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Iniezioni intravitreali: come funzionano?

Le iniezioni intravitreali sono la terapia d’elezione per il trattamento delle maculopatie di tipo essudativo. Com’è noto, la patologia è la terza causa al mondo di cecità centrale (ovvero un grave stato di ipovisione e/o cecità che interessa esclusivamente la porzione centrale del campo visivo). La sua incidenza, infine, è in costante aumento, come conseguenza del generale invecchiamento della popolazione mondiale. Approfondiamo brevemente il tema delle iniezioni intravitreali, conosciamo più da vicino le caratteristiche della patologa e, infine, spendiamo due parole sulle prospettive terapeutiche attuali e future per il suo trattamento.

Maculopatia di tipo umido

La maculopatia di tipo umido o essudativo è una patologia che si manifesta, nella sua variante senile e più diffusa, dopo i 55 anni circa. Si tratta di una patologia che colpisce la porzione centrale della retina, ovvero la macula. In questa zona vi sono tantissimi fotorecettori, responsabili della visione dei colori e, più in generale, del buon andamento della funzione visiva. La patologia si manifesta attraverso la formazione di neovasi a livello sottoretinico. La retina subisce in tal modo un danno irreversibile, che conduce alla morte dei fotorecettori, compromettendo seriamente e progressivamente la funzione visiva. Oggi è possibile arrestare la progressione della maculopatia essudativa grazie alle iniezioni intravitreali. Una terapia efficace nello stabilizzare la patologia, e che tuttavia non consente di recuperare la perdita visiva già avvenuta né ripristinare la funzionalità dei fotorecettori danneggiati.

Come funzionano le iniezioni intravitreali

Le iniezioni intravitreali prevedono la somministrazione di farmaci anti-VEGF direttamente nel corpo vitreo del paziente. I farmaci anti-VEGF sono a base di una specifica proteina capace di inibire la formazione di neovasi sotto la retina. La somministrazione avviene tramite minuscole punturine assolutamente indolori e sicure. Naturalmente perizia, esperienza e manualità di chi le esegue sono quanto mai fondamentali. Tuttavia, conviene sapere che si tratta di una procedura di gran lunga meno invasiva ed impegnativa di altri interventi di chirurgia oftalmica.

La somministrazione delle iniezioni intravitreali non è casuale ma avviene sulla base di uno specifico protocollo cadenzato e calendarizzato con precisione. Solitamente si eseguono le prime 3 iniezioni a distanza di un mese l’una dall’altra, per arrivare ad un totale di 7 circa nel primo anno di trattamento.

Seguire il protocollo terapeutico come descritto consente di dare una concreta battuta d’arresto alla patologia e di preservare la propria acuità visiva nel tempo.

Prospettive terapeutiche passate, presenti e future per la maculopatia senile di tipo essudativo

Prima dell’avvento delle iniezioni intravitreali, la maculopatia essudativa si trattava con la terapia fotodinamica, ovvero con uno strumento laser che andava ad occludere i neovasi. Oggi innumerevoli ricerche scientifiche hanno evidenziato la maggiore efficacia delle molecole anti-VEGF nel trattamento a lungo termine della patologia. Per quanto riguarda il futuro, invece, i ricercatori sono al lavoro per chiarire il ruolo potenziale delle cellule staminali nei processi rigenerativi della retina. Sembrerebbe che le cellule staminali possano rivelare maggiormente la loro efficacia nel trattamento della maculopatia senile di tipo secco, per la quale ad oggi sembra non esserci ancora alcuna terapia efficace.

Dove sottoporsi alle iniezioni intravitreali?

Come detto, manualità, competenza, perizia ed esperienza sono condizioni imprescindibili per la somministrazione delle iniezioni intravitreali. Le iniezioni si eseguono sempre in ambiente sterile. In Italia sono disponibili presso gli ospedali ed alcuni centri di eccellenza privati, come il Centro Ambrosiano Oftalmico. Presso gli ambulatori della nostra struttura è possibile sottoporsi alle iniezioni intraoculari in regime di massima sicurezza e igiene, con la certezza di ricevere il trattamento da alcuni tra gli specialisti più esperti e competenti nel settore.

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Degenerazione maculare senile di tipo umido: come affrontarla?

La degenerazione maculare senile è una patologia oculare tipicamente legata al tempo che avanza. Al pari di quanto accade nella cataratta, le strutture oculari, invecchiando, perdono la loro efficienza originaria. E talvolta finiscono per ammalarsi. Nel caso della degenerazione maculare senile, nota anche con il nome di maculopatia senile, ad ammalarsi è la macula. La patologia può manifestarsi in due varianti differenti: una umida o essudativa, l’altra secca o atrofica. Concentriamoci oggi sulla degenerazione maculare senile di tipo umido, e vediamo insieme quali sono le opportunità di trattamento maggiormente efficaci.

Perché ci si ammala di maculopatia?

Come detto in apertura, la degenerazione maculare senile è connessa all’invecchiamento. A favorirne l’insorgenza, oltre al tempo che avanza, troviamo anche altri fattori spesso concomitanti:

  • abuso di fumo o di alcol
  • stili di vita poco virtuosi
  • vita sedentaria
  • un’alimentazione poco sana (sbilanciata a favore di alimenti particolarmente grassi)
  • familiarità
  • ipertensione
  • diabete
  • un’intensa, eccessiva e prolungata esposizione ai raggi UV.

