Notizie dal Centro Camo, sulle attività della clinica e del dottor Lucio Buratto

Blefaroplastica, quanto dura nel tempo?

La blefaroplastica è un intervento di chirurgia dell’area perioculare, con particolare riferimento alla palpebra superiore e a quella inferiore. L’intervento è mirato a correggere i segni dell’invecchiamento così come eventuali imperfezioni di natura estetica. Il suo obiettivo può essere duplice: sia estetico, appunto, che funzionale, andando a ripristinare il comfort visivo di chi vi si sottopone. Uno dei dubbi più comuni relativamente alla blefaroplastica è quello relativo alla sua durata. Insomma: quando dura nel tempo l’effetto della blefaroplastica? Rispondiamo di seguito a questa domanda così frequente sul tema.

Durata nel tempo dell’intervento di blefaroplastica: considerazioni generali

La durata dei benefici della blefaroplastica può variare da paziente a paziente. Ad ogni modo, e in linea generale, si tratta di una procedura che può regalare risultati davvero durevoli nel tempo. E’ importante precisare che un intervento di blefaroplastica non arresta l’invecchiamento cellulare: è molto utile però a ripristinare uno stato generale di “freschezza” oculare e al contempo a rallentare l’impatto che l’avanzare del tempo può esercitare sulla comparsa di rughe, gonfiore nell’area perioculare, pelle cadente.

Quali fattori possono influenzare la durata della blefaroplastica nel tempo?

Come detto poc’anzi, la durata degli effetti positivi di una blefaroplastica può variare da paziente a paziente. Elenchiamo brevemente i fattori che possono influenzarla.

  • Genetica: la genetica influenza marcatamente – anche se non in modo esclusivo – il modo in cui il nostro organismo invecchia. Vi sono dunque persone maggiormente predisposte a subire gli effetti dell’invecchiamento, altre invece che sono meno inclini a mostrare i segni del tempo nell’area perioculare.
  • Stili di vita: alimentarsi correttamente, bere molta acqua, riposare adeguatamente ed evitare eccessi è uno dei grandi segreti per invecchiare bene e preservare un aspetto giovane nel tempo. Anche a livello palpebrale e perioculare.
  • Età del paziente: in età molto giovane la pelle è maggiormente elastica e predisposta a “rispondere” meglio a qualunque tipo di trattamento. Prima si esegue l’intervento, e più durevoli potranno essere i risultati.
  • Tecnica chirurgica: anche la tecnica chirurgica utilizzata, in abbinamento alla competenza del chirurgo, possono influenzare la durata dei risultati.

Quanto durano mediamente gli effetti dell’intervento?

Volendo dare una tempistica di massima, si può affermare che gli effetti dell’intervento di blefaroplastica durano per alcuni anni. Alcuni pazienti notano che gli effetti positivi dell’intervento permangono inalterati molto a lungo nel tempo, anche per 5 o 10 anni. Un dato che può variare in funzione dei fattori sopra descritti, ma anche delle modalità con le quali si esegue il mantenimento dei risultati ottenuti. Vediamo di seguito alcune indicazioni in merito al mantenimento:

  • evitare l’esposizione ai raggi solari specie durante le ore centrali della giornata
  • curare adeguatamente la pelle, con cosmetici di buona qualità (si consiglia sempre di leggere gli INCI dei prodotti cosmetici e di make up) e non dimenticare di applicare sempre un fattore di protezione solare
  • indossare occhiali da sole, anche in inverno
  • mangiare molta frutta e verdura di stagione, bere molta acqua
  • evitare il fumo e gli alcolici ove possibile

Sarà cura dello specialista che ha eseguito l’intervento fornire una serie di indicazioni adeguate sia per il mantenimento dei risultati, sia per un eventuale follow up che includa altri trattamenti da eseguire per preservare l’effetto benefico dell’operazione a lungo nel tempo.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

q

q

Congiuntivite allergica, cos’è e come si cura

Quando il cambio di stagione si manifesta in tutti i suoi colori e madre natura si prepara a cambiare veste, le allergie sono a loro volta dietro l’angolo. Chi ne soffre lo sa bene: possono essere davvero una spiacevole compagnia. E tra le loro manifestazioni più insidiose, non possiamo non menzionare quelle che interessano gli occhi. Conosciamo meglio la congiuntivite allergica, cos’è e come si cura.

Che cos’è la congiuntivite allergica

Il termine congiuntivite indica una infiammazione della congiuntiva, così come indicano solitamente una infiammazione tutti i termini medici che terminano con il suffisso -ite. La congiuntiva è una membrana situata nella parte interna del bordo palpebrale. Il ruolo della congiuntiva è quello di:

  • favorire il buon funzionamento della lubrificazione oculare durante l’ammiccamento
  • proteggere l’occhio da eventuali aggressioni da parte di corpi estranei

La congiuntivite può essere scatenata da una allergia. Nello specifico, dal contatto della congiuntiva con gli allergeni, che tipicamente si trovano nell’aria in determinati periodi stagionali così come durante tutto l’anno. Ci riferiamo ai pollini, ma anche alle micro particelle che inquinano l’aria delle nostre città, al pelo degli animali o alla polvere domestica (muffe e acari sono spesso responsabili del disturbo), solo per fare qualche esempio.

