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Cheratocono: le opportunità di trattamento

cheratocono - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Il cheratocono è una patologia oculare poco comune e poco nota. La sua minore incidenza rispetto ad altre patologie oculari più comuni (come la cataratta, per fare un esempio) fa sì che il numero di persone che sono a conoscenza delle sue caratteristiche, dei suoi sintomi e delle opportunità di trattamento sia davvero esiguo. Conviene dunque spendere due parole sul cheratocono. Anche perché conoscere è sempre il primo passo per intervenire tempestivamente. 

Che cos’è il cheratocono e come si manifesta? 

La parte anteriore dell’occhio si chiama cornea ed in condizioni sane è perfettamente convessa, regolare, uniforme per forma e per struttura e naturalmente trasparente. Nel cheratocono la cornea perde queste caratteristiche e si deforma, assottigliandosi e sfiancandosi verso l’esterno. Di conseguenza, i legami tra le fibre di collagene che la compongono diventano sempre più instabili, irregolari e “disordinati”. Una caratteristica che rende sempre più difficoltoso il passaggio della luce, a causa della progressiva perdita di trasparenza della cornea. E non solo: l’assottigliamento progressivo dei tessuti può condurre persino a spiacevoli lesioni e perforazioni, compromettendo molto seriamente la funzione visiva. 

Come si cura il cheratocono?

Il cheratocono è una malattia che non è possibile gestire con il solo apporto farmacologico. Il suo esordio e la sua progressione sono peraltro piuttosto imprevedibili, dunque è anche fondamentale intervenire non appena si è in possesso della diagnosi. Se la diagnosi avviene in uno stadio ancora evolutivo della patologia, è possibile ricorrere ad una tecnica para-chirurgica detta cross linking corneale. Se al contrario la patologia ha già raggiunto uno stato più avanzato, bisognerà ricorrere ad una cheratoplastica, ovvero un trapianto di cornea. Conosciamo brevemente le caratteristiche di queste opzioni di trattamento del cheratocono.

Il cross linking corneale

Il cross linking corneale è una tecnica parachirurgica che consiste nella somministrazione topica di riboflavina (vitamina B2), seguita da irraggiamento con raggi ultravioletti UVA, che ne favoriscono la penetrazione nei tessuti e di conseguenza l’azione. Il trattamento consente di rinforzare la struttura della cornea arrestando la progressione della patologia e limitandone lo sfiancamento. Il termine cross linking si riferisce proprio ai ponti di legame che, grazie a questa particolare vitamina fotosensibile, si vengono a creare tra le fibre di collagene.

Cross linking corneale: due tecniche, un obiettivo

Le tecniche oggi in uso per eseguire il cross linking sono due, e prendono il nome di epi-off ed epi-on con iontoforesi. Le differenze tra di esse sono relative agli aspetti tecnici ed esecutivi della terapia. Anche i tempi d’esecuzione possono essere differenti, così come quelli necessari per il recupero del paziente, ma gli obiettivi sono i medesimi in entrambi i casi.

La cheratoplastica come trattamento del cheratocono

Nei casi più avanzati, laddove il trattamento con cross linking non sia più sufficiente, si ricorre invece alla cheratoplastica, ovvero al trapianto di cornea. Questo può essere solamente parziale oppure totale, a seconda della gravità e della progressione della patologia. Si consideri che la cornea è fatta “a strati” (come una cipolla, per intenderci), dunque è possibile sostituire solamente lo strato oppure gli strati danneggiati dalla patologia. In quel caso si parlerà di cheratoplastica lamellare. Se invece a dover essere sostituita è tutta la cornea, si parlerà di cheratoplastica perforante.

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Avocado: le proprietà per la vista

avocado - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Nonostante l’avocado non figuri tra i sapori classici della dieta mediterranea – il regime alimentare da prediligere per uno stile di vita sano sotto il segno della salute – si tratta di un frutto che non dovrebbe mai mancare in cucina. Se vi capita di adocchiare un paio di avocado maturi mentre fate la spesa, il consiglio è dunque quello di portarli a casa. Farete un regalo al vostro palato ed alla vostra salute, non ultima quella oculare. 