La scienza conferma, inoltre, che ad ammalarsi di degenerazione maculare senile sono maggiormente le donne.

Come si manifesta la degenerazione maculare senile

La degenerazione maculare senile interessa e colpisce la macula, ovvero la porzione centrale della retina, che è situata subito dietro la pupilla. E’ lì che confluisce la maggior parte dei raggi luminosi, ed è lì che si ha la maggior concentrazione di fotorecettori. Se la macula si ammala, la sua funzionalità ne risulta compromessa e la qualità della visione si impoverisce progressivamente.

In breve, chi è affetto da degenerazione maculare senile:

  • tende a vedere in modo sempre più impreciso, confuso e offuscato proprio le immagini situate al centro del campo visivo
  • può vedere una macchia scura proprio al centro del campo visivo (questo sintomo prende il nome di scotoma)
  • può vedere le linee dritte come distorte (chiamate metamorfopsie)

Maculopatia senile essudativa o atrofica?

Anche se il sintomo – ovvero la visione centrale compromessa – è il medesimo, le varianti della patologia sono due.

  • Una è detta atrofica, e vede la formazione di accumuli adiposi (detti drusen) a livello sottoretinico.
  • L’altra è invece detta essudativa, e si presenta tramite la formazione di neovasi.

In entrambi i casi, la membrana che si trova al di sotto della retina perde efficienza ed il suo metabolismo non funziona più come dovrebbe, causando la morte dei fotorecettori e pregiudicando in modo irreversibile la funzione visiva. E’ importante sapere che fotorecettori compromessi non recuperano in alcun modo la loro funzionalità. La differenza tra le due varianti è che quella atrofica è maggiormente insidiosa e difficile da trattare, mentre quella essudativa si presta maggiormente a soluzioni terapeutiche capaci di arrestare la progressione delle patologia. Soffermiamoci su queste ultime.

Iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF

Come detto, la degenerazione maculare senile si manifesta tramite la formazione di nuovi vasi a livello sottoretinico. Questo sintomo è innescato da una particolare proteina, detta VEGF (Fattore di Crescita dell’Endotelio Vascolare). Ebbene, grazie a numerosi ed approfonditi studi scientifici, è stato possibile mettere a punto un farmaco capace di inibire la proliferazione dei neovasi, e dunque l’infiammazione sottoretinica, fermando lo sviluppo di questa proteina. Questo farmaco è detto anti-VEGF.

La proteina anti-VEGF i somministra tramite minuscole e sottilissime iniezioni intravitreali, del tutto indolori ed impercettibili. Conosciamo più da vicino caratteristiche e vantaggi di questo trattamento.

Le iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF

  • sono l’unico ed il più efficace trattamento per la degenerazione maculare senile di tipo essudativo
  • consentono di arrestare la proliferazione dei neovasi e il peggioramento della patologia
  • sono indolori e si eseguono a livello ambulatoriale
  • per apprezzare concretamente i risultati del trattamento, è necessario attenersi al calendario terapeutico prescritto, evitando di mancare agli appuntamenti
  • devono essere eseguite e somministrate esclusivamente da specialisti dotati di grande perizia ed esperienza specifica
  • sono disponibili presso i centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico
  • non esiste alternativa farmacologica capace di offrire i medesimi risultati o di curare la patologia

Come sempre la prevenzione è la prima cura

Non ci stancheremo mai di ripetere, infine, che ogni tappa della vita è fatta di controlli della salute visiva. Che sono fondamentali e preziosi per diagnosticare patologie note e meno note, che a volte si manifestano, nelle loro fasi d’esordio, anche in sordina.

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Se desideri prenotare un controllo della tua salute visiva o di una persona a te cara, o sei interessato a conoscere più da vicino le iniezioni intravitreali per la cura della degenerazione maculare senile, il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Iniezioni intravitreali, domande frequenti

iniezioni intravitreali - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano oggi la terapia più efficace per chi è affetto da una maculopatia umida. Ma cosa sono di preciso le iniezioni intravitreali? Quando e in che modo portano un beneficio a chi vi si sottopone? Può eseguirle chiunque? Dubbi e domande non mancano mai.

Cos’è la maculopatia?

La maculopatia è una patologia degenerativa che colpisce la porzione centrale della retina, chiamata appunto macula. Si tratta di un’area importantissima e delicatissima dell’occhio. La macula svolge un ruolo cruciale nel buon andamento della vista e nella percezione dei colori. Nelle maculopatie essudative ciò che accade è che si vengono a formare dei neovasi a livello sottoretinico che determinano il deterioramento e la morte dei fotorecettori.

Le maculopatie sono di diverse tipologie, ma la più nota e comune è quella senile, cioè tipica dell’età che avanza. Si presenta in età matura favorita spesso da una serie di fattori predisponenti: stili di vita orientati all’eccessiva sedentarietà, fumo di sigaretta, abuso di alcolici, un’alimentazione poco sana e poco varia e altri.

La molecola che causa la proliferazione di neovasi nella maculopatia essudativa si chiama VEGF. Le iniezioni intravitreali a base di farmaci anti-VEGF sono altamente efficaci e rappresentano l’unica cura scientificamente comprovata per rallentare notevolmente e persino arrestare l’avanzamento di una patologia per la quale ad oggi ancora non esiste una soluzione definitiva.

Le iniezioni sono dolorose?

L’idea di sottoporsi ad una iniezione oculare può intimorire. Tuttavia, le iniezioni intravitreali non sono dolorose: si eseguono previa somministrazione di un anestetico per uso topico, e l’ago è davvero sottilissimo.