Congiuntivite allergica, 1 disturbo, 3 varianti

Oggi le allergie sono più che mai comuni, dunque non è infrequente incorrere in una congiuntivite allergica. Le tipologie di congiuntivite di origine allergica possono essere differenti, e a seconda della loro stagionalità o dell’allergene che le ha innescate, distingueremo tra congiuntivite allergica stagionale, perenne oppure da contatto. Quest’ultima spesso è causata da colliri, prodotti per il make up, fragranze o altre sostanze irritanti che possono accidentalmente entrare in contatto con la superficie oculare.

Come si manifesta la congiuntivite allergica

Nonostante le allergie che scatenano la congiuntivite siano spesso differenti da individuo a individuo, le manifestazioni sono più o meno sempre uguali tra di loro, salvo qualche eccezione. Chi soffre di congiuntivite allergica sperimenta dunque:

  • arrossamento oculare
  • bruciore
  • sensazione di corpo estraneo
  • iperlacrimazione

A seguito di una allergia e di una infiammazione della congiuntiva, possono manifestarsi anche un eccesso di produzione di secrezioni oculari e gonfiore palpebrale, solitamente dovuti a complicazioni come infezioni batteriche.

Come si cura la congiuntivite di natura allergica?

In presenza di sospette allergie e dei sintomi sopracitati, ricorrere al fai da te e ai farmaci da banco può risultare inutile se non controproducente. Prima di fare uso di colliri o farmaci acquistati di propria iniziativa, si consiglia di prenotare una visita oculistica specialistica. Può essere utile coinvolgere anche un allergologo.

In generale, la congiuntivite allergica può essere trattata con successo grazie a:

  • decongestionanti oculari
  • antistaminici

ma anche, talvolta, con

  • corticosteroidi
  • antibiotici

E’ compito dello specialista stabilire lo stato di salute dell’apparato visivo, valutare lo stato di avanzamento e/o di complessità del disturbo ed indicare la terapia maggiormente indicata per la casistica specifica.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

S

Lenti intraoculari: caratteristiche e vantaggi

lenti intraoculari - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Per lenti intraoculari si intendono tutte le lenti che sono impiantate all’interno dell’occhio con l’obiettivo di ripristinare una capacità visiva ottimale, eliminare la cataratta e correggere i difetti visivi. Conosciamo oggi più da vicino il panorama delle lenti intraoculari disponibili.

Caratteristiche delle lenti intraoculari

Le lenti intraoculari sono minuscole lentine, grandi pressappoco come una lenticchia. Sono realizzate in materiali molto morbidi e sono altamente biocompatibili. Non si deteriorano, non perdono la loro funzionalità e rimangono in sede per tutta la durata della vita di chi le riceve. E soprattutto, non vanno incontro ad opacizzazione.

Alcune di queste lenti possono presentare piccoli limiti: per esempio, la visione di aloni e sfocature in condizioni di scarsa luminosità o dopo il calar del sole. Oppure, la necessità di ricorrere comunque ad un occhiale per far fronte ad altre esigenze visive. Altre invece sono altamente performanti e regalano una nitidezza ed una precisione visiva davvero eccellenti, ad una gamma molto estesa di distanze.

Ancora, alcune di esse si collocano al posto del cristallino (e sono dette anche cristallini artificiali), mentre altre subito dietro l’iride (le lenti fachiche). Ma conosciamole meglio.

Tipologie di lenti intraoculari

La gamma delle lenti intraoculari oggi disponibili è molto vasta. Alcune sono ampiamente diffuse. Altre, invece, sono disponibili maggiormente nei centri sanitari d’eccellenza. Elenchiamole di seguito:

  • monofocali
  • monofocali toriche
  • multifocali
  • multifocali toriche
  • EDOF
  • EDOF toriche
  • fachiche

Le lenti intraoculari monofocali consentono di correggere un difetto visivo solamente, al pari di quanto accade per le lenti monofocali che si usano per altre tipologie di ausili per la visione, quali occhiali o lenti a contatto.

Le lenti intraoculari multifocali invece sono pensate per correggere più difetti visivi al contempo, ma oggi sono quasi del tutto sostituite dalle lenti EDOF.

Le IOL toriche sono progettate per correggere anche l’astigmatismo, un difetto visivo che porta ad una difficoltà visiva generalizzata e a più distanze.

Seguono le lenti EDOF: si tratta di lenti a profondità di fuoco continua. Con queste lenti la correzione è uniforme e continua dai 40 cm di distanza sino all’infinito. Sono lenti di ultima generazione, altamente performanti e molto soddisfacenti per una vasta gamma di pazienti. Essendo impiantate al posto del cristallino, consentono anche di prevenire o curare tempestivamente la cataratta. Queste ultime generalmente sono più facilmente reperibili presso i centri d’eccellenza sanitaria, come il Centro Ambrosiano Oftalmico.

Infine, vi sono le lenti fachiche. A differenza delle altre IOL sopracitate, le lenti fachiche sono impiantate dietro l’iride, e non in sostituzione del cristallino. Sono perfette per pazienti giovani che soffrono di difetti visivi di entità anche elevata, non sono idonei ai trattamenti laser e desiderano preservare il potere accomodativo offerto dal cristallino naturale.

