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“Be My Eyes”, l’app solidale per non vedenti

app ipovedenti - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Si chiama Be My Eyes ed è un’applicazione capace di coniugare un alto contenuto tecnologico ad un forte senso di solidarietà e di voglia di aiutare il prossimo. Nulla di più utile e virtuoso, insomma. A inventarla, un signore danese ipovedente, che ha provato ad immaginare come sarebbe bello avere qualcuno che ti aiuta nei momenti di difficoltà, anche quando vicino a te non c’è nessuno. Vediamo di che si tratta.

L’obiettivo dell’inventore di Be My Eyes

L’inventore di questa applicazione si chiama Hans Jorgen Wiberg ed è danese. Non è uno scienziato, e nemmeno uno sviluppatore, ma un signore con un grave problema di ipovisione, che ha scelto di non rinunciare per nessun motivo al mondo alla sua indipendenza. Alla voglia di riuscire a fare le cose da solo. Per dimostrare agli altri, ma soprattutto a se stesso, di poter essere indipendente sempre e comunque. Di non dover sempre e comunque chiamare qualcuno perché venisse a casa ad aiutarlo nelle piccole mansioni quotidiane o lo accompagnasse in giro per la città. Di essere in grado di preparare una cena a sua moglie in autonomia, nonostante un campo visivo ridotto da 180° a soli 5°. E quale miglior mezzo per farlo, se non il grande protagonista del quotidiano di ognuno di noi, ovvero lo smartphone?

Come funziona Be My Eyes

Ecco la prova che il volontariato funziona. E fa bene.

Be My Eyes, che al momento è disponibile solamente per iPhone, è un’applicazione gratuita che consente di trasformare lo smartphone negli occhi di un utente ipovedente. Connettendosi all’applicazione ed inviando una richiesta d’aiuto, lo smartphone attiverà automaticamente la videocamera rivolta verso l’esterno e farà partire una chiamata verso una rete di volontari pronta ad entrare in soccorso del chiamante. In pratica, il primo volontario disponibile che accoglierà la chiamata potrà trasformarsi, grazie alla videocamera del chiamante, nei suoi stessi occhi, vedendo ciò che lui ha davanti, ed assistendolo nelle sue necessità. Un esempio virtuoso di come la tecnologia possa porsi al servizio del prossimo e di come si possa fare del sano volontariato anche senza investire troppo tempo nè allontanarsi da casa. Basta volerlo!

Il successo è già nell’aria: ma Dean guarda ancora più lontano

Anche se a prima vista Be My Eyes potrebbe sembrare l’ennesima applicazione al servizio di utenti con disabilità, il suo potenziale non è passato inosservato e ad oggi l’app ha superato quota 370mila iscritti. La preoccupazione di Hans non è quella di aumentare il numero degli iscritti, ma di aiutare concretamente tanti ipovedenti che oggi vivono in paesi come l’Africa o l’India dove si fa ancora troppo poca prevenzione e dove ancora si perde gran parte della propria capacità visiva a causa di patologie che altrove sono invece facilmente curabili. Un obiettivo ambizioso che va ad aggiungersi a quello già raggiunto della solidarietà via mobile.

Fonte: MobileAppDaily.com

Ford: in arrivo il finestrino per non vedenti

E’ stato realizzato di recente a cura di una start-up italiana, Aedo,  il primo finestrino per non vedenti al mondo. La start-up, sostenuta e promossa dal gruppo Ford, promette di immettere sul mercato automobili dotate di uno speciale finestrino che consente ai viaggiatori non vedenti di percepire immagini e paesaggi attraverso uno speciale meccanismo di tipo tattile. Vediamo di che si tratta. 

Il finestrino dell’auto che aiuta ipovedenti e non vedenti a vedere fuori

Start-up specializzata nella progettazione e realizzazione di dispositivi ad alta tecnologia per non vedenti, Aedo ha già sviluppato un sistema innovativo che consente ai non vedenti di utilizzare con successo le tecnologie dotate di sistema touchscreen. Oggi, con il supporto di Ford, è la volta di Feel The View, un finestrino unico al mondo, che riesce a convertire le immagini in stimoli sensoriali sia di tipo tattile che uditivo. Un’idea del tutto nuova, sviluppata avvalendosi della collaborazione di persone con cecità ed ipovedenti che hanno testato il rivoluzionario finestrino esprimendo le loro impressioni ed i loro desideri e consentendone un’efficace implementazione.

Aedo Feel, la tecnologia al servizio della bellezza

Condividere la bellezza di un paesaggio con un passeggero non vedente o ipovedente oggi diventa dunque una realtà tangibile grazie alla tecnologia Aedo Feel. L’abbinamento di una fotocamera ad uno speciale software consente appunto a non vedenti ed ipovedenti di “percepire” forme e contorni del paesaggio al di fuori del finestrino attraverso tatto ed udito. Un sistema di impulsi e chiaroscuri che, se implementato e perfezionato a dovere, troverà sicuramente applicazioni in altri ambiti anche al di là dell’automotive.