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Cataratta, quando operarsi?

Risponde il Dott. Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico.

La maturazione della cataratta è un concetto molto vecchio: venti, trenta anni fa occorreva che la cataratta fosse “matura”, cioè molto evoluta, per poterla operare. Un po’ perché l’intervento, in quelle condizioni, era più facile da eseguire; un po’ perché il paziente aveva delle difficoltà nel recupero visivo dopo l’intervento, per cui si faceva operare solo quando la cataratta era veramente molto evoluta ed avanzata.

La tecnologia moderna ci consente di fare cose molto più belle di quelle che facevamo una volta: adesso possiamo operare la cataratta in qualunque stadio di evoluzione, anzi. L’intervento viene meglio quando la cataratta è ad uno stadio iniziale, perché è più morbida e si può rimuovere più facilmente, e quindi l’intervento è meno traumatico, più preciso e più sicuro.

La sostituzione del cristallino per correggere la presbiopia

L’operazione di cataratta può essere fatta anche quando la cataratta non c’è, anche solo per risolvere problemi visivi come la miopia, l’astigmatismo o l’ipermetropia, ma soprattutto quando si vuole risolvere il problema della presbiopia. Per esempio, se pur non avendo la cataratta una persona ha ipermetropia e deve portare occhiali per vedere da lontano e da vicino e vuole liberarsi di questo fastidio, può affrontare l’intervento di sostituzione del cristallino, sicuro di poter rimuovere gli occhiali e di ottenere quindi una visione indipendente da mezzi protesici.

Il paziente presbite che si sottopone all’intervento di sostituzione del cristallino non potrà mai ammalarsi di cataratta.

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