Come avviene l’impianto delle IOL

Presso i centri d’eccellenza sanitaria dislocati sul territorio – come il Centro Ambrosiano Oftalmico – è possibile trovare:

  • le migliori lenti intraoculari
  • sale operatorie modernamente attrezzate
  • èquipe di chirurghi e specialisti dalla comprovata esperienza
  • tecniche chirurgiche d’avanguardia, con strumenti precisi ed altamente innovativi

A proposito delle tecniche chirurgiche, l’intervento per l’impianto delle IOL – qualora eseguito da specialisti esperti e altamente preparati – è semplice e di breve durata. Si esegue in day surgery in sale operatorie sterili, previa somministrazione di un collirio anestetico.

Si esegue una minuscola incisione sulla superficie della cornea. Tradizionalmente questa incisione si pratica manualmente, con l’ausilio di un bisturi. Presso il Centro Ambrosiano Oftalmico, al contrario, viene quasi sempre utilizzato uno strumento laser: il laser a femtosecondi. Uno strumento in grado di esercitare un’azione gentile, delicata e precisa sulle strutture oculari. Meno stress per l’occhio, meno stress per il paziente.

L’uso di strumenti d’avanguardia e la vasta gamma di IOL disponibili ci danno la misura dell’ampio margine di personalizzazione che l’intervento offre. Il primo passo da compiere per tornare a vedere bene e fare a meno degli occhiali è quello di sottoporsi ad una visita oculistica specialistica, per individuare la IOL che maggiormente risponde alle proprie esigenze visive e alle proprie aspettative specifiche, e per mettere a punto l’intervento “su misura” sin nei minimi dettagli.

Per chi sono indicate

Correggere i difetti visivi in modo permanente con le lenti intraoculari – siano esse cristallini artificiali o lenti fachiche, a seconda dell’età – è consigliato a chiunque desideri ritrovare l’indipendenza dagli occhiali da vista e soffra di uno o più difetti visivi di qualunque entità, anche forte.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

Iniezioni intravitreali: come funzionano?

Le iniezioni intravitreali sono la terapia d’elezione per il trattamento delle maculopatie di tipo essudativo. Com’è noto, la patologia è la terza causa al mondo di cecità centrale (ovvero un grave stato di ipovisione e/o cecità che interessa esclusivamente la porzione centrale del campo visivo). La sua incidenza, infine, è in costante aumento, come conseguenza del generale invecchiamento della popolazione mondiale. Approfondiamo brevemente il tema delle iniezioni intravitreali, conosciamo più da vicino le caratteristiche della patologa e, infine, spendiamo due parole sulle prospettive terapeutiche attuali e future per il suo trattamento.

Maculopatia di tipo umido

La maculopatia di tipo umido o essudativo è una patologia che si manifesta, nella sua variante senile e più diffusa, dopo i 55 anni circa. Si tratta di una patologia che colpisce la porzione centrale della retina, ovvero la macula. In questa zona vi sono tantissimi fotorecettori, responsabili della visione dei colori e, più in generale, del buon andamento della funzione visiva. La patologia si manifesta attraverso la formazione di neovasi a livello sottoretinico. La retina subisce in tal modo un danno irreversibile, che conduce alla morte dei fotorecettori, compromettendo seriamente e progressivamente la funzione visiva. Oggi è possibile arrestare la progressione della maculopatia essudativa grazie alle iniezioni intravitreali. Una terapia efficace nello stabilizzare la patologia, e che tuttavia non consente di recuperare la perdita visiva già avvenuta né ripristinare la funzionalità dei fotorecettori danneggiati.

Come funzionano le iniezioni intravitreali

Le iniezioni intravitreali prevedono la somministrazione di farmaci anti-VEGF direttamente nel corpo vitreo del paziente. I farmaci anti-VEGF sono a base di una specifica proteina capace di inibire la formazione di neovasi sotto la retina. La somministrazione avviene tramite minuscole punturine assolutamente indolori e sicure. Naturalmente perizia, esperienza e manualità di chi le esegue sono quanto mai fondamentali. Tuttavia, conviene sapere che si tratta di una procedura di gran lunga meno invasiva ed impegnativa di altri interventi di chirurgia oftalmica.

La somministrazione delle iniezioni intravitreali non è casuale ma avviene sulla base di uno specifico protocollo cadenzato e calendarizzato con precisione. Solitamente si eseguono le prime 3 iniezioni a distanza di un mese l’una dall’altra, per arrivare ad un totale di 7 circa nel primo anno di trattamento.

Seguire il protocollo terapeutico come descritto consente di dare una concreta battuta d’arresto alla patologia e di preservare la propria acuità visiva nel tempo.

Prospettive terapeutiche passate, presenti e future per la maculopatia senile di tipo essudativo

Prima dell’avvento delle iniezioni intravitreali, la maculopatia essudativa si trattava con la terapia fotodinamica, ovvero con uno strumento laser che andava ad occludere i neovasi. Oggi innumerevoli ricerche scientifiche hanno evidenziato la maggiore efficacia delle molecole anti-VEGF nel trattamento a lungo termine della patologia. Per quanto riguarda il futuro, invece, i ricercatori sono al lavoro per chiarire il ruolo potenziale delle cellule staminali nei processi rigenerativi della retina. Sembrerebbe che le cellule staminali possano rivelare maggiormente la loro efficacia nel trattamento della maculopatia senile di tipo secco, per la quale ad oggi sembra non esserci ancora alcuna terapia efficace.

