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Cataratta giovanile, sintomi e cure

La cataratta senile – ovvero la naturale e progressiva opacizzazione del cristallino – è una patologia oculare ad ampissima diffusione a livello mondiale. La sua incidenza è elevatissima tra gli over 70 ed è noto che si tratta di una patologia tipica dell’età avanzata. Pur tuttavia, può capitare che essa si presenti già intorno ai 40 anni: si parlerà allora di cataratta giovanile. Di che si tratta? A proposito di cataratta giovanile, sintomi e cure sono gli stessi di quella senile? E quali sono i rimedi per la cataratta giovanile? Approfondiamo assieme l’argomento.

Che cos’è la cataratta giovanile?

Abbiamo avuto modo di approfondire più volte il tema della cataratta senile e non è mancata l’occasione di menzionare anche la variante congenita della patologia, ovvero quella che si manifesta già alla nascita. La tipologia di cataratta che approfondiamo invece in questa sede, la cataratta giovanile, fa la sua comparsa in età adulta, indicativamente prima dei 45 anni. Può essere monolaterale o bilaterale, ovvero interessare un solo occhio oppure entrambi.

Cause e sintomi della cataratta giovanile

Le cause della cataratta giovanile possono essere diverse. Elenchiamo dunque diverse tipologie di cataratta giovanile, dipendenti dalle cause che la possono innescare:

  • complicata: si presenta come conseguenza (o complicazione, appunto) di alcuni disturbi o patologie oculari particolarmente importanti: una miopia forte, un distacco di retina, una uveite, il glaucoma;
  • da farmaci: l’assunzione protratta nel tempo di alcune tipologie di farmaci (come i cortisonici, per esempio) può essere all’origine dello sviluppo della cataratta giovanile;
  • da traumi: una forte contusione, un incidente, un evento traumatico che interessi l’occhio possono essere fattori predisponenti lo sviluppo della patologia;
  • associata ad altre patologie: spesso la cataratta insorge in età giovanile come conseguenza di altre patologie, anche sistemiche. Un esempio su tutti è dato dal diabete. I soggetti affetti da diabete sono predisposti a sviluppare la cataratta 4 volte di più rispetto ai soggetti che non ne sono affetti. Anche la dermatite atopica può essere un fattore favorente l’insorgenza della cataratta giovanile;
  • anche l’esposizione intensa e protratta nel tempo ai raggi ultravioletti, ai raggi infrarossi o ai raggi X può favorire l’insorgenza della patologia in età giovane.

Cataratta giovanile, sintomi:

La cataratta giovanile presenta gli stessi sintomi di quella senile:

  • una visione progressivamente meno definita e più incerta, con contorni imprecisi e colori meno nitidi;
  • difficoltà visiva, dapprima in condizioni di poca luce (visione notturna), ma spesso anche di giorno.

Cure per la cataratta giovanile

Le cure per la patologia sono le stesse che si propongono per quella senile. Ci riferiamo all’intervento di facoemulsificazione, che prevede che il cristallino opacizzato sia rimosso e sostituito con uno artificiale. L’unica possibilità di cura per la cataratta giovanile è l’intervento chirurgico e non esiste terapia farmacologica in grado – ad oggi – di porre rimedio o arrestare l’opacizzazione del cristallino.

L’intervento chirurgico per la rimozione del cristallino opacizzato ha trovato negli ultimi anni un valido alleato nel laser a femtosecondi. Uno strumento che ha reso l’intervento ancora più preciso, accurato e sicuro.

Dott. Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico

Cataratta giovanile e patologie oculari: la prevenzione prima di tutto

Dal momento che nell’immaginario collettivo la patologia è esclusiva delle generazioni più anziane, ricevere una diagnosi di cataratta in giovane età può essere spiazzante. Quel che conta, a qualunque età, è aver cura del proprio apparato visivo, sottoponendosi agli opportuni controlli della salute oculare anche in assenza di sintomi. Nel caso della cataratta, per esempio, la buona riuscita dell’intervento può dipendere anche dallo stato del cristallino opacizzato. Praticare un’autodiagnosi, imputando un calo visivo ad un peggioramento dei propri difetti refrattivi ad esempio, può favorire un peggioramento della cataratta. Rendendo l’intervento più impegnativo ed esponendo l’occhio a maggiori complicazioni.