Come farò a tenere l’occhio aperto?

Non è necessario sforzarsi di tenere l’occhio aperto né cercare di controllare l’ammiccamento. Per mantenere le palpebre aperte si usa un apposito strumento chiamato blefarostato. E l’occhio rimane immobile naturalmente per tutta la durata del trattamento, che dura pochi secondi appena.

A chi rivolgersi in caso di maculopatia essudativa? Chi è lo specialista che esegue le iniezioni intravitreali?

La maculopatia è una patologia oculare che deve essere diagnosticata, valutata e trattata esclusivamente da un oculista, ancor meglio se retinologo, cioè specializzato in patologie della retina. Per quanto riguarda le iniezioni intravitreali, si consiglia di rivolgersi ad uno specialista dalla comprovata esperienza nell’eseguirle. E’ proprio l’esperienza a dare quella perizia e quella manualtà fondamentali per portare a termine la procedura con sicurezza e senza alcuna esitazione. Si ricordi inoltre che le iniezioni intravitreali si eseguono in ambiente sterile.

Quante iniezioni è necessario eseguire? In quanto tempo si ottengono i primi risultati?

L’importante è essere costanti e sempre presenti agli appuntamenti con la terapia. Per quanto riguarda le iniezioni intravitreali per la maculopatia essudativa, si possono prevedere 3 iniezioni nei primi 3 mesi, per poi diradare gli incontri nei restanti mesi dell’anno, sino ad arrivare ad un totale di 7 o 8 iniezioni.

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Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 al numero 02 636 1191.

Degenerazione Maculare Senile: i primi sintomi

La conoscenza delle patologie e dei loro sintomi è fondamentale per fare una corretta prevenzione. A questa, va naturalmente associata l’abitudine di sottoporsi a controlli periodici della propria salute, anche in assenza di sintomi. A proposito di prevenzione, spendiamo oggi due parole sulla Degenerazione Maculare Senile, una patologia oculare dell’età avanzata che conviene conoscere meglio. I motivi sono presto detti. La sua incidenza è piuttosto elevata (in Italia ne sono affetti 1 over 60 su 10 e 1 over 75 su 4) e perché, se trascurata, può causare danni gravi ed irreversibili agli occhi, compromettendo seriamente la capacità visiva. Vediamo dunque che cos’è la Degenerazione Maculare Senile e quali sono i suoi sintomi d’esordio.

Che cos’è la Degenerazione Maculare Senile

La parte interna del nostro occhio è rivestita da una membrana tanto sottile quanto preziosa. Il suo nome è retina. La retina riveste un ruolo di primo piano nella funzione visiva: essa è infatti punteggiata da una miriade di fotorecettori, minuscole cellule (coni e bastoncelli) che ci aiutano a riconoscere forme e colori, e a convogliare l’informazione visiva al nervo ottico e di lì al cervello. La parte di retina situata in fondo all’occhio, in prossimità del nervo ottico, è la più preziosa e delicata. La sua parte più al centro prende il nome di macula, ed è responsabile del buon andamento della visione centrale.

Con l’avanzare dell’età ed insieme ad alcuni fattori predisponenti, può capitare che la macula vada incontro ad un invecchiamento severo che ne compromette il funzionamento. Un invecchiamento che diviene patologico quando i coni e bastoncelli subiscono una degenerazione. Di fatto, perdendo la loro funzionalità. Si tratta di un processo irreversibile, che peggiora mano a mano che il tempo avanza.

Esistono due tipologie di Degenerazione Maculare Senile: una detta umida (o essudativa), l’altra detta secca (o atrofica). La scienza si sta occupando da tempo di studiare queste due varianti della DMLE (Degenerazione Maculare Legata all’Età). Oggi, la tipologia più facile da curare è quella umida, che si tratta efficacemente con le iniezioni intravitreali. Più insidiosa è invece la variante secca.

Le iniezioni intravitreali per la Degenerazione Maculare Senile di tipo umido

Le iniezioni intravitreali sono miuscole punturine del tutto indolori. Sono preziosissime per la cura della DMLE di tipo essudativo. Si somministrano nell’ambito un protocollo di cura ben preciso e consentono di arrestare l’avanzamento della patologia con grande efficacia. Il Centro Ambrosiano Oftalmico ha ormai da diversi anni l’autorizzazione sanitaria per la somministrazione delle iniezioni intravitreali. Presso la nostra struttura, prestano servizio medici oculisti di grande e comprovata esperienza, altamente preparati e specializzati nell’esecuzione di tali iniezioni.

La diagnosi tempestiva può fare la differenza

La capacità visiva perduta a causa della patologia non è recuperabile. Ciò che si può fare è intervenire per arrestare o rallentare l’avanzamento della patologia ed evitare di avere ulteriormente compromessa la propria funzione visiva.

Obiettivo di queste poche righe è tuttavia quello di sensibilizzare all’attenzione verso i sintomi che accompagnano la patologia già nella sua fase d’esordio. La tempestività infatti è fondamentale. Prima si riceve la diagnosi di Degenerazione Maculare Senile, prima è possibile intervenire.

Come detto, i danni arrecati dalla patologia sono irreversibili, ma riguardano la visione centrale. Un paziente con una Degenerazione Maculare Senile anche in stadio avanzato, potrà comunque contare sulla visione periferica.