Dove sottoporsi alle iniezioni intravitreali?

Come detto, manualità, competenza, perizia ed esperienza sono condizioni imprescindibili per la somministrazione delle iniezioni intravitreali. Le iniezioni si eseguono sempre in ambiente sterile. In Italia sono disponibili presso gli ospedali ed alcuni centri di eccellenza privati, come il Centro Ambrosiano Oftalmico. Presso gli ambulatori della nostra struttura è possibile sottoporsi alle iniezioni intraoculari in regime di massima sicurezza e igiene, con la certezza di ricevere il trattamento da alcuni tra gli specialisti più esperti e competenti nel settore.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

Operazione di cataratta FAQ

operazione di cataratta - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

L’operazione di cataratta è uno degli interventi chirurgici più eseguiti al mondo. L’intervento di cataratta ha rivoluzionato in modo significativo la percezione del concetto stesso di terza età agli occhi della società. Poter preservare (e addirittura recuperare) la propria capacità visiva e di mantenere un ottimo livello di dinamismo e indipendenza, sono fattori non da poco. Tuttavia, molti pazienti ci rivolgono quotidianamente innumerevoli domande sul tema. Cogliamo dunque l’occasione per fornire alcune risposte utili.

In cosa consiste l’intervento per la rimozione della cataratta?

L’intervento di cataratta è una procedura moderna e risolutiva che consiste nel rimuovere il cristallino opacizzato e di sostituirlo con una lente intraoculare. I primi tentativi di rimozione del cristallino affetto da cataratta risalgono addirittura alla fine del Settecento. Da allora ad oggi il mondo della chirurgia oftalmica naturalmente non è più lo stesso.

L’operazione di cataratta, come la conosciamo oggi, è una procedura agevole e di breve durata. Nella sua versione maggiormente diffusa, il protagonista è il facoemulsificatore. Si tratta di uno strumento ad ultrasuoni che frantuma ed aspira il cristallino in pochi istanti. Lo strumento accede al cristallino grazie ad una minuscola incisione sulla superficie oculare. Attraverso la medesima incisione, si procede poi all’inserimento e all’opportuna collocazione della lente intraoculare. Questa metodica è ampiamente diffusa e normalmente prevede l’uso di un bisturi.

Oggi nei centri sanitari d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, il facoemulsificatore è supportato (e spesso sostituito nella procedura di frantumazione del cristallino) da tecnologie ancora più moderne: il laser a femtosecondi, che sostituisce anche il bisturi.

Si tratta di tecnologie pensate per

  • non usare bisturi o strumenti taglienti
  • evitare traumi alle strutture oculari
  • offrire un’elevatissima precisione all’intera procedura
  • rendere la procedura maggiormente confortevole anche per il paziente stesso

Quanto dura una convalescenza dopo un intervento di cataratta?

L’intervento di cataratta è una procedura di routine che va affrontata con la giusta dose di serenità. Al contempo, è fondamentale tenere a mente che si tratta pur sempre di un intervento chirurgico che richiede consapevolezza e serietà. E’ importante attenersi alle indicazioni preoperatorie e postoperatorie fornite dalla struttura sanitaria o dal chirurgo che ha eseguito l’intervento. Così facendo il corretto recupero richiederà qualche giorno o settimana. Con le opportune attenzioni e con un po’ di pazienza, insomma, in breve tempo è possibile cominciare a godere degli straordinari vantaggi offerti dall’operazione di cataratta.

Cosa non fare subito dopo l’intervento

Le dimissioni avvengono nel medesimo giorno dell’intervento, che solitamente è eseguito su un occhio alla volta. Prima di fare ritorno presso la propria abitazione si riceve un documento contenente le indicazioni terapeutiche da seguire e le norme comportamentali da osservare. In particolare, dopo l’operazione di cataratta sarà necessario:

  • indossare la conchiglia protettiva notturna ricevuta al momento della dimissione
  • evitare di vaporizzare fragranze o cosmetici in spray in prossimità del viso
  • non usare make up
  • evitare sforzi
  • non bagnare l’occhio
  • si consiglia anche di indossare un buon paio di occhiali da sole dal momento in cui si lascia la struttura sanitaria, e per qualche settimana a venire, sino ad avvenuto e completo recupero visivo.

L’operazione è dolorosa?

Come accennato, l’operazione di cataratta si è evoluta tantissimo negli ultimi anni. Gli strumenti ad ultrasuoni così come i moderni strumenti laser non provocano alcun dolore, poiché l’intervento è eseguito previa somministrazione di un collirio anestetico.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

La miopia grave puo’ portare alla cecità?

miopia grave - miopia forte - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La miopia è quel difetto visivo che porta a vedere male gli oggetti posti in lontananza. E’ – tra i difetti visivi – quello più diffuso al mondo. A determinarne la massiccia diffusione è l’impegno prolungato dell’apparato visivo in attività che prevedono la visione da vicino. Rispetto a pochi decenni fa, infatti, il monte ore trascorso tra computer, smartphone, device elettronici in genere e supporti cartacei, si è dilatato a dismisura. A scapito del tempo trascorso all’aria aperta. Di conseguenza, l’occhio tende ad adattarsi a ciò che gli si richiede, perdendo progressivamente la sua efficienza nella visione da lontano. Non a caso si parla proprio di “progressione miopica”, ovvero di un peggioramento del difetto visivo nel tempo. Ma la domanda che molti si pongono è: questa progressione può portare alla cecità? Chi soffre di miopia grave, può arrivare a perdere del tutto la vista? Rispondiamo insieme a questa domanda.

