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Maculopatia, un microchip sarà di aiuto?

maculopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La degenerazione maculare senile secca è una delle patologie oculari che ancora oggi mettono a dura prova pazienti, medici e ricercatori di tutto il mondo. Nonostante qualche risultato davvero incoraggiante sia stato ottenuto in alcuni casi grazie ad un trattamento mirato effettuato con uno specifico laser sottosoglia, gli studiosi sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni in grado di restituire parte della capacità visiva perduta a causa della patologia. Oggi è la volta di un progetto di ricerca internazionale che ha messo a punto un innovativo microchip pensato per restituire un po’ di autonomia ai pazienti affetti da maculopatia nella variante atrofica.

Una premessa: cos’è la maculopatia senile secca

La maculopatia è una patologia che interessa la macula, ovvero la porzione centrale della retina. La macula è una minuscola struttura, delicatissima e preziosa, perché ricca di fotorecettori. Questi fotorecettori sono cellule indispensabili per la funzione della visione centrale e per la percezione dei colori. Nella versione atrofica o secca della maculopatia, i fotorecettori si deteriorano e la visione centrale si fa sempre più difficoltosa.

Qual è la causa della degenerazione maculare senile atrofica?

L’origine della degenerazione maculare senile è legata all’invecchiamento cellulare. Mano a mano che le cellule dell’epitelio pigmentato invecchiano, lo stress ossidativo aumenta e con esso il danno alla macula. La conseguenza è la morte dei fotorecettori e la perdita della capacità visiva centrale. Ad innescare questo processo troviamo vari fattori, alcuni di tipo genetico, altri invece legati alle abitudini del paziente.

Tra i responsabili della maculopatia troviamo anche:

  • uno stile di vita poco propenso al movimento;
  • un’alimentazione sbilanciata a favore di cibi grassi ed a sfavore di vitamine e minerali;
  • abuso di alcol e fumo di sigaretta.

Nuove soluzioni all’orizzonte per la cura della degenerazione maculare senile di tipo secco

Non è la prima volta che il mondo della ricerca si interessa alla maculopatia senile di tipo secco proponendo terapie, soluzioni o device in grado di aiutare i pazienti che vivono in uno stato di grave ipovisione. Tempo fa abbiamo già avuto modo di accennare alla messa a punto di una terapia genica – ad oggi ancora in via di sperimentazione. La terapia prevede che si inietti un gene modificato al di sotto della retina per arrestare il meccanismo che innesca i sintomi della maculopatia di tipo secco.

Maculopatia: quando la visione artificiale viene in soccorso a quella naturale

Oggi è la volta di un progetto di ricerca di respiro internazionale che ha consentito di mettere a punto un microchip altamente tecnologico. L’obiettivo: restituire parte della visione centrale perduta. Al microchip è collegata una piccola telecamera posizionata su speciali occhiali. Le immagini catturate dalla telecamera sono trasformate in impulsi nervosi e convogliate al cervello.

Un recupero minimo ma incoraggiante

Il microchip si impianta tramite un normale intervento di vitrectomia. E’ già stato impiantato con successo su 6 pazienti over 60 che sono riusciti a tornare a leggere qualche parola senza risentire di alcun effetto collaterale. Ad oggi questa tecnologia consente di recuperare una parte minima della propria capacità visiva: si prospettano già all’orizzonte nuove idee:

  • mettere a punto lo stesso tipo di device con un maggior numero di pixel, e dunque con una definizione delle immagini decisamente maggiore;
  • impiantare più microchip, per amplificare la capacità visiva e con essa incrementare il recupero del paziente.

Limiti ed obiettivi dell’idea

Il microchip messo a punto è ancora in via di sperimentazione. Non sarà applicabile ai pazienti che presentano un danno oculare che va al di là del danno ai fotorecettori. Laddove anche lo strato retinico interno o il nervo ottico siano compromessi, invece, questa tecnologia non sarà di alcuna utilità.

Al contrario, sarà utile nei casi in cui la patologia sia ancora al suo esordio. In questo senso, il device potrà “aiutare” i fotorecettori ancora sani a ricevere il segnale luminoso correttamente.