Quali sono i primi sintomi della Degenerazione Maculare Senile?

Ora che abbiamo capito che cos’è la Degenerazione Maculare Senile e perché la diagnosi tempestiva è fondamentale, cerchiamo di illustrarne i sintomi d’esordio

  • una inusuale difficoltà nella visione centrale: gli oggetti posti proprio davanti a noi ci sembrano più sfocati e meno nitidi rispetto a quelli situati nella periferia del campo visivo
  • sensazione di vedere un’ombra o un’area più scura davanti agli occhi, che prende il nome di scotoma
  • percezione delle linee dritte o delle immagini come distorte
  • generale calo della capacità visiva
degenerazione maculare senile - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico
La Degenerazione Maculare Senile causa una compromissione della visione centrale, mentre quella periferica rimane inalterata.

Impariamo ad ascoltare i segnali che il nostro corpo ci invia

…ma anche a rivolgerci ai giusti specialisti

Il nostro corpo ci invia frequentemente dei segnali che è importante cogliere ed interpretare. Capita spesso che un calo della capacità visiva sia erroneamente imputato ad un peggioramento dei difetti visivi. Al contrario, un peggioramento della funzionalità visiva può accompagnare anche l’esordio di alcune tra le più comuni patologie oculari. Tra queste la cataratta, il glaucoma, ma anche la Degenerazione Maculare Senile.

Il consiglio è quello di evitare di perdere tempo formulando ipotesi o eseguendo autodiagnosi sulla base dell’esperienza di parenti o amici. Al contrario, conviene sottoporsi agli opportuni e periodici controlli della salute visiva. Una scelta che spesso può fare davvero la differenza.

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Prenota oggi stesso la tua visita oculistica specialistica per le malattie della retina. Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 636 1191.

Cura del glaucoma: oggi è possibile

Affrontare il tema della cura del glaucoma non è semplice. Oltre alle terapie farmacologiche o chirurgiche oggi a disposizione, occorre tenere conto anche degli innumerevoli fattori di rischio che possono influenzarne la progressione. Per comprendere il peso di questi fattori, basti pensare che il glaucoma è una delle patologie oculari più diffuse al mondo. Solamente in Italia si stima che ne soffrano oltre un milione di persone. Come si cura oggi il glaucoma?

Cura del glaucoma: prevenzione e aderenza alla terapia

Durante i mesi più difficili della pandemia, molti pazienti hanno dovuto rimandare o cancellare i loro controlli di routine. Il glaucoma è una patologia insidiosa, che specie nelle fasi iniziali esordisce priva di sintomi. Pensare di recarsi dall’oculista saltuariamente o solo quando si sente la necessità di cambiare gli occhiali da vista favorisce l’esordio e la progressione di patologie notoriamente asintomatiche come il glaucoma. E quando sfortunatamente ci si accorge che “qualcosa non va”, la malattia ha già arrecato danni irreversibili. Il primo fattore fondamentale per curare il glaucoma efficacemente è la diagnosi precoce. 

Il secondo fattore che favorisce una corretta cura del glaucoma è l’aderenza alla terapia. Qualunque essa sia. Oggi il glaucoma, se affrontato e curato tempestivamente, è gestibile grazie ad una vasta gamma di terapie, sia farmacologiche che chirurgiche. Ascoltare con attenzione i consigli del proprio oculista e seguire le indicazioni fornite, è sicuramente il primo passo per curare il glaucoma.

Cura del glaucoma: le diverse soluzioni

Colliri

La terapia tradizionale per la cura del glaucoma, specie nelle sue fasi d’esordio, è quella farmacologica a base di colliri ipotonizzanti, cioè capaci di controllare la pressione intraoculare. Una terapia efficace a patto che il paziente la segua con grande precisione. 

Laser SLT

Molto efficace e sicura è poi la laserterapia, disponibile quasi esclusivamente presso selezionati centri di eccellenza come CAMO. E’ possibile infatti intervenire con il laser SLT per favorire il deflusso dell’umor acqueo e ripristinare una buona pressione intraoculare. Si tratta di sedute laser di breve durata, indolori, prive di effetti collaterali e capaci di offrire risultati durevoli nel tempo. 

Chirurgia del glaucoma

Vi è poi la chirurgia tradizionale, che si esegue attraverso tecniche differenti, tutte volte ad abbassare la pressione intraoculare favorendo il deflusso ed il riassorbimento naturale dell’umor acqueo.

Ultime frontiere della cura del glaucoma

La pressione intraoculare non è l’unico fattore di rischio per la patologia.

Tra i farmaci più interessanti e promettenti vi sono quelli neuroprotettivi. Gli studiosi hanno infatti notato che il glaucoma ha qualcosa in comune con alcune patologie neurodegenerative come l’Alzheimer. Ed hanno individuato nella citolina la molecola capace di rallentare la progressione della patologia. Oggi sono disponibili sul mercato alcuni colliri per la cura del glaucoma proprio a base di citolina. 

Ancora, sembra che il fattore di crescita nervoso individuato e scoperto dal premio Nobel Rita Levi Montalcini possa dare grande beneficio non solo a chi è affetto da retinite pigmentosa, ma anche da glaucoma. Di fatto, rallentando la morte delle cellule nervose coinvolte nella patologia.  