Miopia: difetto visivo o patologia?

Quando si parla di difetti visivi, ci si esprime solitamente in termini di entità: un difetto visivo potrà dunque avere entità lieve, media oppure forte. Per quanto riguarda la miopia in particolare, se le condizioni lieve e media sono generalmente considerate “benigne”, e sono correggibili con i moderni interventi laser, non possiamo dire lo stesso dell’entità forte, o elevata. La miopia forte è considerata patologica, dunque assimilabile ad una malattia.

E non solo: medici e ricercatori di tutto il mondo hanno sollevato interrogativi sulla correlazione spesso evidente tra miopia forte e altre condizioni oculari patologiche. Insomma, un occhio affetto da miopia forte è un occhio nel quale tutte le strutture oculari sono sottoposte ad uno stato costante di stress. Questo accade in virtù del fatto che l’occhio miope tende ad allungarsi verso l’esterno perdendo la sua forma regolare, nel tentativo di mettere a fuoco gli oggetti posti in lontananza. La domanda “la miopia può portare alla cecità?” è dunque corretta e legittima se riferita alla miopia grave.

Chi soffre di miopia grave può perdere la vista?

La miopia può portare a gravi stati di ipovisione, ma oggi – se si interviene tempestivamente e adeguatamente – la possibilità di perdere la vista è estremamente remota. Tecniche e metodiche per la correzione della miopia elevata esistono. Ciò che è fondamentale, è intervenire con estrema tempestività, evitando che il difetto progredisca eccessivamente. In questo modo, si può contribuire a mettere al riparo le strutture oculari dall’insorgenza di altre patologie (cataratta, glaucoma, maculopatie) che a loro volta possono pregiudicare il buon andamento della funzione visiva.

Entriamo di seguito nel merito delle tecniche per la correzione della miopia forte.

Come correggere la miopia elevata

Le tecniche per la correzione dei difetti visivi con l’ausilio di soli strumenti laser non sono sufficienti per risolvere la miopia grave. Fortunatamente, la medicina oftalmica offre altre soluzioni interessanti per la correzione del difetto visivo.

Correzione della miopia grave con lenti fachiche

La miopia può raggiungere entità importanti già in giovane età. Un’età in cui impegni lavorativi o di studio, vita sociale e sportiva e molto altro, portano ad un forte desiderio di indipendenza dagli occhiali da vista, che in caso di miopia elevata sono costituiti da lenti molto spesse e pesanti. Non dover indossare gli occhiali regala un grande senso di libertà e spesso esercita una notevole influenza anche sotto il profilo emotivo e psicologico, migliorando l’autostima e l’umore. La soluzione per questo tipo di casistica è data dalle lenti fachiche. Si tratta di lenti intraoculari che si impiantano tramite un piccolo intervento mini invasivo. Sono collocate subito dietro l’iride e rappresentano la soluzione ideale per chi soffre di difetti visivi di entità elevata. Sono invisibili e impercettibili. Oltre ad essere dotate della capacità diottrica necessaria al paziente, sono anche dotate di filtro UV.

Correzione della miopia grave con sostituzione del cristallino

Chi è in età adulta o matura può invece optare per una soluzione correttiva della miopia forte che prenda anche in considerazione l’eventualità che si manifesti – presto o tardi – la cataratta. La soluzione prevede dunque la sostituzione del cristallino naturale con uno artificiale, dotato del potere diottrico necessario al paziente. I moderni cristallini artificiali a disposizione dei centri sanitari d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico consentono anche ai pazienti con difetti visivi molto marcati di guardare al futuro con grande ottimismo. E di prevenire o eliminare anche la cataratta. Tra i le soluzioni maggiormente interessanti vale la pena di segnalare le lenti EDOF. Si tratta di cristallini artificiali dotati di un potere diottrico che offre una gamma di profondità di fuoco davvero notevole: ovvero, dai 40 cm circa sino all’infinito.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

N

Cheratocono e correzione dei difetti visivi: quali prospettive?

Il cheratocono, ma anche la miopia forte, la Sindrome dell’Occhio Secco ed altre condizioni cliniche che interessano l’apparato visivo, non sono poi così infrequenti. Chi le sperimenta in associazione ad altri difetti visivi spesso si sente sopraffatto e indifeso così tanto da pensare che per questi ultimi non vi sia nulla da fare. La maggior parte delle volte, al contrario, non è così. Il panorama della chirurgia refrattiva offre soluzioni interessanti anche per chi soffre di più disturbi, difetti o patologie al contempo. O a chi non è idoneo per determinate tecniche. Approfondiamo oggi la casistica di chi è affetto da cheratocono e difetti visivi al contempo.

Cos’è il cheratocono?

Il cheratocono è una patologia che colpisce la cornea che, quando è perfettamente in salute, è convessa, trasparente e regolare. Quando si ammala di cheratocono, la cornea perde la sua trasparenza, la sua forma regolare e la sua efficienza, subendo uno sfiancamento verso l’esterno. Il risultato è una compromissione sempre maggiore della capacità visiva, in virtù dell’accavallamento disomogeneo delle fibre di collagene che la compongono. Chi è affetto da cheratocono perde in qualità ed in quantità visiva. Ma non solo: oltre alla patologia, è possibile anche essere affetti da uno o più difetti visivi. Scopriamo di seguito quali prospettive la chirurgia refrattiva offre a chi è affetto da cheratocono.

