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Vista, bambini e videoterminali. Che fare?

Prendersi cura della vista dei bambini significa programmare una serie di visite oculistiche pediatriche dalla nascita in poi. E’ inoltre fondamentale seguire il bambino da vicino, educandolo mano a mano all’igiene personale – anche oculare – ed al mantenimento di buone e sane abitudini. Tra queste, non esagerare con l’uso dei dispositivi elettronici e dei videoterminali. 

Uso prolungato di device elettronici, videoterminali e smartphone nei bambini

Sono sempre di più i bambini che, specie durante la stagione invernale, tendono a passare da un device elettronico all’altro senza soluzione di continuità. Sembrano essere finiti i tempi in cui si scendeva in cortile con i coetanei, con qualunque tempo ed in qualunque stagione. E le avventure fuori casa hanno lasciato il posto al più caldo, accogliente e confortevole divano. Qui, i piccoli si immergono in realtà virtuali capaci di intrattenerli e distrarli ad oltranza. A tal punto che il tempo passa veloce, e in un men che non si dica, si fa sera.

Al tempo trascorso davanti agli schermi elettronici per motivi di svago si è venuto ad aggiungere – molto spesso –  anche quello trascorso a video per seguire la didattica a distanza. Il risultato è che i bambini trascorrono davvero troppe ore impegnati in un tipo di visione che non fa bene alla loro salute, alla loro vista, né tantomeno alla loro postura. 

vista bambini - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Quali sono i sintomi oculari connessi all’uso eccessivo dei device elettronici?

I videoterminali ed i device elettronici portano l’apparato visivo a:

  1. rimodulare frequentemente la messa a fuoco;
  2. ridurre notevolmente la frequenza dell’ammiccamento. 

Di conseguenza, il bambino sviluppa una serie di sintomi quali:

  • bruciore oculare;
  • secchezza oculare: nonostante sia molto più diffusa tra gli adulti, non è infrequente nei bambini che trascorrono troppo tempo a video. E spesso è legata a doppio filo ad altri disturbi, come la congiuntivite di tipo allergico;
  • irritazione oculare;
  • affaticamento visivo
  • mal di testa: è dovuto al continuo sforzo accomodativo posto in essere dagli strumenti elettronici. Può peggiorare laddove il piccolo sia affetto da un difetto visivo non corretto. Molto frequente è, nel bambino, l’ipermetropia. Ma anche miopia e astigmatismo sono spesso presenti, e non solo. Per quanto riguarda la miopia, la scienza ha dimostrato che spesso i dispositivi elettronici sono fattore predisponente l’insorgenza ed il peggioramento proprio della miopia. Non si dimentichino, infine, le patologie oculari più comuni in età pediatrica: lo strabismo e l’ambliopia (o occhio pigro).  
  • progressiva difficoltà nella messa a fuoco.

Leggi anche: miopia, il sole può contribuire alla prevenzione

Meno videogiochi, più giochi: per la vista dei bambini

Aiutare i bambini a crescere bene significa indirizzarli verso uno stile di vita sano e positivo. Questo non significa imporre limiti o divieti invalicabili, ma bilanciare correttamente il tempo investito nelle diverse attività da loro intraprese. Per esempio, si consiglia di consentire al piccolo di trascorrere 20-30 minuti a video, per poi dedicarsi ad altro, come un gioco manuale o creativo o, meglio ancora, una breve uscita in giardino o in cortile. Per quanto riguarda il tempo trascorso a video, inoltre, è bene che:

  1. l’ ambiente sia bene illuminato;
  2. il piccolo non avvicini eccessivamente lo schermo al viso (l’ideale è almeno mezzo metro di distanza o più):
  3. la postura sia sempre corretta. 

Vista dei bambini: l’importanza della visita oculistica in età pediatrica

Infine, come detto in apertura, programmare delle visite oculistiche specialistiche pediatriche sarà d’aiuto per individuare con tempestività la presenza di difetti visivi o patologie. Parlando di vista dei bambini, un esempio su tutti è quello dell’occhio pigro o ambliopia che, se non trattata velocemente, può avere conseguenze anche sulla capacità visiva in età adulta. 

Leggi anche: ambliopia, 3 cose da sapere

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Sindrome dell’occhio secco nei bambini: limitare l’utilizzo di smartphone in tenera età

Sindrome dell'occhio secco nei bambini

 

Un recente studio conferma che l’utilizzo prolungato di smartphone o tablet può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco nei bambini.

La sindrome dell’occhio secco è un disturbo oculare piuttosto frequente, che può comportare arrossamento, prurito, bruciore o sensazione di corpo estraneo nell’occhio di chi ne è affetto. La secchezza oculare è dovuta ad una insufficiente produzione di liquido lacrimale o ad una eccessiva evaporazione di esso, e può avere origini congenite, involutive (cioè legate all’invecchiamento) oppure acquisite: l’uso troppo frequente di lenti a contatto o un ambiente poco umido o polveroso sono i classici fattori scatenanti di questa patologia spesso sottovalutata, ma che può comportare problemi molto seri e arrivare, a volte, a compromettere la possibilità di una vita normale.

Fra le cause acquisite dell’occhio secco, l’utilizzo troppo assiduo di smartphone, tablet e computer sta assumendo negli ultimi anni un ruolo sempre più importante, soprattutto fra i bambini. Lo conferma uno studio effettuato dal College of Medicine del Chung Ang University Hospital di Seul e pubblicato su Bmc Ophtalmology.