Cataratta giovanile e difetti visivi: che fare?

Come detto, la patologia può essere innescata da una miopia forte. Quando la cataratta giovanile si presenta in concomitanza di una miopia o di altri difetti visivi, l’intervento di sostituzione del cristallino può tramutarsi in un’inaspettata opportunità. Oggi, infatti, i moderni cristallini artificiali sono concepiti per essere delle vere e proprie lenti intraoculari dotate di potere diottrico e, dunque, in grado non solo di ripristinare la trasparenza perduta con la cataratta, ma anche di correggere i difetti visivi preesistenti. Pertanto, è possibile cogliere l’occasione per prendersi cura della propria salute oculare e risolvere in modo permanente la propria dipendenza dagli occhiali.

Ma non solo: i nuovi cristallini artificiali (si chiamano EDOF, di nuova generazione) alleviano fortemente anche la necessità di usare gli occhiali per il computer e altre attività a media distanza, migliorando così la qualità di vita dell’operato.

Le moderne lenti intraoculari sono altamente biocompatibili, durano per tutta la vita ed offrono un livello di personalizzazione mai visto prima. In questo senso, rappresentano una vera e propria opportunità per ristabilire la propria capacità visiva e fare a meno degli occhiali.

Dott. Lucio Buratto, medico oculista e Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico

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Un collirio per curare la cataratta, sogno o realtà?

cataratta

Quello che può sembrare fantascienza in realtà è un obbiettivo a cui sta lavorando un’équipe di ricercatori dell’Università della California di San Francisco, guidati da Jason Gestwicki, docente di chimica farmaceutica e da Usha Andley, della Scuola di Medicina della Washington University di St. Louis: stanno studiando la possibilità di produrre una sorta di collirio in grado di contrastare i fattori che causano la cataratta, ripristinando quindi la trasparenza del cristallino naturale ed evitando la sua sostituzione con una lente artificiale.

La cataratta insorge con l’età e consiste nella progressiva opacizzazione del cristallino, la lente naturale dell’occhio che regola la messa a fuoco delle immagini sulla retina e che con il tempo e l’invecchiamento, inizia a perdere trasparenza ed elasticità. La cataratta provoca una visione opaca, nebbiosa e indistinta e, se non curate, può portare alla cecità.

Le probabilità di avere una cataratta aumentano quindi a partire dai 60 anni (ne soffre il 50% degli over 70).

Al momento l’unica alternativa efficace per curare questa patologia è rappresentata dalla chirurgia del cristallino, che prevede l’asportazione della cataratta ( e quindi della lente naturale dell’occhio) con la tecnica degli ultrasuoni (coadiuvata oggi dall’efficace e innovativa tecnica del laser a femtosecondi)  e il successivo impianto del cristallino artificiale che sostituisce la lente naturale, dura tutta la vita e non perde mai la sua trasparenza.

L’intervento è eseguito in ambulatorio ed è indolore, ma la strada intrapresa da questo team di ricercatori potrebbe essere rivoluzionaria ed affidare a un “semplice” collirio l’intera cura di questa patologia, oggi realizzata solo dall’intervento chirurgico.

Lo studio, pubblicato su Science, parte dalla radice del problema, vale a dire l’opacizzazione del cristallino. Obbiettivo è fare in modo che le proteine cristalline (che compongono la sostanza di cui è formato il cristallino) rimangano solubili, così da non aggregarsi e provocare quella riduzione della vista tipica della cataratta.

Il team ha studiato diversi composti, combinando la molecola del lanosterolo con altri steroli  e arrivando a realizzare una miscela che potrebbe essere usata come collirio.
Si chiama “Composto 29” ha dato qualche buon risultato in fase di sperimentazione, bisogna però frenare gli entusiasmi: “Per ora la sperimentazione è stata fatta solo sugli animali – ha commentato il dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico e tra i massimi esperti mondiali nella cura della cataratta – per cui è ancora da dimostrare che funzioni sull’occhio umano e soprattutto a quale stadio di formazione della cataratta. Negli ultimi 30 anni sono usciti parecchi colliri che promettevano di “curare” la cataratta, ma poi nessuno si è dimostrato efficace. Infatti oggi nessun oculista si sognerebbe di prescrivere terapie mediche per trattare questa patologia”.