Cheratocono e correzione dei difetti visivi

Poiché il cheratocono è una patologia che interessa la cornea, chi ne è affetto non è idoneo a tutte le tecniche di chirurgia laser eseguite esclusivamente sulla cornea. In primis, si renderà necessario curare il cheratocono secondo quanto indicato dallo specialista. Una delle tecniche più efficaci per la correzione del cheratocono è il cross linking corneale.

Il cross linking corneale è una procedura mirata a rinforzare la cornea e contenerne lo sfiancamento verso l’esterno. A tal fine, si applica localmente della riboflavina, nota anche come vitamina B2. La cornea è successivamente esposta ai raggi ultravioletti UVA. Questa combinazione permette alla riboflavina di penetrare nei tessuti corneali, promuovendo la formazione di nuovi legami tra le fibre di collagene.

Come correggere i difetti visivi se si è affetti da cheratocono?

Chi non è idoneo alla chirurgia laser può trovare soluzione ai suoi difetti visivi di varia entità nelle lenti fachiche o ICL. Si tratta di minuscole lentine molto interessanti e vantaggiose per una vasta gamma di pazienti. Si collocano subito dietro l’iride, tramite un intervento mini invasivo e di breve durata. Queste lenti sono realizzate in un materiale innovativo, altamente biocompatibile e sempre ben tollerato, chiamato Collamer. Oltre ad essere particolarmente versatili – infatti sono l’ideale per correggere qualunque difetto visivo, inclusa la miopia forte – queste lentine sono altresì dotate di filtro UV. Infine, sono invisibili, impercettibili per il paziente e removibili ove necessario.

Chi è più avanti con gli anni o inizia già a manifestare i primi sintomi della cataratta, può invece valutare l’intervento di correzione dei difetti visivi grazie alle classiche lenti intraoculari, note anche come cristallini artificiali. Tali lenti sono altamente versatili, consentono di correggere più difetti visivi al contempo ed sono l’ideale per curare o prevenire anche la cataratta senile.

Come affrontare il cheratocono e i difetti visivi con successo?

Il consiglio generale è sempre quello di rivolgersi ad un oculista specialista, che saprà valutare sia lo stato di salute della cornea, sia le opzioni più indicate per la correzione permanente dei difetti visivi, prendendosi cura della salute oculare del paziente a tuttotondo. In questo senso, il Centro Ambrosiano Oftalmico rappresenta un centro d’eccellenza in Italia, con specialisti altamente preparati e competenti nel trattamento delle patologie oculari così come dei difetti visivi.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

Come preservare la salute degli occhi: 10 consigli utili

La vista è un dono prezioso che spesso diamo per scontato: vedere ci viene talmente naturale, che non ci rendiamo conto di quanto sia delicato e sofisticato l'”ingranaggio” che risiede alla base della possibilità di apprezzare il mondo in tutta la sua bellezza. Eppure, così come ci prendiamo cura di altri distretti del nostro organismo, è davvero importante voler bene anche al proprio apparato visivo. Salvaguardandolo, proteggendolo e, perché no, coccolandolo ove possibile. Scopriamo assieme 10 consigli utili per preservare la salute degli occhi.

Perché preservare la salute degli occhi?

Gli occhi costituiscono un delicato e sofisticatissimo insieme di strutture che ci regalano il meraviglioso dono della vista. Prendersene cura significa essere consapevoli della sua importanza e al contempo del fatto che anche questa parte del nostro organismo può andare incontro a disturbi o patologie. Informarsi in merito alle più note e diffuse patologie oculari e non mancare agli appuntamenti di controllo della salute oculare è sicuramente un ottimo primo passo. E poi? Di seguito un piccolo vademecum.