Non ci resta che attendere di venire a conoscenza dei nuovi traguardi di tutte le ricerche che hanno a che fare con la maculopatia secca.

Degenerazione maculare senile atrofica: quando il laser è d’aiuto

Abbiamo già avuto occasione di approfondire il tema della degenerazione maculare in un’interessante intervista al dott. Matteo Cereda, medico oculista e retinologo di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico. Oggi vogliamo soffermarci su una delle varianti più insidiose della maculopatia senile, ovvero quella atrofica. CAMO dispone di un nuovissimo tipo di laser che può offrire un aiuto concreto a chi soffre di questa patologia. Vediamo di entrare nel dettaglio. 

Degenerazione Maculare Senile: che cos’è

La degenerazione maculare senile è una malattia della macula, la parte centrale della retina, che è molto ricca di fotorecettori, le cellule deputate alla trasmissione degli impulsi luminosi al nervo ottico, ed alla percezione dei colori. Quando la macula, per ragioni legate all’età e ad altri fattori concomitanti si deteriora, si ha appunto la degenerazione maculare. La degenerazione maculare senile si può presentare in una variante essudativa ed in una variante atrofica.

La Degenerazione Maculare Senile Atrofica o Secca

La degenerazione maculare senile di tipo secco è quella più difficile da trattare. Tuttavia, CAMO dispone di un innovativo laser sottosoglia a nanosecondi, che talvolta viene usato anche per trattare altri tipi di patologie, come l’edema maculare diabetico, l’edema maculare da occlusione venosa e la corioretinopatia sierosa centrale. Inoltre, se il paziente non ha ancora una maculopatia conclamata ma presenta delle drusen, depositi di sostanze di scarto spesso predisponenti alla maculopatia, o ha familiarità per la maculopatia, il trattamento si può ugualmente eseguire.

Il trattamento con laser sottosoglia a nanosecondi – laser 2RT –  per la maculopatia atrofica

Il trattamento con laser sottosoglia a nanosecondi per la maculopatia atrofica viene eseguito in regime ambulatoriale. Si tratta di una procedura indolore: al paziente vengono dilatate le pupille con un apposito collirio, dopodichè sull’area da trattare vengono applicati dei brevi impulsi di luce laser. In questo modo, e generalmente con una sola seduta, si ha modo di stabilizzare, nella gran parte dei casi, la malattia, consentendo al paziente di conservare più a lungo la sua vista.

Prima e dopo il trattamento

Prima del trattamento, naturalmente, il paziente dovrà sottoporsi ad un’accurata visita clinica e strumentale, che includerà sicuramente un OCT della retina (un esame simile alla tac), un esame del fondo oculare e una microperimetria.

Dopo il trattamento con laser sottosoglia a nanosecondi, non è necessario bendare l’occhio, ma è consigliabile indossare un paio di occhiali scuri. Bisognerà attendere che l’effetto della dilatazione pupillare finisca, per tornare alle proprie attività quotidiane. Invece, per poter apprezzare i benefici del trattamento, occorrerà attendere qualche giorno o anche qualche settimana.

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Dalla UE un nuovo schema terapeutico per la degenerazione maculare senile essudativa

L’Unione Europea ha approvato un nuovo schema terapeutico per le iniezioni intravitreali anti-VEGF, usate per il trattamento dei pazienti affetti da degenerazione maculare senile essudativa. Da oggi sarà possibile estendere l’intervallo tra le iniezioni a seconda della risposta dei pazienti al trattamento. Una notizia che ci interessa particolarmente, poiché CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico – è sensibile al tema della Degenerazione Maculare Senile e si è fatto promotore, nel mese di febbraio 2018, della Prima Campagna Nazionale di Prevenzione e Diagnosi della Maculopatia, in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano e con il patrocinio della SOI – Società Oftalmologica Italiana, e del Ministero Della Salute. 

