetti da cataratta – specie laddove la cataratta sia ad uno stadio iniziale – temono che l’esame diagnostico predisponga ad un peggioramento della patologia oculare. Tuttavia, il loro timore non trova fondamento scientifico, né conferma nella realtà. Non c’è motivo di temere che la cataratta peggiori a seguito dell’esame. Sicuramente peggiorerà, come accade naturalmente, in virtù del tempo che avanza o della concomitanza di una serie di fattori predisponenti. Ma il peggioramento non sarà imputabile alla TAC. Ricordiamo, ad ogni modo, che è bene eseguire l’intervento di cataratta il prima possibile a seguito della diagnosi.

E’ possibile sottoporsi alla TAC dopo l’intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta non è una controindicazione all’esecuzione della TAC

Un’altra domanda frequente è relativa all’esecuzione della TAC dopo l’intervento di cataratta. Ebbene, essere portatori di cristallini artificiali non è una controindicazione né un limite all’esame. Chi si è sottoposto all’intervento di cataratta può sottoporsi all’esame diagnostico senza timore che le proprie lenti intraoculari o più in generale l’apparato visivo ne siano compromessi.

Vuoi saperne di più?

Ti è stata diagnosticata la cataratta o sei in procinto di sottoporti all’intervento per la sua rimozione? Vuoi conoscere più da vicino i diversi aspetti dell’intervento, sia per ciò che concerne il periodo pre operatorio che quello post operatorio? Vieni a trovarci: saremo lieti di fornirti tutte le delucidazioni che desideri. Chiamaci: il centralino del Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi 02 636 1191.

Lenti EDOF e intervento di cataratta: un binomio vincente

Quello con l’intervento di cataratta è un appuntamento al quale – percentualmente parlando – 8 italiani su 10 tra i 70 ed i 74 anni si trovano a doversi presentare. Questo dato importante è il risultato della combinazione di due fattori: la marcata diffusione della patologia nella sua variante senile, e il fatto che l’unica soluzione per la cataratta sia l’intervento chirurgico. Una procedura oggi ampiamente di routine, resa ancora più interessante e poco traumatica – in particolar modo nelle strutture sanitarie d’eccellenza – da una serie di innovazioni tecnologiche capaci di esercitare un indubbio appeal nei pazienti più attenti. Ci riferiamo ai moderni strumenti laser ma anche alle lenti intraoculari di ultima generazione. Tra queste, le innovative lenti EDOF.

L’intervento di cataratta va eseguito quanto prima: perché?

L’intervento di cataratta è una procedura mini invasiva e totalmente indolore per sostituire il cristallino naturale in via di opacizzazione con uno artificiale perfettamente trasparente. Un cristallino del tutto nuovo, che manterrà la sua efficacia e la sua trasparenza per tutta la durata della vita del paziente.

Si consiglia sempre di eseguire l’intervento non appena si riceve la diagnosi, anche se la patologia è ancora al suo stadio iniziale e se l’età non è particolarmente avanzata.

Le ragioni sono diverse:

  1. non ha alcun senso lasciare che la propria capacità visiva peggiori con l’andare del tempo, compromettendo a piccoli passi la qualità del proprio quotidiano, generando insicurezza in ambito motorio, stradale e pregiudicando la qualità visiva anche a livello di nitidezza dei colori;
  2. la cataratta avanzata può portare ad una serie di conseguenze importanti sul piano della salute oculare: tra queste, menzioniamo l’aumento di pressione intraoculare e l’eventuale sfaldamento del cristallino ispessito ed opacizzato;
  3. l’intervento ha l’obiettivo di eliminare in modo permanente la cataratta ma – grazie alle lenti intraoculari come le lenti EDOF – può rivelarsi anche un’opportunità. Spieghiamo di seguito come e perché.

Lenti EDOF e intervento di cataratta

Come appare chiaro dalle considerazioni sopra esposte, l’intervento di cataratta è una procedura da affrontare con tempestività non appena si riceve la diagnosi, e può comportare alcuni vantaggi. Il cristallino artificiale che si impianta al posto di quello naturale può essere dotato del potere diottrico di cui si ha bisogno per ripristinare al meglio la propria capacità visiva.

