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Pressione intracranica e glaucoma: qual è il legame?

Com’è noto, il glaucoma è dovuto ad una pressione oculare troppo elevata in maniera persistente. Uno status quo che a lungo andare arreca danni anche importanti – ma soprattutto irreversibili – alle strutture oculari. Se non trattato adeguatamente e con tempestività, peraltro, il glaucoma può causare gravi stati di ipovisione e persino cecità. Non a caso, la prima causa di cecità al mondo in persone over 60 non è la cataratta, bensì il glaucoma. Oggi una ricerca scientifica aggiunge un tassello al panorama di informazioni a disposizione sul tema, dimostrando che la pressione intracranica riveste un ruolo nell’esordio della patologia. Scopriamo subito in che modo e perché.

Pressione intracranica e pressione intraoculare: la differenza

Pressione intracranica e pressione intraoculare: già i loro nomi ci sono di grande aiuto nel comprendere che ci stiamo riferendo a due tipologie di pressione differente. Quando si parla di pressione alta si tende spesso a pensare a quella arteriosa: tuttavia, la pressione intracranica e quella intraoculare non hanno nulla a che vedere con la circolazione sanguigna. La pressione intracranica elevata si produce nel cranio ed è causata dal liquor (chiamato anche liquido cerebrospinale) e dai tessuti in esso contenuti; quella intraoculare si verifica invece nell’occhio, ed è causata da un aumento di umore acqueo e dal suo mancato o incompleto riassorbimento all’interno delle strutture oculari.

Cosa dice la scienza a proposito del legame tra pressione intracranica e glaucoma

Tra le strutture oculari più a rischio di entrare in uno stato di sofferenza e di subire danni importanti nel momento in cui ci si ammala di glaucoma troviamo il nervo ottico. Il nervo ottico collega l’occhio al cervello ed è circondato proprio dal liquido cerebrospinale. La salute del nervo ottico, pertanto, viaggia su un doppio binario, determinato tanto dalla pressione intraoculare quanto, eventualmente, anche da quella intracranica.

Ad evidenziare questo duplice aspetto e sottoporre questa osservazione al mondo della scienza è stato un team di studiosi e ricercatori della Kaunas University of Technology (KUT) in Lituania. Per giungere alla conclusione sopracitata, i ricercatori hanno coinvolto in uno studio 80 pazienti affetti da glaucoma. Il Professor Arminas Ragauskas, alla guida della ricerca, ha misurato la pressione intracranica e la capacità visiva dei partecipanti, con riferimento a 5 zone differenti: nasale, temporale, periferica, centrale e paracentrale.

I risultati della ricerca

Il Professor Ragauskas e il suo team hanno individuato una serie di correlazioni statisticamente significative tra la pressione intracranica e la capacità visiva dei partecipanti allo studio. In breve, un abbassamento della pressione intracranica è un fattore di rischio per lo sviluppo del glaucoma da tensione normale. Una conclusione che è stata tratta prendendo in considerazione anche la pressione translaminare, un valore dato dalla differenza tra pressione intraoculare e pressione intracranica. Più alto è il valore della pressione translaminare, più è probabile che il paziente sperimenti significative perdite di campo visivo specialmente nella zona nasale.

Un innovativo sistema per la misurazione della pressione intracranica

Un altro aspetto interessante sul quale vale la pena di spendere due parole è il metodo di rilevazione della pressione intracranica messo a punto da Ragauskas e colleghi. Ebbene, il nuovo metodo non è per nulla invasivo e consente di abbandonare la tradizionale misurazione tramite esecuzione di un forellino nella cavità cranica. Al Professor Ragauskas va difatti anche il merito di aver inventato un innovativo metodo di misurazione della pressione intracranica tramite uno strumento ad ultrasuoni non invasivo.

Insomma, la pressione intracranica – se particolarmente bassa – può essere annoverata tra i fattori di rischio del glaucoma. Una scoperta decisamente interessante, che sicuramente aprirà la strada ad altre ricerche e nuove scoperte nel campo della diagnostica così come del trattamento della patologia.