Cos’è la Degenerazione Maculare Senile

La Degenerazione Maculare Senile, come abbiamo già avuto modo di approfondire in un’interessante intervista al Dott.Matteo Cereda, medico oculista e retinologo presso il Centro Ambrosiano Oftalmico, è una patologia tipica dell’età avanzata che porta ad un progressivo deterioramento della macula, la parte centrale della retina che si trova proprio in corrispondenza della pupilla. E’ sulla macula che vi è la maggiore concentrazione di quei fotorecettori che ci consentono di vedere perfettamente non solo le forme, ma anche i colori. In virtù di questa posizione così centrale sulla retina, una macula affetta da degenerazione maculare senile porta ad una visione centrale sfocata ed imprecisa, mentre la visione periferica, compatibilmente con lo stato di salute visiva del paziente, rimane buona. Esistono due tipologie di degenerazione maculare senile, una detta atrofica o secca, l’altra essudativa o umida. La degenerazione maculare senile atrofica è particolarmente insidiosa e molto difficile da trattare. Al contrario, per la degenerazione maculare senile essudativa, detta anche neovascolarizzazione coroideale, esiste un trattamento efficace, che consiste in una serie di iniezioni intravitreali.

Cos’è la Degenerazione Maculare Senile Essudativa e in cosa consiste il suo trattamento

La Degenerazione Maculare Essudativa si ha quando, sulla coroide, ovvero la membrana sottostante la retina, si verifica una crescita anomala di vasi sanguigni. Nonostante la retina e la coroide siano separati dall’epitelio pigmentato, accade che questi vasi riescano ad attraversarlo ed a raggiungere la macula. Ecco allora che il paziente vede male a livello centrale, percependo le immagini come sfocate e spesso distorte. La proteina responsabile di questo sviluppo anomalo di vasi sanguigni prende il nome di VEGF, mentre il farmaco che si usa iniettare nel bulbo oculare per contrastare l’avanzamento della patologia è detto anti-VEGF.

Trattamento anti-VEGF contro la Degenerazione Maculare Senile Essudativa

Il trattamento anti-VEGF contro la Degenerazione Maculare Senile Essudativa prevede che al paziente vengano somministrate tre dosi di farmaco, una al mese, tramite iniezione intravitreale, per i primi tre mesi di trattamento. A seguire, si faranno altre iniezioni, per arrivare a 6-8 iniezioni nell’arco del primo anno. Negli anni a seguire, le iniezioni si diradano ulteriormente. Nei giorni scorsi l’Unione Europea ha approvato un nuovo schema di trattamento relativo alla frequenza delle iniezioni intravitreali anti-VEGF, stabilendo che l’oculista potrà decidere di diradare le somministrazioni già a partire dal primo anno di trattamento, coerentemente con la risposta del paziente al farmaco. Ferme restando le prime tre iniezioni su cadenza mensile, l’oculista potrà valutare se diradare le somministrazioni allungando i tempi dalle due alle quattro settimane in più rispetto al protocollo fino ad oggi applicato.

Fonte: Bayer.de

Occhi sani, cervello in forma: lo conferma la scienza

Tenere monitorata la salute del nostro apparato visivo è fondamentale per mantenere le funzioni cognitive al massimo della loro efficienza, anche in tarda età. E’ quanto confermato da un recente studio condotto dall’Università di Miami su un campione di persone anziane il cui obiettivo è stato quello di mettere in correlazione i disturbi visivi con il declino cognitivo. Difetti visivi, ma anche patologie come la cataratta e la maculopatia, non vanno sottovalutati, anzi. Monitorarli e curarli opportunamente regala al paziente, anche molto anziano, un’esistenza di qualità, fatta di autonomia nelle piccole grandi cose, serenità ed una ritrovata capacità cognitiva.

Gli ingredienti per invecchiare bene? Eccoli

La ricerca ha preso in esame oltre 2500 over 65 con lo scopo di capire se un declino delle capacità visive possa condurre o meno ad un conseguente declino anche di quelle cognitive. Quali sono, insomma, gli ingredienti per invecchiare bene? Sicuramente una dieta ben bilanciata con prodotti di stagione e pochi grassi, niente fumo, tanta vita all’aria aperta, esercizio fisico, una vita sociale attiva, tanta lettura sono solo alcuni dei segreti per invecchiare in modo sereno e tenersi alla larga da tante patologie tipiche dell’età avanzata. Ma non solo: stando all’esito della ricerca in questione, anche correggere i difetti visivi e sottoporsi periodicamente a controlli della vista ed a screening di prevenzione in merito alle principali patologie dell’età matura – come la cataratta e la degenerazione maculare senile –  sono fondamentali per invecchiare bene e per tenere la mente in forma. Insomma, la vista eserciterebbe un’ottima influenza sul cervello: negli anziani oggetto dello studio infatti si è visto che mano a mano che la vista peggiorava, peggioravano anche le funzioni cognitive.