In questo senso, non si recupera solamente la qualità visiva messa a repentaglio dalla cataratta, ma anche la quantità visiva persa a causa dei propri difetti visivi. Di fatto, si può riuscire anche a fare a meno degli ausili esterni per la visione – quali lenti a contatto e occhiali da vista – “approfittando” dell’intervento di cataratta, al quale ci si dovrebbe sottoporre in ogni caso.

Il mercato delle lenti intraoculari è molto vasto e consente oggi di rispondere ad una vasta gamma di esigenze visive. Possiamo affermare senza timore di esagerare che le lenti intraoculari oggi sono di fatto personalizzabili, proprio come accade per le lenti oftalmiche che comunemente indossiamo sotto forma di occhiali da vista. A ciascuno la sua, insomma.

Cosa sono le lenti EDOF

Tra le lenti intraoculari più interessanti che vale la pena di conoscere, non possiamo non menzionare le lenti EDOF. Si tratta di lenti intraoculari capaci di correggere una gamma molto ampia di esigenze visive: da quelle particolarmente ravvicinate – intorno ai 40 cm – fino all’infinito. Tutto ciò con una sola lente.

Le lenti EDOF sono pensate per soddisfare appieno le necessità di chi conduce stili di vita dinamici e in movimento, praticando sport, trascorrendo molto tempo fuori casa o alla guida. Consentono di tornare a vedere bene il cruscotto dell’auto o lo schermo del proprio portatile ma anche le lunghe distanze: non a caso sono perfette anche per chi soffre di miopia. E sono molto performanti anche in condizioni di scarsa luminosità, grazie alla loro capacità di ridurre al minimo la visione di aloni e sfocature.

L’unico occhiale che potrà eventualmente servire è quello per la lettura o per lavori che richiedono minuzia e precisione, come il ricamo o il cucito, per fare un esempio. Ma, in generale, le lenti EDOF sono ottime “compagne di vita” per il quotidiano, consentendo di muoversi dentro e fuori casa con sicurezza e disinvoltura senza dover indossare continuamente gli occhiali da vista. Regalando una qualità visiva davvero eccellente.

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Ti è stata diagnosticata la cataratta e desideri conoscere più da vicino l’intervento come eseguito presso il nostro centro d’eccellenza? Chiamaci: il centralino del Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi al numero 02 636 1191.

Cosa può provocare la cataratta?

La cataratta senile è una delle patologie oculari a maggior diffusione su scala mondiale. Quali sono le cause della cataratta? Come comportarsi per fare un’adeguata prevenzione? Rispondiamo subito a queste domande comuni sul tema.

Perché in tanti si ammalano di cataratta?

Prima di entrare nel merito delle cause della cataratta, è doveroso fare qualche considerazione generale sul perché oggi ci si ammala di cataratta.

1 – L’anzianità oggi è un fatto del tutto comune

La prima considerazione riguarda la diffusione della cataratta. Come mai è così diffusa? Il paradosso che oggi viviamo con riferimento a tutte le patologie connesse all’età è il seguente. Mano a mano che abbiamo potuto disporre di stili di vita sempre migliori, con condizioni igienico sanitarie più idonee ed altre innumerevoli comodità, la durata della vita media è aumentata. Di conseguenza, il numero delle persone che oggi riescono a raggiungere un’età particolarmente avanzata è molto più alto di quanto non accadesse qualche decennio fa. Ecco spiegato perché ammalarsi di cataratta, oggi, non è poi così infrequente.

2 – La prevenzione è un’arma preziosa a qualunque età

La seconda considerazione fa da contrappunto alla prima. Poiché la cataratta senile è la prima causa di cecità al mondo, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nel potenziale ridimensionamento di questo dato così importante ed impattante sul benessere visivo della popolazione anziana. Ecco perché una diagnosi precoce è sempre un ottimo punto di partenza per una prognosi il più possibile favorevole.