Come si cura il glaucoma oggi

Come abbiamo avuto modo di evidenziare, la scienza non cessa di interrogarsi ed indagare vari aspetti relativi alle patologie dell’uomo ed alla loro cura. Tra le tecnologie attualmente più interessanti al servizio della cura del glaucoma troviamo oggi uno strumento laser: il laser SLT. Innovativo ed altamente performante, questo strumento consente in alcuni casi di evitare la chirurgia. E di tenere a bada la patologia sul lungo periodo, intervenendo in modo “intelligente” e selettivo solamente laddove necessario. Con una breve ed indolore seduta, infatti, il laser SLT colpisce e tratta i tessuti affetti da glaucoma ripristinandone la permeabilità e riportando la pressione intraoculare a valori normali.

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Glaucoma: l’importanza della terapia

Glaucoma - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il glaucoma è una patologia oculare caratterizzata da un progressivo aumento della pressione intraoculare: il protrarsi nel tempo di questo ipertono causa danni irreversibili e di una certa gravità al nervo ottico e, più in generale, a tutte le strutture dell’apparato visivo. Il risultato è una perdita di capacità visiva che può condurre a gravi stati di ipovisione, inclusa la cecità. Sottoporsi ai dovuti controlli e seguire la terapia è fondamentale per tenere a bada la patologia. Ma cosa accade se il paziente non rispetta dosaggi e tempi in modo puntuale?

Perché non è sempre facile attenersi scrupolosamente alla terapia?

La mancata aderenza alla terapia può compromettere seriamente la prognosi del paziente. Sia in ambito oculistico che in qualunque altra branca della medicina, la cosiddetta compliance del paziente è fondamentale per il suo benessere. Questo accade tanto per le patologie acute quanto per quelle croniche. Sfortunatamente, vi sono alcuni fattori che possono determinare la non aderenza terapeutica e con essa la guarigione del paziente.

Per citarne alcuni, menzioniamo:

  • l’età: un paziente più in là con gli anni potrebbe faticare a ricordare gli appuntamenti giornalieri coi farmaci prescritti;
  • la necessità del paziente di trattare più patologie assieme, e dunque di rispettare orari e scadenze differenti durante la giornata;
  • la condizione clinica del paziente: ad esempio se è vigile o meno, o se ha bisogno di assistenza.

Come si può manifestare la non aderenza alla terapia?

La non aderenza alla terapia può esprimersi in modi diversi, come ad esempio:

  • errori nei dosaggi e nei tempi d’assunzione;
  • dimenticanze: terapia assunta in modo discontinuo ed intermittente;
  • sospensioni: il paziente ritiene di sentirsi bene e dunque decide in autonomia di sospendere la terapia.

Glaucoma ed aderenza terapeutica: cosa dicono i numeri

Secondo una ricerca scomparsa sulla rivista scientifica American Journal of Ophtalmology, il 45% dei pazienti trattati con farmaci ipotonizzanti (cioè volti ad abbassare la pressione intraoculare), non segue la terapia come dovrebbe.

Stando ai risultati della ricerca:

  • i pazienti assumono meno del 75% del dosaggio farmacologico loro prescritto;
  • a distanza di 4 anni dalla prescrizione del farmaco, il 48% dei pazienti assume solamente un terzo del dosaggio prescritto cioè, nel caso di un collirio, esso viene instillato solo una volta su tre.

Perché i pazienti affetti da glaucoma non sempre rispettano la terapia prescritta?

Il glaucoma è una patologia silente. Il paziente affetto da glaucoma, nell’immediato, non percepisce differenze sostanziali tra il suo stato di salute in corso di terapia o in assenza di questa e quindi tende a pensare che saltare qualche somministrazione non sia così grave. Questo approccio alla patologia si basa su errate convinzioni personali e non su dati medici oggettivi, ed è evidentemente sbagliato. Proprio perché il glaucoma è una patologia inizialmente priva di sintomi, il paziente non aderente alla terapia potrebbe andare incontro a danni irreversibili al nervo ottico con conseguente perdita della capacità visiva.

Il consiglio, nell’ottica del proprio benessere visivo, è quindi quello di prestare attenzione ai consigli dello specialista e di seguire alla lettera le sue indicazioni terapeutiche.

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Lo zafferano riduce la pressione intraoculare

Pressione intraoculare - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

 

Che madre natura sia in qualche modo “il braccio destro” di tutti noi in fatto di mantenimento della salute, è oramai assodato. Sulle stesse pagine di questo magazine dedicato al mondo dell’oftalmologia abbiamo già avuto modo di sottolineare come alcune piante officinali siano di grande aiuto nel coadiuvare il mantenimento uno stato di salute oculare il più ottimale possibile. Il protagonista di oggi è lo zafferano, il cui estratto, parola di scienza, può essere di grande aiuto contro il glaucoma ad angolo aperto. Ma vediamo di entrare nel merito della questione.