Gli studiosi non hanno dubbi: la salute visiva si ripercuote su quella cerebrale

La vista, insomma, se mantenuta nel suo stato ottimale, avrebbe un’ottima influenza sul cervello e sul buon andamento delle funzionalità cognitive. Più la vista è al massimo delle sue possibilità, più il cervello è vivace e le funzioni cerebrali sono al massimo delle loro. Una correlazione che non può che far bene ai pazienti di una certa età, che vedendo bene riescono a vivere meglio la loro quotidianità, la loro vita privata e sociale, sperimentando un senso di inclusione, di partecipazione e di interesse verso gli eventi che accadono sia nel loro quotidiano sia nel mondo. Vedere male ha un effetto negativo sulle funzioni cerebrali perché scoraggia l’anziano dal compiere alcune attività che trova difficili o addirittura insormontabili. Quando la vista non è “in forma”, leggere, informarsi, uscire in autonomia diventano imprese insormontabili che si finisce con il rinunciare a compiere, innescando un circolo vizioso che porta ad un progressivo calo delle capacità cognitive e porta ad un conseguente peggioramento delle funzioni cerebrali.

Vista in forma, mente in forma? Le soluzioni ci sono

Le soluzioni per disinnescare questo circolo vizioso che dai problemi visivi conduce direttamente ad un declino cognitivo esistono. E’ fondamentale che l’anziano si sottoponga periodicamente a controlli della vista anche quando pensa di non averne bisogno, con visite accurate volte a verificare anche l’eventuale presenza di alcune patologie tipiche dell’età senile, come la cataratta e la degenerazione maculare senile. Ad oggi l’intervento di rimozione della cataratta è uno dei più eseguiti non solo in Italia ma in tutto il mondo. Si tratta di un intervento di breve durata, che si effettua in regime ambulatoriale e che viene effettuato ogni giorno in completa sicurezza: pochi minuti che possono restituire al paziente una vista migliore in fatto di quantità, qualità, nitidezza, percezione dei colori e delle distanze. Perché la voglia di giovinezza passa anche attraverso gli occhi.

Fonte: Jama Ophtalmology

 

Cellule staminali per la cura della maculopatia essudativa: uno studio

 

E’ datato 19 marzo 2018 uno studio a cura del dottor Da Cruz, consulente presso il noto Moorsfield Eye Hospital di Londra, volto ad evidenziare i possibili vantaggi derivanti dall’uso di cellule staminali nella cura della maculopatia essudativa, la “variante” più aggressiva e temibile della famiglia delle maculopatie. 

E’ stato proprio il team di lavoro del Dottor Da Cruz ad usare le cellule staminali embrionali umane per curare la maculopatia senile di tipo essudativo. Come certo saprete, la maculopatia è una malattia degenerativa tipica dell’età senile che colpisce la macula, ovvero una delicata parte della retina situata proprio dietro la pupilla. Quando la macula si deteriora ed esordisce la maculopatia, si ha una progressiva ed inarrestabile perdita della visione centrale, mentre la visione periferica rimane buona. La variante atrofica oggi trova qualche terapia soddisfacente, mentre quella essudativa è più aggressiva e molto più difficile da trattare. Oggi però lo studio del Dr Cruz e del suo team regalano all’oftalmologia una scoperta dalla portata rivoluzionaria.

Un patch di cellule staminali embrionali umane

Grazie alla ricerca sopracitata, comparsa su Nature Biotechnology, è stato scoperto che è possibile realizzare un patch di cellule staminali embrionali umane da inserire nel bulbo oculare ed andare a collocare proprio sulla macula “malata”. Il patch, della misura di 6×3 mm, viene applicato proprio nella zona sottoretinica, al di sotto della fovea. La terapia è già stata testata su alcuni pazienti, che hanno potuto recuperare alcuni decimi di visus.