3 – Affidarsi allo specialista consente di preservare uno di salute oculare ottimale a lungo nel tempo

Perché parliamo di prognosi favorevole? Perché oggi l‘intervento di cataratta può essere affrontato con la giusta dose di serenità: l’intervento di cataratta è breve durata, risolutivo e considerato dagli addetti ai lavori del tutto routinario. Insomma, aver cura di se stessi anche in età avanzata, sottoporsi agli opportuni controlli della propria salute ed affidarsi ai consigli degli specialisti è davvero una scelta capace di restituire uno stato di benessere ottimale sul lungo periodo.

Quali sono le cause della cataratta?

La cataratta è un fenomeno del tutto naturale legato a doppio filo all’avanzare del tempo. Mano a mano che il tempo passa tutto il nostro organismo perde efficienza: l’apparato scheletrico diviene più fragile, la digestione si fa più difficoltosa e via dicendo. Chi più chi meno, tutti sperimentano gli effetti del tempo che avanza.

Ciò che accade al cristallino è che questo si opacizza, proprio come accade al vetro di una vecchia finestra. E perdendo la sua naturale trasparenza, perde anche la sua efficienza. Vi sono tuttavia dei fattori che possono predisporre ad una più veloce e più marcata opacizzazione del cristallino:

  • patologie sistemiche, come il diabete
  • una miopia forte non corretta adeguatamente
  • altre patologie oculari coesistenti, come una retinopatia
  • la somministrazione massiccia e prolungata nel tempo di determinati farmaci (cortisonici, per esempio)
  • l’esposizione prolungata a raggi ultravioletti
  • abitudini e stili di vita sbagliati: abuso di alcolici o fumo di sigaretta, alimentazione sregolata

Appare chiaro, dunque, che come spesso accade in medicina non ci si ammala per un motivo specifico e fine a se stesso, ma per una serie di concause. Prendersi cura di se stessi:

  • volendosi bene
  • alimentandosi correttamente
  • limitando eventuali vizi poco salutari
  • curando adeguatamente tutte le proprie eventuali patologie
  • sottoponendosi a periodici controlli della salute oculare

è sicuramente il primo passo per rallentare la comparsa ed il decorso della cataratta.

Vuoi saperne di più?

Una cataratta diagnosticata già nelle sue fasi d’esordio e con tempestività si cura più agevolmente di una cataratta matura. Non esitare pertanto a prenotare stesso il tuo controllo della salute visiva. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedì al venerdì al numero 02 636 1191.

Femtocataratta, cos’è?

Cosa si intende per femtocataratta? Sicuramente abbiamo sentito nominare innumerevoli volte l’intervento di cataratta, sappiamo cos’è, e con buona probabilità abbiamo almeno un parente o conoscente che vi si è già sottoposto. Oggi però, il tradizionale intervento di cataratta compie un salto di qualità e si presenta in una nuova veste. Una veste più tecnologica ed innovativa, capace di rendere la seduta operatoria più piacevole e vantaggiosa tanto per il medico, quanto per il paziente. Una vera e propria opportunità da cogliere al volo per chi oggi riceve una diagnosi di cataratta. Il perché ve lo raccontiamo subito.

Cosa si intende per femtocataratta

Nell’intervento di cataratta tradizionale il chirurgo esegue una piccola incisione sulla cornea al fine di poter accedere al cristallino in via di opacizzazione. Tale incisione è eseguita manualmente con un bisturi. A seguito dell’incisione, si introduce nell’occhio il facoemulsificatore, uno strumento ad ultrasuoni che frantuma ed aspira il cristallino naturale. Infine, si posiziona un cristallino artificiale. L’intero intervento è indolore e di breve durata ma, così come è concepito:

  • sottopone le strutture oculari ad uno stress che si protrae anche nelle ore che seguono l’intervento
  • può essere un po’ più stressante anche per il paziente
  • richiede e prevede più “manovre” chirurgiche
  • in alcuni casi può richiedere qualche punto di sutura

Oggi però, grazie all’introduzione in chirurgia oftalmica degli strumenti laser, l’intera procedura può assumere contorni più “gentili”, acquisendo al contempo una maggiore precisione e programmabilità. Lo strumento che ha rivoluzionato l’intervento di cataratta in questo senso si chiama laser a femtosecondi, da cui il nome femtocataratta.

Cos’è il laser a femtosecondi

Il panorama degli strumenti laser è particolarmente vasto. Anche in campo medico e chirurgico, i laser oggi sono più che mai protagonisti. Per ciò che concerne l’oftalmologia, la chirurgia refrattiva attinge ampiamente agli strumenti laser, correggendo i difetti visivi più disparati in modo estremamente preciso. Anche l’intervento di cataratta non è da meno, grazie al ruolo centrale assunto dal laser a femtosecondi. Disponibile solamente in taluni centri d’eccellenza sanitaria, il laser a femtosecondi è uno strumento ad altissimo apporto tecnologico capace di emettere impulsi brevissimi e ravvicinati, nonché estremamente precisi. E’ uno strumento sofisticato che, se nelle mani di specialisti esperti e competenti, può davvero dare una marcia in più a diversi interventi di chirurgia oftalmica, tra cui proprio l’operazione di cataratta. Che, in tal caso, assume il nome di femtocataratta.

Come avviene l’intervento di femtocataratta

La sequenza di impulsi brevissimi e ravvicinati che il laser a femtosecondi emette gli consente di sostituirsi totalmente sia al bisturi, sia al facoemulsificatore per quanto riguarda la frammentazione del cristallino opacizzato. La differenza tra l’azione esercitata dal laser e quella invece esercitata dagli strumenti tradizionali si apprezza su più piani:

  • precisione e programmabilità delle diverse fasi dell’intervento
  • zero bisturi, zero punti di sutura
  • minor stress per i tessuti coinvolti, che si traduce in un recupero post operatorio più veloce ed agevole
  • minor stress emotivo per il paziente

In generale, dunque, scegliere di sottoporsi all’intervento di cataratta con laser a femtosecondi apporta benefici a tuttotondo per il chirurgo che esegue l’intervento e per il paziente che vi si sottopone. Una piccola grande rivoluzione nel modo di concepire la chirurgia oftalmica da cogliere al volo qualora si riceva una diagnosi di cataratta.

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Se desideri sottoporti ad un controllo della salute oculare o vuoi conoscere più da vicino l’intervento di femtocataratta, chiamaci. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Quanti tipi di cataratta esistono?

Con il termine cataratta si intende una patologia che colpisce il cristallino, la piccola lente situata all’interno dei nostri occhi che ricopre un ruolo cruciale e fondamentale nella funzione visiva. La forma più nota e conosciuta di cataratta è quella legata all’età, chiamata pertanto cataratta senile. Ma ve ne sono anche altre. Cogliamo l’occasione per scoprirle assieme.

Cosa hanno in comune tutte le varianti della patologia?

Tutte le tipologie di cataratta che ci accingiamo a menzionare hanno in comune un sintomo principale: l’opacizzazione del cristallino. Quando questo si ammala, perde trasparenza. Ed è proprio la trasparenza (ma non solo) una delle caratteristiche fondamentali di un cristallino sano e perfettamente efficiente. Mano a mano che l’opacizzazione avanza, i raggi luminosi che penetrano nell’occhio dall’esterno attraverso la pupilla faticano a raggiungere la retina, e la funzione visiva si fa imprecisa e difficoltosa. Come se un velo (o una cataratta, appunto) si interponesse tra chi guarda e il mondo.

Elenchiamo brevemente le tipologie di cataratta:

Cataratta congenita

Capita di nascere già affetti da cataratta e per questo motivo la patologia si dice congenita. Questa variante può interessare un occhio solamente, oppure entrambi. Le cause possono essere ereditarie, ma può anche essere dovuta ad altri fattori intervenuti in fase gestazionale

  • patologie contratte dalla madre (rosolia, parotite, varicella, herpes sistemico)
  • esposizione ai raggi X
  • assunzione di particolari farmaci

La cataratta congenita è curabile chirurgicamente, ma è fondamentale che la diagnosi sia particolarmente tempestiva.