Un passo indietro: cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una patologia oculare che, se trascurata, può compromettere seriamente la salute oculare e danneggiare irrimediabilmente sia la visione centrale che quella periferica. La potenziale gravità della patologia emerge anche dai dati statistici: come confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti, il glaucoma è la seconda causa di perdita irreversibile della vista a livello mondiale.

Caratteristiche del glaucoma

Il glaucoma si caratterizza per un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, genera uno stato di sofferenza nel nervo ottico, innescando dei danni irreversibili all’apparato visivo e compromettendo la capacità visiva. La patologia fa generalmente il suo esordio intorno ai 40 anni ed il paziente solitamente ne è del tutto inconsapevole. Questo accade perché la sintomatologia è tutto sommato silente. Solo quando il glaucoma raggiunge uno stadio piuttosto avanzato ed i vi sono danni al nervo ottico, il paziente si accorge che qualcosa non va.

Non dimentichiamo che, se preso in tempo, il glaucoma può essere curato

Per quanto riguarda le varianti della patologia, ne elenchiamo 4:

  • glaucoma primario ad angolo aperto: è la forma più comune e più diffusa. La sua progressione è lenta ed insidiosa.
  • glaucoma ad angolo chiuso: è la forma meno comune. Può manifestarsi sia in modo cronico che acuto, già dai 40 anni circa.
  • glaucoma secondario: si chiama secondario perché si presenta come conseguenza di una patologia sistemica, oculare, oppure a causa dell’assunzione di determinati farmaci.
  • glaucoma congenito: è quello che si ha sin dalla nascita. E’ molto raro.

Assunzione di estratto di zafferano e pressione intraoculare: quale connessione?

Una ricerca scientifica ha messo in evidenza l’effetto ipotensivo dell’estratto di zafferano sullo stato di salute oculare dei pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto. Lo studio ha visto il coinvolgimento di 35 pazienti affetti da glaucoma primario ad angolo aperto stabile ed in trattamento farmacologico con apposite gocce oculari. A metà di essi è stato somministrato per via orale l’estratto acquoso di zafferano nella misura di 30mg al giorno, mentre all’altra metà è stato somministrato un placebo. A tutti, inoltre, è stata misurata la pressione intraoculare in 3 momenti:

  • prima dell’inizio dello studio;
  • durante il trattamento;
  • dopo un mese dalla conclusione dello studio.

Le conclusioni

In accordo con i dati raccolti, è stato possibile dimostrare scientificamente che l’estratto acquoso di zafferano assunto per via orale esercita un effetto ipotensivo oculare. E poiché lo zafferano è un potente antiossidante, è stato anche possibile confermare il ruolo primario dello stress ossidativo nella patogenesi del glaucoma.

Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov

In conclusione, ricordiamo che ancor prima di preoccuparsi di come tenere a bada la pressione intraoculare, è importante capire come prevenire efficacemente il glaucoma. A tal fine, è fondamentale sottoporsi a periodici controlli della salute oculare anche in assenza di sintomi. E non solo: qualora lo specialista confermi la diagnosi di glaucoma, si tenga presente che la sola somministrazione di preparati officinali – come l’estratto di zafferano o altri – non può e non deve sostituirsi alla terapia farmacologica eventualmente prescritta. E’ buona norma, al contrario, seguire pedissequamente le indicazioni terapeutiche fornite dallo specialista ed informarlo in merito a qualunque altro tipo di “iniziativa” – anche di tipo officinale – si intenda prendere in autonomia.

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Cura del glaucoma: un aiuto dal coenzima Q10

glaucoma - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il glaucoma è una patologia davvero molto insidiosa perché si presenta in maniera silente e tutto sommato asintomatica. La forma più frequente, quella cronica, esordisce intorno ai 40-45 anni ed ha un andamento lento. Tuttavia, esistono anche altre tipologie di glaucoma: quella congenita e quella acuta. Quando chi ne è affetto si accorge di avere qualcosa che non va, oramai la progressione della patologia è piuttosto avanzata, ed i danni prodotti all’apparato oculare sono irreversibili.  Oggi però, un team di ricercatori italiani sta prendendo in esame il ruolo del coenzima Q10 nella cura del glaucoma. Vediamo i dettagli della ricerca.

