Cataratta: quanto ne sanno gli italiani?

Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico, con la certificazione Global Safe Site Excellence di Bureau Veritas contro il Covid-19

Sono stati resi noti alla stampa i risultati di un’interessante indagine condotta lo scorso aprile per stabilire il livello di conoscenza della cataratta tra la popolazione italiana. L’indagine, promossa da CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico – con il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Insubria, ha coinvolto 1200 individui di età compresa tra i 50 ed i 75 anni. Tra di essi, anche alcuni pazienti affetti da cataratta o che si sono già sottoposti all’intervento. Un campione rappresentativo che è stato invitato a rispondere ad un breve questionario sulla patologia oculare. I risultati parlano chiaro: buona parte degli italiani ha le idee un po’ confuse su cause e sintomi della cataratta. Ma anche sui benefici offerti dall’intervento. Vediamo assieme, dati alla mano, cosa è emerso.

Cause e sintomi della cataratta: non solo invecchiamento

Abbiamo avuto modo più volte di discutere, sulle pagine di questo magazine, delle cause e dei sintomi della cataratta. Tuttavia, come emerso dall’indagine, non tutti gli italiani si avvalgono del web, dei social network, né della stampa per reperire le opportune informazioni. Ma piuttosto, e più comunemente, dell’oculista (40%), degli amici e dei parenti (21%). Riguardo le cause della cataratta, è opinione diffusa che esse risiedano in primis, e genericamente parlando, nell’invecchiamento (80% degli intervistati). In realtà a determinare l’esordio della patologia è solitamente un insieme di fattori concomitanti che vanno al di là del solo avanzare dell’età. Al contrario, riguardo i sintomi della cataratta, le opinioni non sono univoche: chi ha già affrontato la patologia tende ad avere le idee più chiare sulla sua sintomatologia. Tutti gli altri invece ritengono che la cataratta porti con sé un generale annebbiamento della vista.

Operazione di cataratta: anestesia e uso del laser, cosa sanno davvero gli italiani?

Il questionario proposto al campione rappresentativo prevedeva anche alcune domande in merito all’operazione di cataratta. Se è chiaro alla maggioranza che per eseguire l’intervento è sufficiente somministrare un anestetico per uso topico sotto forma di collirio (59%), sembra esserci invece un po’ di confusione in merito al ruolo degli strumenti laser. Di fatto, l’intervento di cataratta è una procedura chirurgica che nella stragrande maggioranza dei casi non prevede l’uso del laser. Un aspetto che sembra aver chiaro solamente il 6% degli intervistati. In pochi centri d’eccellenza è possibile avvalersi del laser a femtosecondi per eseguire le primissime fasi della procedura, ma questo non ha nulla a che vedere con l’uso che si fa degli strumenti laser in chirurgia refrattiva. Si tende, forse, a confondere e sovrapporre le caratteristiche degli interventi di chirurgia refrattiva con la procedura d’esecuzione dell’operazione di cataratta.

Aspettative vs realtà: qualcosa non torna

La chirurgia oftalmica offre soluzioni vantaggiose ed interessanti per una sempre più vasta gamma di pazienti. Questo vale sia con riferimento all’intervento di cataratta, sia per quanto riguarda la correzione dei difetti visivi. Ma non ci stancheremo mai di ripetere che è quanto mai fondamentale che il paziente rimanga sempre ancorato alla realtà. Alla domanda relativa alle aspettative che si hanno verso l’intervento di cataratta, gli intervistati hanno risposto affermando in modo piuttosto univoco: da esso ci si aspetta un ritorno ad un tipo di visione nitida e precisa (57,9%). Di fatto il tradizionale intervento di cataratta restituisce un cristallino trasparente, ma non corregge i difetti visivi. E nemmeno la presbiopia, che spesso ci fa compagnia in età matura.

Indipendenza dagli occhiali e correzione dei difetti visivi: l’ultima frontiera dell’operazione di cataratta. Ma cosa ne sappiamo davvero?

Ancora, alcune domande facenti parte dell’indagine vertevano sui vantaggi offerti dall’intervento di cataratta. Non tutti gli italiani conoscono ancora le straordinarie potenzialità che l’intervento offre per come è concepito ed eseguito oggi. Il 40% degli intervistati è convinto che gli occhiali (da lontano o da vicino) andranno indossati in ogni caso anche dopo l’intervento. Al contrario, oggi la possibilità di avvalersi delle più moderne lenti intraoculari – come le lenti EDOF – consente di raggiungere una quasi totale indipendenza dagli occhiali. Ma anche di ottenere una qualità visiva ottimale praticamente a tutte le distanze, priva delle piccole controindicazioni tipiche di altre tipologie di lenti intraoculari. Un altro aspetto poco noto agli intervistati, che nel 52% dei casi non conoscono le potenzialità dei cristallini artificiali. Non si tratta, dunque, di risolvere una noiosa incombenza legata all’età, ma di sfruttare appieno la straordinaria opportunità di “riavvolgere il nastro del tempo” che oggi questo intervento dà.

Tempi d’attesa, paure e preoccupazioni

Infine, dall’indagine è emerso che gli italiani sono poco disposti ad affrontare lunghe liste d’attesa per sottoporsi all’intervento di cataratta (il 98% non sarebbe disposto ad attendere oltre i 12 mesi). E non solo: il timore di contrarre il Coronavirus potrebbe addirittura spingere molti di essi a soprassedere rispetto all’appuntamento con la chirurgia. Meglio dunque una struttura privata senza liste d’attesa e, perché no, con una certificazione importante “Covid-Free”, (come la Global Safe Site Excellence, conferita recentemente a CAMO) capace di offrire la giusta tranquillità nel momento di stendersi sul lettino operatorio.

Vuoi saperne di più?

Desideri conoscere più da vicino le caratteristiche e le interessanti potenzialità offerte dall’operazione di cataratta? Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione. Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191