Fra i bambini presi in esame, l’8,3% di quelli che vivono in città ed utilizzano assiduamente strumenti come lo smartphone hanno presentato i sintomi della sindrome dell’occhio secco. Gli stessi sintomi sono stati riscontrati nel 2,8% dei bambini che vivono in zone più rurali. I bambini che non hanno manifestato alcun tipo di disturbo sono stati quelli che passavano molto più tempo impegnati in attività all’aria aperta anziché davanti al cellulare.

L’utilizzo prolungato di smartphone, tablet, computer o TV può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco in quanto durante queste attività i nostri occhi, e quelli dei più piccoli, tendono a sbattere le palpebre molto meno frequentemente del normale, generando un’eccessiva evaporazione ed una ridotta produzione del liquido lacrimale. L’occhio, inoltre, tende a stancarsi a causa del continuo sforzo accomodativo a cui viene sottoposto, dovuto alla distanza troppo ravvicinata a cui vengono tenuti questi device.

La soluzione per i più piccoli c’è ed è molto semplice: limitare l’uso di questi strumenti ad un massimo di mezz’ora al giorno e preferire ad essi attività ricreative alternative e più stimolanti, possibilmente all’aperto.

CAMO ha una grande esperienza in materia di diagnosi e trattamento della sindrome dell’occhio secco, tanto da aver aperto il Centro Italiano Occhio Secco (CIOS), la prima struttura in Italia interamente dedicata questa patologia.

Per informazioni:  www.centroitalianoocchiosecco.itinfo@centroitalianoocchiosecco.it02 63611970

Usiamo troppo il telefonino. A rischio la vista, soprattutto nei bambini.

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 Un terzo della giornata lo passiamo con il telefonino in mano. E gli occhi attaccati allo schermo. Secondo un recente studio della Lancaster University pubblicato sulla rivista Plos One, passiamo più di 5 ore al giorno e lo controlliamo ben 85 volte nell’arco della giornata!  Ma la cosa, se possibile, ancora più scioccante, è che non ce ne accorgiamo.

Si tratta al momento di uno studio di piccole proporzioni, condotto su alcune decine di persone con un’età compresa tra i 18 e i 33 anni, ma i risultati sono senza dubbio significativi.

Questo distacco tra vita reale e normale, infatti, non mette a rischio solo le nostre relazioni sociali, ma anche la nostra vista!

“Oltre a nuocere ai rapporti interpersonali – ha commentato il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico – passare così tanto tempo davanti allo schermo di uno smartphone o strumenti elettronici simili può essere nocivo per i nostri occhi. E a rischiare di più sono coloro che iniziano a usare questi device troppo presto, i bambini e i giovani in generale. Se fino a poco tempo fa il problema erano le troppe ore passate davanti alla tv a guardare cartoni animati o giocare ai videogiochi, perché ciò limitava la loro capacità di relazionarsi con il mondo esterno, oggi si aggiunge un’altra problematica: i device elettronici, il cui abuso oltre a peggiorare i rapporti interpersonali può comportare seri danni alla vista dei bambini”.

Il problema infatti è proprio l’abuso. L’American Academy od Pediatrics ha recentemente affermato che l’esposizione a device come ipad e telefonini non nuocerebbe ai bambini sotto i due anni, cambiando di fatto la propria posizione che fino a qualche anno fa si esprimeva in senso contrario, raccomandando un divieto assoluto per i bambini fino a 24 mesi di esporsi a questi device (e dopo i due anni solo per massimo due ore al giorno). Oggi queste linee guida sono cambiate, per stare al passo con i tempi e anche perché, come spiegano esponenti dell’associazione, i device di oggi sono più adatti a un giovane pubblico, con app dedicate e in certi casi anche didattiche.

“Il problema però non sono i contenuti – ribadisce il dottor Buratto – ma l’esposizione eccessiva e in posizione errata, che può comportare seri danni alla vista”.

Quattro bambini su dieci, che usano abitualmente device elettronici, rischiano infatti di sviluppare la miopia. Utilizzando così spesso gli smartphone, a distanza ravvicinata (spesso al di sotto dei raccomandati 30 centimetri) i bambini sviluppano molto bene la vista da vicino a discapito di quella per lontano, forzando di fatto l’occhio a comportarsi da miopie.  Questo rischio aumenta anche considerando quanto poco i bambini giochino o passino tempo all’aria aperta, attività fondamentale per sviluppare la vista da lontano.

In Asia, dove il fenomeno è molto più evidente e l’incidenza della miopia tocca in alcuni casi l’80% della popolazione giovane, si stanno sperimentando diverse tecniche per permettere di sviluppare la vista da lontano: classi con pareti trasparenti e lezioni svolte all’aperto, per esempio.

“Non è corretto stigmatizzare gli smartphone – prosegue il dottor Buratto – il problema non è il telefonino, ma l’uso, o forse sarebbe più corretto parlare di abuso, che se ne fa. Siamo diventati troppo dipendenti da questo apparecchio che non serve più solo a telefonare ma ci permette di stare connessi 24 ore su 24 con tutto il mondo. Un’opportunità che affascina tutti, soprattutto i più piccoli, molti dei quali non sperimentano più osperimentano troppo poco il gioco vero, quello all’aperto, quello che li mette in relazione con gli altri bambini, ma preferiscono isolarsi e relazionarsi con questi mezzi elettronici. Basterebbe limitare l’uso durante la giornata e soprattutto tenere lo smartphone a distanza “di sicurezza”, vale a dire a 30 centimetri dal volto. Questa regola vale per qualsiasi device, anche i monitor dei pc”.

Foto by tinkerbrad