Aspettiamo che questa scoperta trovi applicazione nella pratica medica quotidiana

Come tutte le scoperte frutto di ricerca e di studio da parte di interi team di studiosi, anche questa avrà bisogno di ulteriore tempo ed altre sperimentazioni per entrare a far parte della pratica medica di routine per il trattamento della maculopatia essudativa. Quel che è certo, è che l’uso dell’applicazione delle cellule staminali embrionali umane apre grandi possibilità alla medicina oftalmica e non solo, e che ci aspettiamo ancora di sentirne parlare nel prossimo futuro.

Al via la prima Campagna Nazionale per la Prevenzione della Maculopatia

Avrà luogo dal 29 gennaio al 23 febbraio in 17 città italiane la Prima Campagna Nazionale per la Prevenzione e Diagnosi della Maculopatia. La campagna, il cui scopo è offrire alla popolazione uno screening gratuito per l’individuazione dei primi sintomi di maculopatia, è promossa da IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, e vede il patrocinio del Ministero della Salute, della SOI – Società Oftalmica Italiana e del Comune di Milano. 

Previeni la maculopatia: trova subito la città più vicina a te e prenota il tuo screening

Come anticipato, saranno 17 le città italiane nelle quali sarà possibile prenotarsi per effettuare il proprio screening gratuito per la prevenzione e la diagnosi della maculopatia. Nello specifico, le città sono Milano, Arezzo, Bari, Carrara, Catania, Chieti/Pescara, Firenze, Genova, Legnano, Parma, Roma, Sassari, Siena, Taranto, Tricase (LE), Udine e Varese.

Cos’è la maculopatia?

La maculopatia è una malattia dell’occhio che si verifica quando la macula, ovvero la parte centrale della retina, si deteriora, e non garantisce più una visione centrale distinta. Come conseguenza di questo deterioramento, il soggetto perde parte della sua funzione visiva al centro del campo visivo e vede gli oggetti come distorti e sfocati.

Generalmente si tende a parlare di maculopatie nella forma plurale perchè questa malattia può assumere forme differenti sia in base alla sua origine, sia in base alle caratteristiche con le quali si presenta.

Chi si ammala di maculopatia?

Una delle forme più comuni e forse più conosciute di maculopatia è quella cosiddetta senile, ovvero quella che esordisce dalla maturità in poi. E’ una malattia da non sottovalutare poichè è una delle più comuni cause di cecità senile al mondo: ecco spiegato perchè questo progetto di screening viene offerto alla popolazione dai 50 anni in su e perchè si tratta di un’occasione da cogliere al volo.

A chi è rivolto lo screening e in cosa consiste?

Lo screening è rivolto a tutta la popolazione dai 50 anni in su indicativamente poichè, come già anticipato, la maculopatia è una malattia dell’occhio tipica dell’età matura. Durante la visita, saranno effettuati una serie di test a discrezione dello specialista, che valuterà ogni singolo caso.

In linea generale, la visita per l’individuazione per una eventuale diagnosi di maculopatia prevede test della vista strumentali e non, quali: test di Amsler, OCT e, se necessario, esame della lampada a fessura.

Come prenotare il tuo screening gratuito

Per prenotare il tuo appuntamento di screening gratuito per la diagnosi e la prevenzione della maculopatia, non devi fare altro che cliccare sul sito ufficiale della campagna e scegliere la città di tuo interesse.

Il 22 gennaio, previeni la maculopatia: prenota anche tu il tuo screening gratuito

Approfitta di questa importante opportunità di screening e prenota anche tu il tuo appuntamento presso la struttura più vicina a te. Qualora tu desideri prenotare il tuo screening per la diagnosi della maculopatia in CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico, non esitare a cliccare sulla pagina ufficiale che CAMO ha predisposto per la raccolta delle prenotazioni. Abbi a cuore la salute dei tuoi occhi, prenota oggi stesso!

 

 

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