Avocado: perché fa così bene anche alla vista

L’avocado è un frutto tropicale molto ricco di grassi e di vitamina E. Rispetto ai frutti che fanno maggiormente capolino sulle nostre tavole, come le mele e le pere, l’avocado contiene meno acqua e meno zuccheri. Per le sue proprietà nutrizionali è più assimilabile alla frutta secca ed ai semi oleosi.

Come l’olio di oliva, anche l’avocado è ricco di acido oleico

L’avocado fa così bene perché è ricco di un grasso monoinsaturo chiamato acido oleico, lo stesso che si trova anche nell’olio extravergine di oliva. L’acido oleico è prezioso per la salute del sistema cardiovascolare perché tiene pulite le arterie. Uno studio condotto dall’Università di Edimburgo suggerisce che l’acido oleico sarebbe in grado di diminuire il rischio di sviluppare tumori al cervello. Lo studio è ancora in corso, ma i primi risultati sono stati molto incoraggianti.

Fonte: Ed.ac.uk.news

Avocado cibo per gli occhi

Oltre all’acido oleico, l’avocado contiene anche acido folico, rame, fosforo e diverse vitamine tra cui la vitamina A e la vitamina B2, carotenoidi (luteina, betacarotene, neoxantina ed altri) e flavonoidi, tutti davvero preziosi per la salute oculare.

Per esempio:

  • La vitamina A è importante perché favorisce il corretto lavoro dei fotorecettori ed il benessere della retina, aiuta la visione notturna e coopera ad una buona idratazione oculare;
  • La vitamina B2 protegge le mucose, e dunque la maggior parte dei tessuti oculari;
  • I carotenoidi contribuiscono a proteggere le strutture oculari dallo stress ossidativo e dunque dalle patologie che hanno a che fare con l’invecchiamento. La luteina è la componente principale del pigmento maculare, e quindi è fondamentale nel proteggere la macula dall’azione nociva dei raggi ultravioletti;
  • I flavonoidi esercitano un’ottima azione antiradicalizzante e dunque promuovono la corretta ossigenazione dei tessuti;
  • Il selenio è un potente antiossidante naturale.

Come scegliere un avocado maturo

Non sempre è facile acquistare frutti tropicali al giusto grado di maturazione, poiché siamo poco abituati al loro consumo. Ecco allora qualche consiglio sul da farsi.

Come capire se un avocado è al giusto punto di maturazione?

Osservate la buccia dell’avocado. Non deve essere gialla o verde chiaro, ma bensì di un bel colore verde brillante o o marrone lucido, a seconda della varietà. Deve essere uniforme, priva di ammaccature o macchie, e deve “rispondere” bene ad una leggera pressione del dito. Questo significa che il frutto non deve essere troppo sodo e nemmeno troppo molle, ma che toccandolo dovete percepire una discreta morbidezza. Se sentite qualcosa che si muove all’interno, vuol dire che il frutto è davvero troppo maturo, e che polpa e seme sono staccati l’uno dall’altro. Se vi capita di acquistare un avocado leggermente acerbo, tenetelo nella fruttiera un giorno o due (fuori dal frigo, naturalmente) e pazientate!

Come preparare e gustare un avocado: qualche idea

La ricetta che meglio identifica l’avocado è indubbiamente il guacamole, una golosa salsina di origine messicana che si serve solitamente con i nachos, ma che si usa anche per farcire a piacimento le famose tortillas. Se non avete voglia di avvicinarvi ai sapori messicani, potete gustare il vostro avocado come se fosse un frutto qualunque, sbucciandolo e tagliandolo a dadini. In alternativa, spazio alla fantasia: potete aggiungerlo alle vostre insalatone fantasiose oppure servirlo assieme a carne o pesce grigliato, o anche utilizzarlo per la preparazione di deliziosi toast.

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