Cataratta giovanile

La cataratta giovanile fa invece il suo esordio in giovane età, al contrario di quanto accade con la variante più nota e diffusa della patologia, che invece si presenta in età matura. Le cause possono essere:

  • una miopia molto forte, uno dei più comuni fattori predisponenti l’opacizzazione del cristallino prima dell’età avanzata
  • la presenza di altre patologie oculari, come il glaucoma
  • la presenza di una patologia sistemica, come il diabete di tipo 1
  • una dermatite atopica
  • l’esposizione intensa e protratta nel tempo a raggi ultravioletti
  • l’assunzione massiccia e prolungata di farmaci cortisonici
  • una iperferritinemia, ovvero livelli molto elevati di ferro nel sangue

Cataratta diabetica

Come già accennato relativamente alla cataratta giovanile, il diabete può favorire l’insorgenza di diverse patologie oculari, tra cui la cataratta, ma anche la retinopatia diabetica e la maculopatia diabetica. Si tratta di patologie che è necessario affrontare con prontezza e serietà, pena una compromissione importante della salute del proprio apparato visivo. Il consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista in oftalmologia così come, parallelamente, ad un diabetologo.

Cataratta traumatica

Può capitare che la cataratta si presenti come conseguenza di un forte trauma oculare: un incidente, un trauma di origine sportiva o altro possono innescare l’opacizzazione del cristallino. In tal caso potrà trattarsi di una opacizzazione monolaterale oppure bilaterale, a seconda della tipologia di trauma.

Cataratta secondaria

La cataratta secondaria è un possibile incoveniente del tradizionale intervento di cataratta. Può accadere che, a seguito della rimozione del cristallino opacizzato, la parte posteriore della sacca che lo conteneva (che non viene rimossa durante l’intervento), si opacizzi a sua volta. Non è nulla di allarmante e, come detto, può accadere. Si risolve con una brevissima seduta laser del tutto indolore.

Cataratta senile

Terminiamo la carrellata delle tipologie di cataratta con la cataratta senile, quella legata a doppio filo al tempo che avanza. E’ la variante più diffusa, ed è dovuta al fatto che, mano a mano che gli anni passano, il cristallino perde trasparenza in modo del tutto naturale. Un processo irreversibile, che trova soluzione solamente nella sostituzione del cristallino naturale con uno artificiale.

Quali sono le cure?

La cataratta è una patologia che:

  • non trova soluzione nell’assunzione di farmaci di sorta
  • e non migliora con l’andare del tempo

L’unica strada da intraprendere per curarla è chirurgica e consiste nella sostituzione del cristallino opacizzato con uno nuovo, perfettamente trasparente e destinato a durare per tutta la vita. Si tratta di un intervento poco invasivo che non deve suscitare alcun timore ma che, anzi, oggi va vissuto come una vera e propria opportunità.

Di seguito i vantaggi dati dall’intervento

  • è una opportunità per ripristinare la propria capacità visiva e per recuperare un senso di indipendenza motoria e di autonomia a tuttotondo, specie in età avanzata
  • consente di risolvere anche eventuali difetti visivi preesistenti, dal momento che il cristallino artificiale può essere dotato del potere diottrico necessario al paziente (anche qualora i difetti visivi siano più d’uno)
  • nella variante dell’intervento denominata femto-cataratta, eseguita solo in alcuni centri d’eccellenza, l’intervento non prevede l’uso di lame, strumenti taglienti o punti di sutura, e offre un recupero visivo ancor più veloce e gradevole. Questo accade perché il protagonista è uno strumento laser: il laser a femtosecondi.

Vuoi saperne di più?