  1. Gli occhiali da sole proteggono gli occhi dai raggi UV anche nelle giornate nuvolose. Imprescindibili in estate al mare, in prossimità di specchi d’acqua o in inverno sulla neve, sono fondamentali anche in città. Anche quando il cielo è nuvoloso e la giornata non troppo soleggiata, i raggi UV penetrano ugualmente nell’atmosfera.
  2. Curare l’alimentazione prediligendo frutta e verdura di stagione, pesce azzurro, carni bianche, cereali non raffinati e grassi buoni è un vero e proprio stile di vita. Che ci aiuta a proteggere anche la salute degli occhi. Molte sostanze nutritive presenti negli alimenti sono davvero un toccasana per la retina, il cristallino e le altre strutture oculari.
  3. Bere molta acqua anche fuori dai pasti consente di mantenere gli occhi sani e ben idratati. L’idratazione è fondamentale per la salute degli occhi, previene l’insorgenza della Sindrome dell’Occhio Secco e favorisce il buon andamento della funzione visiva.
  4. Praticare un po’ di movimento aerobico tutte le settimane favorisce l’ossigenazione dei tessuti, inclusi quelli oculari. Una buona ossigenazione mantiene giovane il cristallino e ne previene l’opacizzazione.
  5. Aver cura della propria igiene oculare: chi frequenta piscine o usa applicare make up per gli occhi dovrebbe avere cura della propria igiene oculare in modo scrupoloso. Tenere sottomano un buon collirio rinfrescante o idratante e qualche salvietta oculare è sempre una buona idea.
  6. Chi usa le lenti a contatto deve osservare alcune norme igieniche specifiche: vietato riutilizzare le lenti usa e getta, coricarsi, recarsi al mare o in piscina con le lenti. L’igiene delle mani è altresì fondamentale nel momento in cui si indossano o rimuovono le lenti a contatto.
  7. Fare opportune pause quando si lavora a video: trascorrere molte ore di fronte ad un monitor è causa di affaticamento visivo. Inoltre, può favorire l’insorgenza ed il peggioramento di alcuni difetti visivi (in particolare della miopia). Una pausa di 20 minuti ogni due ore è l’ideale, a qualunque età.
  8. Chi indossa gli occhiali da vista e svolge la sua attività lavorativa o di studio a video, non dimentichi di far dotare le proprie lenti del filtro anti luce blu. Il filtro anti luce blu protegge le strutture oculari dai raggi UV emessi dai device elettronici
  9. Limitare il numero di ore trascorse di fronte ai device elettronici ed evitare di guardare televisione o smartphone al buio. La sera, una fonte luminosa aggiuntiva è sempre consigliata. Non usare lo smartphone a letto quando si è sdraiati su un fianco: tale posizione induce un occhio a faticare maggiormente dell’altro.
  10. Non fumare: diverse ricerche scientifiche hanno evidenziato come il fumo di sigaretta sia dannoso anche per le strutture oculari.

Vuoi saperne di più?

al trattamento dei dati personali per l’attività di comunicazione e informazione promozionale su servizi e attività di CAMO

Oppure contattaci al numero 02 6361 191 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00.

Retinopatia diabetica: si può guarire?

La retinopatia diabetica è una delle complicanze più insidiose innescate dal diabete. Si tratta di una patologia che interessa la retina, ovvero quella parte all’interno dell’occhio deputata alla trasmissione degli stimoli luminosi al nervo ottico e al cervello. La retinopatia diabetica – se non trattata adeguatamente e tempestivamente – può essere causa di gravi stati di ipovisione, inclusa la cecità. La domanda che ci poniamo in questa sede è: è possibile guarire dalla patologia?

Cos’è la retinopatia diabetica

Prima di comprendere se sia possibile guarire dalla retinopatia diabetica, descriviamola brevemente. Si tratta di una patologia oculare che si verifica come conseguenza del diabete, sia esso di tipo 1 oppure di tipo 2. In generale, conviene sapere che chi è affetto da diabete presenta una generale debolezza dei vasi sanguigni. Poiché la retina è una struttura vascolarizzata, questa generale debolezza si manifesta anche in questa delicatissima zona dei nostri occhi, compromettendone la funzionalità anche in modo importante.

La retinopatia diabetica danneggia i fotorecettori presenti sulla retina in modo permanente conducendo ad una perdita progressiva e irreversibile di capacità visiva.

Esistono diversi stadi della retinopatia diabetica, con sintomi e caratteristiche di volta in volta differenti. Menzioniamoli per completezza.

  • retinopatia diabetica non proliferativa, con rottura dei capillari presenti sulla retina
  • retinopatia diabetica proliferativa, con occlusione dei capillari a livello retinico e proliferazione di neovasi a livello sottoretinico, che a loro volta generano delle microemorragie
  • edema maculare diabetico, con accumulo di liquidi a livello della macula, la porzione centrale della retina
  • proliferazione vitreoretinica, con rotture della retina

Ciascuna di queste manifestazioni della patologia può essere particolarmente insidiosa e mettere a repentaglio la capacità visiva di chi ne è affetto con esiti irreversibili. La diagnosi tempestiva in questo senso gioca un ruolo di primo piano, specie se si considera che l’esordio della retinopatia avviene spesso in sordina, ovvero in assenza di sintomi evidenti. Chi è affetto da diabete dovrebbe essere seguito regolarmente, oltre che da un diabetologo specialista, anche da un oculista specialista.

E’ possibile guarire dalla retinopatia?

La retinopatia diabetica è – al pari del diabete – una malattia cronica dalla quale non si guarisce. Oggi, tuttavia, esistono terapie efficaci in grado di proteggere la retina e di preservare la capacità visiva.

Le terapie disponibili hanno il duplice obiettivo di:

  • rallentare la progressione della patologia
  • evitare un’ulteriore perdita di capacità visiva

Terapie per il trattamento della retinopatia

Poiché dalla retinopatia diabetica non si guarisce in modo definitivo, è importante farsi seguire da un oculista specialista che stabilirà un programma terapeutico mirato e adeguatamente cadenzato nel tempo. Le terapie maggiormente in uso per il trattamento della retinopatia sono:

  • trattamenti con laser fotocoagulativo argon, per bloccare le emorragie retiniche
  • iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF, per inibire la proliferazione di neovasi sotto la retina
  • nei casi più gravi può essere necessario ricorrere alla chirurgia

Cosa sono le iniezioni intravitreali per retinopatia diabetica

Le iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF si rivelano molto efficaci per il trattamento della retinopatia e della maculopatia (anche senile) con particolare riferimento alla forma atrofica della patologia. Si eseguono con cadenza periodica e consentono di arrestare in modo tangibile la progressione della patologia. Sono disponibili nei centri d’eccellenza sanitaria come il Centro Ambrosiano Oftalmico, che è stato uno dei primi in Italia a proporle ai suoi pazienti. Qui, le iniezioni sono somministrate da specialisti altamente preparati ed esperti nella loro esecuzione, dotati di grande competenza e notevole manualità.

