Occhiali speciali, occhiali intelligenti – Parte 2

Seconda parte dell’approfondimento a cura della Dott.ssa Maria Luisa Verbelli del Centro Ambrosiano Oftalmico sugli ausili ad alto apporto tecnologico e sugli occhiali per ipovedenti che possono migliorare sensibilmente la qualità di vita di chi è affetto da ipovisione.

Gli occhiali intelligenti di Stephen Hicks

Stephen Hicks, inventore e neurologo dell’università di Oxford, ha messo a punto assieme al suo team di ricerca un prototipo di occhiali intelligenti per disabili visivi che potrebbero aiutare le persone ad utilizzare la vista residua per vedere ed evitare gli ostacoli e godere di una maggiore indipendenza

Consentono di vedere le immagini innanzi a sé in modo ravvicinato, permettendo di evitare eventuali ostacoli; le immagini vengono captate e visualizzate in tempo reale su speciali display che permettono anche di zoomare.

Questo prototipo di occhiali per ipovedenti si avvale di videocamere incorporate nella montatura dell’occhiale e di un software per rilevare gli oggetti più vicini, che vengono visualizzati su lenti trasparenti dotate di led e presentati in forma semplificata e intuitiva. Il prototipo segnala acusticamente gli ostacoli, che visivamente risultano tanto più luminosi quanto sono prossimi e che si presentano come sagome chiare su sfondo scuro. Si sta mettendo a punto una funzione che tradurrà in audio le scritte.

Gli occhiali intelligenti potrebbero essere disponibili tra qualche anno e permetterebbero agli ipovedenti di spostarsi in ambienti non familiari aiutandoli ad orientarsi.

Il progetto EVA: Extended Visual Assistant

Il progetto EVA, finanziato dall’Unione Europea, ha sviluppato occhiali a comando vocale per le persone affette da disabilità visiva. EVA si basa sulla visione automatica che riconosce oggetti, testi e descrive verbalmente ciò che vede.

Si tratta di un prototipo di occhiali leggeri dotati di diverse funzionalità quali telecamera, microfono, altoparlante e pulsanti di comando. Gli occhiali EVA raccolgono e pre-elaborano i dati audiovisivi prima di inviarli allo smartphone di chi li indossa per ulteriori elaborazioni che si traducono per l’utente in indicazioni udibili. Un’interfaccia intuitiva aiuta chi li indossa a controllare gli occhiali non solo attraverso i pulsanti sul telaio ma anche attraverso i gesti, i movimenti della testa ed i comandi vocali.

Gli occhiali per ipovedenti possono leggere materiale stampato, riconoscere oggetti, gestire telefonate e messaggi brevi e aiutare a scrivere le risposte. In futuro saranno in grado di avvisare della vicinanza di veicoli e auto elettriche che sono più silenziose. La tecnologia EVA può anche integrarsi con le infrastrutture del traffico come i semafori, per darne informazioni sullo stato, e con i mezzi pubblici: se si è in prossimità di una fermata del bus, gli occhiali comunicheranno tutti i dati: qual è il prossimo autobus in arrivo e quali sono i tempi di percorrenza.

Liberty Delta

Tre studenti dell’Università di Almeria (Spagna) hanno ideato un prototipo di occhiali intelligenti in grado di rilevare ostacoli nell’ambiente urbano tramite speciali sensori, per permettere agli ipovedenti e ai ciechi di muoversi in sicurezza per le strade ed in ambito domestico.

Sono occhiali dotati di sensori ad ultrasuoni che individuano gli ostacoli e trasmettono le informazioni in fasce posizionate sui piedi; una applicazione trasforma queste informazioni in un codice di vibrazioni: quando il non vedente si avvicina ad un ostacolo il ritmo degli impulsi aumenta e l’impulso diventa continuo quando l’ostacolo è vicinissimo. Il prototipo attualmente funziona con cavi che in futuro saranno sostituiti dal Bluetooth.

Occhiali per ipovedenti per il riconoscimento dei volti

Progettati da un team brasiliano, questi occhiali intelligenti sono stati pensati per aiutare le persone ipovedenti a muoversi con facilità e sicurezza. Utilizzano una fotocamera ad alta risoluzione per riconoscere oggetti e volti, ed un sensore ad ultrasuoni per rilevare gli ostacoli. Quest’ultimo ha lo scopo di monitorare la distanza dell’oggetto più vicino, attivando un segnale di avvertimento se la persona sta per scontrarsi inavvertitamente con esso. Il dispositivo è costantemente collegato a Internet e con gli operatori sanitari, per trasformarsi all’occorrenza in dispositivo di emergenza per la localizzazione. 

A cura della Dott.ssa Maria Luisa Verbelli, medico oculista presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico.