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Maculopatia diabetica, è allarme

Il diabete è una patologia in forte crescita a livello globale, le cui conseguenze si riflettono negativamente sulla salute dell’intera popolazione mondiale, in termini di qualità di vita individuale, ma anche, più in generale, a livello sociale ed economico. Alla luce della portata di questo fenomeno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato il Programma Diabete, con l’obiettivo di ridurre al minimo le complicazioni causate dalla patologia e migliorare la qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti. Le parole d’ordine? Informare, sensibilizzare, prevenire. Non dimentichiamo che attorno al diabete “gravitano” una serie di patologie spesso poco conosciute, ma dalle conseguenze piuttosto gravi per chi ne è affetto. La maculopatia diabetica è una di queste. 

Il diabete, questo sconosciuto

Una recente indagine demoscopica condotta sulla conoscenza del diabete e delle sue possibili conseguenze ha evidenziato come gli italiani siano poco informati sulle caratteristiche e sulle conseguenze della patologia, anche laddove ne siano affetti. Ad aggravare il quadro, vale la pena di sottolineare che la maggior parte dei soggetti diabetici sono affetti da diabete di tipo II, ovvero da quella “variante” della patologia direttamente connessa ad uno stile di vita troppo sedentario e basato su abitudini alimentari sbagliate. Va da sé che informare, prevenire ed organizzare screening ed incontri informativi sul territorio sia fondamentale non solo per sensibilizzare la popolazione sul diabete, ma anche sulle patologie che esso può innescare.

La maculopatia diabetica, una (pericolosa) conseguenza del diabete

Che cos’è la maculopatia diabetica

La maculopatia diabetica è una patologia oculare particolarmente grave ed insidiosa legata a doppio filo al diabete, sia esso di tipo I che di tipo II. Uno dei sintomi del diabete è una generale debolezza delle pareti dei vasi sanguigni, in particolare a livello di microcircolo. A livello oculare, questa debolezza si traduce in un insufficiente apporto di sangue ai vasi sanguigni presenti nella macula e nel rilascio di un eccesso di liquidi.

Perchè la maculopatia diabetica è pericolosa e come evitare che lo sia

L’edema maculare è pericoloso perché può danneggiare in modo grave ed irreversibile la capacità visiva del paziente, specie se non diagnosticato e non trattato in tempo. Non dimentichiamo che la maculopatia diabetica rappresenta una delle maggiori cause di cecità al mondo. Informarsi, leggere, avere curiosità verso il mondo che ci circonda e verso le patologie che ci interessano direttamente, adottare stili di vita dinamici, positivi e salutari è fondamentale per evitare di andare incontro a patologie potenzialmente invalidanti o per intervenire quanto prima laddove esse si manifestino.

Esistono i trattamenti per la maculopatia diabetica?

Oggi la maculopatia diabetica si può affrontare con diverse soluzioni terapeutiche:

  • le iniezioni intravitreali anti-VEGF;
  • un dispositivo intravitreale a rilascio di un farmaco cortisonico;
  • altri trattamenti laser.

Queste soluzioni hanno lo scopo di riassorbire l’edema, ma non di riparare ad eventuali danni ai fotorecettori. Ecco perché è fondamentale fare informazione ed intervenire con tempismo, specie in un’ottica di generale miglioramento della qualità di vita del paziente, soprattutto se questo è ancora molto giovane.

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Soffri di diabete e desideri verificare lo stato di salute del tuo apparato visivo? Chiamaci dal lunedi al venerdi dalla 9.00 alle 19.00 allo 026361191.

Iniezioni intravitreali per il trattamento della maculopatia

La degenerazione maculare senile è una patologia che interessa la macula, ovvero la parte centrale della retina, quella situata nella parte più posteriore dell’occhio. Per la sua posizione centrale e per il fatto d’essere particolarmente ricca di fotorecettori – coni e bastoncelli – indispensabili per la corretta visione dei dettagli e dei colori – la macula svolge un ruolo fondamentale per il buon funzionamento dell’intero apparato visivo. Se nella sua forma secca o atrofica la degenerazione maculare senile è più difficile da trattare, la forma essudativa o umida invece lascia più spazio all’ottimismo. Le iniezioni intravitreali rappresentano infatti una soluzione efficace che consente di arrestare la progressione della malattia. Vediamo nel dettaglio di che si tratta. 

La degenerazione maculare senile di tipo umido

Nella sua forma di tipo umido, la degenerazione maculare senile si caratterizza per la crescita anomala di piccoli vasi sanguigni sia sotto che dentro la macula. La responsabilità di questa crescita anomala è di una molecola, chiamata VEGF. Fortunatamente, esistono dei farmaci in grado di bloccare l’azione di questa molecola e di conseguenza anche gli effetti che essa esercita sulla retina. Il paziente affetto da degenerazione maculare senile essudativa, infatti, sperimenta una progressiva difficoltà a nella visione centrale (quella che serve per leggere, guardare la televisione, guidare, etc) proprio a causa dell’azione che la molecola VEGF esercita sulla macula.

Il trattamento della degenerazione maculare senile di tipo umido: le iniezioni intravitreali

I farmaci anti-VEGF, così vengono chiamati, vengono iniettati direttamente nel corpo vitreo tramite una siringa con un ago sottilissimo, e consentono di arrestare la progressione della patologia. Il protocollo prevede che si eseguano dapprima 3 iniezioni a distanza ravvicinata, e che si prosegua poi con altre per un anno circa, fino ad arrivare a 6 o 7 iniezioni totali. Le iniezioni con farmaci anti-VEGF non rappresentano la cura definitiva per la degenerazione maculare senile di tipo umido, ma sicuramente consentono di arrestare l’avanzamento della patologia in modo determinante, offrendo al paziente la concreta possibilità di recuperare una buona capacità visiva e di mantenerla a lungo nel tempo.

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Se desideri avere maggiori informazioni sulla degenerazione maculare senile e sulle iniezioni intravitreali, contattaci dal lunedi al venerdi dalle 9,00 alle 19,00 allo 02 6361191.

Maculopatia: parla l’esperto. Intervista al Dottor Matteo Cereda

E’ in corso la Prima Campagna Nazionale per la Prevenzione e la Diagnosi della Maculopatia. Ma sappiamo davvero che cos’è la maculopatia? Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande al dottor Matteo Cereda, medico oculista e retinologo di CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico. 

Dottor Cereda, ci può spiegare che cos’è la maculopatia?

La maculopatia è una malattia della macula, la parte centrale della retina, dove si trovano i fotorecettori, importanti cellule che ci permettono di riconoscere volti e colori. La maculopatia nel suo stadio iniziale si presenta spesso con dei sintomi non molto marcati: il paziente si accorge di percepire come leggermente distorte linee che invece dovrebbero essere dritte, come la carreggiata della strada, o uno stipite di una porta. Altre volte, la maculopatia si presenta come una macchia cieca ed offuscata proprio al centro del campo visivo.

La maculopatia è una malattia curabile?

Esistono varie  e diverse forme di maculopatia: alcune devono solo essere controllate e osservate nel tempo, altre invece possono essere curate, con dei farmaci o con degli interventi chirurgici. Le principali e più diffuse forme di maculopatia, sono rappresentate dalla degenerazione maculare senile e dalla maculopatia diabetica.

Dottor Cereda, quali sono gli esami che occorre fare quando si sospetta una diagnosi di degenerazione maculare senile?

Quando si sospetta una diagnosi di degenerazione maculare senile è necessario effettuare una OCT, una tac dell’occhio. Non è un esame pericoloso, ma anzi è un esame semplice e rapido, che consente di scattare delle fotografie della retina. Un altro esame fondamentale è la fluorangiografia: nella vena del braccio del paziente vengono iniettati dei coloranti che, viaggiando nel ciclo sanguigno, raggiungono l’occhio, e consentono di visualizzare piccoli vasi anomali che si sono eventualmente sviluppati al di sotto o all’interno della macula del paziente.

OCT e fluorangiografia sono esami fondamentali non solo per la diagnosi di degenerazione maculare senile, ma sono anche importanti per tenere monitorato l’andamento della malattia nel tempo.