Prenota la tua visita oculistica specialistica. Saremo lieti di prenderci cura della tua salute oculare e di raccontarti tutto sull’intervento di cataratta con laser a femtosecondi. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Cataratta e benessere emotivo nella terza età

La cataratta è nota ai più come patologia oculare in senso stretto. Che va curata per ripristinare la capacità e l’acuità visiva di chi ne è affetto. Tuttavia, il mondo della ricerca si sta interrogando sempre di più sull’influenza che la patologia può esercitare sullo stato cognitivo ed emotivo con particolare riferimento al paziente anziano. Sembra, difatti, che esista un legame di causa effetto tra la cataratta e una serie di difficoltà motorie, emotive e cognitive nelle persone anziane. Vediamo come si manifesta questo legame.

La cataratta è una delle prime cause di cecità al mondo

La cataratta è ancora oggi una delle prime cause di cecità o grave ipovisione al mondo, assieme ad altre patologie oculari come il glaucoma, la Maculopatia e la retinopatia diabetica. Patologie insidiose che conducono ad un peggioramento della salute così come della capacità visiva quando non adeguatamente curate. Questo accade, per esempio, se vengono a mancare una puntuale e capillare diffusione dell’informazione e adeguati programmi di screening della salute oculare Sfortunatamente la cataratta non porta con sé solamente un progressivo, importante ed irreversibile calo della capacità visiva, ma innesca anche una serie di disagi e disturbi che sembrano davvero essere concatenati tra di loro.

Cosa sappiamo oggi del legame tra cataratta e disturbi della sfera cognitiva ed emotiva

Il paziente anziano è più fragile

Alcuni ricercatori hanno già indagato il tema del legame tra cataratta e disturbi della sfera cognitiva ed emotiva.

In generale, il paziente anziano è caratterizzato da una fragilità globale tale per cui un evento avverso può predisporre all’insorgenza di altre difficoltà e/o patologie, sia sul piano fisico che emotivo.

Una cataratta non curata con tempestività può avere diverse conseguenze. Elenchiamole brevemente:

  • incertezza motoria, che porta ad un rischio elevato di cadute e che in età avanzata possono causare frequentemente fratture del femore o del bacino (con maggiore incidenza nelle donne in post menopausa, più esposte al rischio di osteoporosi). Uno status quo che può innescare un tracollo dello stato di salute globale di chi è oggetto di questi incidenti.
  • un senso di sconforto dovuto alla progressiva difficoltà nel compiere anche piccole azioni quotidiane, ed al fatto di aver sempre più bisogno d’aiuto a scapito della propria indipendenza personale. Tale stato emotivo può cronicizzarsi innescando una vera e propria patologia depressiva.
  • maggiore predisposizione ad andare incontro ad un rapido declino cognitivo, con un maggiore rischio di sviluppare demenza senile e patologia di Alzheimer.

La scienza non cessa d’indagare le ripercussioni globali della cataratta sulla salute dell’anziano

Attualmente sono in corso altre ricerche scientifiche per accertare l’impatto globale che la cataratta ha sull’anziano, ma vi sono già alcuni dati fuori dubbio:

  • l’unica cura esistente per la cataratta è la chirurgia
  • la chirurgia della cataratta non presenta controindicazioni, salvo casi eccezionali
  • le eventuali complicanze poste in essere dall’intervento di cataratta sono di gran lunga più rare e remote rispetto a quelle che la patologia può innescare
  • quanto prima si esegue la chirurgia, tanto prima si disinnesca la catena di eventi che la patologia può innescare sul piano fisico così come emotivo

La scienza sta altresì indagando altri aspetti, tra cui quale possa essere la procedura chirurgica migliore per il paziente anziano (un intervento eseguito bilateralmente oppure due interventi separati, solo per fare un esempio) e quali lenti intraoculari siano maggiormente performanti per determinate casistiche.

Fonte: Frontiersin.org

Curare la cataratta: come, quando e perché

Riassumendo e concludendo, curare la cataratta mette al riparo dal rischio di incidenti e cadute, ma non solo. Risolvere tempestivamente la cataratta previene l’accelerazione del deterioramento cognitivo e il rischio di sviluppare demenza senile, oltre a migliorare sensibilmente i sintomi della sfera dell’umore. E’ intuitivo, difatti, che un paziente che torna a vedere in maniera ottimale ritrovi un umore positivo e propenso al compiere piccole o grandi azioni in modo autonomo.