Vecchie terapie, nuovi metodi di somministrazione

Infine, la scienza si sta anche occupando di vagliare giorno dopo giorno nuovi metodi di somministrazione per le molecole sopracitate. L’obiettivo è quello di rendere il paziente indipendente dall’autosomministrazione ed avere un maggiore controllo sull’aderenza alla terapia. Tra questi metodi per la cura del glaucoma citiamo la somministrazione di iniezioni intraoculari (al pari di quanto si fa per la maculopatia) e l’impianto di mini dispositivi rimovibili e ricaricabili per il rilascio automatico dei farmaci a livello intraoculare.

Com’è evidente, le opzioni per la cura del glaucoma sono diverse. Non tutte sono indicate per tutti i pazienti: sta al medico oculista stabilire quale sia la tipologia di glaucoma che interessa il paziente, il suo stadio e di conseguenza il percorso terapeutico più idoneo. Recarsi periodicamente dall’oculista e seguire con attenzione la terapia indicata è fondamentale per convivere con il glaucoma senza subirne le conseguenze

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Degenerazione Maculare Senile, il futuro della terapia

La degenerazione maculare senile è una delle patologie oculari più comuni e insidiose. Anche la cataratta è una patologia legata a doppio filo al tempo che avanza. Ma mentre quest’ultima si cura in modo tutto sommato agevole ed indolore grazie ad un intervento specifico, non possiamo affermare la stessa cosa per la maculopatia senile. Sicuramente le iniezioni intravitreali offrono buone prospettive in termini di gestione e controllo della patologia. Vediamo cos’altro si profila all’orizzonte, e se chi è affetto da degenerazione maculare senile potrà trovare, in un futuro non troppo lontano, nuove prospettive terapeutiche capaci di migliorare sensibilmente la sua qualità visiva e di vita.

Cos’è la degenerazione maculare senile

La degenerazione maculare senile – o maculopatia senile – causa un progressivo ed irreversibile deterioramento dei fotorecettori presenti sulla porzione centrale della retina. Quest’ultima è chiamata appunto macula, ed è fondamentale:

  • per la percezione dei colori, poiché è fittamente punteggiata di preziosissimi fotorecettori detti coni e bastoncelli;
  • per la visione centrale, a causa della sua posizione sulla retina, retrostante la pupilla e il cristallino

Nella Degenerazione Maculare Senile, i fotorecettori vanno incontro a deterioramento e morte. La conseguenza è una progressiva perdita di visione centrale. Chi è affetto dalla patologia sperimenta difficoltà visive sempre più importanti con riferimento al centro del campo visivo. La patologia si può manifestare in due varianti: una secca o atrofica, particolarmente difficile da trattare, e una umida o essudativa. Quest’ultima si tratta con risultati soddisfacenti attraverso le iniezioni intravitreali.

Cosa sono le iniezioni intravitreali 

Le iniezioni intravitreali sono minuscole iniezioni eseguite da mano esperta all’interno del bulbo oculare. Il farmaco anti-VEGF iniettato ha l’obiettivo di inibire la proliferazione di neovasi a livello sottoretinico e di fermare la progressione della patologia. Sfortunatamente è impossibile recuperare la funzionalità dei fotorecettori deteriorati. Il protocollo di iniezioni intravitreali ha tuttavia la capacità di porre un freno all’avanzamento della patologia, con risultati tangibili e durevoli nel tempo.

A proposito di iniezioni intravitreali, è fondamentale tener presente due aspetti:

  1. per ottenere i risultati auspicati è importante seguire pedissequamente il protocollo indicato dallo specialista, rispettando le cadenze indicate ed evitando di rimandare gli appuntamenti;
  2. si consiglia di rivolgersi ad una struttura sanitaria d’eccellenza nella quale trovare specialisti esperti, dotati di grande competenza e notevole manualità nella somministrazione delle iniezioni.

Degenerazione maculare senile: nuove prospettive terapeutiche all’orizzonte

E’ notizia di questi giorni che la Food And Drug Administration americana (FDA) ha dato il via libera alla messa in commercio negli Stati Uniti d’America di un nuovo dispositivo per il trattamento della Degenerazione Maculare Senile di tipo essudativo. Il trattamento non è ancora disponibile in Italia. Si tratta di un minuscolo impianto collocato all’interno dell’occhio tramite una breve seduta chirurgica eseguibile in ambiente ambulatoriale. L’impianto è pensato per rilasciare localmente il farmaco anti-VEGF e consentire al paziente di ridurre il numero di sedute per le iniezioni intravitreali. E in alcuni casi persino sospenderle.

In questo modo il paziente ottiene un’autonomia di 6 mesi rispetto alla necessità di sottoporsi alle sedute per le iniezioni intravitreali. Che, seppur indolori, possono essere una fonte di stress. Susvimo, questo è il nome del dispositivo, è ricaricabile e ben tollerato. Sarà comunque lo specialista, di caso in caso, ad indicare quale sia la strada migliore da intraprendere per trattare la Degenerazione Maculare Senile con successo.

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Prevenire la maculopatia: a tavola si può?

La maculopatia senile è una patologia oculare piuttosto insidiosa che è fondamentale trattare opportunamente e mantenere costantemente monitorata. Stando ai numeri, ad oggi la patologia colpisce il 10-13% degli adulti over 50 in Europa, Asia, Australia e Nord America. Le opportunità terapeutiche non mancano, e pur tuttavia il mondo della scienza non cessa di interrogarsi ed andare alla ricerca di nuove soluzioni ancor più performanti e risolutive per il trattamento della maculopatia. Nel frattempo, un aiuto per prevenire la maculopatia ci arriva dalla buona tavola. Parola di scienza.

