Glaucoma e riposo notturno: quale connessione?

Glaucoma e riposo - Centro Ambrosiano Oftalmico

Un po’ di tempo fa abbiamo avuto modo di constatare, tramite una ricerca scientifica, la connessione positiva tra meditazione mindfulness e controllo della pressione intraoculare. Oggi indaghiamo invece il legame tra glaucoma e disturbi del sonno secondo quanto riporta uno studio americano. Chi soffre di glaucoma dorme bene? Sembrerebbe di no. Cerchiamo di fare chiarezza sul tema.

Due parole sul glaucoma

Il glaucoma è una patologia che porta ad un aumento della pressione intraoculare. Esistono diverse tipologie di glaucoma, ma la più comune è quella chiamata “ad angolo aperto”, che fa il suo esordio intorno ai 40 anni per poi progredire silenziosamente per lungo tempo. Il paziente solitamente si rende conto di esserne affetto quando comincia a sperimentare un calo di capacità visiva dovuto ai danni che la patologia ha arrecato al nervo ottico. I trattamenti per il glaucoma esistono, e possono essere sia di tipo farmacologico che di tipo chirurgico. Tuttavia, i danni arrecati al nervo ottico non sono riparabili.

Glaucoma e riposo notturno, che tipo di legame esiste?

Come dorme chi soffre di glaucoma? La posizione supina provoca un aumento della pressione intraoculare? E l’eventuale legame di causa-effetto esistente, in quale direzione va? E’ il sonno ad innescare un peggioramento del glaucoma, oppure è il glaucoma a portare a problemi del sonno? Sono domande che chi è affetto da glaucoma sicuramente si sarà posto almeno una volta. E allora, vediamo cosa dice la scienza sul tema.

Lo studio americano

Lo studio al quale ci riferiamo è stato pubblicato sul Journal of Ophtalmology. I risultati presentati si basano sull’analisi dei dati forniti ai ricercatori dal National Health and Nutrition Examination Survey, una banca dati che includeva 6700 pazienti alcuni dei quali affetti da glaucoma ad uno stadio piuttosto avanzato, con danni al nervo ottico e capacità visiva compromessa.

A seguito della compilazione di un questionario volto ad indagare il legame tra glaucoma e riposo notturno, è emerso che:

  1. I pazienti che dormivano più di 10 ore per notte avevano più possibilità (3 volte di più) di sviluppare danni al nervo ottico causati dal glaucoma;
  2. I pazienti che impiegavano meno di 9 minuti oppure più di 30 ad addormentarsi, presentavano il doppio delle probabilità di ammalarsi di glaucoma;
  3. Le probabilità di avere una capacità visiva compromessa erano più alte (3 volte di più) nei pazienti che dormivano meno di 3 o più di 10 ore per notte;
  4. Chi soffriva di sonnolenza diurna aveva il doppio delle possibilità di subire una perdita di capacità visiva.

Le conclusioni dello studio sulla relazione tra glaucoma e riposo notturno

Alla luce di quanto sopra elencato è evidente che esiste un legame tra glaucoma e disturbi del sonno. Nello specifico, chi soffre di glaucoma può soffrire anche di durata anormale del sonno, latenza del sonno e disfunzione diurna. L’aspetto interessante della ricerca è che non è stato definito il rapporto di causa-effetto, e quindi i ricercatori hanno indicato il glaucoma sia come fattore di rischio dei disturbi del sonno, sia come conseguenza dei disturbi stessi.

Fonte: Ncbi.nlm.nih.gov

E per quanto riguarda le apnee notturne?

La ricerca sopracitata ha preso in considerazione alcuni disturbi del sonno piuttosto comuni. Rimane tuttavia da indagare l’eventuale connessione tra glaucoma ed apnee notturne, un fenomeno il cui nome scientifico è Sindrome da Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS). A questo proposito, la Glaucoma Research Foundation ha sottolineato come i pazienti con apnee notturne presentano un rischio 10 volte maggiore di contrarre il glaucoma rispetto a chi riposa normalmente. Questo accade in virtù del mancato o non sufficiente afflusso di ossigeno nel sangue, che può innescare un aumento della pressione intraoculare con conseguente danno al nervo ottico. Anche in questo caso, dunque, è confermata la relazione tra glaucoma e riposo notturno. Non dimentichiamo che le apnee notturne sono davvero molto diffuse e che la loro pericolosità è legata anche al fatto che possono essere causa di sonnolenza diurna, che a sua volta può innescare incidenti stradali o sul lavoro.