Cos’è il coenzima Q10

Il coenzima Q10 è un elemento antiossidante già presente naturalmente in tutte le cellule del nostro corpo, nello specifico nei mitocondri. I mitocondri sono delle strutture che si trovano all’interno delle cellule, e che svolgono l’importante ruolo di produzione, conservazione ed accumulo dell’energia. Come detto, il coenzima Q10 è presente nel nostro corpo, ma mano a mano che l’età avanza la sua produzione diminuisce drasticamente. Analogamente, la produzione di coenzima Q10 subisce un calo quando si soffre di determinate patologie, come il morbo di Parkinson, un tumore oppure il diabete, oppure quando si assumono determinati farmaci, come per esempio le stamine.

Il ruolo del coenzima Q10 nella cura del glaucoma

Un team di ricercatori italiani sta prendendo in esame possibilità di curare il glaucoma proprio grazie al coenzima Q10. La ricerca prende le mosse dall’osservazione delle caratteristiche intrinseche della retina, dove i mitocondri, situati all’interno delle cellule ganglionari retiniche, sono presenti in un numero particolarmente abbondante. Quando l’occhio è sottoposto ad uno stress ossidativo, si ha un accumulo di radicali liberi, responsabili come sappiamo dell’insorgenza di alcune tra le più tipiche patologie oculari connesse all’invecchiamento, proprio come il glaucoma (ma anche la cataratta). La presenza del coenzima Q10 nei mitocondri delle cellule retiniche si rivela in questo contesto fondamentale per garantire, grazie al loro apporto energetico, la sopravvivenza ed il buon funzionamento delle strutture oculari, e dunque la resistenza a quei processi che al contrario danneggiano le cellule e ne innescano la morte.

Come si assume il coenzima Q10

Se la ricerca scientifica tuttora in corso desse i risultati auspicati, il coenzima Q10 sarebbe prezioso nel controllo della progressione della patologia. Il coenzima Q10 è presente in natura in diversi alimenti, come il pesce, le uova, il fegato e la frutta secca. In alternativa, è possibile assumerlo tramite integratori, acquistabili in farmacia. Nonostante non si tratti di un farmaco, è sempre consigliabile consultarsi con il proprio medico prima di programmarne l’assunzione. E non solo: ricordiamo che una delle armi migliori di cui oggi disponiamo per far fronte al “ladro silenzioso della vista” è la prevenzione.

Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov

Glaucoma: il 45% dei pazienti non segue correttamente la terapia

glaucoma - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il glaucoma è una patologia oculare piuttosto insidiosa perché spesso chi ne è affetto non ne è consapevole fino a quando i danni arrecati al nervo ottico non sono tali da determinare un calo della capacità visiva. Tuttavia, una volta che si riceve una diagnosi di glaucoma, è fondamentale attenersi strettamente alla terapia ed agli accorgimenti indicati dallo specialista, pena un ulteriore peggioramento del proprio stato di salute visiva. Sfortunatamente, come dimostrato da un recente studio scientifico, non sempre è cosi, anzi.

Cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una patologia che si verifica quando l’occhio non riesce a riassorbire – come dovrebbe fare in condizioni sane – l’umor acqueo che produce. Come conseguenza di questo mancata fuoriuscita si ha un accumulo di umor acqueo all’interno delle strutture oculari ed un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, determina un danno irreversibile al nervo ottico. Questa patologia è chiamata anche “il ladro silenzioso della vista” per il suo essere asintomatica. Solamente quando il danno oculare è evidente, il paziente si accorge che qualcosa non va. Ecco perché fare prevenzione, anche in campo oculare, sottoponendosi a visite periodiche, è davvero molto importante.

Il glaucoma è curabile?

I danni che la patologia ha arrecato al nervo ottico purtroppo sono irreversibili. Per trattare opportunamente il glaucoma ed ottenere buoni risultati è fondamentale che si giunga alla diagnosi quanto prima. Le terapie attualmente disponibili per il trattamento del glaucoma includono:

  • soluzioni farmacologiche, come compresse o colliri, con l’obiettivo di abbassare la pressione intraoculare;
  • un trattamento con uno speciale laser in grado di creare una via di deflusso dell’umor acqueo, tra cornea e cristallino.

Il 45% dei pazienti non segue la terapia per il glaucoma come dovrebbe

Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista American Journal of Ophthalmology ha evidenziato come il 45% dei pazienti affetti da glaucoma non effettui la terapia come prescritto dallo specialista. In particolare, a 4 anni di distanza dalla diagnosi e dalla prescrizione della terapia, il 48% dei pazienti assume solamente un terzo del dosaggio prescritto. Nel caso di un collirio che preveda 3 somministrazioni al giorno, per esempio, questa categoria di pazienti instilla il farmaco solamente una volta al giorno.

Quali sono i motivi che portano a non effettuare la terapia come prescritta?

Le ragioni possono essere differenti:

  1. molti pazienti sono soggetti anziani, che faticano a seguire la terapia anche in virtù del fatto che spesso sono in cura anche per altre patologie e dunque si trovano ad affrontare, nell’arco di una giornata, diverse scadenze orarie e diverse tipologie di dosaggi e somministrazioni;
  2. poichè la terapia ipotonizzante ha carattere conservativo, il paziente non apprezza i vantaggi del farmaco in modo diretto e non sperimenta un miglioramento qualitativo e quantitativo della capacità visiva. Di conseguenza, ha quasi l’impressione che il farmaco possa essere utile, come non esserlo.
  3. instillare un collirio non è sempre facile. La poca manualità, la pigrizia e l’età avanzata possono essere in qualche modo scoraggianti, motivo per cui si riducono le somministrazioni.

Fonte: Ncbi.nlh.nih.gov

Perché è fondamentale seguire accuratamente la terapia

Seguire la posologia ed i tempi di somministrazione indicati dall’oculista è fondamentale perché la terapia ipotonizzante eserciti i giusti e sperati effetti sull’apparato oculare, e non solo. Non dimentichiamo che il glaucoma avanza senza dare particolari sintomi e che, di conseguenza, sottodosare la terapia senza informare il medico significa lasciare che il quadro clinico peggiori anche irrimediabilmente.

Leggi anche: Glaucoma, intervista al dottor Sergio Belloni

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L’intervento di cataratta può stabilizzare la pressione intraoculare

La cataratta ed il glaucoma sono due patologie oculari che possono causare una notevole perdita di capacità visiva, e che non infrequentemente possono essere concomitanti. La differenza tra le due sta nel fatto che, mentre i danni causati dalla cataratta sono risolvibili con un intervento, quelli causati dal glaucoma sono irreversibili. Alcune ricerche hanno provato come uno dei vantaggi dell’intervento di cataratta possa essere, in certi casi, una stabilizzazione della pressione intraoculare. Un vantaggio non trascurabile, se il paziente soffre anche di pressione intraoculare alta. 

L’intervento di cataratta restituisce qualità della visione e della vita

Oggi si tende ad operare la cataratta prima che questa sia molto evoluta, consentendo al paziente di recuperare rapidamente una buona qualità sia di visione che, più in generale, di vita. Nel corso dell’intervento di cataratta, il cristallino naturale, oramai opacizzato, viene rimosso dalla capsula che lo contiene e sostituito con una lente intraoculare. Esistono diverse tipologie di lenti intraoculari, chiamate anche cristallini artificiali, pensate per far fronte alle esigenze specifiche di diversi pazienti: in linea generale, tutte le lenti intraoculari usate nella moderna chirurgia oftalmica sono molto ben tollerate e non necessitano di dover essere sostituite nell’arco della vita di una persona.

Perchè operarsi di cataratta può stabilizzare la pressione intraoculare

Il dottor Berdahl JP, dell’Università del North Carolina, ha condotto uno studio per stabilire gli effetti che l’intervento di cataratta ha sulla pressione intraoculare. La conclusione è stata che in alcuni casi – specialmente nei pazienti che prima dell’intervento mostravano una pressione intraoculare alta – l’intervento di cataratta può influenzare positivamente la pressione intraoculare, anche se il meccanismo che sta dietro a questo miglioramento non è ancora stato indagato né chiaramente definito dal punto di vista scientifico. Tuttavia, alcuni pazienti con una pressione intraoculare alta, dopo l’intervento di cataratta non solo hanno sperimentato un costante abbassamento della stessa, ma hanno anche spesso potuto sospendere la terapia ipotonizzante. E’ bene precisare, tuttavia, che qualora l’eccessiva pressione intraoculare abbia generato danni al nervo ottico, non vi è terapia farmacologica nè intervento chirurgico che vi possa porre rimedio, cioè che possa far regredire i danni instauratisi.

Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov

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