Due parole sulla maculopatia degenerativa senile

La maculopatia degenerativa senile è una patologia oculare che interessa la parte più centrale della retina. Il suo nome è macula, e si trova proprio in corrispondenza della pupilla. La macula è deputata al corretto funzionamento della visione centrale nonché della percezione dei colori. Nei pazienti affetti da maculopatia degenerativa senile, la macula va incontro ad un progressivo deterioramento con conseguente perdita della capacità di svolgere le sue funzioni. Questo accade perché i fotorecettori presenti sulla sua superficie vanno incontro a decadimento e morte. Il risultato è una visione centrale sempre più compromessa mano a mano che la patologia avanza. Ove non trattata opportunamente, la degenerazione maculare senile può condurre a cecità.

Rimandare gli appuntamenti con la prevenzione per mancanza di tempo o per paura di contrarre altre patologie può essere controproducente e favorire un peggioramento anche importante del quadro clinico. Questo vale per la degenerazione maculare senile ma anche per altre patologie oculari, come il glaucoma.

Dott. Matteo Cereda, Medico Oculista e Retinologo presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

Perchè la dieta può essere un valido alleato, e in che modo

Anche se la buona tavola non può metterci al riparo da qualunque patologia, è sicuramente un buon punto di partenza. Al fine di prevenire la maculopatia, due ricerche scientifiche hanno sottolineato il ruolo dell’alimentazione nell’aiutare a ridurre significativamente il rischio di sviluppare la patologia o nel rallentarne la progressione. I due studi, chiamati AREDS e AREDS2, hanno indicato una serie di elementi nutritivi che, se assunti regolarmente, possono portare benefici alla macula ed all’apparato visivo più in generale. Eccoli:

  • vitamina C
  • vitamina E
  • zinco
  • omega3
  • luteina
  • zeaxantina

Si tratta di preziosi elementi nutritivi contenuti in buona parte delle verdure di stagione, ma anche nel pesce, nei cereali e nella frutta sia fresca che secca. Anche senza ricorrere necessariamente agli integratori, dunque, una dieta ricca e varia è sicuramente d’aiuto nel prevenire la maculopatia.

Fonte: Fondazione Macula

Opportunità di trattamento della maculopatia

Come detto, la dieta è sicuramente un valido aiuto per mantenere l’occhio e la macula in salute e per prevenire la maculopatia. Tuttavia, la degenerazione maculare senile, ove manifesta, va trattata con opportune terapie farmacologiche. In questo senso, due sono i fattori che possono determinare di una prognosi favorevole:

  • una diagnosi tempestiva
  • l’aderenza alla terapia indicata dallo specialista

Ad oggi la terapia più efficace per il trattamento della patologia nella sua variante essudativa è data dalle iniezioni intravitreali. La terapia si basa sulla somministrazione cadenzata e periodica di un farmaco contenente una proteina capace di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), responsabile dello sviluppo di neovasi a livello sottoretinico. Per ciò che concerne la variante atrofica della patologia, sono al vaglio della scienza altre opportunità di trattamento.

La degenerazione maculare senile atrofica ha un esordio lento e subdolo. Talvolta può evolvere nella forma essudativa della patologia. Ma non accade mai il contrario.

Dott. Matteo Cereda, Medico Oculista e Retinologo presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

Cosa sono le iniezioni intravitreali

Le iniezioni intravitreali sono minuscole punturine eseguite all’interno dell’occhio. Nonostante l’idea di sottoporsi a tale trattamento possa risultare sgradevole, il fastidio è davvero minimo ed il beneficio è tangibile e scientificamente comprovato. Le iniezioni intravitreali sono eseguite in ambiente sterile e sicuro da mano esperta. La cadenza è rigorosa ed è fortemente sconsigliato soprassedere rispetto agli appuntamenti fissati dallo specialista.

Presso i centri d’eccellenza è possibile cominciare il trattamento con iniezioni intravitreali non appena si riceve la diagnosi. Un tempismo che gioca a favore della prognosi.

Dott. Matteo Cereda, Medico Oculista e Retinologo presso CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico

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Il Centro Ambrosiano Oftalmico è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191. Chiamaci per una visita oculistica specialistica per le patologie della retina: sarà nostra cura illustrarti nel dettaglio caratteristiche e benefici delle iniezioni intravitreali e rispondere alle tue domande sul tema. 

Iniezioni intravitreali: quando servono?

Iniezioni intravitreali: quando sono utili - CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano, ad oggi, l‘unico ed il più efficace approccio terapeutico nei confronti di alcune patologie retiniche anche particolarmente importanti e sul lungo periodo potenzialmente invalidanti. Tra queste, non possiamo non menzionare le maculopatie essudative. I farmaci utilizzati per questo tipo di trattamento prendono il nome di anti-VEGF ed è scientificamente comprovata la loro straordinaria efficacia, in particolare, nei confronti della degenerazione maculare senile essudativa. Approfondiamo assieme l’argomento, rispondendo ad alcune domande comuni sul tema con l’aiuto del Dott. Matteo Cereda, medico oculista, retinologo ed esperto in maculopatie presso il Centro Ambrosiano Oftalmico.

Come vede chi soffre di maculopatia?