Dottor Cereda, ci può dire quali sono le forme di maculopatia risolvibili con un intervento chirurgico?

Esistono alcune forme di maculopatia che possono essere affrontate chirurgicamente. Esse sono rappresentate dal pucker maculare, dal foro maculare e dalla trazione vitreo maculare. Tutte e tre queste patologie possono essere curate tramite un intervento chirurgico chiamato vitrectomia.

Il pucker maculare è una piccola e sottile membrana  trasparente che cresce sulla macula, si contrae e può provocare una deformazione della macula stessa. L’intervento chirurgico consente di eliminarla del tutto, riportando la macula alle sue condizioni normali.

Il foro maculare è un piccolo buco che si forma nella parte centrale della macula, la retina. In questo caso al corpo vitreo viene sostituito il gas, che agirà da tappo, andando a chiudere il foro.

La trazione vitreo maculare, infine, è una anomala contrazione del vitreo, il gel che riempie l’occhio. Questa contrazione provoca una trazione sulla macula, ed una sua deformazione. La rimozione del corpo vitreo allenta le trazioni in atto sulla macula.

E la maculopatia degenerativa senile invece come si cura?

Nella forma iniziale della degenerazione maculare legata all’età, il paziente non deve essere sottoposto ad alcun trattamento, ma solo seguito dal suo oculista di fiducia. Sono le forme evolute della maculopatia che invece devono essere affrontate e trattate. Esistono due forme distinte di maculopatia legata all’età: nella forma secca, si ha una progressiva ed inarrestabile perdita dei fotorecettori della parte centrale della retina. Per questa forma purtroppo non esistono delle terapie, anche se sono in corso di studio molti farmaci che forse in futuro aiuteranno a rallentare la malattia.

La forma umida invece può essere trattata e parzialmente curata. Questa forma di maculopatia è caratterizzata da una serie di piccoli vasi sanguigni che crescono sotto e dentro la macula in modo anomalo. La molecola responsabile della crescita di questi piccoli vasi si chiama VEGF. Esistono dei farmaci molto efficati chiamati anti VEGF che possono essere iniettati nell’occhio del paziente per bloccare la crescita di questi vasi sanguigni.

Ci può spiegare meglio cosa sono le iniezioni intravitreali?

Le iniezioni intravitreali sono delle iniezioni di farmaci che vengono eseguite direttamente nell’occhio. Si chiamano intravitreali perchè grazie a queste punture il farmaco viene iniettato direttamente nel corpo vitreo, il gel che riempie l’occhio. Queste punture vengono eseguite con un ago sottilissimo concepito apposta per quest’uso, e non sono dolorose. Il paziente sente solo un leggero pizzicotto.

Come già detto, le più importanti e diffuse terapie intravitreali oggigiorno sono i farmaci anti VEGF, che sono la cura più importante per la degenerazione maculare senile. Questi farmaci possono essere iniettati per 3 volte consecutive nei primi 3 mesi di terapia. Sarà poi l’oculista a valutare, nel corso del tempo, la necessità di ripetere le iniezioni. Solitamente sono necessarie 6 o 7 iniezioni nel primo anno di trattamento, dopodiché il numero delle iniezioni tende a diminuire anno dopo anno.

Dottor Cereda, molti pazienti malati di maculopatia legata all’età temono di perdere la vista. E’ una paura fondata?

Un paziente affetto da maculopatia legata all’età non diventerà mai cieco, o solo in rarissimi casi. Nelle fasi iniziali della malattia si verifica solo un calo della sensibilità della vista. Quando invece la malattia evolve, si presentano sintomi più distinti, come la visione di linee distorte oppure una macchia al centro del campo visivo. Proprio perché colpisce esclusivamente la parte centrale della retina, mentre la parte periferica rimarrà sana nel tempo, il paziente potrà sempre riconoscere gli ostacoli e muoversi nello spazio. Quindi solo in rarissimi casi il paziente diventerà cieco; normalmente non succederà.

Nel ringraziare il dott. Cereda per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:

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