Oggi l’intervento di cataratta è considerato da tutta la comunità scientifica una procedura di routine: non v’è ragione per temerlo né per soprassedere rispetto alla sua esecuzione. Nei centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, peraltro, ne esiste oggi una variante “gentile”, che sostituisce agli strumenti taglienti moderni laser altamente sofisticati.

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Prenota la tua visita oculistica specialistica per la cataratta. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Cataratta senile: è possibile non operare?

E’ possibile non operare la cataratta senile? Cosa succede se scelgo di rimandare o non eseguire l’intervento? Esistono soluzioni farmacologiche capaci di arrestare la progressione della patologia? Potrebbe bastare un paio di occhiali per tornare a vedere meglio? Le domande dei nostri pazienti sul tema sono tutte ragionevoli e legittime. Cogliamo dunque l’occasione per rispondere a tutti i dubbi più comuni sulla cataratta e sull’intervento di cataratta.

Due parole sulla cataratta

La cataratta senile è una patologia che insorge con l’avanzare dell’età. Ciò che accade è che il cristallino, la minuscola lentina che consente il passaggio dei raggi luminosi sino alla retina, si opacizza in modo del tutto naturale mano a mano che il tempo avanza. L’opacizzazione del cristallino – nota con il nome di cataratta, appunto – è irreversibile. Nulla può restituire al cristallino la trasparenza che aveva da giovane. E così, mano a mano che il tempo passa:

  • i contorni delle cose si fanno mano a mano più incerti e confusi
  • i colori diventano meno nitidi e brillanti
  • la percezione globale dell’ambiente circostante si fa meno definita

E’ possibile non operare la cataratta?

1 – Farmaci e occhiali non hanno alcuna utilità nel trattamento della patologia

Capita spesso di confondere i sintomi della patologia con un abbassamento della vista legato ai propri difetti visivi. E così facendo, si pensa che sia sufficiente ricorrere ad un paio di occhiali. Sfortunatamente non è così: la cataratta non ha nulla a che vedere con i difetti visivi quali miopia, astigmatismo, ipermetropia. Inoltre, oggi non esiste alcuna terapia farmacologica capace di arrestare l’opacizzazione del cristallino.

2 – Il cristallino opacizzato non recupererà mai la trasparenza perduta e può pregiudicare la salute di altre strutture oculari

Più il tempo passa, più il cristallino perde trasparenza, si ispessisce e talvolta arriva anche a sfaldarsi. Un cristallino opacizzato ed ispessito sottopone ad uno stato di stress tutte le strutture oculari, affaticandole e talvolta danneggiandole. Il suo ispessimento porta ad un aumento della pressione intraoculare, mettendo a repentaglio anche la salute del nervo ottico. Per questo motivo, non solo non è possibile evitare l’intervento, ma è anche importante programmarlo non appena si riceve la diagnosi.

3 – Non voglio operarmi perché ho paura: è proprio necessario?

L’intervento di cataratta è oggi una procedura di routine. Basti pensare che si tratta dell’intervento chirurgico più effettuato al mondo! I più timorosi, tuttavia, saranno felici di sapere che esiste una variante particolarmente “gentile” dell’operazione di cataratta. Al posto di bisturi ed altri strumenti taglienti, il protagonista è il laser a femtosecondi, che agisce sulle strutture oculari con una precisione ed una delicatezza mai viste prima in chirurgia. Questa variante dell’intervento ad altissimo apporto tecnologico è eseguita quotidianamente presso il Centro Ambrosiano Oftalmico, dove opera un team di chirurghi oculisti altamente preparati ed esperti nell’uso delle tecnologie d’avanguardia.