Poichè la macula è la porzione centrale della retina che si trova proprio in corrispondenza della pupilla e del cristallino, va da sé che qualora essa si ammali, la porzione di campo visivo maggiormente compromessa sarà quella centrale. Di fatto, nelle maculopatie il paziente sperimenta una visione centrale progressivamente sfocata, imprecisa e poco definita. Rimangono inalterate invece le porzioni periferiche del campo visivo. Mano a mano che la patologia avanza, e se non opportunamente trattata, la visione imprecisa lascia il posto ad una vera e propria macchia cieca.

iniezioni intravitreali per maculopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Dott. Cereda: Qualora si sospetti una maculopatia, è fondamentale agire tempestivamente, eseguendo l’OCT (Tomografia Ottica Computerizzata) ed, eventualmente, una fluorangiografia. Oltre, naturalmente, a una visita oculistica approfondita.

Quante iniezioni intravitreali si possono fare?

I farmaci anti-VEGF sono efficaci nel trattamento della degenerazione maculare senile di tipo essudativo a patto che si rispetti un protocollo di somministrazione ben preciso. Solitamente si eseguono 3 iniezioni nei primi 3 mesi di trattamento. A queste, fanno seguito altre 3 o 4 iniezioni nell’arco del primo anno di cura. Sarà poi necessario monitorare l’andamento della patologia nel tempo e stabilire come proseguire. In linea di massima, il primo ciclo di trattamento restituisce già risultati tangibili in termini di miglioramento della capacità visiva o comunque un rallentamento della progressione della patologia. Dal secondo anno in poi, e ove necessario, il numero di iniezioni diminuisce, fino ad assestarsi su un numero di iniezioni di circa 3 – 4 per anno, a seconda del paziente e della patologia.

Dott Cereda: un paziente affetto da maculopatia non diventerà mai cieco, salvo casi rarissimi.

Come si fanno le iniezioni intravitreali?

Le iniezioni intravitreali si eseguono in ambiente sterile previa anestesia in gocce. L’intera procedura ha una durata di pochi minuti. La sensazione che il paziente percepisce è quella di un leggerissimo pizzicotto.

Dott Cereda: le iniezioni intravitreali non sono dolorose né rischiose. Nonostante l’idea delle iniezioni intravitreali possa fare un po’ di impressione, è bene sapere che si tratta di una procedura ben più semplice di altre eseguite comunemente in chirurgia oftalmica, come l’intervento di cataratta.

Cosa fare e non fare dopo un’iniezione intravitreale?

Dopo una seduta di iniezioni intravitreali è possibile far ritorno serenamente alla propria abitazione. Si potrà lavare il viso normalmente facendo attenzione a non sfregare gli occhi né esercitare alcuna pressione a livello oculare. Non è necessario coprire gli occhi dunque è possibile leggere, scrivere, guardare la televisione. L’uso dell’asciugacapelli è concesso purché il getto dell’aria non colpisca direttamente gli occhi. Al contrario, si sconsiglia di sollevare pesi o fare sforzi fisici, così come di maneggiare strumenti pericolosi.

Dott. Matteo Cereda - CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico
Dott. Matteo Cereda, retinologo del Centro Ambrosiano Oftalmico

Come e quando avviene il recupero visivo?

Il recupero visivo dopo una seduta di iniezioni intravitreali è molto variabile. Può essere percepito già nelle ore dopo l’iniezione o può non essere percepito affatto, restituendo risultati tangibili solamente a trattamento avanzato. E’ altresì possibile sperimentare un immediato miglioramento della capacità visiva a livello centrale, che però poi tende a “regredire” mano a mano che i giorni passano. Tutto dipende dallo stato di avanzamento della patologia retinica, dai danni che questa ha già arrecato alla macula, allo stato di salute generale del paziente, alla sua età.

Dott Cereda: per mantenere i risultati ottenuti grazie alle iniezioni intravitreali, sarà necessario fare sempre iniezioni (anche se molto più distanziate nel tempo) negli anni successivi. Sarà quindi fondamentale essere seguiti dal proprio specialista che sottoporrà periodicamente il paziente agli opportuni controlli della sua salute visiva.

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Chiamaci dal lunedi al venerdi allo 02 6361191. Saremo lieti di rispondere alle tue domande sulle iniezioni intravitreali per la maculopatia.

Iniezioni intravitreali: parola d’ordine costanza

iniezioni intravitreali - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Le iniezioni intravitreali rappresentano il trattamento d’elezione per la cura delle maculopatie, un insieme di patologie che colpiscono la parte centrale della retina. Tra queste, una delle più comuni è la degenerazione maculare senile che, nella sua variante essudativa, trova beneficio nella somministrazione della proteina detta anti-VEGF. Attenzione però: la terapia produce effetti positivi solamente se praticata secondo i giusti tempi. Ecco perché la parola d’ordine è sempre costanza.

Cosa sono le iniezioni intravitreali con farmaco Anti-VEGF

Le iniezioni intravitreali sono piccolissime iniezioni praticate all’interno del bulbo oculare. Il materiale presente all’interno del bulbo non è vascolarizzato né innervato, dunque le iniezioni non sono dolorose. La proteina iniettata ha l’obiettivo di contrastare la proliferazione di neovasi sulla retina, dovuta proprio alla produzione incontrollata di una proteina, detta VEGF.

Come avviene la somministrazione delle iniezioni intravitreali

…e perchè la parola d’ordine è costanza

La somministrazione delle iniezioni intravitreali avviene tramite protocolli ben definiti. Si esegue un ciclo di 3 iniezioni iniziali con cadenza mensile, per poi proseguire il trattamento con altre somministrazioni sino ad arrivare ad un totale di 7 circa nell’arco del primo anno.