Vuoi saperne di più?

Prenota oggi stesso una visita oculistica specialistica presso il Centro Ambrosiano Oftalmico. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 636 1191.

Sintomi del glaucoma, come riconoscerli

Il glaucoma è una patologia oculare capace di manifestarsi con esiti decisamente inaspettati e sicuramente poco graditi. Sfortunatamente, la si menziona molto meno di altre patologie oculari più note. Eppure, conoscere il glaucoma e i suoi sintomi è già un primo passo per difendersi dalle sue conseguenze. E allora scopriamo subito quali sono i sintomi del glaucoma, come riconoscerli e perché è importante esserne a conoscenza.

Come ci si accorge di avere il glaucoma?

Accorgersi di essere affetti da glaucoma è fondamentale per difendersi al meglio dalla patologia e preservare il proprio benessere oculare sul lungo periodo. Si rende necessario aprire una doverosa parentesi.

Il “ladro silenzioso della vista”: un appellativo calzante che invita ad una riflessione

Il glaucoma è anche noto come ladro silenzioso della vista: un appellativo che già da solo fa comprendere quanto la patologia possa essere insidiosa, specie nelle sue fasi d’esordio. L’occhio affetto da glaucoma si presenta con una pressione intraoculare più alta del normale in modo persistente e durevole nel tempo. Una pressione che non ha nulla a che vedere con quella arteriosa. Ma che ha a che fare con un mancato deflusso dell’umor acqueo internamente alle strutture oculari. Uno status quo asintomatico: chi ne è affetto non ne è consapevole, né prova fastidio o dolore agli occhi. Tuttavia, mano a mano che il tempo avanza, le strutture oculari sottoposte a persistente ipertensione oculare finiscono per danneggiarsi. Il danno maggiore interessa il nervo ottico, è irreversibile e porta ad una perdita sempre più importante di capacità visiva. Da qui l’appellativo di ladro silenzioso della vista.

I sintomi del glaucoma si manifestano quando la patologia ha già cominciato ad arrecare danni irreversibili

Tornando al quesito iniziale, se la pressione intraoculare elevata è asintomatica, come ci si accorge di avere il glaucoma? Quando la patologia presenta i primi danni in termini di perdita di capacità visiva, accade di scambiare le difficoltà visive per un peggioramento dei propri difetti visivi. E’ allora che ci si reca dall’oculista, nella convinzione di dover rinnovare la prescrizione per gli occhiali da vista. Ed è allora che si riceve la diagnosi di glaucoma.

Per accorgersi di essere affetti da glaucoma è bene avere a cuore la propria salute visiva, sempre

Per accorgersi in tempo di avere il glaucoma, è necessario avere a cuore la propria salute visiva a tuttotondo, per tutta la durata della propria vita e anche in assenza di sintomi. Programmare una serie cadenzata di controlli della salute degli occhi, inclusa la misurazione della pressione intraoculare, è un atto d’amore e di attenzione davvero non trascurabile.

Conoscere se stessi e la propria storia familiare è un altro mezzo per difendersi dal glaucoma: chi soffre di diabete o ha una familiarità con il glaucoma, dovrebbe prestare ancor più attenzione ed insistere maggiormente sulla prevenzione.

Leggi anche: glaucoma e stress, quando il circolo è vizioso

Sintomi del glaucoma già manifesto

Quando la patologia è oramai manifesta, i sintomi del glaucoma possono essere:

  • dolore oculare
  • fotofobia
  • visione offuscata o visione di aloni
  • arrossamento oculare
  • il già menzionato calo di capacità visiva

Come si cura il glaucoma?

Se la diagnosi è tempestiva, la patologia può essere controllata con efficacia

Fare prevenzione tramite frequenti controlli della salute visiva o attraverso l’adesione a programmi di screening sul territorio può essere utile a difendersi dal glaucoma. Difatti, una diagnosi tempestiva consente di avviare altrettanto prontamente la terapia necessaria.

La cura del glaucoma – o meglio, la terapia – prevede solitamente la somministrazione di farmaci ipotonizzanti per uso topico. Ma non solo. Può rendersi necessario anche intervenire chirurgicamente, per ristabilire una valida via di deflusso per l’umor acqueo.

Innovativo, gentile, efficace: è il laser SLT per glaucoma

Molto interessante, per nulla invasivo e ampiamente risolutivo è l’impiego di strumenti laser. Tra questi menzioniamo l’innovativo laser SLT per glaucoma. Si tratta di un laser totalmente indolore tramite il quale si trattano le porzioni di tessuto rese impermeabili dalla patologia, restituendo loro la necessaria permeabilità. Di conseguenza, l’umor acqueo defluisce e la pressione intraoculare è ripristinata a livelli normali. Le sedute sono di breve durata, ripetibili e indolori.

Leggi anche: trattamento del glaucoma con laser SLT

Vuoi saperne di più?

Prenota oggi stesso una visita oculistica specialistica presso il Centro Ambrosiano Oftalmico. Il nostro centralino è a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 636 1191.