Concludendo, non vi sono dubbi: l’intervento di cataratta è una procedura chirurgica oggi affrontabile con la giusta dose di serenità, nella certezza che i benefici che apporta a tuttotondo sono di gran lunga più vantaggiosi rispetto alla qualità di vita che si prospetta a chi invece sceglie di non operarsi. La cataratta, infatti, se non operata è fra le maggiori cause di cecità al mondo.

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Intervento di cataratta tra verità e falsi miti

intervento di caratatta - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’intervento di cataratta è una procedura chirurgica della quale si sente spesso parlare. E nonostante sia tra le più eseguite al mondo, non è poi così conosciuta tra i non addetti ai lavori. Di fatto, non a tutti è chiaro che cos’è la cataratta né in cosa consiste l’operazione di cataratta. Cerchiamo allora di comprenderlo meglio con l’aiuto del Dottor Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico, nonché uno dei massimi esperti al mondo sul tema. Che ci aiuterà anche a sfatare qualche falso mito e qualche convinzione errata.

Dottor Buratto, cosa significa cataratta?

Per comprendere cos’è la cataratta bisogna dapprima conoscere, seppure a grandi linee, l’anatomia dell’occhio. All’interno del nostro occhio c’è una minuscola lentina chiamata cristallino, che ha il compito di accogliere i raggi luminosi che penetrano attraverso la pupilla e di convogliarli verso la retina. Le condizioni che ne determinano l’assoluta e perfetta efficienza sono due:

  • perfetta trasparenza
  • elasticità e flessibilità

Con l’andare del tempo e per cause del tutto naturali legate all’invecchiamento cellulare ed all’ossidazione dei tessuti, il cristallino perde queste due caratteristiche rendendo sempre più difficoltosa la funzione visiva. Il termine cataratta si usa per determinare l’opacizzazione del cristallino, un processo che dà al paziente la sensazione che un velo si interponga tra i suoi occhi ed il mondo circostante.

In cosa consiste l’intervento di cataratta? E’ doloroso? Si usano bisturi o altri strumenti taglienti?

L’intervento di cataratta ha l’obiettivo di sostituire il cristallino opacizzato (e molte volte anche ispessito) con uno nuovo, perfettamente trasparente, efficiente e durevole nel tempo. In questo modo la visione tornerà ad essere efficiente, nitida e definita.

Molti pazienti sono spaventati all’idea di sottoporsi ad un intervento di chirurgia oftalmica. Tuttavia, l’intervento di cataratta non è per nulla doloroso e dura pochi minuti. Per eseguirlo senza timore e senza dolore è sufficiente qualche goccia di un collirio anestetico.

Presso i Centri d’Eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, inoltre, l’operazione di cataratta è eseguibile in una particolare variante che ci piace definire “gentile”: zero lame, niente bisturi, nessun punto di sutura ed una convalescenza breve e indolore.

Chi non desidera ricorrere all’intervento può assumere dei farmaci per curare la la cataratta? La patologia può migliorare naturalmente?

Siamo di fronte ad un falso mito. L’unico modo per curare la cataratta è l’intervento. Al momento non esiste alcun farmaco o collirio in grado di arrestare l’opacizzazione del cristallino, un processo che, come detto, è irreversibile. Inoltre non conviene attendere troppo tempo prima di intervenire dopo la diagnosi. Poiché è impossibile che la cataratta rallenti la sua progressione o addirittura migliori, prima si interviene e meglio è.

Conviene sapere che una cataratta ad uno stadio avanzato esercita numerose conseguenze negative su chi ne è affetto. Conseguenze che si ripercuotono sulla salute globale degli occhi, ma anche sullo stato emotivo. Un cristallino ispessito può mettere sotto pressione le strutture oculari, aumentando la pressione intraoculare e innescando uno stato di sofferenza generale dell’intero apparato visivo. Inoltre, non vedere bene porta ad una progressiva perdita di indipendenza ed autonomia, tristezza, ansia, depressione. Insomma, accelera anche l’invecchiamento sul fronte cognitivo.

Per saperne di più…

Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191. Saremo lieti di darvi ulteriori delucidazioni in merito all’intervento di cataratta.