Concludere il primo anno di trattamento nel pieno rispetto del protocollo di cura e delle scadenze prestabilite è fondamentale per trarre beneficio dalle iniezioni intravitreali. Si ricordi, peraltro, che nonostante la proteina Anti-VEGF sia l’unica opzione di trattamento nei confronti della degenerazione maculare senile, essa non ne rappresenta la cura definitiva. I farmaci Anti-VEGF possono rallentare o bloccare l’avanzamento della patologia, ma mai in modo permanente. Un motivo in più per evitare di soprassedere o rimandare gli appuntamenti.

Come sapere se è necessario sottoporsi ad altre iniezioni intravitreali dopo il primo anno di trattamento?

Già dopo il primo ciclo di iniezioni intravitreali, solitamente il paziente sperimenta un miglioramento della qualità visiva. Naturalmente, però, tutto dipende dallo stato di avanzamento della patologia nel momento in cui si comincia ad intraprendere il percorso terapeutico. In generale, durante il trattamento il paziente è sottoposto a frequenti monitoraggi, che includono controlli dell’acuità visiva ed OCT (Tomografia Ottica Computerizzata). Tali controlli sono utili a valutare il buon andamento della terapia e, dopo i primi mesi, a definire il calendario delle successive iniezioni.

In CAMO trovi trattamenti d’avanguardia e in un ambiente sempre sicuro

CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico è stato uno dei primi centri privati in Italia (ed è tuttora uno dei pochi) ad ottenere l’autorizzazione ad eseguire le iniezioni intravitreali con farmaci certificati. In CAMO, le iniezioni sono praticate da specialisti dalla grande esperienza e perizia e ciascun paziente è seguito con tutta l’attenzione e la dedizione necessarie. Inoltre, tutti gli ambienti della clinica sono frequentemente sottoposti a sanificazione accurata, mentre i professionisti che vi operano si sottopongono a periodici tamponi rapidi antigenici. Non c’è dunque motivo per rimandare la terapia lasciando alla patologia il tempo per produrre danni irreversibili e per compromettere severamente la capacità visiva. 

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In CAMO è disponibile una visita oculistica specialistica per le malattie della retina. Puoi chiamarci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.

Iniezioni intravitreali per maculopatia: di che si tratta

iniezioni intravitreali per maculopatia -  CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Una diagnosi di degenerazione maculare senile può prendere in contropiede, per diversi motivi: perché la patologia nelle sue fasi d’esordio è tutto sommato asintomatica, oppure perché viene spesso confusa con la cataratta o con un generale peggioramento della capacità visiva. Per la maculopatia ancor più che per altre patologie oculari, tuttavia, sottoporsi a frequenti controlli della salute visiva e giungere ad una diagnosi certa in modo tempestivo è il primo passo per trattarla con efficacia. In questo senso, oggi le iniezioni intravitreali per maculopatia rappresentano la soluzione terapeutica più indicata.

Quali sono le opzioni terapeutiche per la degenerazione maculare senile oggi?

La degenerazione maculare senile si diagnostica grazie ad una visita oculistica specialistica approfondita ed accurata. La visita dovrà includere, tra le altre cose, un esame del fondo oculare tramite OCT ed fluorangiografia.

Una volta confermata la diagnosi, si andranno a discutere assieme allo specialista le opportunità terapeutiche. Per ciò che concerne la variante essudativa o umida della patologia, le iniezioni intravitreali per maculopatia rappresentano la miglior soluzione oggi disponibile per contrastare la progressione della patologia.

In cosa consistono le iniezioni intravitreali per maculopatia?

All’interno della macula di chi è affetto da degenerazione maculare senile si sviluppa in modo anomalo una proteina, chiamata VEGF. Questa proteina è responsabile dello sviluppo di una serie di neovasi a livello sottoretinico. Sono proprio questi a portare ad un peggioramento della capacità visiva centrale. Obiettivo delle iniezioni intravitreali per maculopatia è quello di contrastare lo sviluppo della proteina VEGF. A tal fine – tramite iniezioni sottilissime e totalmente indolori – si somministrano direttamente nel vitreo dei farmaci, chiamati anti-VEGF.

Il trattamento, nel primo anno, prevede 3 sedute più ravvicinate seguite da altre da valutare assieme allo specialista. In tal modo, è possibile arrestare la progressione della patologia ed ottenere un valido e durevole recupero della capacità visiva.

Cos’altro si può fare per trattare la maculopatia essudativa?

Senza alcun dubbio, e come sempre accade in medicina, anche lo stile di vita e l’alimentazione possono essere validi alleati nella prevenzione della maculopatia. Alimentarsi correttamente, prediligendo alimenti ricchi di zinco, betacarotene e di vitamine C ed A può essere di grande aiuto nel ritardare o prevenire l’insorgenza della patologia. Allo stesso modo, e poiché la maculopatia è una patologia di tipo degenerativo legata a doppio filo all’invecchiamento, sarà d’aiuto bere molta acqua e scegliere alimenti dal forte potere antiossidante. Allo stesso tempo, è raccomandabile non fumare.

A patologia oramai conclamata, tuttavia, ad oggi le iniezioni intravitreali rappresentano l’opzione migliore in assoluto per tenere sotto controllo la progressione della patologia e migliorarne sensibilmente i sintomi.

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